Una volta stabiliti i trend principali nel mercato videoludico mobile, arriva la parte più interessante: vedere come gli sviluppatori siano in grado di immettere elementi innovativi e provare ibridazioni più o meno ardite, per cercare di trovare soluzioni originali e potenzialmente valide per il maggior numero di utenti possibile.
Emergono così degli esperimenti che rappresentano la spina dorsale della sperimentazione videoludica su piattaforma mobile, al di là della semplice produzione di cloni o port da progetti nati su altri hardware, che spesso trovano una forma cucita intorno alle caratteristiche principali dei dispositivi in questione, ovvero l'interfaccia touch screen e le loro particolari modalità di fruizione. Il roguelike, ad esempio, rappresenta già un genere consolidato anche nell'ambiente portatile dopo essere stato una sorta di punto fermo della nuova ondata indie su PC, ma su smartphone e tablet sta assumendo una declinazione particolare, ancora più improntata su un ritmo veloce e con elementi importati da generi differenti, oltre a un sistema di controllo basilare che richiede sostanzialmente brevi tocchi sullo schermo. Rust Bucket riesce ad amalgamare gli elementi di base del genere anche con diverse caratteristiche in stile puzzle, tanto da sembrare una sorta di "Zelda roguelike" scomposto ai minimi termini, con un protagonista che è sostanzialmente un elmo vagante che si muove di casella in casella attivando interruttori, spostando leve, distruggendo oggetti e combattendo contro nemici, sempre nel breve volgere di semplici toccate direzionali sullo schermo. L'interazione è semplice e gli enigmi da risolvere sono spesso basilari, ma il misto tra la necessità di colpire i nemici per primi, tenere sotto controllo gli elementi interattivi delle mappe e la costante minaccia di terminare la partita dopo un solo colpo, mantiene la strana formula in un formidabile equilibrio che fa funzionare il gioco, rendendolo profondo e bilanciato quanto basta per avanzare anche a suon di frustranti game over.
Rust Bucket unisce gli elementi dell'RPG a turni roguelike con quelli del puzzle in un buon mistone
Un colpo e via
La difficoltà maggiore posta da Rust Bucket risiede ovviamente nella sua anima roguelike, in base alla quale con un singolo colpo la partita termina e ci riporta all'inizio del livello. Questo costringe a calcolare precisamente le proprie mosse, visto che il nostro turno ci consente di muovere il protagonista/elmo di una singola casella in una delle quattro direzioni cardinali, prima di cedere velocemente il passo ai nemici e tornare dunque dopo un attimo nuovamente in azione.
La questione pare semplice sulle prime, ma quando ci si trova a muoversi all'interno di mappe piene di trappole, passaggi forzati e branchi di nemici - divisi peraltro in tipologie diverse, ognuna caratterizzata da specificità di attacco e movimento - è chiaro come il gioco assuma lo spessore di una sorta di partita a scacchi, dove ogni movimento dev'essere calcolato con una certa perizia strategica. Questo è particolarmente vero nella modalità di gioco principale di Rust Bucket, ovvero l'Endless Dungeon, che ci lancia all'interno di questo enorme dungeon multilivello cercando essenzialmente di non morire tra gli innumerevoli pericoli di cui è farcito, laddove il Puzzle Mode funge soprattutto da introduzione graduale e bilanciata alle meccaniche di base del gioco. La sua stessa struttura si basa sulla ripetizione e ricomposizione di elementi per costruire un dungeon sempre più difficile da portare a termine, con la graduale aggiunta di ulteriori ostacoli e aumento del tasso di difficoltà: una meccanica che si presenta ripetitiva per costituzione, ma anche stimolante a lungo grazie al costante clima di pericolo che è proprio dei roguelike. Vista la frequente necessità di dover ripartire dall'inizio del livello, seguendo il canone del game over dopo il singolo colpo, e la conseguente visione obbligatoria delle pubblicità ad ogni riavvio di partita, l'acquisto in-app per togliere i messaggi promozionali è praticamente obbligato se non si vuole incorrere in un esaurimento nervoso. Per questo motivo la struttura free-to-play si trasforma facilmente in premium, visto che coloro che hanno intenzione di dedicarsi in maniera intensiva a Rust Bucket devono necessariamente pagare i 3,99 euro utili per vivere tranquilli. Tuttavia la cifra risulta comunque equa per questa produzione Nitrome, che come da standard dell'etichetta in questione si distingue peraltro per una realizzazione tecnica semplice ma pulita e dotata di grande personalità.
Conclusioni
La reinterpretazione del roguelike in chiave puzzle game attuata da Nitrome funziona ottimamente in Rust Bucket, tanto da emergere com un gioco a sé stante, nato da una scomposizione ai minimi termini e ricomposizione eclettica tra diversi generi ben amalgamati. È un gioco basilare nella sua semplice modalità di interazione, nelle poche regole e nell'elemento chiave della sensazione di pericolo costante che lega i roguelike alle origini classiche dei videogiochi, ma proprio per questo dotato di un'identità netta, dettata anche dal suo particolare aspetto grafico. La ripetizione delle situazioni e delle azioni è un carattere costitutivo che può essere fortemente limitante, così come il ricorso ossessivo alle pubblicità in-game, ma si tratta di due difetti che possono comunque essere oltrepassati da chi riesce a immergersi profondamente nella scacchiera di Rust Bucket.
PRO
- Buona struttura ibrida
- Ottima caratterizzazione grafica
- Severo ma giusto
CONTRO
- Ripetitivo alla lunga in modalità Endless
- Può essere frustrante
- Le pubblicità (rimovibili) sono un vero fastidio