La recensione di Star Ocean: The Last Hope in versione rimasterizzata

A distanza di quasi dieci anni dalla sua prima release su Xbox 360, seguita un paio d'anni dopo dalla versione International per PlayStation 3, Star Ocean: The Last Hope ritorna sotto i riflettori con un'edizione rimasterizzata, sottotitolata per l'appunto Full 4K & HD Remaster, e lo fa in un momento delicato. La serie creata da tri-Ace, compagnia nata da una costola di Namco e dal team che aveva sviluppato Tales of Phantasia nel lontano 1996, ha sempre incontrato qualche difficoltà nell'imporsi sul mercato e l'ultimo capitolo, Star Ocean: Integrity and Faithlessness, più che rivitalizzare il brand l'ha praticamente affossato. È sorprendente che Square Enix abbia deciso di rimasterizzare The Last Hope, ma forse è un ultimo, disperato tentativo di convincere il pubblico che la serie può ancora dire qualcosa.

Spazio, prima frontiera

Dopo il terzo Star Ocean, la serie a un certo punto ha ben pensato di abbandonare una numerazione precisa e affidarsi soltanto ai sottotitoli per non confondere i potenziali giocatori: in effetti non è necessario aver giocato i precedenti Star Ocean per comprendere la storia di The Last Hope anche perché, in effetti, The Last Hope è il prequel di tutta la saga e solo i veterani che li hanno giocati tutti riconosceranno i minuscoli collegamenti con gli altri episodi. Per tutti gli altri, The Last Hope è "semplicemente" l'odissea di Edge Maverick e della sua amica d'infanzia Reimi Saionji, giovani membri della Special Reconaissance Force incaricata di cercare un nuovo pianeta abitabile ora che la Terra è sull'orlo del collasso. I nostri eroi si imbattono tuttavia in una minaccia cosmica che li costringerà a viaggiare in lungo e in largo, assemblando un'eterogenea squadra di avventurieri extraterrestri decisi ad aiutarli per ragioni più o meno personali. La storia miscela elementi fantasy e sci-fi in un'avventura epica che inizia lentamente per ingranare col passare delle ore: Star Ocean è una delle poche serie nipponiche che spinge molto sul fattore fantascienza e The Last Hope, in questo senso, è uno dei suoi titoli più riusciti dato che affronta alcuni temi interessanti e originali.

Il problema è che lo fa attraverso personaggi ben caratterizzati, ma che ricadono negli stereotipi tipici dell'animazione giapponese: il protagonista insicuro che cresce nel corso dell'avventura, l'amica segretamente innamorata, la bimba buffa, il cyborg estraniato e così via. Tutto sommato il cast si rivela abbastanza gradevole e interagisce spesso nel corso della storia, ma alcuni passaggi appaiono ancora oggi piuttosto forzati e fin troppo melodrammatici a causa anche di un doppiaggio in inglese poco soddisfacente: molto meglio, in questo senso, impostare la traccia originale giapponese. Questa versione Full 4K & HD Remaster è infatti basata su quella International uscita per PlayStation 3 nel 2010, perciò consente anche di cambiare il menù e le illustrazioni che rappresentano i personaggi in stile anime, oltre a proporre tutta una serie di bilanciamenti in termini di gameplay che molti giocatori, a questo punto, non coglieranno neppure, ma che all'epoca gradimmo non poco. Se la trama di Star Ocean: The Last Hope può apparire iperbolica e stucchevole, scandita attraverso numerose cinematiche esageratamente prolisse, è più difficile muovere critiche al sistema di combattimento che, dopo un inizio poco esaltante, si spalanca a tantissime possibilità e diventa uno dei più tecnici e interessanti degli ultimi anni.

Gli scontri si svolgono in arene seguendo un'impostazione completamente action, ma il giocatore deve imparare a controllare i personaggi giusti e a concatenare abilità, attacchi e schivate per soverchiare i nemici. È un vero peccato che l'ottimo sistema di combattimento metta in cattiva luce le frustranti fasi di esplorazione, anche a causa di una struttura arcaica che costringe il giocatore a salvare in punti specifici, spesso molto distanti tra loro. In questi momenti, The Last Hope sente tutto il peso dei suoi anni sul fronte del gameplay, mentre su quello tecnico questa versione Full 4K & HD Remaster tiene fede al sottotitolo altisonante grazie soprattutto a una caterva di opzioni grafiche che permettono di personalizzare l'esperienza a seconda della configurazione posseduta: è quindi possibile scegliere la risoluzione, la qualità delle texture e vari tipi di filtri antialiasing, proprio come si farebbe in un gioco per PC. Abbiamo testato The Last Hope su PlayStation 4 Pro e bisogna ammettere che il gioco ha letteralmente tutto un altro aspetto, specialmente impostando ogni parametro al massimo, e nulla da invidiare ai titoli usciti negli ultimi anni sulla console Sony, anche se in certi momenti il gioco arranca vistosamente in termini di frame rate, specialmente se a schermo esplodono troppi effetti speciali contemporaneamente.