A molti sembrerà incredibile, ma sono pochissimi gli strategici a turni puri dedicati al re dei wargame 3D, ossia Warhammer 40.000. In realtà a scavare bene qualcosa si trova, ma i generi con cui più è stato sfruttato l'universo di Games Workshop sono action e derivati. Evidentemente a molti piace più lo scenario che il gioco in sé. A colmare la lacuna ci ha pensato lo sviluppatore Straylight Entertainment, che con Warhammer 40,000: Sanctus Reach ha voluto realizzare uno strategico a turni puro, dalle regole molto semplici, ma con diversi strati di complessità dati dalle caratteristiche dei campi di battaglia e delle unità.
Il gioco mette in scena l'eterno conflitto tra orki e space marine, in questo caso la legione dei Lupi Siderali, che stavolta si gioca nel sistema di Sanctus Reach. Gli orki, guidati da Grukk Face-Rippa, hanno attaccato Sanctus Reach e preso il controllo di tutti i pianeti che lo compongono, tranne uno: Alaric Prime. Perdere l'ultimo bastione della razza umana significherebbe perdere definitivamente l'intero sistema, per questo motivo non bisogna consentirlo. In termini di gioco ciò si traduce in due grosse campagne per giocatori solitari, composte da venti missioni la prima e venticinque la seconda, in cui bisogna raggiungere diversi obiettivi, di volta in volta indicati nella fase di briefing iniziale. In realtà le campagne sarebbero tre, visto che c'è anche quella tutorial, ma quest'ultima è davvero breve e serve solo ad apprendere le regole base del gioco. I contenuti single player non finiscono comunque qui, perché volendo è possibile prendere parte a delle schermaglie su mappe generate proceduralmente, delle quali si possono definire molti parametri come l'ampiezza, la dimensione degli eserciti in campo, il limite di turni e così via; oppure si può utilizzare l'editor incluso per crearsi delle campagne personalizzate. Infine c'è la modalità multiplayer, che consente di prendere parte a schermaglie contro avversari umani, giocate asincrone.
Abbiamo recensito Warhammer 40,000: Sanctus Reach, un ottimo strategico a turni per PC
Le regole base
Iniziare a giocare a Warhammer 40,000: Sanctus Reach è davvero molto semplice: ogni unità, formata da uno o più soldati, dispone di una certa quantità di punti azione che può spendere per muoversi, per attaccare o per mettersi in guardia. Le mappe, completamene tridimensionali, sono divise in caselle quadrate, con i vari oggetti dello scenario che fungono da ostacoli e coperture. Il turno tipo vede la spesa di una certa quantità di punti azione per il posizionamento delle unità, quindi, in base all'equipaggiamento, si può scegliere come e chi attaccare. Ad esempio chi dispone di armi corpo a corpo deve avvicinarsi a un'unità nemica per utilizzarle, mentre, per portare un altro caso, chi trasporta granate deve fare attenzione a non coinvolgere nell'esplosione, che si spalma su più caselle, anche le unità amiche.
In caso non si abbiano unità nemiche in vista, o si attui una strategia più attendista, è possibile mettere in guardia le unità, facendole sparare nel caso un nemico entri nel loro raggio d'azione. Vi sembra troppo semplice? Non ingannatevi, perché non è così. Anzi, Sanctus Reach è un titolo molto difficile, con missioni che richiedono tanto tempo per essere concluse. Come accennavamo, il livello di complessità del gioco aumenta esponenzialmente quando scendono in campo le unità avanzate. Ognuno degli eserciti dispone di una grande quantità di truppe, spesso molto diverse tra loro, che vanno acquistate all'inizio della maggior parte delle missioni con i punti accumulati in quelle precedenti. Ovviamente le unità migliori sono quelle che costano di più, quindi si è sempre combattuti tra la quantità e la qualità, ossia tra il creare un esercito nutrito fatto di unità più deboli, o uno più asciutto ma formato da truppe più resistenti. In ogni caso va considerata anche l'esperienza, perché con la crescita di livello le unità sbloccano abilità che possono tornare utili, a prescindere dai valori iniziali. Insomma, i fattori da tenere in considerazione sono davvero molti e la fase di pianificazione, pur non lunghissima, è determinante. Space marine e orki hanno in totale trenta tipi di unità ognuno, compresi Dreadnoughts, Rhinos e Gorkonaut. I leader, ossia le unità di comando dell'esercito, dotati tutti di abilità speciali, fanno storia a sé. Tra quelli dei lupi siderali spiccano Krom Dragongaze, Ragnar Blackmane e lo Jarl Logan Grimnar, mentre gli orki possono contare sul già citato Grukk FaceRippa e Mogrok da Mangla.
