Il celebre test creato da Alan Turing è un criterio di valutazione, un'evoluzione del gioco dell'imitazione che punta a determinare se una macchina è in grado di pensare in modo autonomo. In continua evoluzione, il test di Turing è, com'è ovvio che sia, il fulcro del titolo Bulkhead che ne prende il nome per condurci nel bel mezzo di un satellite di Giove, tra i ghiacci di Europa, all'interno di un'istallazione sabotata dallo stesso equipaggio incaricato di gestirla.
Prima di scomparire, quelli che un tempo erano fedeli dipendenti dell'Agenzia Spaziale Internazionale hanno creato una serie di puzzle che secondo quanto ci rivela Tom, l'intelligenza artificiale che ci guida, possono essere risolti solo da un essere umano. Quell'essere umano siamo noi, l'ingegnere Ava Turing, trascinati in un'avventura che si ispira alla grande fantascienza dedicata all'intelligenza artificiale e non cerca di nascondere il suo debito verso capolavori come 2001: Odissea nello spazio. Il sottotesto si concentra sul confine che divide l'uomo dalla macchina che prende inizialmente forma attraverso le dissertazioni dell'intelligenza artificiale sul dibattito tra macchine operate dall'uomo e macchine autosufficienti. Ma il discorso è destinato a evolversi stanza dopo stanza, scoperta dopo scoperta in un continuo di considerazioni sul test di Turing e sui presunti limiti delle macchine, intrinseci e imposti dall'uomo. In tutto questo l'equipaggio scomparso ha tutta l'aria di volersi nascondere proprio dall'intelligenza artificiale che ci portiamo appresso, ma perché dovremmo dubitare di uno strumento creato apposta per aiutare gli esseri umani?
Gli enigmi di The Turing Test ci portano a esplorare il confine tra uomo e macchina senziente
Il fattore umano
Interruttori, fonti di energia e generatori rappresentano il fulcro del gameplay di The Turing Test, un action puzzle in prima persona figlio, come innumerevoli altri titoli di questo genere, dell'indimenticabile Portal. Alcuni interruttori possono essere attivati sia dai generatori che dalle fonti di energia, ma queste ultime possono essere recuperate a distanza, grazie a una pistola capace di incamerare tre diversi nuclei energetici. Quest'ultimo è un fattore da tenere bene a mente quando si incontrano i primi test articolati, quando il gameplay prende consistenza combinandosi con interruttori a tempo, robot, reti di cavi, telecamere, piattaforme a pressione, fonti di energia instabili, flussi di plasma a mezz'aria, ascensori, magneti semoventi e stanze sempre più complesse che garantiscono una discreta varietà di situazioni.
Il potenziale è subito evidente e le soddisfazioni non mancano ma il grado di sfida latita per gran parte del gioco. Talvolta è necessario un pizzico di azione ma i riflessi vengono messi alla prova raramente mentre alcune componenti degli enigmi sono ripetute a più riprese e persino gli enigmi più complessi diventano una passeggiata una volta compresa la chiave di lettura. Lo scopo degli sviluppatori è quello di evitare la frustrazione premiando comunque l'intuizione del giocatore, ma l'entusiasmo si affievolisce quando la soluzione di una stanza è subito evidente e arrivare alla fine è solo una questione di mera manovalanza. Inoltre ogni volta che il gameplay si arricchisce di un nuovo elemento ci troviamo di fronte a troppe stanze messe come riempitivo, sezioni di training fin troppo semplici da affrontare che finiscono per occupare un bel pezzo dell'esperienza. A causa di queste ingenuità il livello di sfida complessivo traballa e vengono al contempo sprecate diverse buone idee che avrebbero potuto dare vita a enigmi decisamente più complessi. Per fortuna, lo abbiamo già detto, le meccaniche si evolvono costantemente scongiurando la noia mentre il potenziale del gameplay cresce fino alle battute finali anche se viene sfruttato raramente in un continuo di alti e bassi che spesso ci lascia spiazzati, e non in senso buono. Complessivamente, comunque, l'esperienza regge e la parziale delusione dettata dall'eccessiva banalità di alcune stanze è sopportabile, a meno di non essere alla ricerca della sfida definitiva. Alcuni enigmi sono piuttosto ispirati e nella fase finale riflessi e materia grigia crescono di importanza mentre al contempo la fluidità dell'esperienza va a vantaggio di una dimensione narrativa tutt'altro che banale, almeno in relazione al genere.
