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Core ingrato

La promettente esclusiva Microsoft diretta da Keiji Inafune è finalmente arrivata: vediamo com'è ReCore

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   14/09/2016

Archiviata l'esperienza di Mighty No. 9, Keiji Inafune torna alla direzione di progetti tripla A con ReCore, un'esclusiva per le piattaforme Microsoft sviluppata da Armature Studio. Il gioco è caratterizzato dalla funzionalità Xbox Play Anywhere, il che significa che acquistandolo in formato digitale è possibile utilizzarlo liberamente su Xbox One e/o Windows 10.

Core ingrato

Fin dalle prime battute il titolo ci catapulta in una gradevolissima atmosfera sci-fi, a metà strada fra Lost Planet 3 e l'incipit di Star Wars: Il Risveglio della Forza. Lo scenario è infatti quello di un pianeta desertico, Far Eden, che nelle intenzioni di alcuni scienziati sarebbe dovuto diventare la nuova casa degli esseri umani, decimati in seguito alla diffusione di una devastante epidemia. Qualcosa però è andato storto: la scaltra meteorologa Joule Adams si risveglia dal proprio sonno criogenico con un secolo di ritardo e si accorge che la tecnologia dei corebot è stata in qualche modo corrotta, trasformando gli androidi di servizio in macchine ostili e pericolose, con l'unica eccezione del suo fido "cane", Mack, e di altri esemplari che avremo modo di conoscere nel corso dell'avventura. Supportata da un doppiaggio in italiano di ottima qualità e da un'eccellente colonna sonora, la storia di ReCore risulta molto ben raccontata e costituisce senza dubbio uno dei punti di forza di questa produzione.

ReCore è un ottimo titolo: ben narrato, coinvolgente, con tanto da scoprire. Peccato per i caricamenti!

Io, corebot

All'esordio sembrava che il gameplay di ReCore ci avrebbe reso capaci di utilizzare i core per dar vita a differenti macchine, ma nel prodotto finito tale ambizione appare evidentemente ridimensionata.

Core ingrato
Core ingrato

Sono tuttavia state mantenute le configurazioni presentate in partenza, dunque il già citato cane Mack, capace di supportare il nostro attacco saltando sui nemici ed elettrificandoli; il timoroso polipo Seth, in grado di sparare missili sui bersagli prescelti e di magnetizzarsi per farci percorrere determinate rampe; il fortissimo gorilla Duncan, che fa a pezzi gli avversari usando pugni e fuoco; e la piccola Violet, addetta ai checkpoint, ai viaggi rapidi e al cambio di squadra. Completato un breve tutorial, il gioco assume rapidamente i connotati di un action adventure con tante cose da fare e da scoprire, arrampicandosi su montagne e piattaforme nell'ottica di sezioni platform piacevoli e sfaccettate, per molti versi "vecchia scuola", che ricordano un po' l'esplorazione verticale del Prince of Persia in cel shading o finanche le catacombe di Assassin's Creed, casse incluse. Ci si sposta all'interno di mappe molto grandi, ognuna contenente passaggi che consentono di accedere a dungeon dove confrontarsi con nuove minacce, superare percorsi irti di insidie e conquistare risorse di vario tipo, in particolare i nuclei prismatici. Questi ultimi rappresentano un requisito fondamentale per potersi cimentare con determinate sfide e finanche per poter completare la storia, dunque non tiratevi mai indietro quando potete procurarvene qualcuno, o sarete poi costretti a fare backtracking per poter andare avanti. Gli oggetti raccolti potranno essere impiegati una volta tornati nello SpazzaSabbia di Joule, al fine di sbloccare e montare nuovi componenti per Mack, Seth e Duncan, nonché potenziarne le caratteristiche di attacco, difesa ed energia. Una soluzione interessante e ricca di variabili, sebbene caratterizzata da qualche spigolo in termini di interfaccia e dall'impossibilità di migliorare il fucile della protagonista, che però progredisce man mano che si sale di livello.

Obiettivi Xbox One

I cinquantatré obiettivi di ReCore ruotano attorno al crafting e alla creazione di nuovi componenti per i corebot, al raggiungimento di determinati numeri relativi al combattimento e al completamento di alcune fasi della storia. Sbloccarli è abbastanza semplice sulle prime, in quanto il loro ottenimento va di pari passo con il progresso nella campagna, ma poi serve un po' di pazienza e di impegno extra.

