Abbiamo già parlato delle nuove soluzioni Nvidia per la fascia media e l'impressione iniziale era quella di trovarci di fronte a un'offerta molto interessante per il bacino di utenti più eterogeneo e numeroso del mercato. Arriva quindi la nostra recensione della scheda video che tutti hanno atteso fin dall'uscita della sua versione più cattiva - la cosiddetta Ti - in una revisione fornitaci da ASUS della linea Direct CU II TOP, dedicata agli appassionati. La GTX 660 presa in esame è dotata quindi di un'architettura custom, pensata per diminuire ulteriormente il calore generato, con una doppia ventola posta su un dissipatore con componenti di contatto ed heatpipes fabbricati in Super Alloy. Questo materiale è largamente usato in ambiti aziendali e dall'industria aerospaziale per turbine e componenti meccanici soggetti a forti stress generati da calore e forze esterne dirette (come gli attriti dei fluidi, nel caso delle turbine). Abbiamo quindi una doppia occasione in questa sede per esaminare innanzitutto le prestazioni dell'incarnazione 106 del chip Kepler di Santa Clara e contemporaneamente verificare che questa speciale costruzione, più costosa di quella standard, apporti benefici nell'uso del GPU Boost con i videogiochi più esigenti. Trovate una tabella riassuntiva delle caratteristiche tecniche poco più in basso: mette in luce come questa architettura abbia permesso ad ASUS di aumentare direttamente di 144 Mhz il core clock della 660 e di pari passo il boost clock per il generico videogame o applicativo.
Impostazioni e testbed
Prima di buttarci nella lotta all'ultimo frame, è bene specificare la configurazione su cui abbiamo montato la nostra scheda. In overclock del processore del doppio rispetto ai Mhz nominali, la configurazione utilizzata è ben al di sopra delle specifiche necessarie per evitare colli di bottiglia hardware eventuali, nonostante CPU e scheda madre abbiano di fatto già qualche anno sulle spalle.
Il problema principale potrebbe verificarsi nell'assenza di supporto al PCI-E 3.0, ma non ci siamo mai trovati di fronte a fenomeni di tetto massimo del frame rate in ogni titolo che abbiamo eseguito con tutte le schede più recenti (Nvida o AMD), segno che la banda passante (throughput) del 2.0 è più che sufficiente per eseguire qualsiasi videogame in circolazione e non presenta per ora alcun problema di prestazioni tangibile. Avendo messo le mani su quasi ogni modello di scheda video attuale possiamo sbilanciarci: sarà dura arrivare in tempi brevi al raggiungimento del tetto massimo del PCI-E 2.0 in ambito gaming reale. Quindi anche voi lettori potete star tranquilli e aggiornare i vostri sistemi con le nuove soluzioni grafiche senza timore di incappare in limiti hardware evidenti, posto che abbiate delle macchine più o meno recenti (due anni circa di anzianità, indicativamente, con alcune eccezioni). Il primo passo dopo l'installazione fisica è sempre quello di configurare correttamente la nostra scheda dai driver più recenti (in questa occasione i 306.97) e -per i più esigenti- dal pannello di controllo di Afterburner e similari. Dato il supporto diretto da parte di Nvidia, abbiamo scelto di utilizzare l'EVGA Precision X per svolgere tale compito, sebbene ASUS proponga il suo personale programma, che abbiamo accantonato poichè in passato ci aveva creato qualche problema di instabilità durante l'esecuzione del software.
Per eseguire tutti i nostri benchmark, data la particolare dissipazione potenziata, abbiamo inoltre tenuto un valore di Boost Clock (GPU Clock Offset, nell'immagine a corredo) di 100 Mhz in più costanti e un livello di consumo possibile minimo (Power Target) del 10% più elevato. Queste funzioni, specifichiamo, sono disponibili per qualunque scheda dotata di chip Kepler dalla 660 liscia in su (assenti invece nella 650) e non sono specifiche della versione ASUS in esame. Anticipiamo che ASUS stessa non ha dichiarato il consumo di questa Gtx 660 che siamo certi sia superiore ai 115W del TDP di fabbrica: questo fatto porta inevitabilmente a un innalzamento tout-cour del calore generato. Ma come abbiamo detto siamo dotati del famigerato Super Alloy e abbiamo potuto dormire sonni tranquilli in qualsiasi circostanza, evitando di preoccuparci per eventuali crash, hang-up o logorii dovuti a frequenze e voltaggi fuori standard.
