Dopo averla vista nelle recenti fiere di settore e aver apprezzato il lavoro fatto da Obsidian su tutti quegli elementi di gameplay che avevano impedito al gioco originale di raggiungere l'eccellenza assoluta, è finalmente giunto il momento di analizzare in ogni dettaglio la prima espansione di Pillars of Eternity, The White March. Un add-on diviso in due parti, proposto al doppio prezzo di 14,99€ se si vogliono comprare singolarmente gli episodi o di 24,99€ nel caso in cui si voglia dare fiducia al progetto e acquistare il secondo pacchetto. Della seconda parte si sa ancora poco o niente e la speranza è che arrivi sul mercato prima di Natale, ma quello che possiamo dirvi è che questo primo spezzone è in realtà praticamente auto-conclusivo, a differenza di quanto ci saremmo aspettati.
La prima parte di White March è finalmente disponibile e noi l'abbiamo giocata da cima a fondo
C’era una volta
La storia narrata ha un suo preciso arco narrativo e non lascia appeso il giocatore o, almeno, non più del dovuto visto che, molto probabilmente, la prossima parte sarà ambientata in una zona differente della Biancamarca e terrà conto solo in modo minimo di quanto narrato in questo episodio. Aspettate a cantar vittoria però, perché proprio l'aspetto narrativo è quello meno riuscito del pacchetto probabilmente perché Obsidian, pur di non scontentare sia chi aveva già raggiunto l'endgame, sia chi approfitterà dell'espansione per iniziare a giocare Pillars, si è vista costretta a creare una trama eccessivamente diluita, troppo superficiale e laterale a quella narrata nel gioco originale. Se quindi da un lato abbiamo potuto apprezzare delle missioni secondarie decisamente meglio connesse alla main quest, essendo anche ridotte da un punto di vista numerico, è indubbio che l'aver completato The White March Part 1 aggiunge pochissimo all'universo fantasy messo in piedi da Obisidian.
È bello scoprire qualcosa di più sui nani che abitavano la Batteria di Durgan e utilizzavano la sua mitica forgia o sulla triste sorte del villaggio di Stalwart, ma notare che il Lascito, gli Osservatori e più in generale tutto il fenomeno dell'Animanzia non abbiano attraversato i confini della Foresta di Dyr, o quasi, è poco credibile. In concreto l'espansione offre cinque diverse location: la Biancamarca, una vera e propria mappa a parte, ne propone quattro tra cui un villaggio che rappresenta il nuovo punto di raccolta di tutte le quest e l'unica zona sicura dove il giocatore può interagire con i personaggi non giocanti e ovviamente cercare riparo e ristoro. Inoltre nell'originale area di Dyr è stata aggiunta anche la fortezza di Cragholdt. Mentre quest'ultima è dedicata specificatamente ai party che hanno raggiunto l'endgame e vi consentirà di salire fino al nuovo livello massimo, il quattordicesimo, con annesse nuove magie e abilità di settimo livello, la Biancamarca è un territorio specificatamente dedicato ai party di livello variabile tra il sesto e l'otto. Fondamentalmente l'unico requisito per raggiungerla sarà di aver completato il primo atto di Pillars of Eternity e di aver scoperto la roccaforte a Caed Nua. L'add-on consente comunque anche a chi ha finito Pillars of Eternity di affrontare questa nuova sfida e nel preciso istante in cui ci si recherà nella nuova zona, il gioco permetterà di aumentare il livello dei nemici a discrezione del giocatore nel tentativo di offrire una battaglia bilanciata. In realtà quello che abbiamo potuto notare durante la nostra sessione di gioco, è che White March è tendenzialmente più difficile dell'originale per due motivi. Innanzitutto tende a mettere sul campo di battaglia gruppi molto più numerosi e variegati di avversari ad ogni incontro. Praticamente ogni battaglia vede la presenza di guerrieri, ladri, maghi e addirittura chierici pronti a massacrare il giocatore. Questo elemento, unito a un lavoro di riscrittura dell'intelligenza artificiale che finalmente tiene conto delle varie abilità e degli stili di combattimento, fa sì che in ogni scontro il posizionamento diventi un elemento cruciale e non capita così raramente di vedere qualche personaggio del proprio gruppo cadere immediatamente a terra all'inizio dello scontro perché bersagliato dalla distanza. Le quest di White March tendono inoltre a svolgersi molto di più all'interno di dungeon con tutto quello che ne consegue in termini di movimenti dei personaggi e gestione delle distanze durante gli incontri. E, per chi scrive questa recensione, è un peccato visto che i combattimenti all'aria aperta erano proprio uno degli elementi distintivi e meglio riusciti di Pillars of Eternity.
Quanta bella roba nuova
Come ci è capitato già di scrivere durante i nostri precedenti incontri con l'espansione, un grandissimo lavoro è stato fatto dallo sviluppatore per ripulire e aggiornare il gameplay di questo splendido gioco di ruolo classico. A partire dall'intelligenza artificiale descritta poco sopra e che influenza anche i membri del nostro party attraverso, finalmente, l'introduzione di una serie di comportamenti che possono essere gestiti in automatico e personalizzati dal giocatore. In base al tipo di classe potremo infatti determinare la natura e lo stile delle azioni dei nostri compagni di avventura durante gli scontri mentre non sono sotto il nostro controllo diretto.
