Quello dei MOBA è sicuramente il mercato che negli ultimi anni ha avuto il maggior successo, figlio non tanto di particolari virtuosismi tecnici o di game design, quanto piuttosto di una formula mai così (all'apparenza) semplice, solida ed efficace. Innanzitutto, sono titoli in grado di offrire virtualmente infinite ore di gioco grazie alla capacità di unire abilità individuali a strategie di squadra, poggiando su una struttura ludica più accessibile di quanto si possa pensare, condita dalla presenza di decine di eroi differenti ognuno contraddistinto da specifiche caratteristiche e abilità. Inoltre sono free to play e godibilissimi anche su PC modesti allargando il potenziale pubblico pressoché a tutti i videogiocatori PC. Dopo la comparsa del capostipite Defense of the Ancients, il boom è coinciso con l'affermarsi di due soli titoli che negli anni hanno raggruppato la quasi totalità dei giocatori, dando vita a community tanto numerose quanto solide e prospere di nuove leve. Stiamo parlando ovviamente di League of Legends e DOTA 2 (senza contare l'imminente Heroes of the Storm), attorno ai quali gravitano un numero impressionante di produzioni meno conosciute che tentano in ogni modo di spartirsi una fetta della torta. In realtà però, da spartire sembra essere rimasto ben poco, ma se c'è un titolo che è riuscito a distinguersi, quello è sicuramente Smite, ultima fatica di Hi-Rez Studios capace di introdurre interessanti varianti al genere puntando tutto sulla visuale in terza persona e su un roster di eroi dal carisma assicurato.
Abbiamo provato a fondo Smite, interessantissimo terzo incomodo tra i colossi League of Legends e DOTA 2
Moba in terza persona
Dopo una sostanziosa fase di beta, lo scorso marzo Smite è stato finalmente rilasciato nella sua versione definitiva, arrivando oggi a contare un parco eroi di 56 elementi, ognuno dotato di un attacco base, delle canoniche quattro abilità attive o passive, e da una o più skin da sbloccare con il proseguo del gioco per distinguersi dalla massa.
Ognuno dei personaggi si rifà ad altrettante divinità tratte dalle religioni più conosciute e suggestive, con le abilità che si ispirano ai poteri narrati dalla tradizione. Ad esempio troviamo Anubi e Ra per gli egizi, Atena e Zeus per i greci, Thor e Odino per i norreni, ma ci sono anche divinità cinesi, indù, romane e maya, con la concreta possibilità che se ne aggiungano di nuove nel prossimo futuro. Mantenendo ben saldi gli stilemi del genere, Smite, nella sua modalità principale denominata Conquest, propone la solita formula con due team da 5 giocatori ciascuno che si sfidano nell'intento di distruggere la base avversaria, destreggiandosi tra line percorse costantemente da minion attaccabrighe controllati dall'intelligenza artificiale. Non tutto però resta fedele alla tradizione. Una volta erose le linee nemiche e abbattute le torri, a fare da guardia alla fortezza nemica troviamo una Fenice, mentre al posto del Nexus un Minotauro o un Titano tanto grosso quanto feroce, che una volta attaccato non indugerà a restituirci bordate tremende aumentando la tensione nei momenti finali di ogni match. Un'altra modifica riguarda la giungla, rivisitata e semplificata nelle forme con l'intento di renderla più semplice da navigare con la telecamera posta dietro le spalle.
Mancando la classica visuale isometrica sarebbe stato molto più complicato muoversi tra strade intricate e cespugli in cerca dei nemici da uccidere per guadagnare denaro extra e utili buff. Quest'ultimi, insieme alle torri e ai minion giocano un ruolo importantissimo nell'economia del match, in generale più semplificata rispetto a quanto visto in altri titoli: oro e punti esperienza vengono guadagnati stando nelle vicinanze dei nemici durante la morte, minion compresi, con solo una piccola percentuale extra in caso di last hit, permettendo anche a ruoli come i support di guadagnare piuttosto velocemente denaro da reinvestire nell'acquisto di equipaggiamento presso la propria base. Un'ulteriore facilitazione arriva dalla possibilità di lasciare all'intelligenza artificiale l'incombenza di occuparsi degli acquisti al negozio, opzione che vi consigliamo di disattivare una volta presa dimestichezza con il sistema di controllo e le dinamiche di gioco. Alcuni ruoli, come l'AD Carry, basano la loro efficacia proprio sull'equipaggiamento scelto dal giocatore e una gestione automatizzata toglierebbe sicuramente una buona fetta di profondità alle componente strategica del titolo.
Battaglie divine
Una volta scelto il proprio eroe tra le decine a disposizione, con lo scopo ultimo di riuscire a creare sinergie tra le abilità e pianificare efficaci strategie di squadra, è tempo di calcare il campo di battaglia. Come detto, attacco base e abilità rispettano i canoni dei MOBA, ma in questo caso è proprio la visuale in terza persona a dare un sapore nuovo al lavoro dei ragazzi di Hi-Rez Sudios.
La telecamera posta alle spalle dell'eroe e il sistema di controllo in perfetto stile third person shooter richiedono l'utilizzo del mouse per indirizzare la visuale e il classico WASD per muoverci all'interno della mappa. Questo porta subito una prima conseguenza importantissima: per colpire i nemici, infatti, è necessario mirare, con la concreta possibilità che i nostri colpi, almeno all'inizio, vadano rovinosamente a vuoto. In LoL e DOTA 2, eccezion fatta per specifici attacchi che possono mancare il bersaglio se lanciati nel momento sbagliato, una volta che clicchiamo su un avversario indipendentemente da come siamo posizionati il nostro alter ego virtuale si gira nella giusta direzione e fa partire l'attacco. In Smite invece è richiesta una certa dose di abilità con mouse e tastiera per mirare velocemente, muoversi per evitare i colpi nemici e utilizzare le abilità al momento opportuno. In generale i combattimenti saranno più caotici, soprattutto per via dei tanti minion su schermo, ma anche più soddisfacenti. Inoltre saremo molto più vulnerabili ai gank per via dei tanti punti ciechi dovuti alla telecamera ravvicinata: questo rende necessario un utilizzo più accurato della minimappa e apre alla possibilità di elaborare strategie più o meno complesse per sopraffare gli avversari con attacchi a sorpresa.
