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Storia di nessuno

Il racconto interattivo di The Chinese Room arriva anche su PC, con il suo grande carico di atmosfera

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   18/04/2016

Everybody's Gone to the Rapture è un viaggio fra i ricordi di un 1984 alternativo, anno in cui un misterioso evento ha portato alla scomparsa di tutti gli esseri viventi, a cominciare dalla piccola cittadina inglese di Yaughton, nello Shropshire. Utilizzando una visuale in prima persona, il nostro obiettivo nel gioco sarà quello di girare per le strade e nelle case alla ricerca di tracce energetiche, l'unica cosa rimasta degli abitanti, riascoltando discorsi e osservando situazioni che, come tasselli di un puzzle, ci aiuteranno a comprendere cosa sia successo. Per portare a termine tale compito dovremo affidarci al nostro senso dell'orientamento, controllare di tanto in tanto le mappe della contea a uso e consumo dei visitatori e seguire un misterioso cursore luminoso che ci indicherà talvolta la direzione verso cui muoverci.

Quello di Everybody's Gone to the Rapture è un racconto affascinante e pregevolissimo

Sei personaggi in cerca d'autore

La trama di Everybody's Gone to the Rapture si svolge nell'arco di diversi giorni e di diverse zone della città. Nel corso della storia, che richiede circa cinque ore per essere completata, probabilmente meno se decideremo di muoverci rapidamente (la "corsa" si attiva tenendo premuto il trigger destro, ma richiede alcuni secondi per ingranare e non bisogna tuttavia aspettarsi di andare davvero veloci), seguiremo le vicende di sei diversi personaggi, ognuno collegato agli altri in qualche modo.

Storia di nessuno

Scopriremo cos'è accaduto quando ci sono state le prime avvisaglie del problema, come hanno reagito i protagonisti e i loro amici, ma soprattutto come si è evoluta la situazione quando ci sono stati i primi problemi di salute fra gli abitanti e le prime, misteriose sparizioni. Le tracce luminose rappresentano di fatto l'unico elemento interattivo del gioco, visto che tenendo premuto il trigger sinistro e spostando lo stick analogico come se volessimo "sintonizzarci" su di una determinata frequenza potremo assistere a dialoghi avvenuti quando le persone erano ancora vive. Non c'è una narrazione in Everybody's Gone to the Rapture, non ci sono suggerimenti né scorciatoie narrative, dunque tutto ciò che impareremo sulla vicenda dipenderà da questi scambi, recitati in maniera magistrale nell'ottica di un doppiaggio in italiano fra i migliori che abbiamo mai sentito, e coadiuvati da un sound design di rara bellezza, capace di centellinare in modo sapiente i brani della straordinaria colonna sonora a tutto vantaggio dell'atmosfera.

Risolvi il mistero

I primi ricordi con cui dovremo confrontarci nel gioco sono quelli del dottor Stephen Appleton e di sua moglie Kate, entrambi al lavoro su di un progetto che ha a che fare con l'osservatorio VALIS, ma che si rivela ben presto un grave errore, aprendo le porte del nostro mondo a una creatura che proviene da molto lontano.

Storia di nessuno

È questo il punto centrale della vicenda, e da lì si sviluppa tutto il resto, come le storie di padre Jeremy, il parroco della città, che si sente impotente di fronte a quanto sta accadendo e mette in dubbio la propria fede; Wendy Appleton, madre di Stephen, che non vede di buon occhio Kate ma non ha altro interesse al di fuori della felicità di suo figlio; Frank Appleton, fratello di Wendy, che nel corso della vicenda si trova a dover fare i conti con la propria rabbia; Lizzie Graves, l'ex fiamma di Stephen, che non è riuscita dopo anni a dimenticare i propri sentimenti per lui; e infine gli stessi Stephen Appleton e Kate Collins, che rappresentano l'inizio e la fine della storia, testimoni dell'evento fin dalle prime battute ma anche coloro che cercano di porvi un argine per salvare il mondo. Approfondire la conoscenza di ognuno dei personaggi significa adottare un approccio esplorativo minuzioso, accendere eventuali radio e televisori, osservare gli schermi a tubo catodico dei Commodore 64 montati in studi medici e uffici, ma anche rispondere a inquietanti telefonate dal passato. Il tutto sullo sfondo di una cittadina dagli scorci meravigliosi, ulteriormente enfatizzati da una regia che utilizza luci, ombre e agenti atmosferici per creare determinate atmosfere e sottolineare un messaggio non banale, anzi affascinante e per nulla scontato.

