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Il Giappone lancia la sfida a Hearthstone

I manga si uniscono ai giochi di carte collezionabili con il buon Shadowverse

RECENSIONE di Marco Salemi   —   15/03/2017

Prendete i disegni degli anime giapponesi, aggiungete le carte collezionabili e uno stile di gioco che ricalca il super famoso titolo Blizzard, condite il tutto con una trama neanche troppo complicata e otterrete Shadowverse: in un panorama quanto mai ricco di giochi di questo tipo, mira a concorrere con Hearthstone potendo contare già su 8 milioni di account attivi soprattutto in Giappone, Corea del Sud e Nord America. Nel paese del Sol Levante, il gioco sviluppato da Cygames è uscito a metà 2016 ed è disponibile su Steam dalla metà di ottobre; sono già uscite ben due espansioni (Darkness Evolved e Rise of Bahamut) di carte e una terza è in arrivo a fine marzo. Ci sono diversi elementi che hanno contribuito al successo di questo titolo: sicuramente ha una buona modalità campagna single player, divisa in capitoli di difficoltà crescente, che aiuta a familiarizzare con i le sette classi presenti in Shadowverse (di cui vi parleremo più in dettaglio a breve), poi, nonostante le numerose carte uscite, il gioco prende per mano i nuovi giocatori regalando subito un altissimo numero di bustine e, infine, ha un sistema di obiettivi e di missioni giornaliere con ricompense utili per l'acquisto di altre buste o per ingressi finalizzati alla modalità arena.

Il Giappone lancia la sfida a Hearthstone

Tutto questo vi aiuterà a tenere lontano le mani dal portafogli. Sì, perché Shadowverse, uscito anche per piattaforme mobile iOS e Android, è un titolo completamente gratuito con modello di acquisto alla Hearthstone e la possibilità di distruggere e costruire le carte e in cui potrete anche comprare i pack per denaro reale o monete virtuali chiamate Rupies, tuttavia, giocando normalmente, se ne ottengono gratuitamente un numero soddisfacente anche senza spendere un centesimo, a meno di voler tutte le carte subito e ad ogni costo. Il numero di carte presenti in un mazzo è di 40, mentre nella modalità arena se ne utilizzano 30, e il gameplay, al di là delle differenze tra le classi che prenderemo in esame più avanti, è molto classico, quindi ogni carta ha il suo costo di lancio e può essere una creatura con forza e costituzione che identificano rispettivamente quanti danni infligge e quanti ne può subire, magia con effetto immediato e un tipo di carta, amuleto o sigillo, che resta in campo permanentemente oppure fino al verificarsi di alcune situazioni. L'effetto della carta non è scritto su di essa ma in ogni momento è possibile cliccarci sopra per far comparire il box in cui sono descritte le regole di funzionamento e questo ha l'indubbio vantaggio di lasciare molto più spazio per l'artwork, uno dei pezzi forte di Shadowverse, specialmente se siete amanti dei disegni giapponesi. Il costo di lancio di una carta va soddisfatto utilizzando gli orb (un altro modo di chiamare il mana) che aumentano con l'avanzare dei turni e, per vincere la partita, dovete portare l'avversario a zero punti vita dai 20 che se ne hanno in partenza. Andiamo ad esaminare approfonditamente le classi di gioco e le meccaniche originali di Shadowverse.

Shadowverse unisce l'arte dei disegni giapponesi a un gioco di carte con meccaniche molto orginali

Evoluzioni

Prima di introdurre i sette personaggi di Shadowverse, ognuno con un personale stile di gioco che ne identifica appunto la classe, dobbiamo parlare dell'altro elemento unico, la meccanica di evoluzione: tutti i follower (i servitori hanno un nome piuttosto "social") hanno una versione "evoluta" e, dopo 4 turni dall'inizio della partita, ad ogni giocatore si attiveranno due o tre indicatori di evoluzione (ne riceve tre chi inizia per secondo e due chi comincia per primo) che possono essere utilizzati per potenziare una creatura appena evocata o già giocata nei turni precedenti.

