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L'esercito in una stanza

Torniamo a far tremare il sottosuolo: le nostre orde sono pronte!

RECENSIONE di Simone Marcocchi   —   21/04/2015

Quando è uscito il secondo capitolo di Dungeon Keeper era il 1999 e da allora sono trascorsi molti anni. Probabilmente alcuni di voi sono nati anche dopo quella data, in altri questo lasso di tempo ha aggravato il peso sulle spalle e dilatato la pancia. Sia ciò che sia ora è arrivato Dungeon Keeper 3... o meglio è arrivato quello che al tempo sarebbe dovuto essere il terzo capitolo della saga. War for the Overworld è un sequel spirituale di cui abbiamo già avuto modo di parlare nei mesi scorsi e che torniamo a trattare adesso, pochi giorni dopo l'uscita dall'Accesso Anticipato.

War for the Overworld è la risposta, almeno in parte, a tutti i nostalgici di Dungeon Keeper

Luci e ombre

Dal nostro primo test ad oggi sono cambiate alcune cose, per quanto si ha la sensazione che il gioco non sia ancora del tutto completo. Molto probabilmente se sceglierete l'acquisto vi fionderete nella modalità single player, che ha guadagnato il Tavolo di Guerra con tanto di selezione delle varie campagne, come nei titoli ai quali si ispira: vi basterà toccare la zona desiderata per vederla levitare ed entrare in partita. Questo gioco è perfetto per tutti coloro avessero bisogno di un'introduzione al mondo degli RTS, con una punta da God Game, vista l'ampia possibilità di gestire i vostri dungeon senza troppi paletti o limitazioni e lasciando a voi il compito di sfruttare a dovere le risorse.

L'esercito in una stanza

Scavare, ogni volta che incontrate muri costellati da "varicellosi" punti gialli, significa ingrassare i forzieri dell'oro necessario a costituire il più grande esercito del male. Le nostre azioni infatti si ripercuotono sul numero di punti influenza, grazie ai quali potremo spendere parte dell'esperienza accumulata per sbloccare nuove stanze, trappole e tutti gli strumenti utili al potenziamento delle meccaniche di offesa o difesa del dungeon. La ramificazione ad albero dei vari perk è tanto semplice sulla carta quanto complessa da gestire. War for the Overworld infatti, come i suoi predecessori spirituali, vuole costringervi a non perdere troppo tempo ad incrementare il vostro esercito e le risorse, chiedendovi di gestire solo ciò che è fondamentale preparare. Una volta che le prime "stanze tematiche" saranno posizionate, arriveranno i primi servitori, li dovremo curare con vitto e alloggio, allenare ed implementare il più possibile la raffinatezza della loro abilità, onde evitare che muoiano troppo presto in combattimento. Salvo alcuni difetti, potreste passare davvero moltissime ore sugli stessi livelli solo per scoprire "cosa accadrebbe se". Per il solo gusto di sperimentare. Nelle altre modalità di gioco non è cambiato moltissimo: è ora presente anche il multiplayer, che permette di connettersi ad altre partite oppure di ospitarle, cosa che però non è molto frequente a causa dei pochi giocatori e di un net-code ancora non perfetto. Se invece volete conoscere qualcosa di più sulla modalità Sopravvivenza dovrete attendere la fine dell'anno, quando verrà sbloccata anche questa parte.

Una volta che avrete sopito l'istinto di dire "wow!" e "meraviglioso!", solo ascoltando la voce di Richard Ridings, la vostra mente comincerà a fendere la "nebbia di guerra" che ammanta i ricordi, per iniziare a mostrare i limiti di un prodotto che, purtroppo, non è ancora ciò che volevamo e, in parte, forse non lo sarà mai.

L'esercito in una stanza

Sarà forse una sfumatura, con una punta di malinconia, ma manca parte di quell'ironia ignorante che tanto era bella da vedere e da sentire. Se le introduzioni ai livelli hanno infatti mantenuto lo spirito originario, si è in parte persa la follia ribelle del nostro esercito di esseri ripugnanti, così come l'atmosfera generale non riesce a solleticare la fantasia perversa, molto soft e sopra le righe, che Molyneux aveva portato sui nostri schermi. Dal punto di vista tecnico è stato svolto un lavoro valido, sia per le texture che per gli effetti particellari; vi basterà fare uno zoom ravvicinato per rendervi conto della qualità raggiunta, soprattutto in virtù di richieste hardware molto scalabili. Ci sono pecche gravi però, che al momento il team di sviluppo sta risolvendo a colpi di patch quasi giornaliere, legate a un'intelligenza artificiale in molte situazioni approssimativa, per usare un eufemismo. In certi casi infatti è capitato che sia i nemici che gli alleati fossero come congelati; altre volte si muovevano non sapendo come comportarsi o facendo cose a caso in giro per il livello. Come dicevamo alcune problematiche sono state già sistemate, ma per chi volesse un prodotto più rifinito il consiglio è quello di attendere ancora un attimo o prepararsi a scendere a compromessi.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 27,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (4)
8.5
Il tuo voto

Le preghiere di tanti, tantissimi giocatori che volevano il ritorno di Dungeon Keeper sono state ascoltate. Questo titolo è il risultato di un progetto che ha avuto pienamente successo su Kickstarter e ora invade Steam nella sua versione (quasi) completa. Quando funziona diverte ed è possibile passare diverse ore di svago, tanto per i nostalgici quanto per chi ancora non avesse avuto modo di sperimentare il genere, purtroppo mancano quelle rifiniture e quello spirito goliardico che l'avrebbero davvero fatto brillare.

PRO

  • Calde lacrime da versare per i nostalgici
  • Immediato e divertente
  • Si prendono a schiaffi i servitori

CONTRO

  • I veterani del genere potrebbero trovarlo troppo semplice
  • Meno ironia di quanta ne avremmo voluta
  • Di fatto, non è ancora uscito dalla beta