L'insostituibile 3D Mark 11
Per avere un'idea diretta e immediata delle prestazioni reali della 660, il primo benchmark non poteva che essere effettuato sul prodotto Futuremark. 3D Mark 11 è ancora lo standard per verificare brutalmente tutte le volontà di una scheda video.
Inoltre Nvidia stessa ha scelto di calibrare i BIOS nativi dei chip Kepler sul consumo reale delle sue schede, prendendo come riferimento proprio questo software. Brevemente, stiamo parlando del GPU Boost, che rileva ogni 100ms quanto sta consumando l'applicativo in esecuzione, lo pesa con la frequenza minima del core che vogliamo raggiungere (personalizzabile proprio grazie alle piattaforme basate su Rivatuner come il Precision X), richiedendo di conseguenza al sistema una minore o maggiore potenza a seconda delle esigenze del momento.
La run è stata effettuata in finestra (a causa dell'incompatibilità del fullscreen di 3D Mark 11 con Rivatuner) e a impostazioni Extreme, ovvero ad una risoluzione di 1080p e con tutti gli effetti di post-processing attivati. Comparando i valori ottenuti con sistemi dotati dello stesso processore, il risultato è in linea con le aspettative: in sostanza siamo di fronte a prestazioni leggermente inferiori della soluzione Nvidia rispetto ai test effettuati con la diretta concorrente AMD Radeon HD 7870. E' bene comunque tenere ben presente che il prodotto Futuremark è fortemente dipendente dalla CPU adottata e che le applicazioni reali funzionano in maniera diversa, soprattutto sul fronte dell'ottimizzazione driver, ambiente in cui Nvidia mostra veramente la forza di tutte le sue soluzioni.
Benchmark
Per ogni titolo analizzato abbiamo effettuato due run a due risoluzioni differenti - 1280x720 e 1920x1080 - e dettagli video al massimo consentito da ogni titolo. Trovate le immagini nel testo, prese direttamente sul nostro PC, con ben evidenti le performance al momento dello screenshot in alto a sinistra. Il formato dei dati è, nell'ordine in ciascuna immagine, il seguente: FPS | GPU: potenza consumata %; frequenza effettiva Mhz; temperatura °C; carico % | Memoria: frequenza effettiva Mhz; carico MB.
Gli immancabili: Battlefield 3 e Crysis 2
I nostri test non potevano che cominciare coi due titoli che attualmente richiedono più potenza bruta in assoluto. Gli engine Frostbite e Cryengine 3 sono, com'è noto, il top del top attualmente sul mercato per quanto riguarda le caratteristiche e le potenzialità tecniche che offrono (nonostante non siano i più popolari, palma che spetta ad Unreal Engine 3 o a Unity).
Il supporto nativo a tutte le versioni di DirectX e la sperimentazione di nuovi effetti proprietari per ciascun motore li rende perfetti come termini di paragone per la battaglia hardware in corso, nonchè splendidi da vedere. L'FPS di casa DICE l'abbiamo testato nel suo ambiente ideale, ovvero su un server con un ping basso (di 30) nella mappa più famosa di tutte. Caspian Border è ancora una vera gioia per gli occhi e la GTX 660 in esame ci ha permesso di godercela ad un frame rate di tutto rispetto a dettagli massimi, Ambient Occlusion incluso, sebbene se vorrete essere competitivi vi consigliamo di abbassare il livello di dettaglio e stare intorno ai 75 frame al secondo, per sfruttare i vostri riflessi felini al meglio.
Il discussissimo Crysis 2 rimane comunque un'ottima vetrina. I benchmark sono stati effettuati a dettagli Ultra, patch 1.9 e pacchetti DX11 e texture HD installati, nel primo livello di gioco. E' verosimile aspettarci un simile risultato incoraggiante anche con il prossimo Crysis 3 su questa scheda. Tolte le pressioni del lancio dei kit di sviluppo, Crytek si sta davvero sbizzarrendo con il nuovo seguito, grazie alla versione più recente del Cryengine 3. Come abbiamo visto di persona all'E3 di Los Angeles, il titolo è già enormemente ottimizzato per quanto riguarda il discorso Direct X 11 e Tesselletion, tanto che - siamo certi - ne vedremo delle belle.
