La generazione degli ultra trentenni è letteralmente cresciuta con un certo tipo di film horror, dalla saga di Venerdì 13 a quella di Halloween, passando naturalmente per Non aprite quella porta e Nightmare on Elm Street.
Veri e propri classici che hanno ispirato gli sviluppatori di Slayaway Camp, titolo al debutto su App Store dopo aver riscosso un discreto successo su Steam. Si tratta di un progetto piuttosto peculiare, in effetti: un puzzle game caratterizzato da una grafica "cubica" in cui controlliamo un folle serial killer determinato ad ammazzare le proprie vittime nell'ottica di oltre centoquaranta livelli divisi in undici scenari, questi ultimi rappresentati da videocassette che vanno sbloccate man mano insieme a nuove, dolorosissime "fatality" per i malcapitati che finiranno sulla nostra strada e ad altrettante skin per il protagonista dell'avventura. L'ultraviolenza del gioco viene naturalmente mitigata dal simpatico stile a base voxel utilizzato per rappresentare i personaggi e le ambientazioni, ma parliamo di manovre decisamente brutali: dalla semplice decapitazione all'inforcata, dalla triturazione all'affettamento, e così via. Tali sequenze si svolgono nell'ambito di una sorta di (banale) quick time event che "premia" le migliori uccisioni, e in cui ci viene chiesto di fermare un indicatore nel momento giusto, quando transita nella zona rossa dello slider.
Slayaway Camp è un puzzle game che mette sul tavolo una serie di elementi riusciti e ben amalgamati
Il tocco che uccide
Eliminare le nostre vittime in Slayaway Camp è semplice, basta raggiungerle e toccarle o finanche piazzarci davanti a loro e spaventarle al punto da farle fuggire verso un destino atroce, come può essere la caduta in un baratro o in un fuoco acceso. La peculiarità del gioco sta però nelle sue meccaniche puzzle, che disegnano ogni scenario come una sorta di diorama diviso in righe e colonne che possiamo percorrere unicamente in tutta la loro lunghezza, senza la possibilità di fermarsi in un punto specifico.
Viene da sé che una struttura di questo tipo implica un minimo di ragionamento sull'ordine delle mosse (invertibile tramite un apposito tasto), specie durante gli stage in cui viene chiesto di uccidere le vittime e tornare nella dimensione oscura cui apparteniamo entro un numero limitato di turni. Bisogna insomma ragionare sugli ostacoli, le possibili sponde, il movimento "circolare" che si esegue per raggiungere una zona che inizialmente appare preclusa. Non mancano però le variazioni sul tema, come ad esempio l'introduzione di unità in grado di difendersi (a cominciare dai poliziotti, che vanno attaccati alle spalle o di lato) oppure, da un certo punto in poi, la possibilità di spegnere la luce nella "stanza" e cambiare le carte in tavola. Accorgimenti che riescono effettivamente a evitare un eccessivo grado di ripetitività, mantenendo sempre alto l'interesse nei confronti di un'esperienza che sa dare tanto agli appassionati di rompicapo. Il modello premium da 2,99 euro scelto dagli sviluppatori esclude a priori qualsiasi in-app purchase, e così le monete d'oro raccolte con ogni successo possono essere impiegate per lo sblocco delle "fatality" di cui sopra o di suggerimenti e soluzioni per gli enigmi più ostici, così da non rimanere bloccati.
Conclusioni
Slayaway Camp mette sul tavolo una serie di elementi riusciti e ben amalgamati: le citazioni degli horror movie classici, uno stile grafico simpatico che stride con l'ultraviolenza del gioco e meccanismi puzzle stuzzicanti e ingegnosi, che si rinnovano ciclicamente con nuove feature, personaggi e situazioni. L'impianto messo a punto da Blue Wizard Digital, solido e accattivante, viene coadiuvato da una struttura particolarmente ricca, con oltre centoquaranta livelli e undici differenti "pellicole", a cui ne verranno aggiunte altre con i prossimi aggiornamenti. Se siete alla ricerca di un puzzle game fuori di testa e diverso dal solito, magari senza le tradizionali limitazioni dei prodotti freemium, l'acquisto è d'obbligo.
PRO
- Stuzzicante e impegnativo
- Oltre centoquaranta livelli
- Lo stile stride con la violenza del gioco...
CONTRO
- ...ma i "cubi" cominciano un po' a stancare
- I minigame delle "fatality" sono banali