Eroi a pagamento

Se c'è una cosa che proprio non manca all'universo Marvel sono i pretesti per dar vita a una guerra di proporzioni stellari. Basta che un personaggio "cosmico" come Kang il Conquistatore si impunti perché vuole confrontarsi con un avversario alla sua altezza; et voilà, ecco che il Collezionista, un'altra figura di spicco creata dalla casa delle idee, gli mette a disposizione non una ma centinaia di possibili opzioni.

All'interno di una campagna composta attualmente da tre atti ("La Sfida", "Climax" e "La Fine"), ognuno diviso a sua volta in quattro capitoli da sei missioni, Marvel Sfida dei Campioni ci vede vestire i panni di un misterioso "evocatore" che ha il compito di creare una squadra di supereroi (e/o supercriminali) per affrontare i campioni ai comandi di Kang. Ogni missione si svolge lungo un percorso spaziale formato da asteroidi, spesso biforcuto, che va dunque esplorato più volte perché lo si possa completare al 100% (specie in ottica grinding). Quando la nostra "pedina" incontra quella di un avversario, emerge però il vero gameplay del titolo sviluppato da Kabam, quello di un picchiaduro a incontri molto semplice nei controlli, basato fondamentalmente sul timing e sull'incidenza dei meccanismi freemium rispetto a valori come la capacità di infliggere danni e di resistere ai colpi dei nemici. In effetti basta arrivare verso la fine del secondo capitolo per sbattere contro un "paywall" piuttosto netto, fatto di avversari praticamente imbattibili (a meno di non potenziare al massimo il proprio team, utilizzando cristalli che guardacaso è possibile acquistare tramite in-app purchase) e di un approccio quasi survival agli scontri, visto che nell'arco di una missione i personaggi dispongono di una sola barra dell'energia, ripristinabile unicamente con le apposite pozioni (anch'esse acquistabili via in-app purchase). E se un membro del team muore? Esatto, lo si può far risuscitare usando un altro oggetto, anch'esso a pagamento. Non dimentichiamoci infine i tradizionali punti energia, che si consumano a ogni nuovo tentativo e si ricaricano con il passare del tempo. Se l'obiettivo degli sviluppatori era quello di monetizzare, insomma, non manca proprio nulla.

Marvel Sfida dei Campioni è un picchiaduro semplice e spettacolare, ma viziato dai limiti del freemium

Tempismo perfetto

Marvel Sfida dei Campioni soffre per l'eccessiva incidenza dei meccanismi freemium rispetto alla godibilità dell'esperienza, questo è un dato di fatto. Tuttavia la qualità tecnica del gioco è notevole: al di là di un'interfaccia un po' troppo piena e confusionaria, in cui sulle prime non si capisce bene dove bisogna andare per effettuare determinate operazioni, durante i combattimenti lo spettacolo è garantito da animazioni fluide e da modelli poligonali piuttosto dettagliati, aderenti al design dei vari supereroi e super criminali Marvel.

Certo, ci sono un po' di cloni (vedi il Fenomeno e Hulk, che condividono struttura e parte dei movimenti), ma in linea di massima il lavoro svolto risulta notevole, peccato solo per i mediocri effetti sonori che accompagnano i colpi. L'impatto visivo garantirà senz'altro al titolo Kabam un certo seguito da parte dei fan dell'Uomo Ragno, di Iron Man e dei tantissimi altri eroi presenti nel roster, unitamente a un gameplay semplice e immediato, che utilizza le due zone del touch screen per attivare da una parte la parata e la manovra speciale (sinistra), dall'altra i colpi leggeri, medi e pesanti (destra), eseguibili toccando lo schermo, eseguendo degli slide e tenendo premuto a lungo. Quest'ultima manovra serve per aprire la guardia del nemico, ma si rivela il più delle volte troppo lenta per essere efficace. In generale, in Marvel Sfida dei Campioni vincere è una questione di tempismo e di rapidità, del saper leggere le mosse dell'avversario per pararle e contrattaccare mettendo a segno il maggior numero possibile di colpi, magari condendo il tutto con una dirompente special. Un approccio indubbiamente accessibile e anche discretamente preciso, ma a cui mancano spessore e varietà: due limiti che dopo qualche partita cominceranno a pesare.