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In Space We Brawl, recensione

Esiste un punto di incontro tra picchiaduro e twin stick shooter? Sì, è nello spazio

RECENSIONE di La Redazione   —   17/10/2014

Si può pensare di avere le idee migliori al mondo, disporre di un budget faraonico o contare su uno stuolo di comprovati professionisti del game design, ma per qualsiasi progetto arriva sempre un momento in cui tutto ciò può essere spazzato via, in pochi istanti, facendolo tremare nelle fondamenta e mettendone a nudo l'inadeguatezza: quello in cui si mette il controller in mano a un giocatore e si osservano le sue reazioni.

In Space We Brawl, recensione

Per In Space We Brawl il team tutto italiano Forge Reply è partito proprio da quest'ultimo fattore, il "dunque", impegnandosi a mettere i controlli in mano a quanti più giocatori possibili non appena messo a punto un prototipo funzionante. Il tutto in una maniera libera, improvvisata, genuina, di quelle che ci piace identificare con il bello del concetto di "indie". Molte delle ore di playtesting, grazie a cui lo studio di Milano ha potuto capire se la sua idea aveva del potenziale concreto e in seguito limarla, espanderla e bilanciarla, infatti, non sono avvenute in un ambiente controllato, ma sono state effettuate prendendo una build funzionante del gioco, un tavolo e quattro sedie da campeggio e portandoseli a spasso per diverse piazze d'Italia, con l'obiettivo di mettere in mano il controller a quanta più gente comune, lì di passaggio. Un approccio con cui si è cercato di ricreare in un modo quanto più aderente alla realtà quello che sarebbe stato il concreto scenario di utilizzo del prodotto a cui stava lavorando e che, risultati alla mano, ha decisamente pagato.

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Lo Sputnik che mena come Ken Masters

In Space We Brawl è un twin stick shooter un po' diverso dal solito: anziché puntare alla sopravvivenza a orde di vario genere, alla massimizzazione di un punteggio o alla commistione con varie forme di avventura, tra esplorazione e puzzle, il titolo di Forge Reply mira alla competitività pura guardando verso una dimensione apparentemente lontanissima, quella dei picchiaduro a incontri, ma che poi nei fatti si dimostra molto vicina.

In Space We Brawl, recensione
In Space We Brawl, recensione

Scopo del gioco è difatti vincere contro i diretti contendenti, sconfiggendoli round dopo round. Da due a quattro utenti possono dunque scendere in uno stage e darsele di santa ragione, fino a quando non ne rimane (intatto) soltanto uno. Si parte insomma prendendo in mano i controlli come un Geometry Wars o un Super Stardust e si finisce a giocare qualcosa che assomiglia invece molto a Power Stone e Super Smash Bros., dimostrando di averne capito perfettamente l'essenza. Perché In Space We Brawl funziona, diverte e soprattutto è in grado di tenere incollati allo schermo, partita dopo partita. A disposizione si hanno 11 navette che oltre che per parametri base come velocità, vita, energia secondaria e quant'altro in alcuni casi posso differenziarsi tra loro anche per caratteristiche costitutive (l'autorigenerazione del Cypher, la sega circolare del Grinder). A questo si somma la possibilità di scegliere tra altrettante armi secondarie, che spaziano da classici mitragliatori a raggi laser, da missili guidabili manualmente a cannoni che funzionano con una logica da fucile da cecchino, fino a una spada capace di parare i colpi e trapassare le barriere avversarie e un raggio traente che permette di catturare un oggetto e scagliarlo con varia efficacia, a seconda di quanto si è abili nello sfruttare accelerazione e inerzia della propria astronave. Il ventaglio di approcci sperimentabili è insomma davvero ampio, permettendo di individuare il "Ryu della situazione", con cui sperare di potersela cavare anche se si è preso in mano il gioco da pochi minuti, affiancato da soluzioni particolari, che richiedono attitudini più ricercate e molto più approfondimento. La formula si stratifica e mixa ulteriormente nel momento in cui nell'equazione entrano variabili ambientali come asteroidi, tempeste solari, buchi neri, alieni mossi dalla CPU e altri fattori esterni che possono rappresentare un pericolo ma al tempo stesso un'opportunità da sfruttare contro i rivali. Il tutto è valorizzato da due modalità (Championship e Tournament) ampiamente configurabili, dove è possibile scegliere di giocare eventualmente a squadre, volendo anche in tre contro uno, con il partecipante in inferiorità numerica che può contare sullo spalleggiamento di torrette controllate da un'IA. Insomma, Forge Reply dimostra di conoscere bene i meccanismi ludici e psicologici alla base di esperienze di questo tipo e soprattutto di saperli applicare con efficacia. Basta anche pensare a un piccolo ma pungente twist come le taglie che si possono piazzare "al buio" sugli altri (o anche sé stessi), un elemento che introduce un pizzico d'azzardo e acuisce la rivalità, attraverso cui cercare di arrotondare ulteriormente il punteggio finale e svettare sul podio.

