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Fahrenheit: Indigo Propecy, recensione

Fahrenheit: Indigo Propecy è tornato con una versione Remastered in occasione del suo decimo anniversario

RECENSIONE di Mattia Armani   —   19/02/2015

Le novità di questa riedizione sono tutte di natura tecnica ma prima di prenderle in considerazione diamo un volto a Fahrenheit: Indigo Prophecy. Non parliamo, infatti, di un titolo qualunque ma di una produzione che dieci anni fa ha segnato una svolta importante per David Cage e la sua software house. Omikron: The Nomad Soul, il primo titolo di Quantic Dream, era già permeato di contaminazioni cinematografiche ma era ben lontano dalla formula del film interattivo che da Fahrenheit in poi ha caratterizzato le produzioni targata Cage. Ed è bene spendere due parole su un genere che sfugge ai classici metri di valutazione.

Fahrenheit: Indigo Propecy, recensione

Questo perché nei film interattivi l'interazione si fonde con una componente narrativa predominante che non può permettersi le ingenuità tipiche del videogioco medio. In un film interattivo non c'è un gameplay ben definito a sostenere il tutto. È la componente narrativa a reggere l'esperienza e questo significa che deve avere una qualità elevata. Ma non basta. Perché si possa parlare di videogioco la storia deve convivere con meccaniche interattive, dinamiche capaci di coinvolgere il giocatore o comunque di illuderlo di avere una qualche influenza su quello che accade. L'abilità di Cage sta proprio nel fare sì che questo accada e Fahrenheit ne è la prima lampante dimostrazione. Un'interazione semplice ma coinvolgente si inserisce in una narrazione matura e credibile, il cui taglio cinematografico colpisce a prescindere dalla qualità dei testi, dalla conta dei poligoni o dall'espressività dei modelli. Sono il taglio narrativo e le possibilità di scelta a dare l'illusione di dinamismo in un titolo la cui parte ludica vive di quick time event e di scelte solo apparentemente libere. E qui, dando per scontato che la qualità narrativa sia di ottimo livello, entrano in campo i gusti personali e la sensibilità soggettiva alla sospensione dell'incredulità. Diventa quindi difficile valutare effettivamente quanto valga quello che ci racconta Fahrenheit. Ma possiamo senz'altro stimare la componente narrativa del titolo a partire dall'atmosfera e dalla solidità della narrazione. La vena è quella tipica di Cage che ci raggiunge sulla nostra poltrona partendo da un'apparente normalità. All'improvviso quella normalità si infrange e tutto cambia per sempre trascinandoci in un vortice di misteri, incubi e deliri.

Fahrenheit: Indigo Propecy torna in alta definizione per riportarci alle origini di Quantic Dream

La magia del cinema

Il gameplay di Fahrenheit è quanto di più semplice si possa immaginare ma nel titolo Quantic Dream non c'è verso di annoiarsi. Il segreto è tutto nel ritmo, dettato da un taglio cinematografico che viene sfruttato per mantenere alta la tensione e potenziare l'illusione che il contesto in cui viene calato il giocatore sia dinamico. La partenza è di quelle brucianti con un efferato omicidio reso ancora più inquietante dalla sua natura soprannaturale. L'assassino, infatti, è il protagonista stesso che agisce posseduto da un misterioso cultista. Compiuto il macabro gesto il nostro antieroe riprende improvvisamente il controllo ma si ritrova confuso, ferito e imbrattato di sangue. L'unica cosa certa è che è presto qualcuno si accorgerà del corpo e l'unica scelta possibile è la fuga.

Fahrenheit: Indigo Propecy, recensione

Ma prima di levare le tende c'è la possibilità di guadagnare qualche secondo celando le tracce del misfatto ed è qui che entriamo in scena noi con azioni che hanno un peso relativo sulla narrazione complessiva, che comunque include finali multipli, ma producono effetti visibili e concreti a breve termine. Uno spazzolone, una macchia di sangue, un water. Tutti elementi di un piccolo puzzle che dobbiamo risolvere rapidamente. A metterci fretta è il taglio cinematografico del titolo che con una doppia inquadratura mostra un poliziotto in avvicinamento. D'improvviso ci troviamo a dover affrontare un breve quick time event che alimenta ulteriormente la tensione e ci svela un'altra meccanica di gioco che concede ulteriore importanza alle nostre azioni. I personaggi devono fare anche i conti con la propria psiche che viene messa a dura prova da eventi, fallimenti e scelte sbagliate. Un errore ed ecco una manciata di punti morale che se ne vanno. Un successo ed ecco che lo spettro della follia si allontana ed è bene che sia così, visto che raggiungere lo zero significa dover affrontare un desolante Game Over. Ma torniamo alla nostra scena del delitto e alla fuga disperata del protagonista. Il ritmo è alle stelle ma d'improvviso tutto cambia. Nella scena successiva la regia detta ritmi più riflessivi. In questo caso a essere sotto i riflettori sono due poliziotti, ognuno da controllare individualmente per sfruttarne le competenze, che indagano sul caso e ci permettono di ripercorrere senza fretta quello che abbiamo vissuto in modo concitato. Un altro espediente puramente cinematografico di un titolo che per coinvolgerci si avvale di due diversi ritmi, due respiri uno dei quali ci porta nell'incubo mentre l'altro ci tiene attaccati alla realtà. E la ricetta funziona così come funzionano altre trovate simili che rendono Fahrenheit unico e anticipano meccaniche riproposte in Heavy Rain e Beyond: Two Souls.

