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La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Uno dei capitoli della saga forse più sottovalutati dal grande pubblico torna in versione rimasterizzata

RECENSIONE di Massimo Reina   —   19/03/2018

Quando Assassin's Creed: Rogue venne rilasciato nel 2014, fu accolto con un certo scetticismo e in parte perfino snobbato dal grande pubblico, abbagliato da un lato da Assassin's Creed: Unity, primo e ambizioso capitolo della serie per le console di nuova generazione, dall'altro convinto che il gioco fosse una sorta di contentino per i fan delle "vecchie" PlayStation 3 e Xbox 360. In realtà il titolo sviluppato da Ubisoft Sofia, coadiuvato da altri studi in seno all'azienda francese, compreso quello di Milano, si rivelò molto di più di quel "figliastro" che molti temevano. E oggi che viene riproposto in una edizione rimasterizzata a 1080p completa dei vari contenuti bonus rilasciati a suo tempo, (altri contenuti aggiuntivi si sbloccano invece attraverso le ricompense dell'Ubisoft Club) c'è l'occasione per tanti appassionati di scoprire quello che al netto di una longevità limitata e di meccaniche vecchiotte, è forse uno dei più interessanti capitoli della saga, almeno dal punto di vista del racconto. L'episodio offre infatti per la prima volta una prospettiva diversa nell'eterna lotta fra Assassini e Templari, mettendo in evidenza le ragioni di coloro che per tanti capitoli hanno rappresentato solo il nemico da abbattere, e ponendo quindi il videogiocatore nei panni proprio di uno di questi ultimi, in un racconto piacevole e particolarmente oscuro scritto da Richard Farrese, la cui unica pecca consiste forse nel non avere scavato ancora più a fondo nell'animo combattuto del protagonista.

Shay il Templare

Da questo punto di vista il gioco completa la storia dei Kenway e quella del Nuovo Mondo, incastonandosi fra Assassin 's Creed IV: Black Flag e Assassin's Creed III, con Assassini e Templari che si sfidano per prendere il controllo dell'America coloniale, sullo sfondo delle guerre franco indiane, dei primi insediamenti e delle battaglie navali, in una mescolanza di eventi e fatti come sempre a metà fra lo storico e il fantastico. Protagonista dell'avventura è Shay Patrick Cormac, un tipo dall'indole forte e ribelle che entra a far parte della Confraternita degli Assassini in giovane età, ma poi l'abbandona dopo un'esperienza particolarmente traumatica che lo spinge a diventare un loro acerrimo nemico. Ed è proprio la sua presenza a rendere "originale" l'opera, perché se è vero che in Assassin's Creed III il videogiocatore aveva già indossato i panni di un templare, Haytham Kenway, qui lo fa per quasi tutta l'avventura, non per una sola porzione, con tutti i risvolti del caso per quanto concerne l'evolversi della trama e di talune meccaniche.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

In termini di giocabilità, infatti, il titolo è stilisticamente ancorato ad Assassin 's Creed IV: Black Flag, e dunque non propone cambiamenti radicali o le novità viste nei capitoli più moderni. Però giocando con le caratteristiche del nuovo personaggio e del suo schieramento, gli sviluppatori hanno provato a variare l'esperienza rielaborando in quest'ottica incarichi, strategie e arsenale. Come Templare, infatti, il giocatore si trova a svolgere dei compiti "invertiti" rispetto a quelli che era solito fare interpretando un Assassino, e quindi a proteggere qualche personaggio dell'Ordine dagli attacchi della Fratellanza, a eliminare gli adepti locali più importanti dopo essersi intrufolato nelle loro roccaforti, o a portare a termine delle missioni secondarie con la minaccia costante di essere braccato e colpito a sorpresa da uno degli ex-compagni del Credo. Questi ultimi danno a loro volta la caccia a Shay, e non è raro doversela vedere con uno di loro sbucato dall'ombra mentre magari il protagonista è a sua volta appostato per compiere un agguato a qualche obiettivo.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Trofei PlayStation 4

Assassin's Creed: Rogue Remastered offre ai giocatori 47 Trofei da sbloccare, distribuiti all'interno dell'avventura. Sono suddivisi in 30 di bronzo, 14 d'argento, due d'oro e uno di platino e si ottengono al completamento di particolari momenti della storia o al raggiungimento di qualche obiettivo.

