Titolo d'esordio del giovanissimo sviluppatore Okomotive, FAR: Lone Sails si innesta alla perfezione nel filone di quegli splendidi titoli indipendenti che tentano in tutti i modi di stupire il videogiocatore con un taglio artistico sbalorditivo, affiancato a un gameplay la cui struttura risulta decisamente semplificata se non, addirittura, ridotta all'osso. C'è chi li chiama "walking simulator", simulatori di camminata in modo un po' dispregiativo, chi li incornicia all'interno dell'ormai affollatissimo genere degli adventure. Di base il concetto è sempre lo stesso: la storia è sullo sfondo, solitamente appena accennata o raccontata con metodi non convenzionali, il grado di sfida è quasi inesistente e, in taluni casi, è praticamente impossibile perdere mentre tutto il valore del gioco è nella sua capacità di suscitare emozioni o di risucchiare il giocatore all'interno di un universo coinvolgente ed evocativo. In questi anni abbiamo imparato a conoscere Journey, Abzu, Firewatch, Kentucky Route Zero, Limbo e Inside, tutti i titoli realizzati dai compianti Tale of Tales e ne stiamo citando soltanto alcuni. Quest'oggi è la volta di FAR: Lone Sails che, dopo quasi tre anni di sviluppo ad opera di un team molto piccolo e dopo aver raccolto menzioni e premi in svariate manifestazioni videoludiche, arriva ora su PC e Mac, prima di fare la sua apparizione anche su PlayStation 4, Xbox One e Switch nei prossimi mesi.
Solitari sopravvissuti
Il gioco ci mette ai comandi di Lone, una ragazza dai connotati non meglio definiti, all'apparenza l'unica sopravvissuta di un mondo ormai in rovina. Ai comandi di una sorta di treno cyberpunk munito di vele e di strane tecnologie, dovremo attraversare un'affascinante e inquietante desolazione paesaggistica per raggiungere una meta mai definita o spiegata. La principale peculiarità di FAR: Lone Sails è infatti la totale assenza di ausili grafici, di scritte, di un'interfaccia su schermo o di qualsivoglia narrativa esplicita. Non c'è neanche un tutorial e, fatta eccezione per l'apparizione di un paio di comandi su schermo nei primi istanti di gioco, sarà il gameplay stesso a stimolarci a tentare le interazioni per comprendere il funzionamento del nostro mezzo di locomozione e soprattutto a costringerci ad aguzzare la vista per non farci perdere alcun elemento cruciale su schermo.
La meccanica di base è estremamente semplice: in questo lungo viaggio esistenziale che si svolge spostandoci verso la destra dello schermo, dovremo raccogliere piccoli oggetti di vita comune che talvolta troveremo sulla nostra strada e che ci obbligheranno a fermare il treno per portarli a bordo e bruciarli nella caldaia. Casse di legno, bidoni, libri, sedie, lampade, tutto si può trasformare in combustibile per alimentare i meccanismi di questo strano treno che, durante la nostra epopea, si potenzierà con una manciata di nuove funzionalità per meglio affrontare alcune problematiche che si paleseranno sul nostro percorso. Periodicamente il viaggio della protagonista sarà infatti rallentato o impedito da enigmi ambientali, che ci obbligheranno spesso a fermarci e scendere dal mezzo di locomozione per attivare un certo meccanismo o sbloccare un ingranaggio.
Badate bene, non si tratta mai di interazioni complesse, né è possibile sbagliare o morire. Tutto è estremamente lineare e direttamente connesso con l'evoluzione del viaggio ma soprattutto del treno, che è poi il vero protagonista di FAR: Lone Sails. Tutto avviene senza soluzione di continuità, visto che il gioco è completamente privo di caricamenti e potremo muoverci dentro e fuori il mezzo di locomozione a nostra totale discrezione. Direttamente potremo comandare la sola protagonista, mentre la gestione del veicolo avviene tramite una serie di pulsanti distribuiti al suo interno, un po' come accadeva con la nave spaziale nel titolo cooperative Lovers in a Dangerous Spacetime.
