Quando Epic Games e id Software lanciarono sul mercato i primi due sparatutto in prima persona pensati soltanto per l'online, rispettivamente Unreal Tournament e Quake III Arena, li fondarono su un assioma che allora in pochi avrebbero contestato: ogni giocatore doveva partire con gli stessi mezzi e non dovevano esserci meccaniche che li avvantaggiassero in alcun modo. Era il sunto dell'esperienza fatta con le modalità multiplayer dei vari DOOM, Quake e Unreal.
L'unica discriminante di una partita doveva essere la "skill" del giocatore, che per anni è stata il faro cui tutti hanno fatto riferimento. Per skill, che possiamo efficacemente tradurre in bravura, si intendeva un mix composto dalla padronanza del sistema di controllo, dalla conoscenza di mappe e armi e dall'elaborazione di strategie atte alla dominazione di alcune risorse chiave (armi, corazze e così via). Insomma, i giochi venivano progettati non intorno al giocatore, ma intorno alla ricerca di un equilibrio che facesse risaltare capacità ed esperienza. Con gli anni gli sparatutto online incentrati sulla skill sono andati via via morendo proprio per colpa della loro maggiore virtù. I nuovi giocatori, infatti, non riuscivano ad accedere con facilità a moltissimi giochi, perché venivano letteralmente falcidiati da chi aveva più esperienza di loro. Si tratta di un processo naturale e ineluttabile, che però cozzava con le esigenze del mercato, che i giochi deve riuscire a venderli anche ai giocatori più scarsi, senza frustrarli più di tanto. Così con il passare degli anni il design degli sparatutto online si è raffinato, andando nella direzione opposta a quella iniziale: i giochi dovevano diventare accessibili a tutti e creare dei "buchi" di skill, chiamiamoli così, ossia dei momenti in cui anche il giocatore più forte non può fare nulla per evitare di essere ucciso. Non per niente pratiche considerate scorrette nei primi titoli online, come il camping, sono diventate centrali in alcuni giochi moderni, mentre si è ridotta la velocità di movimento, sono state quasi del tutto abolite tecniche come quella della doppia pressione dei tasti per eseguire una schivata, considerate fuori portata per molti giocatori, sono stati aggiunti sistemi di personalizzazione basati sulla crescita dei livelli e sull'equipaggiamento, con relativi squilibri annessi, e sono state aggiunte armi e tecniche che consentono a tutti di fare qualche punto in partita (il famigerato iron sight vi dice qualcosa?). Per dire, siamo arrivati al paradosso di un Overwatch che integra meccaniche un tempo considerate cheat e in cui la maggior parte delle azioni migliori di una partita sono legate all'utilizzo di super mosse.
Abbiamo recensito Toxikk, un bellissimo arena shooter probabilmente uscito fuori tempo massimo
Non è più il 1999
Toxikk è la conferma che gli arena shooter classici sono morti e sepolti nell'immaginario collettivo, ossia che non possono più contare su grossi numeri, ma devono vivere marginalizzati in un mercato che non li accetta più. In fondo è un grande regalo fatto all'industria, che può esaltarne l'indubbia qualità, additandone però lo scarso successo come esempio da non seguire se si vuole sopravvivere. Se rileggete il paragrafo precedente, quando parlavamo di sparatutto online classici stavamo anche descrivendo il titolo di Reakktor Studios, che possiamo considerare un vero e proprio atto d'amore verso un gameplay ormai tristemente anacronistico. Non per niente lo slogan del gioco è "Frag like it's 1999", ossia l'anno di uscita dei già citati Unreal Tournament e Quake 3 Arena.
Il problema di Toxikk è che non ha proprio niente che non va: è veloce, offre delle mappe dal design perfetto e dalle fonti d'ispirazione evidenti (come tutto il gioco, del resto): The Citadel è palesemente ricalcata su Facing World di Unreal Tournament, nonostante le maggiori dimensioni, mentre DEKK è Deck 16; introduce elementi di gameplay come l'invisibilità e la morte apparente (in realtà entrambe già viste), ma li armonizza con il resto in modo impeccabile; ci sono i veicoli, che sono un chiaro richiamo a Unreal Tournament 2004, e così via. Gli sviluppatori di loro sono stati ineccepibili nel presentare il gioco per quello che voleva essere e che è diventato: lo hanno lanciato in Accesso Anticipato a un prezzo abbordabilissimo e lo hanno continuato a supportare nonostante la crisi di giocatori. Al momento del lancio, per attirare pubblico e contrastare la concorrenza del nuovo Unreal Tournament di Epic, hanno pubblicato una versione gratuita che offre moltissimi contenuti e fa da ponte con quella definitiva, il cui prezzo è stato abbassato. Come promesso non sono previsti DLC e non sono state introdotte meccaniche free-to-play. Certo, accumulando esperienza si cresce di livello, ma serve soltanto a evitare che giocatori troppo forti si confrontino con i neofiti. Insomma: gioco di qualità sommato a comportamento correttissimo verso la comunità sarà corrisposto a vendite stellari?