Il ritmo di ogni match è simile e quello dei DOTAlike, con la sola differenza che le fasi iniziali si presentano più veloci e adrenaliniche per via delle scarsissime difese degli Dei, che tendono a morire piuttosto facilmente. Oltre alla modalità Conqust, trovano spazio i match 3 contro 3 su una singola line, Siege su due line, e l'Arena, dove due team sempre di 5 giocatori ciascuno si sfidano all'interno di un'anfiteatro diminuendo i punti dell'avversario per ogni uccisione compiuta. La possibilità di muoversi liberamente e la presenza di una sola linea di minion rende le partite estremamente movimentate e caotiche, con dieci eroi che si lanciano addosso incantesimi e Ultimate in uno spazio ristretto in un turbinio di esplosioni ed incantesimi talvolta frustrante, ma di sicuro divertimento. Molto interessante anche la modalità Assault, dove le divinità sono assegnate casualmente ai giocatori dei due schieramenti che si sfideranno in una mappa con una sola line. È inoltre disabilitato il recall, quindi si tornerà alla base solamente per il respawn senza la possibilità di effettuare acquisti nel frattempo.
Una solida infrastruttura
Il grande merito dei ragazzi di Hi-Rez Studios è quello di aver lavorato alla creazione di un'infrastruttura online che cerca di minimizzare in qualunque modo tutte le falle e le mancanze mostrate dai sui colleghi più blasonati. Per avere accesso alla partite classificate e iniziare la scalata verso le leghe più importanti, infatti, non basta aver superato il livello 30 con il proprio account, ma occorre anche aver raggiunto livelli di Maestria con eroi diversi, oltre ad aver disputato un certo numero di partite senza "ragequit" e report. In caso di multiple segnalazioni per comportamenti scorretti da parte di altri giocatori, linguaggio inadeguato o trolling, è infine possibile il ban permanente.
Per evitare eccessivi sbilanciamenti nel PVP è anche previsto un periodo di testing dei nuovi personaggi nel quale possono essere utilizzati solamente nelle partite non classificate in modo tale da permettere agli sviluppatori di effettuare eventuali correzioni dei parametri in base ai risultati ottenuti dagli utenti. Per quanto riguarda il modello economico, Smite è simile a League of Legends, con due valute da utilizzare: le Gemme e il Favore degli Dai. Le prime si ottengono convertendo denaro reale, mentre le seconde portando a termine i match, con un guadagno extra per la prima vittoria del giorno. Nello shop sono acquistabili nuovi personaggi, skin e altre personalizzazioni come icone, voice pack, ward dall'aspetto bizzarro e boost di vario tipo. In generale, ci sembra tutto piuttosto bilanciato e "trasparente", tanto da permettere a chiunque di godersi il titolo liberamente senza spendere un euro visto che gli acquisti non vanno in alcun modo a influenzare la prestazione dei giocatori sul campo di battaglia. Tecnicamente il titolo offre il fianco ad animazioni un po' legnose, ma per il resto si difende bene grazie alla qualità dell'effettistica e all'ottimo dettaglio della mappa di gioco garantiti dall'Unreal Engine. Smite è quindi un gioco adatto a tutti? Francamente il nostro consiglio rimane quello di provarlo, sia che siate dei veterani alla ricerca di nuove meccaniche di combattimento sicuramente meno tattiche e più legate ai riflessi con mouse e tastiera, sia che siate dei neofiti alla loro prima esperienza con un MOBA, visto il corposo tutorial fatto di partite guidate e video esplicativi molto dettagliati. Sia chiaro, DOTA 2 e League of Legends restano saldamente al comando forti di un'esperienza più tattica e profonda, ma Smite potrebbe essere un'alternativa perfetta per chi cerca una community più tranquilla o un titolo di passaggio prima di fare il salto verso lidi più complessi, popolati ed appaganti.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Core 2 Duo 2.4 GHz o Althon X2 2.7 GHz
- 2GB RAM (XP), 3GB RAM (Vista, Win7)
- Scheda video ATI o Nvidia con 512MB di video ram
- 10 GB di spazio su disco
Conclusioni
La strada intrapresa dai ragazzi di Hi-Rez Studios era audace e rischiosa, ma dopo decine e decine di ore passate in compagnia degli Dei delle religioni più conosciute, ci sentiamo di promuovere questo promettente MOBA, finora un po' troppo snobbato dai videogiocatori. La visuale in terza persona, le tante modalità e la rivisitazione di alcune meccaniche tipiche dei titoli del genere hanno reso Smite un'alternativa valida e divertente a DOTA 2 e LoL, adatta sia ai veterani che ai neofiti, merito soprattutto di un modello economico onesto e bilanciato che lo rende perfettamente godibile anche senza sborsare un euro. Una bellissima sorpresa, insomma, che ci auguriamo riesca a trovare il giusto spazio in un settore ormai saturo e fortemente polarizzato.
PRO
- La visuale in terza persona lo rende un'ottima variante nel panorama dei MOBA
- Propone tanti eroi carismatici e modalità variegate
- Solida infrastruttura di gestione delle partite classificate
CONTRO
- Partite talvolta più caotiche a causa della visuale
- Perde in tatticità rispetto ai concorrenti più blasonati