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Occhi della tigre pixellosi nella recensione di Prizefighters

Tanta voglia di Punch-Out su mobile con Prizefighters

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   28/12/2017

Il fascino del pugilato non è stato troppo sfruttato in ambito videoludico, anche per la difficoltà oggettiva del replicare le meccaniche di uno scontro di boxe con tutte le sue regole e ritmi. Di picchiaduro ovviamente ce ne sono a bizzeffe, ma questa è un'altra questione: lo scontro fra pugili su un ring, al di là dei romanticismi che hanno sempre fatto da necessario accompagnamento a questo antico sport, è infatti una cosa piuttosto tecnica e nemmeno troppo divertente da tradurre in videogioco, nella maggior parte dei casi. Sono poche dunque le simulazioni, e poche anche le reinterpretazioni in chiave arcade di questa tipologia di lotta, tranne qualche raro esempio. Il titolo più celebre e più riuscito di quest'ultima categoria è sicuramente Punch-Out, la serie Nintendo che ha avuto origine con il vecchio NES a 8-bit ed è andata avanti, sebbene con cadenza molto meno frequente di altre serie della casa di Kyoto, fino ai periodi recenti, e proprio a questa si ispira chiaramente Prizefighters di Justin Mai. Il concetto è lo stesso, e vista l'adozione anche della medesima inquadratura è chiaro che la struttura risulti molto simile a quella dell'originale Nintendo: si tratta di affrontare vari avversari seguendo la carriera di un pugile, con gli scontri riprodotti in maniera molto intuitiva e basilare, ma non per questo poco impegnativa. Si tratta di un arcade che non cerca di replicare in maniera realistica l'andamento di un incontro di pugilato ma fa leva sul tempismo con cui sferrare attacchi ed applicare manovre difensive, cercando al contempo di gestire le energie per superare l'avversario. L'inquadratura è alle spalle del combattente, cosa che riprende in pieno il particolare taglio di Punch-Out e di conseguenza rende l'azione alquanto simile a quella del modello, anche se in questo caso siamo piuttosto lontani dal livello di gameplay del classico Nintendo.

Occhi della tigre pixellosi nella recensione di Prizefighters

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Carriera a suon di pugni

C'è una sorta di carriera da seguire che è essenzialmente una lunga sequenza di combattimenti da affrontare, con la possibilità di scegliere il proprio avversario o accettare eventuali sfide per la difesa del titolo. Il sistema di combattimento si basa su semplici tocchi sullo schermo, sia per gli attacchi che per le manovre difensive: toccando la parte alta dello schermo si colpisce al volto o si tiene la guardia alta, il tocco nella parte bassa corrisponde all'attacco all'addome o alla parata bassa, mentre la diversa durata della pressione determina la potenza dell'attacco e il movimento del dito sullo schermo consente invece di schivare nella direzione scelta. Il gioco è dunque strutturato interamente sull'utilizzo del touch screen e questa è cosa buona e giusta per un titolo mobile, risultando intuitivo e accessibile per tutti. Da qui al rischio di sconfinare nel semplicistico il passo è breve, e in effetti non si può dire che Prizefighters dimostri una grande profondità nel combattimento o un approccio strategico particolarmente convincente: nelle prime fasi è più proficuo menare colpi alla cieca toccando velocemente lo schermo piuttosto che stare attenti ai movimenti dell'avversario e cercare di anticiparne le intenzioni, ma dalla metà della classifica in poi diventa necessario padroneggiare al meglio il sistema, cosa che pone delle difficoltà perché la "lettura" dell'incontro è sempre piuttosto caotica. In particolare, le varie barre non sono facilmente visibili mentre si controlla l'avversario e i controlli a volte non hanno una risposta perfetta, cosa che impedisce un controllo totale dello scontro. Peccato inoltre per la scarsa caratterizzazione dei circa 30 avversari che ci troviamo a incontrare: possiamo scordarci le particolarità di ogni singolo avversario vista in Punch-Out, insomma, perché qui ogni combattente è sostanzialmente lo stesso con qualche pattern diverso. Interessante invece l'aggiunta di una certa progressione che consente di aumentare il punteggio applicato alle varie caratteristiche del combattente come forza, resistenza, difesa e altro, in modo da inserire anche degli elementi di gestione più profonda del protagonista.

Conclusioni

Versione testata Android, iPad 1.1.0
Digital Delivery App Store, Google Play
Multiplayer.it
7.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Non ci possiamo aspettare un vero e proprio Punch-Out per piattaforme mobile da questo Prizefighters, eppure il titolo di Justin Mai riesce a cogliere bene lo spirito arcade dietro a interpretazioni simili al classico Nintendo della boxe in videogioco. È un gioco che ci fa entrare subito nel vivo dell'azione grazie a un sistema di controllo studiato appositamente sul touch screen, rendendolo in questo modo particolarmente godibile sui valle varie piattaforme mobile, e che risulta anche avvincente grazie a una rappresentazione azzeccata degli scontri sul ring. Peccato per la scarsa varietà degli avversari e per un sistema di combattimento non propriamente tecnico e perfettamente reattivo, ma considerando anche l'assenza di micro-transazioni moleste un giro di prova è consigliato a tutti.

PRO

  • Intuitivo ed accessibile a tutti
  • Ottima caratterizzazione grafica, anche se un po' derivativa
  • Controlli costruiti pensando al touch screen

CONTRO

  • Sistema di combattimento un po' caotico
  • Scarsa varietà negli incontri