Nei mari del nord Atlantico

Per eliminare i nemici Shay dispone di un arsenale in grado di offrire una gamma maggiore di alternative rispetto ai suoi illustri predecessori, con diverse armi da fuoco a lungo raggio come il multifunzionale e silenzioso fucile ad aria compressa, perfette per agire dall'ombra. Come se non bastasse conosce delle nuove mosse che vanno ad aggiungersi a quelle apprese quando faceva parte degli Assassini, come la capacità di soffocare i nemici con delle brutali quanto rapide impiccagioni. Pure negli scontri a viso aperto e corpo a corpo il protagonista è in grado di sciorinare tutta una serie di tecniche speciali, che unite all'armamentario in suo possesso lo rendono una vera e propria macchina da guerra. Anche se di base l'approccio ai combattimenti resta molto simile a quanto visto nei capitoli della passata generazione di console, come dimostrano non solo la persistenza di armi come spade e lame celate, ma anche degli avversari non in grado di offrire un livello di sfida adeguato, avere a disposizione più soluzioni resta un aspetto importante.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Assassin's Creed: Rogue Remastered prosegue direttamente nel solco tracciato dal quarto capitolo pure per quanto riguarda l'esplorazione e la distribuzione degli eventi nel gioco, armonizzando in maniera più organica le fasi d'azione a terra con quelle di navigazione. Anche in questo episodio ci sono infatti le missioni a bordo di una nave, sui mari e sui fiumi, con alcune aggiunte alla consolidata struttura di Black Flag che prevede assalti ai forti (in questa edizione è già disponibile la missione bonus de L'assedio di Fort de Sable) o ad altri vascelli da depredare e poi rivendere o integrare nella propria flotta, per usarli in un apposito minigioco. Tra le piccole novità il rischio che il videogiocatore cada vittima di un arrembaggio da parte degli Assassini, o la possibilità di interagire con porzioni dell'ambiente circostante, in particolar modo con gli iceberg. Queste autentiche montagne di ghiaccio galleggianti, infatti, possono essere sfruttate strategicamente come copertura per evitare un cannoneggiamento oppure, contrattaccando, come arma: una volta fatti a pezzi da un paio di cannonate ben assestate, gli iceberg possono provocare un'onda anomala che investe le navi, distruggendo le più piccole e rendendo instabili al controllo e dunque più vulnerabili per qualche momento quelle più grosse. L'occasione perfetta, quindi, per scatenargli contro l'intero arsenale e affondarle.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Un mondo da esplorare

In tal senso, la Morrigan, la nave di Cormac, può contare su un set di marchingegni avanzati, che gli consentono di poter sfruttare una serie di soluzioni di attacco e di difesa un po' più varie rispetto al passato. Oltre ai tradizionali cannoni primari e secondari, ai mortai e ai ganci per abbordare le navi nemiche, per esempio, i Templari hanno a loro disposizione dei prototipi, come il cannone Puckle trasformato in una sorta di devastante mitragliatrice in grado di lacerare i vascelli in pochi secondi, mentre per mantenere a distanza di sicurezza o addirittura bloccare potenziali inseguitori, facendoli desistere dall'idea, assieme ai classici barili infiammabili o alle mine, c'è un olio combustibile da liberare in mare e incendiare.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Le fasi di esplorazione terrestre sono invece caratterizzate dalla presenza di tante locazioni dove potersi dedicare a molte attività, comprese le tradizionali missioni secondarie di cui accennavamo all'inizio, oppure quelle che comprendono il saccheggio dei magazzini dei forti e i campi di rifornimento, lo sfruttamento dei proventi della terra ferma dagli avamposti, dagli edifici restaurati e dalla caccia, e così via. E ancora, partecipare a eventi particolari e alle cacce al tesoro, da quella dei Templari a quella dei vichinghi, fino alla missione bonus dell'edizione originale alla ricerca dell'armatura di Sir Gunn, muovendosi lungo percorsi estremamente suggestivi. Oltre alle vallate fluviali del continente americano e la zona di New York, particolarmente affascinanti sono le aree nordiche, che rappresentano un elemento caratterizzante di buona parte dell'atmosfera di questo capitolo.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Meglio dell’originale?