Non si tratta di gestire soltanto come e quando rispondere agli attacchi degli avversari ma anche che tipologia di abilità e magie utilizzare e se "sprecare" anche quelle che necessitano del riposo per essere recuperate. Ma questa è solo la punta più evidente di un iceberg composto anche dalla possibilità di mandare in stealth solo determinati personaggi, dall'aggiunta di una manciata di talenti che consentono di utilizzare un rudimentale sistema multi-classe e dalla presenza di armi particolarmente potenti che, una volta legate all'anima di una specifica classe, guadagnano anche loro esperienza in combattimento sbloccando via via nuove abilità e poteri. In più la stessa interfaccia di gioco è stata ritoccata per rendere ora molto più chiare le aree di influenza di magie e abilità, così da consentire di pianificare al meglio gli spostamenti del proprio party. Come ciliegina sulla torta troviamo anche due compagni nuovi di zecca, un monaco masochista e un ladro costrutto di sesso femminile, entrambi reclutabili nella Biancamarca ma utilizzabili, eventualmente, anche nei territori originali di Dyr. E la cosa più interessante è che tutte queste migliorie e modifiche al gameplay, ad eccezione ovviamente del nuovo territorio e dei contenuti inediti, sono disponibili anche ai possessori del gioco base attraverso una corposa patch gratuita distribuita qualche giorno fa. In realtà ci sentiamo in dovere di bacchettare comunque i ragazzi di Obsidian perché nonostante l'evidente sforzo fatto per potenziare il gameplay della loro creatura, abbiamo notato che i problemi riguardanti il pathfinding evidenziati nella nostra recensione originale, sono rimasti qui praticamente intonsi. Certo, come abbiamo scritto poco sopra, ora i nemici tendono a posizionarsi in modo molto migliore rispetto al passato ma tutte le difficoltà che i nostri personaggi avevano nel raggiungerli o nell'aggirare gli ostacoli durante il combattimento, sono ancora parte integrante del gioco. Continuerà a capitare assai di frequente di vedere i nostri combattenti melee bloccarsi a pochi passi dall'avversario di turno o, ancora peggio, iniziare delle strane danze sul posto quando il nemico bersagliato è subito dietro un altro personaggio e spesso le conseguenze sono catastrofiche anche a causa del livello di difficoltà aumentato. Inoltre, nella build da noi testata era presente un bug abbastanza fastidioso che lasciava immobili per svariati secondi i nostri compagni controllati dall'intelligenza artificiale nel momento in cui il loro bersaglio moriva. Prima di passare alla componente tecnica, ci sembra doveroso segnalare che per completare l'espansione abbiamo impiegato poco più di 13 ore. Partendo con un gruppo di livello elevato è possibile che ce ne vogliano tranquillamente due o tre in meno.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 4690k a 4.0 GHz
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i3-2100T a 2.5 GHz o AMD Phenom II X3 B73
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: ATI Radeon HD 4850 o NVIDIA GeForce 9600 GT
- Sistema operativo: Windows Vista / 7 / 8 con gli ultimi service pack installati
- Spazio su disco: 14 GB
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i5-2400 a 3.1 GHz o AMD Phenom II X6 1100T
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: AMD Radeon HD 7700 o NVIDIA GeForce GTX 570
- Sistema operativo: Windows 7 / 8 a 64 bit con gli ultimi service pack installati
È sempre un belvedere
Da un punto di vista artistico c'è davvero poco da contestare a White March Part 1. L'incredibile cura per i dettagli è ancora un elemento consistente dell'esperienza di gioco ed il cambio totale di ambientazione, ora quasi completamente innevata e dai chiari riferimenti al capolavoro del passato Icewind Dale, ha fatto molto bene alla varietà del gioco. Gli scenari sono sempre splendidi da vedere e la cura nella scelta della palette cromatica unita alle soluzioni estetiche utilizzate per popolare le mappe compensano a dovere la componente tecnica minimalista e molto aderente al genere dei giochi di ruolo vecchissimo stampo. È importante menzionare che Obsidian si è sforzata anche per rendere molto più interattive, lunghe e stilisticamente ineccepibili, le sequenze scriptate ma interattive in stile libro game presenti in White March. Spesso si dovrà decidere anche quale personaggio del proprio party utilizzare durante le azioni narrate e, talvolta, persino quale abilità o magia lanciare per schivare un pericolo o salvare il malcapitato di turno. Ultima nota per la colonna sonora che si arricchisce di una manciata di brani orchestrali splendidi e perfettamente in linea con la soundtrack originale. Come sempre il gioco è doppiato esclusivamente in inglese mentre i testi sono in un italiano perfettamente tradotto.
Conclusioni
La prima parte di White March ci è piaciuta, questo è fuor di dubbio: l'ambientazione è splendida, il tasso di sfida è veramente molto elevato e i nuovi contenuti, uniti a un nugolo di migliorie al gameplay più o meno evidenti, la rendono un'espansione imprescindibile per chi ha adorato Pillars of Eternity. Tuttavia ci saremmo aspettati che lo sviluppatore limasse ulteriormente quei piccoli difetti del gioco originale, su tutti il pathfinding, e dobbiamo evidenziare come la storia, per quanto piacevole e ben narrata, non sia il punto di forza dell'add-on. È insomma un acquisto vivamente consigliato ai fan della creatura di Obsidian ma, con la seconda parte, lo sviluppatore dovrà assolutamente fare di più.
PRO
- La Biancamarca è artisticamente splendida e offre una buona varietà di ambienti
- I ritocchi al gameplay sono moltissimi e anche i possessori del gioco base ne possono godere
- Il tasso di sfida è bello elevato...
CONTRO
- ...e talvolta sfocia nella frustrazione
- Ci sono ancora evidenti problemi nel pathfinding