Il Giappone lancia la sfida a Hearthstone

Quando si attiva l'evoluzione, se la creatura è stata appena lanciata può attaccare solo le altre creature dell'avversario, in caso contrario potete scegliere qualunque bersaglio. Questo elemento fa variare la strategia di gioco in maniera sostanziale visto che molte altre carte attivano il loro effetto in presenza di servitori evoluti o quando si verifica un'evoluzione. Come dicevamo, le classi del gioco sono identificate da personaggi unici: è arrivato il momento di conoscerli. Arisa è una cant... ehm, è una giovane arciera della classe Forestcraft e la particolarità del suo stile di gioco è la presenza di moltissime carte che riempiono la vostra mano di follower Fata 1/1 al costo di 1; queste piccole creature servono ad aiutarvi a lanciare magie o creature molto più potenti, infatti, l'effetto bonus si attiva se vengono giocate come terza carta nello stesso turno: visivamente l'interfaccia di gioco vi indicherà quante carte sono state giocate rendendo ancor più immediato e semplice l'utilizzo. Erika appartiene alla classe Swordcraft la cui particolarità è rappresentata dai servitori che interagiscono potenziandosi o dandosi vantaggi reciproci a seconda del grado militare quindi, ad esempio, un follower di tipo officer potrebbe ottenere dei vantaggi se entra in gioco ed è presente un commander. Rowen è un cavaliere della classe Dragoncraft che, un po' come accade per il druido in Hearthstone, cerca di aumentare i suoi orb velocemente con carte che possono darvene uno extra e questo è necessario per raggiungere la soglia di Overflow ( 7 orb) che gli permette di giocare le sue carte più potenti.

Classi Magiche

Isabelle è una procace maga appartenete alla classe Runecraft e la sua caratteristica unica è quella di attivare un'abilità chiamata Spellboost ogni volta che si gioca una magia (nel gioco è considerata magia ogni carta con l'identificativo "spell") e, quando giochiamo la magia successiva, se Spellboost è attivo avremo un effetto potenziato: anche in questo caso (come su praticamente tutte le caratteristiche uniche dei personaggi) l'interfaccia di gioco ci aiuterà a capire quando sarà attivo il bonus.

Il Giappone lancia la sfida a Hearthstone

Luna è un'innocente bambina dal passato macabro che ha perso i genitori ed è una devota della classe Shadowcraft (una sorta di piccola negromante). Questa particolare scuola utilizza delle magie o dei servitori che possono aumentare i punti shadow disponibili e necessari per attivare effetti più potenti di altre carte a patto di averne il numero giusto, attenti però perché, una volta utilizzati, questi punti shadow vengono consumati e devono essere ricaricati. Urias è un vampiro che appartiene alla classe Bloodcraft (ricorda molto i personaggi di Castlevania), ha un tipo di gioco che diventa più potente quando è presente l'abilità Vengeance ma, per attivarla, occorre essere a 10 punti vita o meno, quindi, molte delle carte che giocate vi infliggeranno dei danni per arrivare il più presto possibile alla condizione di potenziamento in cui si potranno utilizzare carte davvero devastanti. L'ultima dei sette personaggi è l'immancabile sacerdotessa, si chiama Eris e la sua scuola è la Havencraft: è particolarmente difficile da padroneggiare, visto che le sue carte sono soprattutto degli amuleti che entrano in campo con sopra dei "segnalini conto alla rovescia" che diminuiscono il proprio valore una volta per turno attivandosi quando arrivano a zero; questo effetto può essere di ogni tipo, dall'evocazione di creature particolarmente forti al semplice pescaggio di carte o distruzione della creatura nemica, in ogni caso, Eris ha molte carte che curano i servitori o lei stessa. Ognuno di questi 7 personaggi si avvale di carte uniche utilizzabili solo da loro pur essendoci, ovviamente, carte neutrali da giocare in tutti i mazzi e che comprendono anche le magie (a differenza di quanto visto in Hearthstone in cui, tra le neutrali, ci sono solo servitori).

Differenze... sostanziali

Come succede in Hearthstone, anche in Shadowverse ogni servitore può avere diverse abilità ma, per come è strutturato il gioco, i risvolti sono molto diversi: il grido di battaglia si chiama Fanfare ma ha lo stesso effetto e si attiva nel momento in cui un follower entra in campo, mentre Last Words si verifica quando muore un servitore ed è il corrispettivo del rantolo di morte. Attenzione, però: in Shadowverse esiste la possibilità, attraverso carte specifiche, di bandire (banish) un servitore che sparirà dall'arena invece di morire, rendendo inservibile l'abilità Last Word. Un follower con l'abilità Bane può uccidere qualunque servitore avversario a cui infligge danno e l'abilità Storm permette ad una creatura appena evocata di attaccare immediatamente, inoltre, rimanendo sugli effetti comuni al titolo Blizzard, l'abilità Ward corrisponde alle creature con protezione e, quindi, vanno uccise prima di attaccare l'avversario; infine, alcuni servitori attivano un determinato effetto ad ogni fine turno fino a che restano in campo.