Il mondo di Assassin's Creed: Rogue Remastered appare vivo e reattivo, grazie all'ottimo level design che come scritto prima intervalla efficacemente ambientazioni sulla terra ferma e sul mare, e a una regia che tra l'altro sembra, in alcuni momenti, voler guidare per mano il giocatore per non fargli perdere nemmeno un attimo del flusso di eventi che costellano l'avventura. Dal punto di vista visivo il passaggio a una risoluzione a 1080p sembra aver giovato all'opera: l'immagine è più definita, e sulla base della versione PC del gioco originale sono state implementate una manciata di texture leggermente più complesse per dare maggiore dettaglio a personaggi e scenari, che risultano anche più "pieni" vista la presenza di un maggior numero di elementi naturali a rinvigorire la vegetazione e la fauna delle aree.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

In generale si vede un miglioramento del rendering dell'ambiente, e anche se motore e soluzioni grafiche non sono ovviamente paragonabili a quelli di produzioni più recenti come Origins o perfino Unity, il gioco sa comunque restituire una bella visione d'insieme, offrendo degli scorci ambientali piuttosto ben riusciti, complici dei buoni effetti particellari e una piacevole quanto migliorata gestione delle luci e delle ombre, la cui definizione e risoluzione sono state migliorate. Buona la modellazione dei personaggi, con un apprezzabile sforzo nella recitazione facciale, un po' meno certe animazioni, che in alcuni casi sembrano un tantino limitate. Passando al comparto audio, buono il doppiaggio in italiano, ben recitato per larghi tratti dell'avventura con la giusta tonalità interpretativa a seconda del momento o dello stato d'animo dei personaggi. Allo stesso modo risulta azzeccata la colonna sonora, curata dalla compositrice Elitsa Alexandrova, che vanta qualche traccia cantata come la splendida melodia corale dell'Agnus Dei. Le musiche, che spaziano dai brani che ricordano le tipiche ballate irlandesi, a quelle di certi film d'azione ad ambientazione storica, accompagnano poi adeguatamente ogni singola fase di gioco.

La recensione di Assassin’s Creed: Rogue Remastered

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
7.5
Lettori (15)
8.3
Il tuo voto

Assassin's Creed: Rogue Remastered è una buona edizione di un titolo a suo tempo non apprezzato come avrebbe meritato dal grande pubblico. Questi ha però l'occasione di rimediare e dare una chance a un prodotto interessante sotto il profilo narrativo e dell'ambientazione. Il gioco, come abbiamo scritto nella recensione, rimane stilisticamente ancorato ad Assassin 's Creed IV: Black Flag - e in quest'ottica non può certo definirsi un episodio sorprendente - eppure grazie agli aspetti positivi sopra citati, potrebbe piacere ai fan di vecchia data, a patto ovviamente di chiudere un occhio su delle meccaniche ormai passate e su un comparto tecnico buono, ma non all'altezza degli capitoli nati per l'hardware di questa generazione di console. Consigliato quindi a chi non lo ha giocato su PlayStation 3, Xbox 360 e PC o a chi lo ha fatto e vuole tornare a rivivere questa avventura nei pani di un Templare.

PRO

  • La lotta tra Templari e Assassini da un punto di vista inedito
  • Un personaggio affascinante e un mondo vasto da esplorare, sia per terra che per mare
  • Sensibili miglioramenti tecnici e tutti i contenuti bonus dell'originale
  • Bello da giocare nonostante un gameplay non proprio innovativo

CONTRO

  • Le vecchie meccaniche potrebbero non piacere più a chi si è ormai abituato a quelle di Origins
  • La storia principale è relativamente breve se paragonata a quella di altri capitoli
  • Le fasi che si svolgono nel presente sono piuttosto noiose
  • Permangono alcuni difetti storici della saga, come i nemici poco impegnativi nei combattimenti