Sabbia e arena

Le sensazioni iniziali circa il gameplay di ReCore sono controverse, visto che la protagonista si muove in modo un po' troppo "leggero" all'interno dello scenario e la pressione del trigger sinistro attiva automaticamente un lock-on sui nemici che impedisce di sbagliare mira. In realtà dopo qualche battaglia "introduttiva" il combat system si rivela impegnativo e discretamente vario, con il fucile a impulsi di Joule che va regolato su quattro differenti colori (rosso, blu, bianco e giallo) per poter infliggere danni alle diverse tipologie di corebot che ci troveremo ad affrontare.

Core ingrato
Core ingrato
Core ingrato

A rendere il tutto più interessante è tuttavia il supporto dei nostri androidi, che possono fiaccare le difese degli avversari e distrarli a sufficienza perché si possa centrarli con un colpo caricato (dorsale destro); facendo magari comparire l'indicatore per l'attivazione dell'estrattore, una sorta di rampino con cui possiamo afferrare il core del nostro bersaglio e impossessarcene attraverso un piccolo minigame di "tiro alla fune". Grazie alla presenza di alcuni indovinati "bullet time", queste fasi si rivelano spettacolari e soddisfacenti, sia che si tratti di vedersela con un piccolo assembramento di robot fra le dune che con i grossi boss che presidiano alcuni dungeon, discretamente vari e scaltri. Il grado di sfida ci è sembrato equilibrato: la campagna si completa nel giro di circa otto, dieci ore procedendo dritti, ma i dungeon e i misteri richiedono un po' di tempo extra che aumenta la durata globale dell'esperienza. Certo, ci sono veri picchi di frustrazione sul finale, ma per i motivi sbagliati: a ogni game over il gioco ricarica tutto lo stage, con pochissime eccezioni, e ciò si traduce in un'attesa che sfiora i due minuti. Viene da sé che morire in un combattimento impegnativo e dover anche attendere tutto quel tempo per tornare in azione dà vita a episodi di frustrazione pura, un problema a cui gli sviluppatori si spera porranno rimedio rapidamente con un aggiornamento. Per il resto, la realizzazione tecnica si muove fra alti e bassi: il design dei personaggi e dei corebot è molto valido, meno quello della nemesi di turno, mentre la qualità degli scenari è altalenante e l'effettistica non rende affatto giustizia al setting, vedi in particolare le mediocri "tempeste di sabbia" della fase iniziale. Ci sono alcuni glitch, compenetrazioni poligonali e improvvisi cali di frame rate che per fortuna non inficiano in alcun modo il gameplay vero e proprio, pur trasmettendo l'idea di un engine traballante, che non riesce a offrire grandi performance, specie per quanto concerne la distanza visiva. Manca insomma un po' di rifinitura, ed è un gran peccato: con qualche mese extra i ragazzi di Armature Studio avrebbero potuto consegnarci un prodotto più coerente e "patinato", nonché magari dotato di tempi di caricamento ragionevoli.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Multiplayer.it
7.8
Lettori (70)
7.9
Il tuo voto

ReCore è un ottimo titolo: ben narrato, coinvolgente, con tante cose da scoprire nell'ottica di un'esplorazione non banale, che richiede pazienza, impegno e colpo d'occhio. La storia di Joule, di suo padre, della colonizzazione fallita di Far Eden e della rivolta dei corebot vi prenderà fin dalle prime battute, mentre il sistema di combattimento e le capacità dei vostri compagni robotici acquisteranno man mano maggiore spessore, anche grazie a un sistema di potenziamento sfaccettato e interessante. Purtroppo alcune magagne tecniche impediscono al gioco di brillare, in particolare i tempi di caricamento eccessivi al game over, ma c'è la concreta possibilità che tutto venga sistemato con degli aggiornamenti.

PRO

  • Bella storia, prezzo accessibile, ottimo doppiaggio in italiano
  • Fase esplorativa molto ricca e non banale
  • Combattimenti impegnativi e sfaccettati

CONTRO

  • Caricamenti davvero troppo lunghi
  • Qualche incertezza nel frame rate, effettistica da rivedere
  • Fase finale problematica fra backtracking e grinding