Limbo ha rappresentato probabilmente una delle maggiori esperienze "indie" in ambito console, contribuendo a sdoganare definitivamente questa tipologia di produzione videoludica anche sulle macchine propriamente da gioco, abituate fino ad un paio di generazioni fa a tipologie di gestione e distribuzione ben diverse. È indubbio, inoltre, che Playdead abbia sviluppato un rapporto particolare con Microsoft dopo il lancio del gioco in esclusiva (rivelatasi poi temporale) su Xbox 360, nonostante Limbo sia uscito su una pletora di piattaforme diverse.
Cosa dimostrata peraltro dall'annuncio di Inside, il suo nuovo progetto, come una delle punte di diamante del programma ID@Xbox. Si potrebbe dunque trovare un significato particolare nella scelta di questo titolo come regalo a sorpresa per gli utenti che hanno acquistato Xbox One nel suo primo anno di presenza sul mercato, al di là della semplice scelta di un gioco non troppo oneroso per le casse di Redmond: una ricerca della condizione fertile e sperimentale dell'epoca d'oro di Xbox Live Arcade, forse una promessa sull'impegno di Microsoft nel supporto e nella promozione di quelle produzioni videoludiche particolari e d'avanguardia che sembrano essere state messe piuttosto da parte nella nuova politica che ha caratterizzato il primo anno di Xbox One. Anche in questo risulta evidente il cambio di rotta imposto dalla guida di Phil Spencer alla divisione Xbox, con la nascita del programma ID@Xbox e quantomeno un tentativo di fidelizzare gli utenti con un regalo per ringraziare gli early adopter, una scelta che fino a qualche mese fa sarebbe sembrata alquanto fuori discussione. Limbo su Xbox One è sostanzialmente lo stesso uscito in precedenza sulle altre piattaforme e già recensito all'epoca, ma vediamo quanto può valere, adesso, una riproposizione del gioco con un minimo adattamento grafico.
A distanza di anni, l'avventura del bambino senza nome nel limbo resta un'esperienza da provare
Una triste storia
Il titolo del gioco è un'esplicita metafora del suo contenuto: nei panni di un misterioso ragazzino senza nome ci troviamo ad esplorare un mondo oscuro alla ricerca della sorella perduta. Dopo pochi passi tra le ambientazioni tinteggiate di nero e grigio, totalmente prive di colore, e una breve traversata di un fiume a bordo di una barca, non è difficile rendersi conto che quel Limbo riportato nel titolo non è altro che il luogo in cui si trova il protagonista.
Attraversato simbolicamente una sorta di Stige, lo strano e terribile mondo che si para dinnanzi è qualcosa di più di un territorio ostile: è un girone, un banco di prova continuo che richiede di vincere sfide su sfide per non incappare in morti tremendamente efferate. L'apparente leggerezza del tratto con cui sono disegnati personaggi e ambientazioni non deve far pensare ad un semplice e bonario platform, perché Limbo nasconde uno spietato cinismo, che ci fa presto capire come ogni singola mossa debba essere perfettamente calcolata, ogni meccanismo azionato con il tempismo perfetto e ogni misera cassetta di legno abbia un valore inestimabile per risolvere gli enigmi sempre più complessi che riempiono i livelli. È un mondo terribile quello messo in scena da Playdead, eppure anche irresistibilmente intrigante, che si presta a molteplici letture e il cui quadro si completa alla conclusione del gioco pur restando aperto a diverse interpretazioni. Come se non bastassero i perfetti meccanismi studiati dagli sviluppatori per impegnare i giocatori negli enigmi sempre più complessi a cui si va incontro, c'è qualcosa che va oltre e raccorda il percorso del bambino senza nome lungo il suo personale limbo. Un filo conduttore che rende coerente l'intera esperienza di gioco tra il particolare stile grafico adottato e l'irresistibile complessità degli enigmi, e la rende indimenticabile anche senza ricorrere a dialoghi e scene d'intermezzo. Nell'inquietante silenzio fatto di ombre fredde e tristi si salda il legame con il protagonista, spingendoci ad arrivare al termine del suo viaggio tentativo dopo tentativo, errore dopo errore.