Le sorprese: Alan Wake e Sleeping Dogs
Due titoli più recenti hanno destato un certo scalpore tra gli appassionati di tecnica del videogioco. Remedy, dopo anni di rinvii, ha scelto di pubblicare in maniera indipendente su Steam la sua ultima fatica, ottimizzata e migliorata per i mostri di potenza che noi PC gamer abbiamo oggi a disposizione.
Ancora più recente è invece il titolo prodotto da Square Enix. Sleeping Dogs è uscito magnificamente sui nostri computer, con tanto di texture pack HD e dettagliatissime opzioni grafiche e di controllo. Entrambi i titoli mettono sorprendentemente a dura prova le configurazioni moderne. Le impostazioni di gioco per Alan Wake le abbiamo messe su High, tenendo un leggero filtro antialiasing a 2x. Grazie alla soluzione Nvidia, l'esperienza su PC per il thriller dei papà di Max Payne è incredibilmente immersiva e godibilissima ad ogni impostazione, dato che non necessita di un framerate particolarmente elevato come per i titoli online.
Il lavoro dei giovani United Front Games è - in tutta franchezza - una gioia per gli occhi su PC. Ma tutto ha un prezzo. Per goderselo nella magnificenza dei 1080p a dettagli massimi e texture pack HD con magari qualche filtro attivo la 660 non basta, com'è evidente dalla n ostra prova. Tuttavia scendendo a compromessi accettabili (togliendo ambient occlusion e antialiasing in primis, ma mantenendo il Full HD) potrete anche in questo caso giocarlo senza troppe preoccupazioni.
I recentissimi: XCOM, Dishonored e Borderlands 2
Gli ultimi test li abbiamo effettuati sui tre titoli più attesi del momento in ambito PC. Tre vere e proprie hit imperdibili per ogni appassionato che si rispetti e che tuttavia, vi anticipiamo, non spremono del tutto la tecnologia attualmente a disposizione sul mercato. Due fra questi inoltre non sono partiolarmente ottimizzati su PC (Dishonored e XCOM), ma a noi non interessa, perchè vogliamo verificare il comportamento reale di questa scheda con i giochi più caldi del momento.
Nel caso di Dishonored e Borderlands 2 non abbiamo potuto offrirvi lo screenshot che accompagna gli altri titoli. Il motivo è che l'overlay di Steam, al quale si appoggiano nativamente, va in conflitto con quello di Rivatuner. Il monitor dei dati è comunque funzionante e trovate quindi il grafico dettagliato della run giocata in finestra, istante per istante, con in evidenza i valori corrispettivi incolonnati. Noterete che manca la conta degli FPS (rilevati con una flatline inquietante), ma non ci potevamo far nulla e avviare un secondo hardware monitor (come FRAPS) avrebbe portato sicuramentre altri problemi. Infine dato il formato di minor fruibilità dei dati, per entrambi questi titoli abbiamo effettuato solo una run alla risoluzione di 1080p. Tecnicamente l'Unreal Engine 3 è ormai superato da un pezzo, ma offre comunque una scalabilità e una resa grafica soddisfacente se usato da mani esperte. Firaxis lo ha dimostrato e in XCOM non avrete alcun problema di prestazioni con questa scheda. Come notate dalle immagini, la conta dei frame è su valori incredibilmente alti con le impostazioni grafiche al massimo consentito per le due risoluzioni: maciullare alieni non è mai stato così fluido.
Il titolo Arkane è una vera gioia per gli occhi (grazie al comparto artistico a cura di Viktor Antonov, apprezzato niente meno che per Half-Life 2) e la 660 non ha avuto alcun indugio a farlo andare al massimo dettaglio in Full HD. Soffre invero di problemi di aliasing, con scalettature molto evidenti con l'immagine in movimento, a causa dei filtri utilizzati. MLAA e FXAA sono soluzioni molto poco dispendiose in termini prestazionali, ma sporcano notevolmente l'immagine rendendola molto sfocata. Tra i due consigliamo per Dishonored di tenere attivo il primo per evitare blur ancora più accentuati dovuti al difetto congenito dell'FXAA di sfumare eccessivamente i pixel dei contorni, piuttosto che ridurli. E' interessante notare dal grafico che in due momenti la scheda è andata incontro al fenomeno dello stuttering (i due picchi negativi che vedete). Questi veri e propri scatti sono dovuti con ogni probabilità al fatto che giocavamo in finestra, cosa che notoriamente genera problemi di framerate su alcuni titoli come si è verificato in questo caso.
