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Kona, recensione

Kona esce dall'Early Access e approda su PC e console: la nostra recensione del gioco sviluppato da Parabole

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   23/03/2017

Quando circa un anno fa abbiamo avuto modo di provare Kona, ne siamo rimasti affascinati. Sin dalla sua beta, il titolo realizzato dal team indipendente Parabole ha infatti dimostrato di saper sfruttare al meglio l'attrattiva offerta da un'ambientazione come quella del Canada più selvaggio, catturando il giocatore con la sua componente esplorativa avvolta da mistero. Un motivo più che valido per appuntare sul calendario la data d'uscita fissata poi per il 17 marzo 2017, giorno in cui Kona ha abbandonato la fase di Early Access per arrivare su PC, ma non solo. Nello stesso momento, Kona è infatti uscito anche su PlayStation 4 e Xbox One: proprio la versione console - nello specifico quella per la macchina targata Sony - è stata quella che abbiamo provato per scrivere la recensione che state leggendo. Saranno state confermate le prime impressioni?

Altro che primavera, nel Canada di Kona è ancora pienissimo inverno!

Dove sono tutti?

Il luogo che fa da sfondo alle vicende raccontate da Kona è Atamipek Lake, zona immaginaria del Canada collocata nel Quebec del nord. Siamo nel 1970 e da queste parti vive una comunità di nativi Cree, entrata in contrasto con il ricco industriale W. Hamilton, proprietario di una miniera di rame nella regione.

Kona, recensione
Kona, recensione

È proprio il magnate a chiamare in causa il protagonista del gioco, Carl Faulbert, veterano di guerra riciclatosi come investigatore privato una volta tornato in patria. Hamilton chiede al nostro personaggio d'indagare su una serie di atti vandalici ai danni di una delle sue proprietà, dandogli appuntamento presso l'emporio locale per prendere accordi e iniziare le ricerca dei colpevoli. Il portafogli del cliente convince Carl ad arrampicarsi al nord senza fare troppe domande, ma poco prima di arrivare al luogo dell'incontro l'investigatore ha un incidente e finisce fuori strada, perdendo conoscenza. Una volta sveglio, Carl inizia a rendersi conto di essere l'unico essere umano presente nella zona, mentre la bufera di neve - straordinaria anche per un luogo così "nordico" - continua incessante. Come se non bastasse, una volta raggiunto l'emporio Carl trova effettivamente Hamilton ad aspettarlo, ma sotto forma di cadavere: l'investigatore decide di non tirarsi indietro, proseguendo per obbligo di verità a tentare di capire cosa sia accaduto ad Atamipek Lake. Senza svelare altro, ci limitiamo a dire che le vicende legate ad Hamilton finiranno per intrecciarsi con quelle degli abitanti del luogo, fino ad arrivare all'inevitabile componente sovrannaturale alla base di tutto l'accaduto. La trama per la verità non brilla particolarmente in termini di originalità, ed è anche per questo motivo che Kona riesce a dare il meglio di sé durante le prime fasi di gioco. Trovarci costretti a esplorare in solitudine un ambiente dove la presenza di un mistero continua a fiatarci sul collo mentre i centimetri di neve si accumulano è un'esperienza ai limiti dell'angosciante, alimentata da un narratore onnisciente che all'occorrenza non si fa problemi a scherzare sulla sorte di Carl. La componente narrativa gioca dunque un ruolo fondamentale in Kona, etichettato come un horror in modo errato: al di là degli elementi macabri che compongono la trama, la principale fonte di stress è dettata dalla sensazione di essere soli in mezzo al nulla, aspetto in cui il progetto targato Parabole riesce a toccare ottimi livelli.

Trofei PlayStation 4

Kona conta un totale di trentasei Trofei, di cui uno di tipo Platino, cinque oro, dodici argento e diciotto bronzo. Molti di essi sono legati al completamento del filone principale della trama del gioco, ma l'elenco comprende anche alcuni dettagli appartenenti ad aspetti secondari. Date l'assenza di free roaming e l'impossibilità di salvare su file diversi, ai fanatici del completamento al cento per cento a tutti i costi conviene stare con gli occhi ben aperti quando si va in giro sin dalla prima partita.

