La serie di Dynasty Warriors ha una lunga storia e una fanbase solidissima, specialmente in Giappone: un fattore che negli anni ha di fatto impedito a Koei Tecmo di introdurre novità sostanziali nel franchise, lasciandolo ancorato a un'impostazione oramai francamente logora.
In attesa di un moto d'orgoglio da parte del publisher nipponico, dunque, che fare per spezzare la monotonia di combattimenti troppo simili a se stessi? Semplice: prendere i personaggi più celebri della saga, aggiungere un paio di new entry e trasformare l'esperienza in un RPG tattico sulla falsariga di Fire Emblem, Super Robot Wars o del classico Kessen. La storia di Dynasty Warriors: Godseekers ha inizio quando due amici, Zhao Yun e Lei Bin, si recano in una caverna dove ritengono sia custodito qualcosa che potrebbe cambiare le sorti della guerra che sta mettendo a ferro e fuoco la Cina imperiale. Nulla lasciava però presagire che quel qualcosa fosse una misteriosa ragazza, Li Xia, che viene liberata dal sigillo che la intrappolava da chissà quanto tempo e si unisce ai due guerrieri per portare avanti una missione di grande importanza. Tra le fila dell'esercito nemico si sono infatti nascosti dei potentissimi demoni, intenzionati a sfruttare il potere degli orb per conquistare il paese e trasformarlo in un vero e proprio inferno. Riusciremo a fermarli?
Dynasty Warriors: Godseekers è un RPG tattico solido e divertente, ma privo di particolari acuti
Svolta tattica
I protagonisti del gioco sono dunque Zhao Yun e Lei Bin, armati rispettivamente di una potente lancia e di una coppia di rudimentali pistole, con Li Xia a supervisionare gli scontri e un nutrito numero di comprimari che si uniranno al gruppo in molteplici occasioni, ma che talvolta divideranno la propria strada dalla nostra. È il caso ad esempio di Liu Bei, l'autoproclamatosi imperatore della Cina, equipaggiato con una doppia spada ma non particolarmente efficace in battaglia, o dei suoi comandanti Zhang Fei e Guan Yu, molto più avvezzi al combattimento.
Il gameplay di Dynasty Warriors: Godseekers, come detto, si rifà alla tradizione degli RPG tattici e ci vede dunque impegnati in battaglie man mano più lunghe e complesse, che si svolgono all'interno di una mappa divisa in caselle e che vanno completate raggiungendo di volta in volta obiettivi specifici: l'eliminazione dei leader nemici o di un particolare bersaglio, la difesa di un comandante alleato, il raggiungimento di una zona dello scenario, l'inseguimento di un avversario in fuga e così via. Durante il nostro turno possiamo muovere e attaccare con una qualsiasi delle unità che formano il party, senza un ordine prestabilito, il che rende molto semplice impostare strategie efficaci, ad esempio danneggiare un gruppo di nemici da lontano grazie agli attacchi ranged di Lei Bin per poi sbaragliarli con la lancia di Zhao Yun. Bisogna tener presente che è meglio piazzarsi ai lati o alle spalle di un avversario per potergli arrecare più danno ed evitare che blocchi i nostri fendenti, eventualità che verrà comodamente indicata dall'interfaccia con il termine "vantage" quando andremo a selezionare il bersaglio. La maggior parte delle manovre coprono ben più di una singola casella, e il gioco ci incoraggia progressivamente a sfruttare tale elemento per colpire il maggior numero di obiettivi con un singolo attacco. Oltre alla capacità di sferrare più colpi in un turno, alternando le varie mosse e finanche sprigionando la forza della special Musou, accompagnata come da tradizione da una sequenza predeterminata in cui possiamo vedere il nostro personaggio all'opera con la propria finisher, una volta riempito l'apposito indicatore potremo anche ricorrere al devastante Synchro Attack, ovverosia un set di movimenti che "sincronizza" due combattenti donandogli altrettanti turni extra di movimento e attacco, conditi da una dirompente pioggia di colpi che viene sprigionata in un'area adiacente la nostra. Si tratta di una mossa letteralmente risolutiva, che può cambiare le sorti dello scontro quando magari ci si trova in grande difficoltà, e che va dunque utilizzata nel modo migliore possibile.
