Dopo l'esperienza di Birds of Steel e IL-2 Sturmovik: Wings of Prey, Gaijin Entertainment ha pensato bene di utilizzare la propria conoscenza in ambito "aereo", nonché uno scenario sempre affascinante come quello della seconda guerra mondiale, per realizzare un free-to-play particolarmente profondo e interessante: War Thunder.
Disponibile su PC da ormai un anno, seppure nel formato open beta, il gioco approfitta dell'apertura di Sony nei confronti di questo genere di produzioni per approdare anche su PlayStation 4 e offrire dunque ai possessori della nuova console un ulteriore motivo per spulciare con interesse i titoli gratuiti scaricabili dallo Store. L'entusiasmo che si è creato nel corso delle settimane attorno a questo simulatore è tangibile, complice un'impostazione cross-platform che di fatto non fa mai mancare occasioni di scontro e una struttura che attinge a piene mani sia alle sfaccettature multiplayer dell'azione, con entusiasmanti partite sedici-contro-sedici che si alternano a missioni cooperative, sia a quelle single player, grazie a una campagna molto densa e impegnativa. L'intera architettura pone le proprie fondamenta su di un sistema di crescita continuo, che viene gestito talvolta in automatico e che consente, tramite gli investimenti in ricerca e sviluppo, non solo di migliorare i velivoli che fanno parte della nostra flotta, ma anche di sbloccarne di nuovi e più potenti, in un crescendo che dopo qualche partita appare particolarmente gustoso e gratificante.
Dove devo andare per andare dove devo andare?
Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa: c'è un aspetto dell'esperienza di War Thunder che proprio non ci è piaciuto, e stiamo parlando dell'interfaccia. È stata evidentemente pensata per la versione PC e gli sviluppatori non hanno ritenuto necessario modificarla con l'arrivo su PlayStation 4, commettendo però un errore grossolano, visto che la navigazione fra i menu è quanto di meno intuitivo e pratico si sia visto sulla console Sony, con la possibilità di muovere un puntatore (sì, il puntatore del mouse!) usando il touch pad integrato nel DualShock 4 che però non risolve in alcun modo le criticità di tale soluzione.
Il punto è che la macchinosità dell'interfaccia va inevitabilmente a rendere più ripida una curva d'apprendimento già di per sé tutt'altro che benevola nei confronti dell'utenza più casual, e ciò si traduce in un "muro" contro cui si sbatte durante le prime partite e che si riesce a tollerare solo con un bel po' di pazienza, virtù che però non solo manca a tanta gente, ma che un videogame non dovrebbe richiedere come requisito fondamentale per la propria fruizione. Anzi, in realtà dovrebbe essere proprio il contrario. Chiusa questa doverosa parentesi, non si può dire che a War Thunder manchino i numeri: gli aerei attualmente disponibili sono oltre duecento, per un totale di cinque fazioni (Germania, Russia, USA, Regno Unito e Giappone), e se ne aggiungeranno di nuovi in futuro, nell'ottica di un'offerta che spazierà anche verso i carri armati e offrirà dunque molteplici situazioni differenti, a tutto vantaggio della varietà. Come accennato in precedenza, inoltre, sono davvero tantissime le missioni disponibili, che si tratti di quelle competitive o di quelle da giocare da soli con il supporto dell'intelligenza artificiale. Certo, in alcuni casi la struttura si mantiene sul basilare, chiedendoci ad esempio di passare dal punto A al punto B ed eventualmente occuparci delle minacce nemiche, ma ci sono senz'altro tanti momenti intensi e coinvolgenti.
War Thunder è un titolo di grande interesse per chi ama le simulazioni aeree, corposo e gratuito
Per tutti i gusti, o quasi
L'impostazione delle missioni si muove insomma fra alti e bassi, fortunatamente con una prevalenza dei primi, ma in generale l'aria che si respira è proprio quella che ci si aspetterebbe da un prodotto simulativo. Dunque preparatevi a dover percorrere tantissimi chilometri senza incontrare neppure un nemico per poi, di colpo, trovarvi di fronte a uno scenario apocalittico, fatto di frenetici dogfight mentre da terra l'artiglieria cerca di bersagliarvi di continuo.
