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Tempo dei giganti

Nuovi personaggi, nuovi livelli, nuovi portafogli: il monumentale esperimento videoludico di Activision continua. Ma che c'entrano i giganti?

RECENSIONE di Christian Colli   —   15/11/2012

Quando tre pareti del tuo studio sono dedicate a un'infinità di mensole ricoperte di Transformers, miniature di Star Wars, Tartarughe Ninja, Cavalieri dello Zodiaco, Gundam, Revoltech e un numero imbarazzante di altre action figure assortite, un gioco come Skylanders assume immediatamente un aspetto più intrigante di quel che possa sembrare a prima vista. La combinazione congegnata da Activision un anno fa, sulla quale nessuno sinceramente avrebbe mai scommesso, si è rivelata a dir poco vincente:

Tempo dei giganti

ad oggi sono stati venduti più di trenta milioni di giocattoli e, curiosamente, non sempre chi li ha acquistati possedeva anche il gioco. Il franchise ha infatti sforato subito nel campo del puro collezionismo, per il semplice motivo che queste miniature sono realizzate davvero bene. Con un successo simile, un sequel era a dir poco ovvio. La questione a questo punto è un'altra: quali novità possono giustificare l'acquisto di un'altra vagonata di personaggini?

Una volta erano più grossi

In realtà, i Giganti non sono una novità per il magico mondo di Skylands. Nell'antichità, i Giganti combatterono contro il malefico impero Arkeyan ma la loro vittoria finale giunse a caro prezzo, intrappolandoli in una dimensione lontana da Skylands. Ce lo racconta proprio il vecchio Eon, peccato però che non ci spieghi anche come siano effettivamente tornati, limitandosi a una vaga spiegazione meta-videoludica:

Tempo dei giganti

li abbiamo trovati noi, cioè i giocatori, o Padroni dei Portali, quando li abbiamo comprati. Nel frattempo, Kaos, che avevamo sconfitto alla fine di Skylanders: Spyro's Adventures, è tornato a Skylands e ha intenzione di trovare la città perduta di Arkus per impadronirsi del Pugno di Ferro, un manufatto che gli consentirà di controllare un esercito invincibile. Toccherà a noi, agli Skylander e ai nostri vecchi amici, Cali e Flynn inclusi, mettergli i bastoni tra le ruote. Come avrete intuito la trama del gioco è un grazioso pretesto diviso in venti capitoli di lunghezza variabile: non è certo il punto forte del gioco, ma fa il suo dovere quanto un cartone animato della domenica mattina. Ormai i collegamenti all'universo del draghetto Spyro sono praticamente inesistenti, tant'è che anche il sottotitolo del gioco è cambiato, concentrandosi di più sui Giganti.

Tempo dei giganti

Questi Skylander sono in effetti la principale novità del gioco, benché non ne cambino la struttura in modo poi così significativo: sono creature più grosse e lente del normale, ma anche più potenti e coriacee, in grado per esempio di abbattere muri e sfondare pavimenti senza ricorrere a bombe o altri gadget. Spesso alcuni ostacoli possono essere superati soltanto utilizzando un Gigante, è per esempio possibile addirittura trascinare intere isole o abbattere enormi alberi per creare un ponte improvvisato. Non è sostanzialmente molto diverso dalle aree elementali, presenti anche questa volta e accessibili soltanto se possediamo uno Skylander dell'elemento corrispondente. Per il resto, i Giganti si controllano e progrediscono esattamente come un qualsiasi altro Skylander, ma il gioco spesso ci obbliga ad attivarne uno per avanzare; in questo senso, Skylanders: Giants ci obbliga a interrompere il ritmo dell'azione per cambiare personaggio un po' più spesso rispetto all'originale, ma questo si verifica anche perché il level design è decisamente più complesso e ricco di prima.

Per molti ma non per tutti

È purtroppo ancora impossibile saltare, una mancanza che rende decisamente bizzarro quello che è a tutti gli effetti un gioco d'azione in cui le fasi platform sono associate a piccole pedane che spingono il nostro personaggio verso l'alto. Detto questo, la presenza di rompicapi, spesso basati sullo spostamento di casse e oggetti, e superficiali elementi RPG,

Tempo dei giganti

nella forma di livelli e statistiche da incrementare, trasforma il gioco in qualcosa di più di un semplice prodotto per bambini, come potrebbe lasciar pensare la combinazione di giocattoli e grafica cartoonesca. Skylanders: Giants è, prima di tutto, facilissimo da giocare, e in questo caso è tutt'altro che un difetto. Perfino il Portale, la periferica fondamentale per giocare, è stato revisionato in questa versione, e adesso si collega tramite un cavetto USB alla console che lo alimenterà durante le sessioni di gioco. Per controllare gli Skylander bastano la levetta analogica e tre tasti, quest'ultimi associati ai vari attacchi del personaggio, potenziabili con il denaro guadagnato sconfiggendo i nemici e distruggendo tutto quello che si può. Il livello di difficoltà standard continua a essere basso, anche se quello più alto selezionabile può dare qualche grattacapo anche al giocatore più navigato, specialmente durante i combattimenti con i boss, i quali spesso richiedono l'adozione di tattiche particolari. Activision, già che c'era, ha pensato anche di introdurre una sorta di mini-gioco perlopiù opzionale, anche se qualche volta è necessario praticarlo per progredire nell'avventura: si tratta di Pietracielo, una specie di board-game in cui si collocano delle tessere raffiguranti alcune creature del gioco su una griglia 3x3.

