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Verso l'infinity ed oltre

Sarà 3 il numero perfetto per la serie di Infinity Blade?

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   23/09/2013

Considerando che si tratta del franchise più profittevole per Epic Games, capace di muovere qualcosa come 30 milioni di dollari, era scontato che Infinity Blade non si sarebbe fermato al secondo capitolo.

Verso l'infinity ed oltre

Un anno e mezzo dopo l'uscita di quest'ultimo, ecco arrivare dunque il terzo episodio, annunciato ufficialmente nel corso dell'ultimo keynote di Apple proprio per mostrare le capacità grafiche dei nuovi modelli di iPhone: se tuttavia era scontato aspettarsi un'evoluzione tecnica per una serie che ha sempre calcato la mano sulla propria opulenza estetica, dall'altra parte era anche auspicabile qualche innovazione sotto il profilo del gameplay, rimasto sostanzialmente invariato dal primo episodio. Vediamo dunque se Infinity Blade III riesce a meravigliare al di là del suo aspetto visivo...

Una strisciata vi seppellirà

Una pur gradevole introduzione animata fatica a fare chiarezza sulla trama di Infinity Blade III, destinata a lasciare interdetti tutti coloro che non hanno avuto occasione di leggere i romanzi ispirati alla serie: un aspetto non propriamente gradevole, anche se la storia riveste un ruolo davvero marginale per un gioco il cui focus rimane quello di abbattere giganteschi mostri in duelli all'arma bianca. Da questo punto di vista, poco o nulla è cambiato rispetto ai precedenti capitoli, con un sistema di combattimento che consente di schivare o parare i colpi del nemico agendo su dei tasti virtuali posti sulla parte bassa dello schermo, mentre strisciando con il dito nella direzione giusta è possibile respingere i fendenti dell'avversario con uno dei propri: stordito l'antagonista con azioni difensive particolarmente efficaci, è il momento di passare all'attacco eseguendo sempre degli swipe, preferibilmente unendoli in combo che differiscono a seconda della tipologia di arma usata.

Verso l'infinity ed oltre

Siamo dunque dalle parti del più classico "squadra che vince non si cambia", per una formula che Chair non ha voluto stravolgere: difficile biasimare la software house statunitense, sia per la giovane età del brand, sia per il semplice fatto che il gameplay di Infinity Blade III funziona ancora decisamente bene. Lo spazio di manovra era invece ampiamente disponibile nel campo degli elementi di contorno, occasione sfruttata per diversi aspetti anche se invero con risultati altalenanti. Tanto per cominciare, non esiste più una sola ambientazione da esplorare a ripetizione come nei primi due capitoli, sostituita da una struttura a missioni ambientate in differenti scenari, selezionabili da una mappa (dalla quale si può accedere anche a sfide e Clash Mob) ed affrontabili dai due protagonisti principali Siris ed Isa. Il pregio di una maggiore varietà viene contrastato dalle dimensioni contenute e dalla linearità dei livelli, privi di molte delle biforcazioni che rendevano stimolante l'esplorazione nel secondo episodio. Anche il fatto di avere due personaggi giocabili è un elemento meno positivo di quel che potrebbe sembrare: le differenze in termini di comportamento in battaglia sono minime, con l'esperienza che viene annacquata dando all'utente l'incombenza di gestire due diversi equipaggiamenti e di prodursi in poco appassionanti sessioni di backtracking per ripetere una missione con l'altro protagonista al fine di raggiungere tesori e stanze accessibili solo ad uno dei due. A ravvivare un po' la situazione contribuisce l'apprezzabile variabile di un enorme drago che compare in maniera casuale e che va scacciato sfruttando meccaniche da quick time event, ma non si tratta certo di un elemento capace di incidere più di tanto sul gameplay.