Il gameplay si rivela all'altezza della situazione, anche grazie a tre differenti stili: il primo, di vocazione arcade, vede il nostro aereo rispondere prontamente agli input e limitare al massimo i nervosismi; il secondo è una via di mezzo ampiamente percorribile per chi desidera un buon realismo senza però incastrarsi in meccanismi troppo rigidi, con il velivolo che va controllato con gradualità, facendo attenzione alle manovre improvvise; infine c'è l'opzione completamente simulativa, rigorosamente con la visuale in prima persona dall'abitacolo e tutto ciò che ne consegue, dunque tantissime variabili di cui tenere conto durante l'esecuzione di ogni singola manovra. Quanto più è alto il grado simulativo, tanto più è grande la soddisfazione di eliminare gli avversari, utilizzando gli aerei della propria flotta come delle "vite" da consumare nell'arco di una missione. I comandi usano gli stick analogici per l'imbardata e la gestione della velocità e delle rotazioni, mentre i dorsali servono per zoomare sull'eventuale bersaglio e aprire il fuoco con le armi equipaggiate, partendo da una semplice mitragliatrice per arrivare poi a sbloccare missili (ovviamente non a ricerca) e bombe. Il controller si presta molto bene all'approccio preciso e delicato di War Thunder, e da questo punto di vista non ci si può proprio lamentare di come Gaijin Entertainment abbia lavorato alla conversione.
Vince chi paga?
Com'è noto, il formato free to play si presta molto spesso a un'interpretazione che tende a premiare gli utenti che spendono denaro reale, creando situazioni di confronto piuttosto sbilanciate fra chi paga e chi fruisce gratuitamente dell'esperienza.
Questo aspetto appare relativamente limitato in War Thunder, nel senso che alcuni aerei e upgrade sono obiettivamente irraggiungibili per chi non vuole mettere mano al portafogli, ma nonostante ciò si riesce a far bene anche senza, muovendosi nell'ambito di una flotta che conta comunque su tantissimi velivoli. Anzi, per dirla tutta le modalità con cui il gioco rilascia crediti sulle prime sono discretamente generose, dunque dopo qualche partita è già possibile allargare la propria scuderia, aggiungervi nuovi modelli e avviare la ricerca per la realizzazione dei relativi upgrade. Se poi il gioco convince, sono disponibili su PlayStation Store dei pacchetti premium che rendono possibile un'esperienza ancora più densa e approfondita di questo simulatore, che rappresenta l'ennesimo esempio di un positivo "cantiere aperto", con grandi potenzialità di sviluppo. Tale struttura viene coadiuvata da un comparto tecnico all'altezza delle aspettative, molto vicino a quello visto su PC, con una risoluzione a 1080p che esalta il dettaglio dei paesaggi e un frame rate che non mostra mai il fianco a cali evidenti, mentre il sonoro svolge un ruolo soltanto funzionale rispetto all'azione.
Conclusioni
War Thunder si pone senza dubbio come un titolo di grande interesse, sia per gli appassionati storici di simulazioni belliche che per chi non si è mai cimentato con produzioni del genere. Fatti i conti con un'interfaccia non proprio immediata, infatti, i tre stili disponibili consentono a chiunque di cimentarsi con le missioni e con la campagna, in singolo o in multiplayer, godendo di un sistema di controllo preciso e sfaccettato, nonché di un'impostazione strategica che da un lato non nasconde momenti di attesa, dall'altro si rivela particolarmente soddisfacente quando riusciamo a mettere a segno delle eliminazioni, magari in un contesto di eccezionale complessità. Bello da vedere, corposo e coinvolgente, War Thunder si gioca gratis senza problemi e andrebbe dunque senz'altro provato.
PRO
- Tantissime missioni, tantissimi aerei
- Multiplayer cross-platform di grande qualità
- Tre stili per i controlli, si adattano a tutti
CONTRO
- Interfaccia macchinosa e poco immediata
- Ci sono chiaramente dei vantaggi per chi paga
- Sonoro soltanto funzionale