Cogito ergo sum
Il primo colpo di scena è telefonato, almeno parzialmente, ma nasconde sfaccettature intriganti che esplorano implicazioni e ombre del confronto tra uomo e macchina, guidandoci verso un finale iperbolico e stringato ma intenso che non spreca, sull'onda di un vero colpo di scena e di una scelta drammatica, una dimensione narrativa ben orchestrata, magari non indimenticabile ma che ci coinvolge grazie all'efficace combinazione di inquietudine, malinconia e suggestione. I testi sono di ottima fattura e ci spronano ad addentrarci nei meandri della stazione, di rivelazione in rivelazione, mentre un terzo protagonista si affaccia sulla scena complicando ulteriormente le cose. Inoltre, a differenza di quanto accade altri giochi simili, la dimensione puzzle si apre a brevi ma curate sessioni di esplorazione che ci portano a scoprire indizi, informazioni e dettagli sui membri dell'equipaggio scomparso.
Com'è ovvio che sia The Turing Test non ci costringe a sorbire registrazioni audio o a esaminare ogni singolo oggetto dello scenario e ci consente di tirare dritti pensando solo agli enigmi, ma trascurare la dimensione narrativa potrebbe non essere una buona idea. La qualità altalenante del gameplay, infatti, rischia di compromettere la magia che spesso resta in piedi grazie a una trama trama che sopravvive anche senza informazioni secondarie ma trae forza dai retroscena dell'equipaggio scomparso, diventando sempre più intensa man mano che si avvicina il finale. Per arrivarci abbiamo affrontato settanta livelli, accessibili a piacimento dal menù principale una volta superati, che ci hanno tenuti impegnati per una decina di ore durante le quali abbiamo esplorato ogni anfratto, ascoltato tutte le registrazioni audio e affrontato alcune prove extra che ci hanno permesso di raggiungere indizi speciali. Nel farlo siamo stati distratti raramente dalla cosmesi di un titolo che non brilla per mole poligonale e si affida a uno stile piuttosto anonimo, simile a quello di mille altri titoli di fantascienza. Eppure dal punto di vista tecnico The Turing Test se la cava e lo fa grazie a texture dignitose, alloggi ricchi di dettagli, riflessi in tempo reale, luci e superfici molto semplici ma tutto sommato accettabili. A non essere accettabili sono invece i bug uno dei quali ci ha permesso di superare una stanza senza dover affrontare alcun enigma. La delusione è stata cocente ma abbiamo retto il colpo grazie alla forza dell'atmosfera di un titolo che mette in campo un ottimo doppiaggio, purtroppo limitato alla sola lingua inglese come i sottotitoli, fatto di voci convincenti che danno corpo a un'eroina altrimenti anonima e danno forma all'intelligenza artificiale che ci affianca, tanto calma quanto inquietante. Tutto ovviamente avvolto dalla colonna sonora che rievoca con efficacia le atmosfere della fantascienza anni settanta per impennarsi improvvisamente con brevi parentesi rock che sottolineano colpi di scena e rivelazioni.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema Operativo Windows 7
- Processore Intel Core i5 4440
- 16 GB RAM
- Scheda Video GeForce GTX 1080
Requisiti minimi
- Sistema Operativo Windows 7 64-bit
- Processore Core 2 Duo E6600 o Athlon 64 X2 6400
- 4 GB RAM
- Scheda Video NVIDIA GeForce GTX 560 o ATI Radeon HD 5770
Requisiti consigliati
- Sistema Operativo Windows 7 64 bit, Windows 8 64 bit
- Processore Core i7-920 o A8-3870K or above
- 8 GB RAM
- Scheda Video NVIDIA GeForce GTX 670 o ATI Radeon R9 280
Conclusioni
The Turing Test parte alla grande, carico di atmosfera e di potenziale, ma ci lascia presto interdetti a causa di un design discontinuo che raramente sfrutta a pieno le meccaniche di gioco. Per fortuna non mancano alcuni enigmi degni di nota, l'atmosfera non manca e complessivamente l'esperienza regge grazie a un sottile ma robusto filo narrativo che riesce a tenere viva la voglia di progredire fino alle ultime battute si concludono con un finale un po' troppo breve ma carico di tensione.
PRO
- Le meccaniche non sono niente male
- Componente narrativa intrigante
- Le sessioni esplorative rompono la monotonia
CONTRO
- Buon potenziale parzialmente sprecato
- Innumerevoli enigmi sacrificati per fare da tutorial
- Comparto tecnico altalenante