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Best for business?

WWE 2K17 arriva su PC a quattro mesi di distanza dall'uscita su console, ma facendo finta di nulla

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   15/02/2017
WWE 2K17
WWE 2K17
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Best for business?

Nella recensione della versione console ci eravamo chiesti se la scelta di perseguire la strada della "simulazione" lenta e strategica da parte di Yuke's per WWE 2K17 fosse sensata, a fronte di quella che sembrava un'emorragia di vendite per il franchise rispetto all'episodio in cui c'è stato il sostanziale boost grafico, in concomitanza con l'approdo sulle piattaforme di nuova generazione. Ebbene, stando ai risultati dei primi quattro mesi mancano all'appello circa un milione di copie per pareggiare i conti con quanto totalizzato da WWE 2K16; ed è possibile vedere in quest'ottica l'improvviso desiderio di riportare il gioco su PC ma di farlo in una maniera quantomeno discutibile, ovverosia senza includere nel pacchetto i DLC come avvenuto invece per l'edizione precedente e anzi chiedendo l'acquisto separato del Season Pass o direttamente della Digital Deluxe per poter godere di tali extra. La presenza di Goldberg, che su PlayStation 4 e Xbox One era un bonus riservato ai preorder, non basta naturalmente a colmare questo vuoto dal punto di vista del rapporto fra prezzo di vendita e contenuti, ma è soprattutto la svogliatezza di una conversione che non si fa problemi a ignorare le grandi novità avvenute in WWE negli ultimi mesi a lasciare perplessi, dato che sarebbe bastato qualche accorgimento qua e là per portare sulla piattaforma Windows un'edizione del gioco quantomeno aggiornata in termini di roster e brand.

La versione PC di WWE 2K17 arriva fuori tempo massimo per tutta una serie di motivi

Work o shoot?

Come accennato in apertura, il gameplay di WWE 2K17 persegue le velleità simulative che hanno caratterizzato la serie negli ultimi anni, trasformandola in qualcosa di sostanzialmente diverso rispetto al button mashing semplice ma coerente delle primissime edizioni, molto più orientato alla strategia e a ritmi tutt'altro che serrati. La chiave sta nei reversal, affidati al trigger destro del controller: quando un avversario sta per colpirci, afferrarci o eseguire una mossa, la pressione di quel tasto nell'istante giusto consente di divincolarsi e reagire, riprendendo in mano le redini del match.

Best for business?
Best for business?
Best for business?

Purtroppo Yuke's ha fatto due errori in tal senso: il primo è stato quello di rendere il timing troppo spietato, perché basta premere il pulsante un attimo prima o un attimo dopo per rendere vana la manovra; il secondo è stato quello di affidare tale funzione a un grilletto, che sistematicamente impiega più tempo di un tasto normale per percorrere la propria corsa e trasmettere dunque l'input. Il risultato di un'impostazione del genere non si concretizza semplicemente nella possibilità di incassare una sconfitta, ma in qualcosa di peggio: una staticità mostruosa dell'azione, in cui si rimane impotenti a osservare l'avversario che ci pesta, ci sottopone a mosse di sottomissione e quant'altro, senza riuscire neppure a rialzarsi. E se da un lato il carattere simulativo assicura l'insorgere di situazioni sorprendenti, come ad esempio un manager che interferisce nel pin, un lottatore che decide di andarsene e perdere per count out o finanche la nostra nemesi del momento che irrompe nel corso di un match per metterci al tappeto e mandare un chiaro messaggio nell'ottica di un feud, dall'altro una regola di semplice buonsenso viene infranta quando il nemico diventa protagonista di un comeback subito dopo aver incassato una finisher, ovverosia quando non dovrebbe avere più le energie di muoversi. A ciò bisogna aggiungere una evidentissima macchinosità di fondo e svariate situazioni che lasciano perplessi: le mosse eseguite in prossimità delle corde che vanno a ramengo, il pessimo sistema delle submission basato sulla rotazione dell'analogico (per fortuna commutabile in una sorta di quick time con i tasti principali) e una vera e propria valanga di glitch più o meno gravi a rendere pesante e poco gradevole l'esperienza. È stata migliorata la gestione delle situazioni in cui ci si ritrova ad avere a che fare con più avversari contemporaneamente, vedi i triple threat o la stessa Royal Rumble, ma si tratta un po' di gocce nel mare rispetto a un impianto che appare sempre più chiuso su se stesso e che andrebbe senza dubbio reinventato. Anche dal punto di vista tecnico: la presenza di alcune superstar fedelmente riprodotte stride con altre meno curate, mentre sul fronte del roster femminile c'è stato un netto miglioramento dei modelli ma tanti elementi risultano ancora spietatamente old-gen, in primis i capelli. In generale la grafica appare piatta, l'effettistica è scarsa e male utilizzata, ma tutto ciò non produce performance incredibili su PC: la configurazione di prova ci ha consentito di giocare anche a 4K reali, accontentandoci però di 30 frame al secondo o meno nel caso di tre o più superstar sul ring. Decisamente migliore la situazione a 1440p, con il gioco che mantiene i 60 fotogrammi stabili con la sola eccezione delle sequenze di entrata, forse per qualche motivo bloccate a 30 frame al secondo.

