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Deception IV, recensione

Dopo tanti anni, torna la saga Tecmo che ci mette nei panni dei cattivi, armati soltanto della nostra astuzia!

RECENSIONE di Christian Colli   —   07/07/2014

A leggere i commenti dei lettori, a volte pare che quello del, uh, critico videoludico (anche detto volgarmente "recensore di giochini", che ci piace di più) sia tipo un lavoro da sogno che ci permette di guadagnare divertendoci e giocando solo i giochi che ci piacciono, un po' come se la redazione di Multiplayer.it fosse un gigantesco magazzino pieno di videogames che possiamo scegliere come e quando recensire.

Deception IV, recensione

Tralasciando il fatto che la realtà è un bel po' diversa ed è fatta di tempistiche severe, consegne a tarda notte e tie-in inconcepibili di Rambo, capitano pure quei giorni in cui aspetti con impazienza un pacchetto dall'America da più di venti giorni, il quale potrebbe ormai essersi perso per sempre nell'abisso dei sistemi postali nostrani. Suonano alla porta, è il postino: eccitato come una scolaretta, ma decisamente meno affascinante di Sean Connery, corri giù per la scale, apri la porta e ti ritrovi in mano un pacco spedito dalla redazione. Hai già i brividi perché non aspettavi nulla, e sai bene che quando il TanZeN ti manda qualcosa senza dirtelo è perché si tratta di una ciofeca. Aperto il pacchetto, ti ritrovi tra le mani una copia di Deception IV. E aggrotti la fronte.

Deception IV è un titolo crudele e perverso, ma anche intrigante e originale: di sicuro, non è per tutti

Malvagi si nasce

Aggrotti la fronte perché non hai la benché minima idea di cosa sia Deception IV. Eppure c'è un IV, cioè, non è esattamente il primo della serie, no? Una faticosa ricerca multimediale (venti secondi su Google) ti rivela che Deception IV è il titolo occidentale del nuovo episodio di Kagero, e a quel punto cominci a capire sia di cosa si tratti, sia perché il TanZeN te l'abbia spedito a tradimento.

Deception IV, recensione
Deception IV, recensione

Quella di Deception o Kagero, infatti, è una serie sviluppata e pubblicata da Tecmo (oggi Tecmo Koei) che nasce nel lontanissimo 1996 su PlayStation con il titolo giapponese Koumeikan, poi Deception in occidente, diventando discretamente famosa sia con quest'ultimo titolo ma anche con quello di Kagero a partire dal secondo episodio. Sì, è una situazione un po' confusa, ma l'ultimo Deception lo abbiamo visto soltanto nel 2006, più di otto anni fa. Il comune denominatore di ogni episodio, però, è lo stesso: il giocatore si cala nella parte del cattivo - anzi, della cattiva, dato che le protagoniste sono tutte donne - e deve eliminare nei modi più crudeli e astuti possibili tutti gli intrusi che cercando di introdursi nella sua dimora e attentare alla sua vita. Se già la premessa non è esattamente delle più esaltanti, bisogna dire che la trama non si sviluppa neppure tanto bene: nel caso di Deception IV, nella fattispecie, ci ritroviamo a impersonare Laegrinna, figlia del demonio impegnata a cercare i dodici versi sacri che le permetteranno di riportare in vita suo padre e dare inizio al regno delle tenebre. Nella sua impresa la aiutano tre diavolesse dalle fattezze piuttosto sexy: Caelea della "morte raffinata", Veruza della "tortura sadica" e Lilia del "decesso umiliante". Nomi e affiliati che sono tutto un programma, visto che il gameplay si base principalmente sull'impiego di trappole e trabocchetti ambientali le cui tipologie dipendono, appunto, dalla sfera di competenza di ciascuna delle tre diavolesse. La storia conta fino a un certo punto: divisa in dodici capitoli, ci vedrà semplicemente difenderci da un'invasione dopo l'altra di nemici che intendono salvare l'umanità impedendoci di resuscitare il diavolo. Colpi di scena pressoché assenti, personaggi dalla caratterizzazione piatta come un foglio di carta, dialoghi sporadici e inconsistenti, un finale striminzito che lascia il tempo che trova. Però si possono eseguire delle combo di trappole sempre più sadiche e violente, il che rende ulteriormente confusa la nostra bilancia morale mentre ci divertiamo a massacrare i nostri nemici.