Gameplay classico, giocatori moderni
Purtroppo no e, anzi, qui arriva l'unico grosso problema di Toxikk, quello per il quale non ci sono patch che possano sanare la situazione: la mancanza di giocatori. Alcuni vi diranno che il problema del gioco è Unreal Tournament di Epic, che è completamente gratuito, ma non è esattamente così. Ossia, sicuramente il titolo di Epic è più giocato, ma anche quello non fa certo numeri da capogiro se confrontati con quelli di altri sparatutto online.
Semplicemente il genere non piace ai nuovi giocatori. Toxikk è tutto un correre ad afferrare armi e risorse per iniziare una danza all'ultimo frag con i nemici. È elaborazione di strategie fulminee, ricerca del perfezionamento partita dopo partita. Le armi sono pensate con in mente la progressione classica: la più utilizzata è il lancia razzi, quindi via via ci sono le altre, apparentemente più deboli, ma solo da conoscere per poter utilizzare al meglio. C'è anche il fucile da cecchino, ma stando fermi non si vince: bisogna comunque muoversi, anche perché il sistema di movimento, che comprende doppio salto e schivate, non rende i giocatori dei bersagli inermi. Anche dal punto di vista tecnico Reakktor Studios ha fatto le cose davvero per bene. Toxikk non raggiunge il titolo di Epic, ma impostando il livello di dettaglio massimo è comunque un bel vedere. Alcune mappe, come quella ambientata in Italia, fatta di castelli e di tiepidi paesaggi, sono molto belle. Certo, il look ricercato è quello della Epic classica, quindi fatto di una fantascienza spigolosa e un po' naif con moltissimi tocchi fantasy, visibili nelle ambientazioni molto varie che spaziano da montagne innevate a città futuristiche, passando per misteriosi siti archeologici e basi militari. Le mappe non sono moltissime, ma variano a seconda della modalità selezionata (Deathmatch, Team Deathmatch, Cattura la bandiera e Dominio dei punti di controllo... niente di nuovo). Ci sono anche delle modalità single player, ossia una campagna d'allenamento divisa in missioni e la possibilità di impostare dei match per impratichirsi contro dei bot. Per fare pratica vanno più che bene, ma non sono ovviamente il fulcro del gioco. Insomma, per il prezzo richiesto i contenuti sono ottimi e il lavoro svolto è davvero eccellente. Eppure dobbiamo tornare a parlare dello scarso numero dei giocatori presenti sui server, che supera con difficoltà le cento unità nei momenti di picco giornalieri, nonostante la versione gratuita. La domanda che ne deriva è scontata: cosa vogliono in realtà i giocatori? La riposta non è chiara ma sicuramente, nonostante i proclami, non quel gameplay competitivo classico che di tanto in tanto dicono che dovrebbe tornare per spazzare via le nuove forme del gioco online. Eccolo, è tornato, ma è solo una lacrima nella pioggia.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-4770
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
- Sistema operativo Windows 10
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows XP
- Processore 2.0+ GHz Dual-Core
- 4 GB RAM
- Scheda video GeForce GTX 260
- 4 GB di spazio su Hard Disk
Requisiti consigliati
- Sistema operativo Windows 10
- Processore 3.0+ GHz Multi-Core
- 8 GB RAM
- Scheda video GeForce GTX 560 (o superiore)
Conclusioni
Toxikk è un serio candidato al premio di gioco migliore del 2016 che nessuno giocherà. Bello, radicale nel gameplay, rispettoso dell'abilità e del portafoglio del giocatore, quanto ignorato. Non ci fossero i server sempre semi-vuoti, sarebbe da acquistare a occhi chiusi. Purtroppo non possiamo consigliarvelo a cuor leggero, perché rischiamo di farvi comprare un gioco morto o quasi. Il nostro consiglio è di provare la versione gratuita per scoprire se fa per voi, magari facendo un po' di passaparola con i vostri amici per portare un po' di gente online. Ne vale la pena, davvero.
PRO
- Gameplay classico eccellente
- Mappe ben progettate
- Tecnicamente molto buono
- Versione gratuita piena di contenuti, prezzo di quella a pagamento basso
CONTRO
- Quand'è che un tributo è plagio?
- Anche se non è colpa del gioco in sé, pochi giocatori sui server