Il Giappone lancia la sfida a Hearthstone

Tutto uguale quindi? Assolutamente no, ecco cosa rende unico Shadowverse: innanzitutto, abbiamo già sottolineato la differenza dovuta alla possibilità di bandire di alcune carte, poi, la caratteristica unica di ogni personaggio influisce, a nostro avviso, in maniera più significativa del potere eroe delle classi di Hearthstone, ma la parte di gameplay in cui Shadowverse è molto diverso è la meccanica Evolved spiegata nel paragrafo precedente. In ultimo, sottolineiamo che la componente casuale, che tanto fa discutere in Hearthstone, ha un impatto molto minore nel titolo Cygames, limitandosi ad alcune situazioni che non cambiano l'esito della partita così spesso come accade nel titolo Blizzard. Muovendo una critica a questo gioco potremmo dire che, nonostante ci siano moltissime carte per ogni classe che rimuovono i servitori in campo, ce ne sono alcuni che sembrano davvero esagerati e, talvolta, talmente potenti che i 20 punti vita di partenza sembrano pochi, per cui capita di perdere la partita se non si ha in mano una pronta risposta; in considerazione di questo, forse 30 punti vita iniziali sarebbero stati meglio. Oltre alla modalità storia, Shadowverse include diverse modalità di gioco: è possibile sfidare l'intelligenza artificiale a diversi livelli di difficoltà, duellare con un avversario casuale in amichevole oppure in modalità classificata, inoltre, è presente un'arena del tutto simile a Hearthstone ma in cui si scelgono due carte alla volta invece di una e si giocano 5 partite indipendentemente dalle vittorie e dalle sconfitte con un premio commisurato al numero di partite vinte.

Arte e colori nipponici

Le illustrazioni delle carte e dei personaggi principali sono davvero molto belle e le apprezzerete in modo particolare anche per il fatto che ogni servitore ha un ulteriore disegno per la sua versione "evoluta" che rende tutto più spettacolare nel modo in cui, durante una partita, si trasforma dalla versione base a quella potenziata.

Il Giappone lancia la sfida a Hearthstone

Anche la realizzazione dell'interfaccia di gioco è semplice e chiara, nonostante la spiegazione delle carte appaia in un box a parte invece che sulla carta stessa; è anche molto facile costruire il mazzo con moltissimi filtri a disposizione. E' evidente che l'interfaccia sia stata studiata per dispositivi mobile, rimane molto funzionale anche nell'utilizzo con il mouse, ma la nota stonata di questo comparto grafico di alto livello è la poca chiarezza dei colori dei bordi delle carte che ne identificano la rarità, per cui non sempre sarete in grado di comprenderla, tuttavia, se avrete dubbi, vi consigliamo di controllare quante "vial" vi fornirebbe la distruzione di una carta per conoscerne immediatamente la rarità. I temi musicali sono abbastanza vari e adatti alle arene di gioco, alcuni sono epici, altri più macabri ma sembrano ben realizzati; anche la melodia presente nei menù di scelta di gioco è piacevole anche se dopo un po' diventa ripetitiva: forse avrebbero dovuto scegliere almeno un paio di temi visto che si passa buona parte del tempo a costruire mazzi. Per ora il gioco è in giapponese e in inglese ma è prevista la localizzazione completa in Italiano entro giugno 2017 e il numero di carte totali tra la base e le due espansioni è di oltre trecento.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i5-4690K 3.50Ghz Core
  • 16GB Ram
  • Scheda Grafica NVIDIA gtx 1060

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7/8.1/10 (32-bit or 64-bit)
  • Processore Intel Core2 Duo 2.4GHz/AMD A4-7300
  • 2 Gb Ram
  • Scheda Grafica NVIDIA GeForce 7600GT (VRAM 256MB) o AMD Radeon HD 8470D
  • Spazio su disco richiesto 2 Gb

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, App Store, Google Play
Multiplayer.it
8.0
Lettori (3)
8.7
Il tuo voto

Se siete amanti dei disegni giapponesi e dei giochi di carte collezionabili non fatevi sfuggire Shadowverse, è una buona alternativa a Hearthstone, specialmente se siete frustrati dall'eccessiva casualità del titolo Blizzard; inoltre, il numero alto di bustine che si ricevono all'inizio e le numerose ricompense durante il gioco lo renderanno molto accessibile a chi vuole un titolo di questo tipo totalmente gratuito senza rimanere troppo indietro rispetto a chi paga per avere ogni carta.

PRO

  • Meccaniche di gioco varie e originali
  • Tante carte da subito ai nuovi giocatori
  • Illustrazioni delle carte davvero ben realizzate

CONTRO

  • Alcune carte sembrano troppo potenti
  • Bilanciamento da verificare
  • Rarità delle carte non facilmente distinguibile