Tempo dei giganti

L'obiettivo è catturare le tessere, o pietre, dell'avversario, in modo che alla fine della partita siano più numerose le nostre delle sue. È un passatempo marginale ma simpatico, benché dubitiamo che possa far presa sui giocatori al punto da prenderne in considerazione l'acquisto di una versione fisica, se questo era l'obiettivo non troppo sibillino. Il problema di Skylanders: Giants, alla fin fine, è il ritmo un po' troppo lento, scandito da dialoghi non particolarmente brillanti. Il gioco in sé è un piacevole diversivo adatto a tutta la famiglia, specialmente grazie alla possibilità di giocare in due tramite split-screen (ancora assente un co-op online, purtroppo) sia in modalità cooperativa, nei vari capitoli dell'avventura, che competitiva, all'interno di speciali arene che ricordano a più riprese il caro, vecchio Power Stone di Capcom. Sulla stregua dei giochi LEGO di Traveller's Tales, è impossibile non immaginare genitori o fratelli maggiori appassionati di videogiochi che dividono il divano con un fratellino o una sorellina più piccola, divertendosi forse quanto e più di loro. E questo è un grandissimo pregio.

Trofei PlayStation 3

Trentasei bronzo, sei argento, tre oro e il platino, per un totale di quarantasei Trofei da sbloccare in Skylanders: Giants. Curiosamente, non c'è nessun Trofeo legato al possesso di tutte le statuine, e alcuni si sbloccano anche soltanto possedendo quelle nello Starter Pack. Poi basta completare il gioco, vincere le varie sfide e potenziare i personaggi per acquisire la maggior parte dei loro poteri.

Due parole sui giocattoli

Chiudiamo la recensione con una riflessione un po' più approfondita sull'elemento principale del gioco: i giocattoli. Come sempre, lo Starter Pack iniziale comprende, oltre al gioco e al Portale, anche tre statuine: in questo caso si trattano del Gigante di legno Tree Rex e di Cynder e Jet-Vac. A questo punto la serie comprende più di quaranta miniature, comprese le nuove versioni di alcuni personaggi molto amati, contrassegnati come Serie 2. Non c'è differenza tra questi e la loro versione precedente, a parte il fatto che alcuni di essi si "illuminano" (in realtà è un semplice gioco di rifrazioni) quando collocati sul Portale acceso. Di fatti, è perfino possibile giocare a Skylanders: Spyro's Adventures utilizzando le nuove miniature (eccezion fatta, ovviamente, per i Giganti) e, viceversa, giocare a Skylander's Giants con i vecchi personaggi. Come al solito, la tecnologia congegnata da Activision memorizza i progressi di ogni personaggio nella relativa statuina, permettendoci di portarli a casa di un amico un po' come fossero una memory card.

Tempo dei giganti

Il fatto, poi, che sia possibile raggiungere un nuovo livello massimo con ogni personaggio, vecchio o nuovo che sia, fortunatamente non rende obsoleto o superfluo l'acquisto delle precedenti statuine. E questo, forse, è il punto di tutta la questione: i soldi. Per completare Skylanders: Giants bastano fondamentalmente i tre personaggi nello Starter Kit e nient'altro. Ma per sbloccare vari Trofei, trovare ogni cappello ed esplorare ogni area bisogna possedere almeno un personaggio per ciascun elemento. Se poi si vuole completare proprio tutto al cento per cento, beh, bisogna mettere mani al portafoglio più e più volte. È chiaro che si tratta di una strategia davvero perfetta, sopratutto se mirata al pubblico dei giovanissimi, e il costo di ogni statuina può apparire perfino un po' esagerato, sopratutto quando i Giganti costano il doppio di uno Skylander normale. Ma tralasciando la componente ludica associata al personaggio giocabile vero e proprio, dobbiamo ammettere che le statuine sono davvero ben scolpite e colorate: Activision si sarebbe potuta limitare a una produzione scadente e superficiale, invece abbiamo potuto constatare che la qualità dei giocattoli è davvero sopra la media. Non sono articolati, è vero, ma la cura del dettaglio, la precisione e qualità della pittura, nonché la spettacolarità di alcune trovate (come le parti luminose dei Giganti) in un certo senso giustificano il costo del singolo pezzo e la semplice voglia di collezionarle aldilà del gioco stesso.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 3
Multiplayer.it
8.4
Lettori (33)
8.1
Il tuo voto

A dire la verità, Activision avrebbe potuto semplicemente buttar giù un becero sequel riciclando il più possibile, e sarebbe riuscita comunque a vendere milioni di copie e giocattoli anche in questo caso. Invece, Skylanders: Giants, pur non rinnovando la formula in modo significativo, presenta alcune aggiunte, benché non proprio incisive, per le quali vale la pena tornare a Skylands. Questo ovviamente vale per chi si è innamorato del prequel o si diverte a giocare in compagnia di un figlio o fratellino; senza dubbio, la proposta di Activision è indirizzata al pubblico dei più piccini, ma una volta tanto è bello vedere un prodotto realizzato con cura sotto ogni aspetto, invece che una mera commercialata mirata a svuotare il portafoglio dei loro genitori.

PRO

  • Aggiunte ben implementate
  • Buona longevità
  • Perfetto per i più piccini
  • Giocattoli davvero ben realizzati

CONTRO

  • Poche novità significative
  • Miglioramenti tecnici marginali
  • Ancora assente il multigiocatore online
  • Per sbloccare tutto c'è da spendere