Feel the power

In termini di contenuti WWE 2K17 va a consolidare l'offerta delle precedenti edizioni per quanto concerne le due modalità principali, la Carriera e il WWE Universe. La prima ci vedrà cominciare letteralmente da zero, con un lottatore creato per l'occasione e un provino presso il Performance Center di Orlando, per poi combattere negli show di NXT, guadagnare poco a poco la popolarità necessaria per debuttare nel main roster e da lì puntare sempre più in alto.

Best for business?
Best for business?

È in tale frangente che trova spazio una delle novità di questa edizione, vale a dire la possibilità di cimentarsi con le promo attraverso un semplice minigame in cui bisogna intercettare gli umori del pubblico e mettere insieme delle frasi da pronunciare in favore di telecamera. La qualità dello script lascia però a desiderare, e il fatto che tutti i dialoghi siano unicamente testuali e non parlati toglie gran parte del fascino a tale feature. Il WWE Universe si conferma invece come una modalità "totale", in cui possiamo controllare ogni singolo aspetto degli show e decidere di giocare in prima persona i match, assistervi o lasciare che vengano simulati rapidamente. Le possibilità di personalizzare i vari aspetti dell'esperienza sono molteplici, e vanno di pari passo con i contenuti dell'editor, mai così completo, che consente di creare e condividere le proprie superstar modificandole in tutto e per tutto, assegnandogli un set di mosse, un'entrata, un video di accompagnamento e finanche le animazioni relative alla vittoria. A fronte degli sforzi fatti dal punto di vista della completezza stride dunque la mancanza della modalità Showcase, lo story mode che nelle precedenti edizioni offriva addirittura diverse storyline e che in WWE 2K16 ci vedeva ripercorrere la carriera di "Stone Cold" Steve Austin. Una scelta incomprensibile, visto che in questo modo viene eliminato uno degli elementi più accessibili del franchise, la modalità su cui i novizi puntavano per familiarizzare con il gameplay del gioco per poi approfondirne le sfaccettature dedicandosi al resto dell'offerta. È presente anche un comparto online che permette di sfidare altri utenti o partecipare a eventi speciali, ma non stupisce che durante i nostri test fosse quasi del tutto deserto: considerato il ruolo centrale del reversal e la precisione richiesta in termini di timing, viene da sé che basta un po' di lag per pilotare in modo decisivo l'andamento di un incontro a favore dell'uno o dell'altro contendente.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 6600K
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1070 Jetstream
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5 3550, AMD FX 8150
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 660, AMD Radeon HD 7770
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Hard disk: 50 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 3770, AMD FX 8350
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 770, AMD Radeon R9 290
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 50 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7, Windows 8, Windows 10 a 64 bit

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (7)
6.7
Il tuo voto

La versione PC di WWE 2K17 arriva fuori tempo massimo per tutta una serie di motivi. I quattro mesi di distanza dal lancio del gioco su console sono stati infatti densi di importanti avvenimenti negli show televisivi e sarebbe bastato qualche accorgimento per tamponare le mancanze in tal senso. Anche alla luce di ciò, la scelta di vendere il titolo a prezzo pieno senza includere i DLC appare sconsiderata, mentre permangono tutte le perplessità su di un impianto lento e macchinoso, troppo incentrato sui reversal, laddove strutturalmente gli arricchimenti della carriera e del WWE Universe non bastano a colmare la mancanza di una modalità accessibile e caratterizzante come lo Showcase.

PRO

  • Roster ricco, su PC è incluso Goldberg
  • Modalità corpose, editor mai così completo
  • Alcuni personaggi fatti molto bene...

CONTRO

  • ...altri lasciano a desiderare, così come l'effettistica
  • Non include i DLC come la passata edizione
  • Gameplay legnoso e lento, niente story mode