Obiettivi Xbox One
Gli obiettivi sbloccabili di Limbo sono 13 per un totale di 1000 punti da aggiungere al gamerscore. Lo sblocco degli obiettivi è legato alla raccolta di particolari globi luminosi posizionati in luoghi particolarmente nascosti e poco accessibili all'interno dei livelli, richiedendo una ricerca alquanto minuziosa, ma aiutata dai mille tutorial che è possibile trovare in rete.
Limbo aggiornato?
Limbo è rimasto sostanzialmente lo stesso ottimo gioco che si impose all'attenzione nel 2010, pertanto il giudizio sul suo valore in senso assoluto rimane inalterato dalla recensione pubblicata all'epoca, a cui rimandiamo per le informazioni sulla versione originale. Su Xbox One il gioco ha subito il classico trattamento con aumento di risoluzione e frame rate, presentandosi dunque nello splendore del 1080p a 60 frame al secondo, ma trattandosi di un titolo così fortemente caratterizzato dal punto di vista stilistico, minimalista e oscuro, quasi ermetico nella sua rappresentazione grafica in due colori, un aggiornamento tecnologico di questo tipo non è certo in grado di fare una differenza sensibile. Per il resto, i contenuti e il level design sono rimasti identici e questo pone un serio limite alla fruibilità di questa nuova versione di Limbo per tutti coloro (molti, probabilmente) che ci hanno già giocato in una delle versioni precedenti, trattandosi poi di un'esperienza tutta basata sul continuo scardinamento degli ostacoli posti sul cammino risolvendo gli enigmi che farciscono i livelli. Anche il posizionamento dei punti luminosi che comportano lo sblocco degli obiettivi, in pratica l'unico elemento forte in termini di rigiocabilità del titolo, non è stato variato rispetto alla versione originale. Insomma, più che un adattamento si tratta di una vera e propria riedizione senza variazioni sostanziali e forse dopo gli anni passati e le varie conversioni attuate ci si poteva aspettare qualcosa di più in termini contenutistici. Questo ovviamente vale per coloro che hanno già vissuto l'esperienza di Limbo in precedenza e non toglie assolutamente nulla al valore del gioco, che resta alto rappresentando un acquisto caldamente consigliato, quasi obbligatorio, per tutti coloro che non hanno ancora avuto modo di giocarci.
Conclusioni
A distanza di quasi un lustro, Limbo è rimasto quella perla di game design e stile che stupì tutti alla sua uscita su Xbox 360, e ribadiamo per filo e per segno il commento entusiastico che facemmo all'epoca. Tuttavia, così come nulla ha scalfito il suo fascino, bisogna dire che praticamente niente è stato aggiunto in questo nuovo adattamento, con aumento di risoluzione e frame rate certo apprezzabile ma poco significativo, oltretutto in un titolo così fortemente caratterizzato in termini di stile da trascendere con una certa tranquillità le dinamiche dell'evoluzione tecnologica. In senso assoluto, il valore di Limbo è indiscutibile ma si poteva sperare in qualche minima aggiunta contenutistica, o qualche variazione in grado di invogliare anche chi avesse già giocato il titolo Playdead altrove. Così non è stato, e ci dobbiamo "accontentare" dunque di una versione leggermente migliorata dello stesso splendido gioco uscito nel 2010 e da allora comparso praticamente ovunque. Per chi invece non l'ha ancora giocato, l'acquisto è quasi obbligatorio.
PRO
- Enigmi ben studiati e coinvolgenti
- Grande atmosfera
- Un'esperienza veramente unica
CONTRO
- Praticamente nulla è variato dall'originale
- Può risultare frustrante per il continuo trial and error
- Prezzo non bassissimo per una riedizione