La versione PC

I pregi e i difetti di Everybody's Gone to the Rapture sono rimasti intatti nel passaggio da PlayStation 4 a PC. Come detto, infatti, ci troviamo di fronte a un racconto "dinamico" piuttosto che a un gioco vero e proprio, con pochissimi elementi interattivi e un grande focus sulla storia, i dialoghi, la caratterizzazione di luoghi e personaggi.

Storia di nessuno

Difficile definire puzzle solving il semplice dover trovare il giusto percorso o la "sintonizzazione" delle luci che danno vita a determinate sequenze, dunque è chiaro che se non vi piacciono il genere e i suoi presupposti difficilmente il titolo di The Chinese Room vi farà cambiare idea, anzi. Ci aspettavamo però un uso migliore del CryEngine, che sulla console Sony mostrava il fianco a frequenti incertezze nel frame rate ma fa lo stesso anche sulla piattaforma Windows, in modo del tutto ingiustificato. Le impostazioni grafiche consentono di modificare la risoluzione, attivare o meno la sincronia verticale e l'antialiasing (senza però poterne selezionare la tipologia), nonché effetti come il motion blur, ma effettuare scelte diverse anche sul fronte delle texture e delle ombre non sembra influire sui consistenti cali di frame rate che si verificano quando osserviamo lo scenario, impedendo di mantenere i sessanta fps se non negli interni o nelle inquadrature strette. Manca insomma un minimo di ottimizzazione, e si tratta di un aspetto importante se consideriamo che nel gioco non ci sono personaggi né particolari effetti visivi, solo un unico ambiente molto ampio, con poche case liberamente visitabili. Il CryEngine ha dato prova di ben altre prestazioni in titoli decisamente più impegnativi, vedi Crysis 3, e dover limitare a 30 i frame al secondo di Everybody's Gone to the Rapture su PC per non incorrere in svarioni ci risulta difficilmente giustificabile.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD FX 8320@4 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 Jetstream
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5 4570T, AMD FX 6100
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 560 Ti, AMD Radeon HD 6850
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Hard disk: 8 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7, Windows 8, Windows 10, 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 4770S, AMD FX 8320
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 770, AMD Radeon HD 7970
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 8 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10, 64 bit
  • Sound Card: DirectX Compatible

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (10)
5.3
Il tuo voto

Quello di Everybody's Gone to the Rapture è un racconto affascinante e pregevole, che viene narrato in modo indiretto, attraverso dialoghi e tracce di quanto accaduto in quel maledetto giorno del 1984, quando gli orologi segnavano le 6.07 del mattino. Una storia davvero bella, che trae enorme giovamento da un doppiaggio in italiano di assoluta eccellenza e da un sound design di ottima fattura, evocativo e capace di creare una grande atmosfera, unitamente a una direzione artistica impeccabile. Se vi piace questo tipo di esperienze, insomma, il gioco è decisamente consigliato anche nella versione PC, che tuttavia soffre a causa di un'ottimizzazione tecnica incapace di reggere i sessanta frame al secondo nonostante il CryEngine abbia dato prova di ben altre prestazioni.

PRO

  • Soluzioni narrative eccellenti, direzione irreprensibile
  • Colonna sonora straordinaria, eccellente doppiaggio in italiano
  • Grafica varia, convincente e dettagliata...

CONTRO

  • ...ma l'ottimizzazione lascia molto a desiderare
  • Gameplay ridotto all'osso, l'esperienza è quasi del tutto passiva
  • Si completa nel giro di cinque ore, ottenute artificiosamente