Attenti al freddo

A questo punto qualcuno potrebbe vedere Kona come un walking simulator, ed è innegabile che il gioco abbia tratto ispirazione da titoli come Firewatch, The Stanley Parable e altri. L'esperienza offerta dal titolo di Parabole non può comunque essere vista come una semplice "passeggiata", se consideriamo i suoi elementi di tipo survival. Il clima rigido di Atamipek Lake costringe infatti Carl a riscaldarsi sempre a dovere prima di andarsene in giro all'aria aperta; per farlo, deve raccogliere fiammiferi e pezzi di legna sparsi della zona, affidandosi poi ai bracieri presenti nelle case per riportare l'indicatore di calore corporeo ai livelli giusti. Esiste anche un fattore di stress, legato a elementi della trama e a fasi di gioco particolari: in questo caso se l'indicatore scende troppo non si muore, ma precisione e movimenti del nostro alter ego virtuale vengono fortemente limitati. Il terzo e ultimo parametro da tenere in considerazione riguarda il livello di salute del protagonista, e su questo c'è poco da dire.

Kona, recensione

A meno che non si decida di andare deliberatamente in giro a congelarsi, bisogna specificare che Kona è piuttosto generoso in termini di risorse. La scelta degli sviluppatori è stata dunque quella di offrire un'esperienza meno frustrante in termini di sopravvivenza, ma a noi non sarebbe affatto dispiaciuto trovare una sfida più impegnativa anche in questo senso. Qualche grattacapo in più arriva dagli enigmi presenti in giro: niente di irrisolvibile, intendiamoci, ma almeno in un paio di occasioni ci viene chiesto di aguzzare vista e cervello per non rimanere bloccati. A questo proposito, segnaliamo anche un po' di backtracking alla ricerca di oggetti mancanti, favorito dal fatto che Kona preferisce aiutarci ben poco nel trovare in generale il modo per andare avanti. Un accenno del narratore o una nota sul diario di Carl possono infatti essere le uniche vie d'uscita: una scelta che alla luce di quanto detto per la parte survival accogliamo con piacere, ma che immaginiamo per qualcuno possa essere fonte di frustrazione. In Kona trova spazio anche qualche fase d'azione, compresa quella finale, ma purtroppo è proprio quest'ultima a definire tutti i limiti della fatica di Parable. Senza rivelare niente possiamo dire che l'epilogo lascia con l'amaro in bocca per più di un motivo, rendendo tra l'altro poi impossibile tornare ad Atamipek Lake in quella che sarebbe stata una gradita modalità free roaming che sarebbe stata utile per scoprire eventuali parti secondarie della trama non venute a galla durante la fase principale dell'avventura.

Luci e ombre su Atamipek Lake

Kona, recensione

In termini tecnici, come abbiamo già detto Kona offre una spettacolare rappresentazione del Canada più selvaggio. Dalla fisica dei fiocchi di neve e delle folate di vento fino agli effetti sonori legati agli eventi atmosferici, tutto concorre a definire il senso di solitudine e desolazione che permea le prime fasi di movimento in giro per la mappa. Purtroppo, però, è proprio nel momento in cui ci si muove che emerge qualche magagna. La versione PlayStation 4 che abbiamo provato ha per esempio mostrato più volte incertezze in termini di frame al secondo sulla PlayStation 4 Pro in nostro possesso, a fronte di un dettaglio grafico che non le giustifica di certo. In secondo luogo, mentre ci si muove in auto o in motoslitta si finisce per incorrere spesso e volentieri in caricamenti legati alla zona in cui ci troviamo: non lunghissimi, ma comunque fastidiosi e poco indicati per un'esperienza che vorrebbe fare del coinvolgimento uno dei suoi punti di forza. La colonna sonora si adatta piuttosto bene alle varie situazioni di gioco e presenta alcuni brani di buona fattura, anche se forse qualche variante in più avrebbe contribuito a spezzare la ripetitività delle musiche alla lunga.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (12)
7.6
Il tuo voto

Le prime due ore di Kona restano inevitabilmente impresse, tanta è la sensazione di smarrimento di fronte al gelido bianco della neve di Atamipek Lake. Proseguendo l'avventura emergono progressivamente tutti i limiti di questo titolo, comunque godibile soprattutto da chi ritiene di poterne apprezzare le dinamiche esplorative e il buon livello narrativo. Resta evidente una certa dose di talento all'interno di Parabole, team di cui speriamo di tornare a sentir parlare in tempi brevi.

PRO

  • Atmosfera eccezionale, soprattutto all'inizio
  • Buon livello narrativo
  • Diversi elementi da scoprire

CONTRO

  • Evoluzione della trama piuttosto scontata
  • La fase finale è la peggiore
  • Troppe incertezze tecniche