Cantonate
A rendere Warhammer 40,000: Sanctus Reach un ottimo strategico a turni ci pensano tre fattori: la già citata varietà delle unità; l'interfaccia agile e ben studiata, che consente di compiere ogni azione con pochi click (all'inizio si può fare un po' di confusione con la deselezione delle unità, ma ci si abitua in pochi minuti di gioco); e l'intelligenza artificiale, che in alcune circostanze dà veramente del filo da torcere.
Certo, giocare contro un umano è un'altra cosa, ma anche la CPU sa sfruttare le debolezze di chi ha di fronte con un certo acume... anche se va detto che spesso gioca in netta superiorità numerica e che in alcuni frangenti si incarta in modo clamoroso, soprattutto di fronte ai punti di controllo. Ne riparleremo. Detto questo Sanctus Reach ha anche diversi problemi. Il più evidente è lo scollamento delle missioni delle campagne. Non che pretendessimo filmati o altre decorazioni narrative in una produzione simile, ma qui si è esagerato un po': manca quasi completamente una trama che leghi le diverse missioni, con queste ultime che per la maggior parte sono schermaglie generate proceduralmente. Vengono fuori situazioni molto belle e la varietà è ottima, ma più di una campagna vera e propria sembra di giocare a una serie di missioni appiccicate alla bell'e meglio. Sappiamo che dobbiamo difendere il pianeta e questo è quanto. Altro problema del gioco, che deriva in buona parte da quello appena descritto, è la scarsa varietà di obiettivi da perseguire. In particolare infastidisce il massiccio ricorso ai punti di controllo da catturare e mantenere per più turni, che ritornano in moltissime mappe, oltretutto creando degli scompensi all'intelligenza artificiale. Quali scompensi? Be', a volte preferisce dirigere le unità a catturarne uno, anche se non ha più tempo per vincere, invece di distruggere le nostre truppe già indebolite. Non capita sempre, ma ci si fa caso, soprattutto quando si riesce a vincere senza meritarselo. Dal punto di vista tecnico Warhammer 40,000: Sanctus Reach tradisce il suo livello produttivo con scenari spogli e privi di dettagli. Si vede che il grosso delle risorse è stato speso nei modelli delle unità, belli da vedere quando ci si zooma sopra, ma niente di più. Insomma, dal punto di vista tecnico/stilistico non aspettatevi niente di eccezionale.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-4770
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
- Sistema operativo Windows 10
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows 7/8/10
- Processore 2GHz
- 2 GB di RAM
- Scheda video 512Mb compatibile con DirectX 9
- 2 GB di spazio su Hard Disk
- DirectX 9.0
Conclusioni
Warhammer 40,000: Sanctus Reach è un ottimo strategico a turni che farà felici gli appassionati del gioco originale, nonostante alcuni difetti non gli consentano di raggiungere l'eccellenza. La mancanza di un collante narrativo tra le missioni delle campagne e le mappe decisamente spoglie, non sono difetti determinanti, visto il genere, ma siccome alcuni concorrenti hanno fatto di molto meglio in entrambi i campi, non se ne può non tenere conto. Più rilevanti le debacle dell'intelligenza artificiale, che danno tanto più fastidio se si considera quanto in alcune situazioni risulti spietata e appagante da affrontare. Insomma, Sanctus Reach rimane comunque un titolo consigliato, ma è indubbio che poteva diventare qualcosa di più: lo strategico a turni definitivo di Warhammer 40.000.
PRO
- Molte unità ben diversificate
- Interfaccia agile, ma completa
- L'intelligenza artificiale non è male...
CONTRO
- Scenari un po' spogli
- Lato narrativo completamente trascurato
- ...ma può prendere delle grosse cantonate