Anche l'ultima fatica di Gearbox soffre di incompatibilità con gli overlay vari ed eventuali. Al contrario di Dishonored però (che comunque se la cava bene rispetto ai porting standard), Borderlands 2 è stato ottimizzato magnificamente, uscendo sul mercato con una build dedicata alla piattaforma PC e sviluppata ad hoc. Oltre ad ampie opzioni grafiche già sviscerate su questi lidi, è giunto con Physx che offre movimenti dei fluidi, dei frammenti e dei tessuti veramente eccezionali. Le schede ideali per godersi questo titolo sono quindi quelle Nvidia, senza ombra di dubbio, e la 660 si è comportata egregiamente, senza alcun rallentamento evidente al massimo dei dettagli e per giunta con delle .dll esterne dedicate per rimuovere l'aliasing. Anche in questo caso l'FXAA di default è terribile e sporca l'immagine più che renderla nitida. Per questo abbiamo usato il semplice ed efficace SMAA Injector che trovate sulla homepage del suo creatore: ve lo consigliamo senza mezzi termini.
Rundown: la 660 vale i vostri soldi?
Grazie a questi benchmark, avvalorati da quelli che già da qualche tempo potete trovare in rete, possiamo affermare che la 660 è una scheda che giunge sul mercato ad un prezzo davvero invitante. Il benefit di sceglierla rispetto alle concorrenti AMD sta nel supporto che Nvidia sta dando agli sviluppatori per implementare le sue tecnologie, una su tutti il Physx. L'esperienza con Borderlands 2 è graficamente molto più appagante e siamo certi che altri giochi in futuro useranno queste librerie per migliorare i loro prodotti (ci vengono in mente Trine 2 e Arkham City). Anche per quanto riguarda il 3D il prodotto della casa verde è da preferire rispetto alla diretta concorrente AMD, semplicemente per la maggiore facilità di acquisto e utilizzo dell'hardware congiunte a un supporto esemplare del software tramite il portale ufficiale. Per quanto riguarda la potenza bruta rileviamo invece che la battaglia vede la diretta concorrente Radeon HD 7870 uscirne di poco vittoriosa.
D'altra parte il GPU Boost pare inarrestabile e spinge le schede Nvidia davvero oltre le specifiche di fabbrica, ma non possiamo tenerlo troppo in considerazione dato che i risultati ottenibili dipendono molto dalla configurazione e dall'esperienza di ciascuno. Le temperature incredibilmente contenute per valori di frequenze fuori standard, ci permettono di affermare che il lavoro di Nvidia sui consumi incredibilmente bassi convince appieno. Non sappiamo se effettivamente questi Super Alloy siano gli iceberg promessi, però il prodotto esaminato è eccellente in ogni situazione da questo punto di vista. Perciò l'acquisto di una scheda custom come la ASUS GTX 660 Direct CU II è assolutamente consigliato e viene valorizzato ancor di più se ve ne intendete e sapete già spremere ogni gioco PC al suo meglio o - perchè no? - volete imparare a farlo, cosa tutt'altro che impossibile. Dunque per circa 30 euro avrete una versione della 660 immediatamente più potente e che nel tempo sopporterà molto meglio gli overclock costanti rispetto alle versioni reference. La risposta alla domanda d'apertura è quindi decisamente positiva: la 660 è un'ottima scheda che supporta tutte le feature delle sorelle più performanti e costose, nonostante i minori CUDA Core. Al di là di una molto poco interessante guerra fra brand, questa revisione di Kepler è un successo concreto e, a seconda delle vostre esigenze personali, vi consigliamo di prenderla seriamente in considerazione per un eventuale acquisto. Che siate o meno overclocker incalliti con un frigorifero al posto del case.