Se dieci anni fa, uscendo dal cinema in cui proiettavano Iron Man, ci aveste detto che nel 2018 avremmo visto un film in cui si radunavano più di venti super eroi Marvel per affrontare una minaccia intergalattica, probabilmente vi avremmo riso in faccia. Forse lo avremmo fatto anche due anni dopo, perché quella scena in mezzo ai titoli di coda di Iron Man 2, in cui Nick Fury menziona per la prima volta il progetto Avengers, ci aveva fatto sorridere e scuotere la testa. Eppure eccoci qui, nel 2018, a parlare di Avengers: Infinity War, il diciannovesimo film targato Marvel e Disney che compone quello straordinario mosaico che è il Marvel Cinematic Universe.
Straordinario non tanto per la sua qualità - perché sappiamo tutti che ci sono stati alti e bassi - ma per dimensioni, costi e successo al botteghino: il produttore Kevin Feige ha montato pian piano un'impalcatura che è riuscita ad allargarsi sempre di più, conquistando il panorama cinematografico, e anche ammorbandolo un po', se ci è concesso dirlo. Mentre la Distinta Concorrenza tenta maldestramente la stessa strada e tanti - troppi - cominciano a sfogliare i fumetti americani in cerca di spunti per farci qualche film, i fratelli Joe e Anthony Russo, già registi di Captain America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War, provano a fare il colpaccio con un film di quasi tre ore che rievoca i crossover a fumetti con cui molti di noi sono cresciuti. Siamo entrati in sala con la domanda più scontata di tutti: ci saranno riusciti?
L'inizio della fine
Oltre cinquantanni di letteratura a fumetti ci hanno insegnato che un eroe è definito dai nemici che affronta e credeteci quando vi diciamo che Thanos è il nemico più potente di tutti. Finora lo avevamo visto di sfuggita - giusto uno sguardo alla fine di Avengers, un po' più da vicino in Guardiani della Galassia - ma è stato lui la forza motrice del Marvel Cinematic Universe, la ragione per cui si sono formati i Vendicatori, il marionettista dietro le quinte cui tutto si riconduce. Avengers: Infinity War non ne fa mistero e riserva a Thanos lo spazio che merita, facendolo quasi diventare il protagonista della pellicola. E ogni volta che Thanos scende in campo, non c'è praticamente speranza. Il Titano è troppo forte. Non solo: ha anche un carisma enorme, perché non è il solito villain usa e getta cui ci ha abituati il Marvel Cinematic Universe, soprattutto se escludiamo Loki che poi tanto cattivo non è, e perché Josh Brolin lo interpreta magistralmente. E perché, sotto sotto, le motivazioni di Thanos, quelle che lo spingono a cercare le gemme dell'infinito, non sono poi neppure da buttare via. Thanos non vuole conquistare l'universo: lo vuole dimezzare. Tipo letteralmente. Non ci sono abbastanza risorse per tutti, e allora diminuiamo i consumatori. A lui frega zero di comandare, e questo lo rende ancora più pericoloso, perché è disposto tutto pur di riuscire nella sua impresa.
La ricerca di Thanos è il filo conduttore che compone un mosaico cominciato dieci anni fa e che si è ingigantito di film in film, di sottotrama in sottotrama. Le due gemme sulla Terra - una nella fronte di Visione, l'altra nell'Occhio di Agamotto al collo del Dottor Strange - riuniscono alcuni eroi, poi li dividono nuovamente, e lo stesso succede con quelle nello spazio, trasformando Infinity War in un carosello di microstorie e accoppiate stravaganti. Questo significa che chi non ha seguito bene o non ha seguito affatto l'evoluzione del Marvel Cinematic Universe si perderà gran parte del divertimento - collegare tutti i puntini, cogliere tutte le citazioni - ma Infinity War riesce a raccontare una storia comunque coerente e comprensibile, scrollandosi di dosso la necessità di riassumere le origini di questo o quell'eroe, appesantendo inutilmente la trama: Infinity War è un film consapevole di sé stesso e dei dieci anni di storie che lo costituiscono. Le scene iniziali scoraggiano un pelino perché le vicende si susseguono frettolosamente e sembra quasi di leggere le prime pagine di uno di quei crossover strampalati che Marvel pubblica almeno un paio di volte l'anno. Perché in fondo Infinity War vuole essere esattamente questo, in versione cinematografica, e incredibilmente non si sfalda appena prima del gran finale ma, anzi, guadagna concretezza ogni minuto che passa.
I fratelli Russo compiono quindi una magia degna dello Stregone Supremo e riescono a gestire più di venti personaggi senza perderli per strada, senza cali di ritmo, insieme al sempre bravissimo Alan Silvestri che compone le musiche e rinforza ogni scena, tra combattimenti, confidenze e momenti ironici che non stonano mai, alleggerendo puntualmente le sequenze più tese. Ogni personaggio è fedele al modo in cui è stato caratterizzato nei film precedenti, un traguardo incredibile raggiunto se si considera la moltitudine di registi e sceneggiatori che sono passati per il Marvel Cinematic Universe, ma il merito è anche degli attori in campo: un cast stellare che, ancora una volta, rimarca col suo impegno un caso finora assolutamente unico nel panorama cinematografico. Alcune sottotrame funzionano meglio di altre, va detto, ma il ritmo serrato prende gli spettatori per mano e gliela tiene stretta in un giro di montagne russe che un po' spaventano, un po' rilassano, un po' divertono: alla fine si arriva anche un po' stremati da tre ore di roller coaster emotivo, ma si vorrebbe subito fare un secondo giro per cogliere qualche dettaglio in più e cercare di capire come hanno fatto Marvel e Disney a prendere alcune decisioni forti, fortissime, coraggiosissime, che faranno discutere a lungo nei prossimi mesi.
Avengers: Infinity War è un film soprattutto unico per come imposta una conclusione che conclusione non è, dato che per quella dovremo attendere il 2019 e il prossimo Avengers, girato spalla a spalla con questo, ma ancora senza sottotitolo, in cui si chiuderà una fase importante per il Marvel Cinematic Universe, spalancando probabilmente le porte a una nuova generazione di eroi cinematografici. Intanto l'ultima fatica dei fratelli Russo ha alzato l'asticella dei cinecomics e persino il prossimo film Marvel/Disney, Ant-Man and the Wasp che uscirà a luglio, dovrà confrontarsi col risultato di un progetto che ha trasformato dieci anni di lavoro e quattrocento milioni di dollari di budget in tre ore di spettacolo e intrattenimento puro.
Conclusioni
Multiplayer.it
9.0
Avengers: Infinity War è un crossover in cui nulla è lasciato al caso e ogni pezzo va al suo posto perfettamente, un film imprevedibile e coraggioso che sferra destri poderosi e fa sorridere un attimo dopo, ma giusto perché bisogna riprendere fiato prima di un altro cazzotto. I fratelli Russo sono riusciti in un'impresa titanica su cui, diciamocelo, avevano scommesso in pochi, tratteggiando allo stesso tempo uno dei villain più convincenti che siano mai apparsi sul grande schermo. Bastava una svista microscopica per mandare tutto all'aria, e invece Infinity War è diventato L'Impero colpisce ancora dei cinecomics: il prossimo Avengers dovrà faticare parecchio per non diventare soltanto Il ritorno dello Jedi.
PRO
- Il ritmo è sempre serrato, la regia impeccabile
- I tantissimi personaggi si amalgamano bene
- Thanos è un villain eccezionale
- Il finale ha coraggio da vendere
CONTRO
- Qualche sottotrama è un po' più debole delle altre