Trofei PlayStation 3

Con un totale di 41 trofei, divisi in 22 di bronzo, 15 d'argento e 3 d'oro, Deception IV non è esattamente facilissimo da "platinare". Bisognerà completare la campagna, ovviamente, ma anche le missioni, le richieste delle diavolesse, nonché uccidere tantissimi nemici nei modi più cruenti possibili.

Il gioco preferito di Jigsaw

Deception IV è essenzialmente un'avventura in terza persona, poiché sarà così che controlleremo Laegrinna negli ariosi ambienti tridimensionali, ma è anche e soprattutto un puzzle game in cui dovremo disfarci dei nemici piazzando varie trappole e attivandole in tempo reale per conseguire vere e proprie stringhe di combo che possano azzerare il più rapidamente possibile l'energia vitale dei nostri assalitori. Quest'ultimi cominceranno ad attaccarci uno alla volta ma ben presto dovremo eliminarne svariati contemporaneamente, fino a combattere con il coriaceo boss di turno. Il loro quoziente intellettivo è demenziale: una volta adocchiata Laegrinna, i nemici avanzeranno verso di lei senza curarsi di nient'altro e finendo sulle nostre trappole senza rendersene conto. Il trucco, insomma, è posizionare Laegrinna in modo che i nemici, inseguendola, camminino sulle trappole che attiveremo al momento opportuno. Il problema, però, è che i nemici non sono tutti uguali. Alcuni sono armati di archi e balestre e ci bersaglieranno da lontano, di conseguenza dovremo nasconderci in modo che siano costretti a spostarsi per averci nella loro linea di tiro. Altri sono immuni a questa o quell'altra trappola, obbligandoci a ricorrere a strumenti di morte diversi: si tratta di un espediente che Tecmo Koei ha pensato in modo che il giocatore non si fossilizzi sempre sulla stessa combo di trappole, ma purtroppo non funziona benissimo dato che ci sono delle semplici combo universali con cui è possibile stremare anche i nemici più resistenti.

Deception IV, recensione

Nonostante la varietà di trappole, infatti, a un certo punto il giocatore si stufa di sperimentare soprattutto a causa del pessimo collocamento dei checkpoint e della difficoltà mal bilanciata che a volte ci impedisce letteralmente di rialzarci dopo essere stati colpiti: le animazioni di Laegrinna sono volutamente lente, ma Tecmo Koei sembra aver creato inavvertitamente dei nemici fin troppo veloci che riescono ad abusarne. La campagna è piuttosto breve, ma per fortuna il gioco propone anche una lunghissima serie di missioni a difficoltà crescente, congegnate proprio per far volare la nostra sadica fantasia e sperimentare tutte quelle trappole che magari non abbiamo potuto o voluto impiegare durante i capitoli della storia. Ci sono congegni davvero diabolici e sanguinolenti che si alternano ad altri trabocchetti buffi e spiritosi, ma il risultato è sempre lo stesso: sangue, grida strazianti e mutilazioni. E tuttavia c'è un divertimento perverso nel far rimbalzare un nemico come una pallina da ping pong da una piattaforma a molla a un muro spinato per poi fargli cadere un vaso da notte in testa, costringendolo a deambulare nel punto esatto in cui faremo oscillare una bella scure affilata. Sarà la modesta realizzazione grafica in stile nipponico e il doppiaggio interamente in giapponese, ma è praticamente impossibile prendere Deception IV sul serio e, forse, è proprio questo il suo punto di forza.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 3
Multiplayer.it
7.0
Lettori (5)
7.3
Il tuo voto

Deception IV non è affatto una ciofeca. Non è neppure un capolavoro, ovviamente, ma un buffo e originale puzzle game come non se ne vedevano da anni che mescola un sadismo quasi caricaturale a un'interessante profondità in termini di fantasia e gameplay. Peccato che Tecmo Koei non sia riuscita a bilanciare tutti i termini dell'equazione, quindi, sviluppando una campagna sottotono e una curva della difficoltà che praticamente cozza con lo scopo principale del sistema di combo a trappole. Sia ben chiaro: Deception IV non è un titolo per tutti ed è probabile che i più troveranno abbastanza indigesti i suoi particolari presupposti.

PRO

  • È un concept che non si vede spesso
  • Trappole e puzzle ingegnosi
  • Tantissime missioni opzionali

CONTRO

  • Storia e caratterizzazione dei personaggi deludenti
  • Diversi problemi in termini di game design
  • I temi e la violenza visiva possono risultare indigesti