Il peso degli anni

La parte centrale si affida spesso ai quick time event ma anche in questo caso trovate originali e taglio cinematografico rendono le sessioni d'azione coinvolgenti e per nulla frustranti. La dimensione narrativa perde però un pizzico di intensità rispetto alle incredibili fasi iniziali e culmina in un finale che molti hanno trovato troppo distante dalle aspettative iniziali e quindi deludente. Nonostante ciò l'esperienza plasmata da Quantic Dream resta quasi sempre intensa e godibile grazie a un'atmosfera cupa e inquietante che permea l'intera produzione. Un elemento che ha permesso a Fahrenheit di invecchiare piuttosto bene nonostante qualche magagna tecnica piuttosto evidente. Il problema più grosso riguarda il movimento del personaggio che risulta a dir poco datato e potrebbe spiazzare chi non ha dimestichezza con i videogiochi di qualche anno fa. Ma per nostra fortuna non stiamo parlando di un titolo d'azione e questo significa che un problema di questo genere ha un impatto relativo sull'esperienza di gioco. Inoltre resta ancora valido il sistema di gesti che pur essendo stato studiato per gli stick del Dualshock si adatta bene al mouse e nella versione mobile di questa riedizione si adatta perfettamente ai controlli touch.

Fahrenheit: Indigo Propecy, recensione
Fahrenheit: Indigo Propecy, recensione

La meccanica, d'altronde, è quanto di più semplice si possa immaginare. Per compiere alcune azioni ci viene chiesto di mimare il movimento che viene indicato da un'iconcina animata che compare nello schermo. In alcuni casi è sufficiente spostare il mouse nella direzione suggerita mentre in altri è necessario dosare l'ampiezza del movimento per portare a termine l'azione con successo. La difficoltà, questo è chiaro, rasenta il nulla ma non ci troviamo nemmeno a dover semplicemente premere un tasto per poter passare all'inquadratura successiva. Mimare il gesto comporta coinvolgimento, il ritmo serrato lo rende della narrazione più importante ed ecco che la magia di Fahrenheit: Indigo Prophecy prende vita. E quando l'inganno rischia di svelarsi ecco un quick time event concitato a fare da rottura, un momento di pura azione che spesso si affianca o si sposa con un bran pop rock che spezza la splendida ma decisamente cupa colonna sonora firmata dal celebre Badalamenti. Il cambio di ritmo, così come il cambio di inquadrature e di contesto, è un elemento portante di una narrazione complessa che regala un respiro maturo all'intera produzione. Una produzione che si avvale di un buon doppiaggio in inglese, segreti in quantità e non lesina scene cruente e piccanti che per nostra fortuna non hanno subito alcuna censura. Gli unici compromessi necessari per potersi godere Fahrenheit, in sostanza, sono relativi alla mancanza di adattamento in italiano e alla veste grafica non certo moderna. D'altronde l'unica novità di questa edizione Remastered è l'alta risoluzione e viene lecito chiedersi se 8.99 euro non siano troppi per un lavoro così esiguo. In ogni caso la maggiore definizione ci restituisce un'immagine pulita e mette evidenza interni ancora accettabili mentre il taglio cinematografico compensa la povertà in termini di poligoni. Inoltre il titolo sfoggia un sistema di espressioni facciali tutt'altro che banale per l'epoca. Ma Fahrenheit è ben lontano dal realismo dei giochi moderni e alcune inquadrature panoramiche richiedono una grossa dose di immaginazione per poter essere apprezzate. I pregi, però, sono molti e possiamo affermare con tranquillità che si tratta di un'esperienza ancora godibile e di una lezione di come inquadrature azzeccate e ritmo serrato possano dare tutt'altro significato a dialoghi tutto sommato semplici e meccaniche di gioco che sfiorano il banale.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Pocessore Intel Core i5 4440
  • 16 GB Ram
  • Scheda video Nvidia GeForce GTX 780

Requisiti minimi

  • Pocessore Intel Core i3 / AMD A10
  • 4 GB Ram
  • Scheda video ATI HD4450 512 MB , Nvidia 8800 GT 512 MB o Intel HD 4400
  • 15 GB di spazio su disco

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 8,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (18)
7.7
Il tuo voto

Il movimento del personaggio è a dir poco innaturale e l'alta risoluzione non può nascondere il peso di quei dieci anni che gravano su Fahrenheit: Indigo Prophecy. Ma non sono certo i poligoni a rendere il titolo di Cage meritevole di attenzione. Il ritmo, il taglio cinematografico e l'atmosfera si ergono a sostegno di un'esperienza che risulta ancora godibile e che consigliamo con entusiasmo, nonostante gli evidenti difetti, a tutti quelli che hanno apprezzato gli ultimi titoli di Quantic Dream e si sono persi un titolo piuttosto importante nel panorama delle avventure di stampo cinematografico.

PRO

  • Atmosfera in quantità e trovate strepitose
  • Colonna sonora d'eccezione
  • Le prime ore di gioco sono a dir poco memorabili
  • Regge ancora il peso degli anni...

CONTRO

  • ...ma qualche volta le ginocchia tremano
  • L'unica novità di questa Remastered è la maggiore definizione
  • Le meccaniche di movimento sono antidiluviane
  • La qualità narrativa cala sensibilmente nel corso dell'esperienza