Trofei PlayStation 4

In Space We Brawl è un cross-buy PlayStation 4/PlayStation 3 con differenze praticamente minime a livello grafico e funzionale, che diventano di fatto nulle in materia di Trofei. 21 il numero di obiettivi implementati, alcuni dei quali riguardano la modalità Challenge e sono piuttosto facili da ottenere, così come certi sostanzialmente legati alla frequenza con cui si gioca in multiplayer, mentre altri faranno davvero sudare, come quello che richiede l'ottenimento di una S in ogni sfida o di uccidere 250 avversari con determinate armi secondarie, nel caso in cui si scopra di non avere granché feeling personale con una di loro.

Per quattro, ma non per tutti

In Space We Brawl è un arcade in grado di riproporre lo spasso del multiplayer da divano, quello gomito a gomito tra amici, di classici come Micro Machines. Per sua natura non è dunque consigliabile a tutti. Innanzitutto i giocatori solitari, che dovrebbero leggere attentamente le avvertenze: l'unica concessione nei loro confronti è la modalità Challenge, dove si affrontano una serie di sfide volte a insegnare i fondamentali del gameplay e alcune delle sue particolarità venendo al contempo giudicati con una valutazione. Una trafila che, tra le altre cose, serve anche per sbloccare elementi da sfruttare in multiplayer, un po' come nelle tipiche modalità in singolo dei picchiaduro, ribadendo l'affinità spirituale tra due ambiti così diversi. Tentare di migliorarsi nelle 21 prove (alcune delle quali veramente impegnative) può arrivare a portare via qualche oretta, ma non è assolutamente quella la vera ragione d'essere del progetto di Forge Reply, la cui anima e corpo stanno altrove, ovvero nella condivisione dell'esperienza con gli altri. Ed è proprio nelle modalità di condivisione che risiede il più grosso problema della proposta del team nostrano, imputabile invece alle caratteristiche stesse del pacchetto che ha inteso proporre: In Space We Brawl non presenta alcuna funzionalità di gioco online, limitandosi al multiplayer in locale, una mancanza che preclude la possibilità di spassarsela a chiunque non possa organizzare tanto facilmente sessioni di gioco con conoscenti in carne e joypad.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4, PlayStation 3
Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 11,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (5)
6.3
Il tuo voto

In Space We Brawl è un arcade a sfondo competitivo che della competitività ha capito tutto, sapendola invogliare, alimentare, provocare fino a imprigionare nella classicissima (ma tutt'altro che scontata da generare) smania del "facciamone un'altra", mantenendo sempre alto il divertimento, grazie a una formula e delle modalità di gioco davvero ben pensate e bilanciate. Peccato che per sua indole si rivolga una fetta di pubblico molto più limitata di quella che poteva essere la sua audience potenziale, risultando sostanzialmente evitabile per chiunque non abbia almeno un amico a portata di gomito.

PRO

  • Giocabilità assuefacente
  • Numerosi tipi di navicelle e scenari
  • Cross-buy PlayStation 4/PlayStation 3

CONTRO

  • L'assenza di una modalità online e di un single player corposo lo azzoppano