Infinity Blade III mette tanta carne al fuoco, ma alcune delle nuove introduzioni non convincono appieno

More is less

Un apprezzabile lavoro è stato invece svolto per ciò che concerne l'evoluzione dei personaggio, con i punti esperienza che stavolta non aumentano solo le quattro statistiche principali (salute, attacco, scudo e magia) ma a determinati intervalli sbloccano anche delle abilità speciali che ampliano leggermente il gameplay, quali ad esempio la possibilità di sfruttare delle combo personalizzate per ogni arma diverse da quelle standard. Altre novità riguardano i servizi offerti dall'isola rifugio che funge da base delle operazioni di Siris ed Isa: si possono creare pozioni mischiando gli ingredienti raccolti durante le missioni, potenziare le armi in proprio possesso e persino ricevere le occasionali visite di una mercante che porta con sé equipaggiamento -spesso raro- fortemente scontato rispetto al prezzo base. Peccato che Chair sia cascata nella tentazione di infarcire il titolo di inviti agli acquisti in-app che sarebbero stati opportuni in un prodotto free to play piuttosto che in un gioco venduto a 5,99 Euro: ecco dunque che il tempo necessario all'alchimista ed al fabbro per fare il loro dovere può essere azzerato spendendo dei gettoni, indispensabili anche per acquistare le pozioni, le chiavi e tutti quegli oggetti che esulano dall'equipaggiamento standard.

Verso l'infinity ed oltre

Questa valuta viene elargita con estrema parsimonia al completamento di determinati obiettivi di gioco, e chi ne vuole di più si trova costretto a dover mettere mano al portafogli. Va detto che Infinity Blade III può essere portato a termine tranquillamente senza spendere nulla, ma è difficile non storcere il naso di fronte ad una scelta degli sviluppatori di cui francamente non si sentiva proprio il bisogno. Si ha persino l'impressione che il livello di difficoltà dell'avventura sia stato volutamente sbilanciato per invogliare all'acquisto di contenuti extra: se infatti gli avversari standard nel corso delle missioni offrono una sfida tutto sommato blanda, i vari boss sfoggiano una superiorità fin troppo marcata che costringe l'utente a dover tornare sui propri passi per raggranellare soldi e punti esperienza oppure a spendere i preziosi gettoni per ottenere oggetti capaci di ribaltare le sorti della battaglia. Insomma, se sotto il profilo del gameplay Infinity Blade III rappresenta un'evoluzione che suscita più di qualche perplessità, dal punto di vista grafico c'è davvero poco da obiettare alla produzione Epic. Soprattutto sugli hardware più avanzati della scuderia Apple, il titolo mette in mostra ambientazioni curate fin nel minimo dettaglio, mostri di grandi dimensioni animati in maniera impeccabile, effetti di luce eccellenti e texture incredibilmente definite, alzando nuovamente l'asticella della qualità visiva raggiungibile su iPhone ed iPad.

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.0.3)
Terminali utilizzati: iPhone 4S, iPhone 5, iPad 3
Prezzo: 5,99€
Multiplayer.it
8.2
Lettori (24)
7.4
Il tuo voto

I capisaldi della serie di Infinity Blade sono stati sempre una componente tecnica di primissimo livello ed un gameplay che sfruttasse le caratteristiche dei dispositivi Apple per offrire un'esperienza ludica più profonda della media dell'offerta mobile, due obiettivi ampiamente rispettati sia dal primo sia dal secondo capitolo. Con Infinity Blade III si può invece promuovere a pieni voti il solo -eccezionale- comparto estetico, considerando come le nuove introduzioni sul piano ludico non solo coinvolgono esclusivamente gli elementi di contorno, ma finiscono con l'appesantire piuttosto che migliorare la struttura di gioco. Pur mantenendo un invidiabile rapporto tra prezzo e quantità di contenuti, il prodotto Epic lascia inevitabilmente un lieve retrogusto di delusione per un terzo capitolo che poteva senz'altro ambire ad una valutazione più elevata.

PRO

  • Graficamente strepitoso
  • Grande quantità di contenuti
  • Gameplay di base sempre avvincente...

CONTRO

  • ... ma alcune nuove feature non convincono
  • Livello di difficoltà sbilanciato
  • Presenza inopportuna di acquisti in-app