Al di fuori quindi dei brevi e sporadici enigmi ambientali, una buona parte delle tre, quattro ore di gioco necessarie a completare il titolo le trascorreremo semplicemente spingendo questi interruttori per tenere alimentato il motore, fermarci quando necessario, gestire le vele e intervenire in caso di guasti e incendi. Il tutto in una microgestione ripetitiva e purtroppo molto poco stimolante. Gran parte dell'avventura scorrerà via ammirando i paesaggi e ascoltando la musica di sottofondo, mentre le nostre azioni saranno molto similari a quelle di un automa che può tranquillamente tenere il cervello in standby. Non che questo sia un problema a priori, sia chiaro, e il genere delle avventure narrative ci ha mostrato moltissimi casi di gameplay inesistenti a fronte di un grado di immersività assoluto teso a lasciare spazio a una storia ricca di colpi di scena o magistralmente narrata. Purtroppo però, in FAR: Lone Sails, non c'è quell'adeguato contraltare a bilanciare la povertà delle meccaniche di gioco.
Un’affascinante opera artistica
È però sul fronte artistico che questo piccolo titolo indipendente brilla davvero di luce propria. Lo stile adottato è estremamente affascinante grazie a uno splendido uso di una palette cromatica ridotta all'osso, che alterna perfettamente il freddo distacco e la solitudine suscitati dalle scale di grigio e di blu al calore scaturito dagli sprazzi di colore rosso che scontornano le piccolissime porzioni di scenario in lontananza, dove sembra esserci ancora un barlume di vita e di speranza. Il mondo di FAR: Lone Sails è chiaramente sull'orlo dell'estinzione e il viaggio della protagonista ci porterà attraverso uno sterminato mare prosciugato dalla siccità, dove campeggiano enormi navi arenate oppure nei pressi di villaggi fortificati e abbandonati in fretta e furia. E non mancheranno anche tristi paesaggi collinari battuti da incessanti grandinate.
A sottolineare quel rapporto quasi filosofico tra la piccolezza dell'essere vivente e l'enormità del mondo attraversato c'è anche un uso sapiente e molto interessante della telecamera, che rimane sempre gestita in modo automatico dal gioco, in modo da essere focalizzata e zoomata su Lone, fintanto che quest'ultima rimane all'interno del treno. Nel momento in cui scendiamo, magari per cercare delle risorse o per risolvere un'enigma, l'inquadratura si allontana sempre di più. In questo modo possiamo meglio ammirare la differenza di dimensioni tra l'umana, il veicolo e lo scenario. Il risultato è artisticamente molto interessante e contribuisce a restituire quel senso di desolazione che permea FAR: Lone Sails.
Estremamente piacevole anche la colonna sonora, poco invasiva nel suo essere un accompagnamento minimalista e molto sottile. Ci avvolge con piccoli pezzi suonati con pianoforte, fiati e archi e spesso si mescola ai rumori ambientali restituendo una splendida ritmica all'ambiente di gioco. Non ci sono dialoghi doppiati o scritte su schermo durante l'avventura, ma tutti i menu sono tradotti nella nostra lingua.
Conclusioni
FAR: Lone Sails cerca disperatamente di seguire le orme di alcune illustri fonti d'ispirazione quali Limbo e Journey e, se pure non risulta mai essere inferiore ai migliori esponenti del mercato indie da un punto di vista artistico e visivo, inciampa nel suo fragilissimo gameplay troppo diluito e privo di uno spessore memorabile. Le azioni da compiere sono pochissime e tutte molto ripetitive e non c'è un elemento narrativo o un pathos abbastanza incisivo che riescano a fare da contraltare alle meccaniche di gioco. Rimane un'esperienza visiva meravigliosa, traboccante di quel fascino artistico in grado di ammaliare i giocatori meno interessati al gameplay.
PRO
- Eccezionale uso della palette cromatica
- Il mondo esplorato durante il viaggio è ricco di fascino
- Pochissimi comandi per un gameplay immediato...
CONTRO
- ...che risulta troppo semplice per chi è alla ricerca di una sfida, anche minima
- Il prezzo di lancio è un elemento da tenere in considerazione