Non sappiamo se sia effettivamente vero che ne uccide più la penna che la spada, ma per il protagonista di Inked questo modo di dire calza a pennello. Invece di farsi largo a suon di fendenti sanguinosi, il personaggio che controlliamo nella fatica di Somnium Games vive infatti in un mondo fatto di carta e inchiostro, dove sono soprattutto le leggi della geometria e della fisica a metterlo alla prova. Un'esperienza che si rivela interessante soprattutto grazie al lato artistico di Inked, apprezzando il quale si è ben disposti a passare oltre su alcuni difettucci legati al design del gioco. Vi abbiamo incuriositi abbastanza? Non dovete fare altro che continuare a leggere per saperne di più.
Vite parallele
Inked ci racconta la storia del suo Eroe senza nome, costretto ad affrontare mille e più pericoli per salvare la sua amata Aiko dal malvagio essere che l'ha rapita. Allo stesso tempo il gioco ci parla anche di Adam, il disegnatore che ha creato il protagonista, raccontandoci aspetti della sua vita che ben presto andranno a intrecciarsi con quanto accade all'Eroe. Vi assicuriamo che a doverla scrivere la cosa sembra più complessa di quanto essa sia a conti fatti, anche perché a complicare davvero le cose è l'impossibilità di parlare della trama di Inked senza finire per svelare troppo a chi dopo aver letto questa recensione vorrà giocarlo. Tutto quello che possiamo fare è dunque dirvi che le vite dell'Eroe e del suo creatore hanno diversi punti in comune, legati soprattutto all'amore, quello con la A maiuscola che individua l'amata della loro vita, e alla sofferenza.
Non proseguiamo oltre e ci spostiamo sulle dinamiche di gioco, dove a farla da padrona è come dicevamo la geometria. Non avendo una spada ma una penna, l'Eroe è infatti in grado di far apparire sul foglio in cui egli si trova forme come cubi, rampe, sfere e altri elementi, grazie ai quali attivare meccanismi o raggiungere piattaforme altrimenti inarrivabili. L'uso combinato di questi elementi è alla base dell'esperienza proposta da Inked, in cui la maggior parte dei rompicapi è legata a questo tipo di dinamiche. Viene comunque sfruttato un buon numero di situazioni per rendere l'esperienza quanto più varia possibile, fino alla resa dei conti finale in cui si affronta quello che potremmo definire un vero e proprio boss. Nel complesso l'esperienza funziona e mette il giocatore in condizione di desiderare di andare fino in fondo nella storia di Adam e del suo Eroe, mettendo però in qualche occasione a dura prova la pazienza di chi si trova davanti al monitor. Le sfide proposte da Inked non rinunciano infatti a un certo livello di difficoltà, portando nei casi più estremi anche a riprovare più volte a passare lo stesso punto senza morire. Non che in questo ci sia qualcosa di male in senso assoluto, sia ben chiaro: a lasciare un po' interdetti è la curva non lineare della difficoltà delle situazioni, in cui momenti piuttosto semplici vanno a precedere fasi più complicate, e viceversa, disorientando così il giocatore. Alcuni momenti rischiano di essere davvero frustranti, con la complicità di un pizzico d'imprecisione nei controlli riscontrabile soprattutto giocando col pad. Abbandonare sarebbe però un peccato, perché Inked ha davvero tanto da dire da un punto di vista artistico che merita di essere vissuto fino in fondo.
Disegno in movimento
Come avrete intuito dal nome Aiko citato più su, Inked trae larga ispirazione dalla tradizione giapponese. L'Eroe senza nome è una specie di samurai che si muove tra alberi di ciliegio in fiore, spostandosi nel corso della sua avventura anche verso il western. Con la scusa del lungo viaggio per ritrovare Aiko, Inked rende infatti l'esperienza di gioco varia anche in termini d'ambientazione, raggiungendo in alcune occasioni punte di fascino abbastanza importanti. Ci riesce sia quando fa uso di colori vari, sia quando a essere usato è il semplice inchiostro blu, rosso e nero delle penne. Nel caso specifico, essi individuano un modo per distinguere le parti del mondo che compongono Inked. In termini stilistici non c'è davvero nulla da eccepire, anzi dobbiamo fare i complimenti ai ragazzi di Somnium Games per avere messo in piedi un'opera che nella sua semplicità si fa ampiamente guardare. Una menzione speciale la merita la colonna sonora, perfettamente integrata con quanto viene mostrato sullo schermo per spaziare tra momenti di epicità ad altri di sofferenza, abbracciando il contesto della situazione. Il (poco) parlato è in lingua inglese, ma sin da subito sono disponibili i sottotitoli in italiano per chi volesse farne uso. Prima di passare alle conclusioni, diciamo che per completare la storia sono necessarie circa otto ore, con un indice di rigiocabilità piuttosto basso. Sono infatti presenti alcuni elementi da collezionare durante il viaggio dell'Eroe, ma è davvero difficile che da soli possano servire a smuovere per ricominciare una seconda volta Inked.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 - 64-Bit
- CPU: Intel Core i5-4460 3,20 GHz
- RAM: 16 GB
- Scheda video: NVIDIA GTX 970
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 o superiore
- CPU: 2,3 GHz o superiore
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce GTX 750 / Radeon R7 260X o equivalente con almeno 1 GB di RAM
- Hard disk: 8 GB di spazio disponibile
Conclusioni
Nonostante abbia una trama tutto sommato banale e porti con sé qualche difetto, Inked riesce ad attirare l'attenzione del giocatore grazie alla sua ispirazione artistica. Se amate i disegni e tutto ciò che è "papercraft", e le sfide difficili in ambito videoludico non vi spaventano, questo gioco farà senza dubbio al caso vostro. Se viceversa questo genere di cose non è ciò che fa per voi, il consiglio che vi diamo è quello di ricorrere a un qualcosa di diverso.
PRO
- Artisticamente ispirato
- Si fa giocare volentieri, fino alla fine
- Situazioni di gioco piuttosto varie
CONTRO
- Trama un po' banale
- Difficoltà non lineare
- Controlli un po' imprecisi