I giapponesi non sono stati gli unici a far propria la passione per i robot giganti, perché negli anni '80 gli USA hanno visto la nascita di diversi franchise con protagonisti enormi giganti di metallo che si affrontano in battaglia.
Al di là dei ben noti Transformers, che erano dotati di una coscienza propria, il concetto di mech come veicolo umanoide di stampo militare, controllato da un pilota in carne e ossa, è stato introdotto da BattleTech, subito protagonista di un popolare boardgame e, qualche anno dopo, di una serie di videogame intitolata MechWarrior. Stiamo parlando di una produzione che ha mosso i primi passi nel 1989 su PC, quindi a tutti gli effetti un classico per i possessori di personal computer, che all'epoca smanettavano con il config.sys e l'autoexec.bat per spuntare quei pochi kilobyte di RAM necessari per far girare questo o quel gioco. Se volete approfondire il discorso, qui trovate un interessante video che ripercorre l'evoluzione del franchise fino, appunto, all'uscita di MechWarrior Online. La scommessa fatta da Piranha Games, ovvero spingersi nel territorio impervio del free to play, è sicuramente coraggiosa e gli sviluppatori hanno potuto fortunatamente contare sull'apporto di tantissimi appassionati per rifinire meccaniche e modalità nel corso di un intero anno di beta testing. Ora però che il gioco è stato pubblicato ufficialmente e patchato a dovere, abbiamo provato a fare qualche giro sui mech offrendo della succulenta carne da cannone agli utenti più smaliziati.
Ce l'hai piccolo, medio o grosso?
Chiariamo subito un concetto: MechWarrior Online può essere scaricato gratuitamente a questo indirizzo) e giocato anche all'infinito senza mai tirare fuori un euro. Da questo punto di vista i ragazzi di Piranha Games sono stati oltremodo corretti, mettendo a disposizione quattro BattleMech "in prova" che non si esauriscono mai e che appartengono alle classi Light, Medium, Heavy e Assault, progressivamente più grossi e potenti ma al contempo meno rapidi e agili.
Possiamo utilizzarli all'interno di un breve tutorial sul movimento del robot che, purtroppo, chiarisce ben poco di quelle che sono le dinamiche del combattimento (argomento, questo, da approfondire necessariamente utilizzando fonti alternative - per fortuna ce ne sono tante in giro); oppure selezionarne uno e lanciarci in battaglia, scegliendo fra le due modalità disponibili (Assault o Conquest) o affidando tale incombenza al sistema di matchmaking automatico, che si rivela fin da subito abbastanza rapido ed efficace. Il denaro che eventualmente guadagniamo in battaglia appartiene alla valuta virtuale del gioco, i C-Bill, mentre la valuta reale si chiama MechWarrior Credits (MC) e può essere ottenuta unicamente in cambio di soldi veri. Cerchiamo di non allontanarci troppo dalla questione di fondo, dunque: si può giocare bene e senza limitazioni utilizzando soltanto i C-Bill? La risposta è sì, ma chiaramente con qualche riserva. MechWarrior Online non si pone certamente come il caso più eclatante di "pay to win" in circolazione, ma è naturale che gli utenti disposti a mettere mano al portafogli potranno subito acquistare i mech più potenti ed equipaggiarli come meglio credono, mentre chi vuole fare una scelta diversa o sta semplicemente "valutando" l'esperienza si troverà a dover partecipare a un bel po' di partite prima di poter acquistare un modello appartenente alle classi più potenti e disegnarne la dotazione attorno alle sue esigenze.
MechWarrior Online offre tanti mech e tanto contorno, ma soffre per alcune importanti limitazioni
Questione di feeling
Una delle "sorprese" introdotte da MechWarrior Online riguarda la valorizzazione dei BattleMech leggeri, quasi dei semplici esoscheletri che però si distinguono sul campo di battaglia per la loro rapidità e per la possibilità di utilizzare dei retro razzi, uno strumento molto utile quando bisogna spostarsi rapidamente in verticale.
Una squadra ben organizzata può sfruttare i robot più piccoli per distrarre gli avversari e aprire un varco nella loro difesa attaccandoli in massa, ma la strategia nel titolo di Piranha Games è un elemento che assume valori differenti a seconda del substrato che prendiamo in esame. In primo luogo infatti, bisogna scendere a patti con un sistema di controllo che vede la parte superiore e quella inferiore del BattleMech indipendenti l'una dall'altra, una selezione delle armi che non strizza certamente l'occhio all'immediatezza e, infine, la componente ambientale che influisce in modo sostanziale su ciò che possiamo o che non possiamo fare una volta che siamo in missione. Aggiungiamo anche che per i "novizi" è stata inserita una visuale in terza persona che di per sé va un po' contro quelle che sono da sempre le prerogative della serie e le sue intenzioni simulative, che si traducono anche in quelle limitazioni sistematiche del campo visivo che si combinano con tutti gli altri elementi per creare quel tipo di gameplay che i fan hanno dimostrato di apprezzare nel corso degli anni. Per cercare di bilanciare gli indubbi vantaggi della visuale esterna, gli sviluppatori hanno pensato bene di eliminare in tale sede l'utile radar che ci segnala la posizione delle unità alleate e di quelle nemiche sulla mappa. Torniamo però al discorso sulla strategia, perché una parte consistente dell'esperienza si esplica senza dubbio attraverso le operazioni di impostazione e personalizzazione del mech, che sulle prime appaiono un po' complicate (l'interfaccia non aiuta, diciamolo) ma con un po' di esperienza aggiungono effettivamente valore al pacchetto.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core 2 Duo E6750, AMD Athlon II X2 245e
- Scheda video: NVIDIA GeForce 8800GT, ATI Radeon HD serie 5600
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows XP SP3
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i3 2500, AMD Athlon II X4 650
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 285, ATI Radeon HD 5830
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7 SP1 64 bit
Conclusioni
Non era semplice realizzare un episodio di MechWarrior utilizzando il controverso modello free-to-play e possiamo dire che gli sviluppatori di Piranha Games hanno fatto un ottimo lavoro per rendere l'esperienza meno sbilanciata possibile, tenendo peraltro le lobby sempre piene a vantaggio della rapidità del matchmaking. Il gioco è decisamente sostanzioso nel contorno, con le varie classi di BattleMech disponibili, le armi, gli accessori, i motori, i moduli per il raffreddamento e così via, e anche con i crediti meno pregiati è possibile costruire la macchina della morte che avevamo sempre sognato... a patto di avere un po' di pazienza. I problemi sorgono una volta in azione, quando l'indubbio valore dell'approccio strategico lascia il posto a una resa delle armi poco soddisfacente e a una scarsa varietà di situazioni, coadiuvate da un comparto tecnico che poteva dare molto di più.
PRO
- Elementi F2P ben bilanciati
- Tanti mech, tante armi, tanti accessori
- Gameplay ricco di spunti strategici...
CONTRO
- ... ma ci sono solo due modalità
- La resa delle armi non dà grandi soddisfazioni
- Grafica discreta, ma il CryEngine 3 può fare molto di meglio