Trofei PlayStation 4
Oltre al completamento dei dieci capitoli che compongono la campagna, i quarantaquattro Trofei di Dynasty Warriors: Godseekers si ottengono eseguendo il Synchro Attack con vari personaggi, sconfiggendo un determinato numero di nemici con un singolo guerriero, potenziando al massimo una delle nostre unità e racimolando la ragguardevole somma di un milione di monete d'oro. Tutte azioni di contorno, insomma, ma non manca neppure l'achievement ottenibile portando a termine la storia due volte.
Struttura e contorno
Dynasty Warriors: Godseekers si pone fin dalle prime battute come un titolo semplice ma solido, dotato di un impianto tradizionale che non approfondisce più di tanto i propri aspetti strategici, rimanendo a distanza di sicurezza dallo spessore talvolta eccessivo di Romance of the Three Kingdoms, per rimanere in tema. L'esperienza si rivela dunque piuttosto accessibile, ma al tempo stesso priva di particolari spunti per chi ha già avuto modo di cimentarsi con una delle tante produzioni similari.
In termini strutturali la campagna è composta da dieci capitoli che è possibile completare relativamente in fretta, meno di dieci ore, ma sarà dura riuscirci senza dedicarsi al completamento di alcune delle tante missioni secondarie presenti, che si svolgono nei medesimi scenari ma moltiplicano letteralmente la durata dell'esperienza, portandola tranquillamente oltre le venti ore. I motivi per cui risulterebbe ostico procedere dritto per dritto risiedono nel discretamente ampio ventaglio di possibilità offerto dalle funzioni di compravendita delle armi, dal bottino, dall'artigianato e dai punti abilità che consentono di sbloccare perk per ognuno dei personaggi che compongono il nostro gruppo. Spendendo l'oro guadagnato in battaglia potremo eventualmente potenziare le armi fino al loro limite, variabile in base al livello degli strumenti, e riforgiarle per trasferire un particolare bonus da una parte all'altra, similmente a quanto accade in Nioh ma in modo molto, molto più intuitivo e basilare. Il quadro dipinto da questo spin-off sviluppato dai soliti Omega Force è insomma quello di un prodotto competente ma tutt'altro che sorprendente, capace di sfruttare bene una licenza che rimane molto popolare e di offrirci un punto di vista diverso sulle grandi battaglie e sui grandi condottieri della Cina imperiale. Poco da dire sul fronte tecnico: la grafica dei personaggi e degli scenari si limita a essere funzionale all'azione, le cutscene sono di discreta fattura e ben dirette, il sistema di controllo tramite croce direzionale risulta preciso ed è naturalmente possibile far scorrere rapidamente l'azione attraverso la pressione dei pulsanti X e Cerchio, così da evitare inutili lungaggini, specie nelle missioni più sfaccettate. Buono l'accompagnamento musicale, sufficientemente vario da non risultare ripetitivo dopo pochi stage.
Conclusioni
Dynasty Warriors: Godseekers è un RPG tattico semplice, divertente e con basi solide, capace di offrire una campagna non particolarmente lunga ma contornata da un numero consistente di missioni secondarie che spesso e volentieri si rivelano fondamentali per perseguire la crescita necessaria ad affrontare i nemici più forti e uscire indenni dalle situazioni più complesse. Omega Force ha dunque sfruttato bene i personaggi più celebri della serie e il tradizionale scenario della Cina imperiale, sebbene il risultato finale non regga il confronto con strategici ben più blasonati, né si riveli capace di sorprendere in alcun modo.
PRO
- Impianto semplice, divertente e solido
- Bella l'idea del Synchro Attack
- Contorno discretamente ricco...
CONTRO
- ...ma le missioni principali sono poche
- Struttura fin troppo tradizionale
- Tecnicamente solo discreto