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Grosso guaio a Toledo

Un professore universitario, un'antica maledizione e una Toledo degli inizi del novecento piena di intrighi e delitti. Serve altro?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   04/09/2009

Agon: The Lost Sword of Toledo è il secondo capitolo di una saga il cui primo episodio è stato inizialmente pubblicato diviso in tre parti, poi riunite in un singolo pacco titolato Il Codice del Mistero. Siamo nel 1904 e dovremo vestire ancora una volta i panni del professor Samuel Hunt, ricercatore del British Museum che sta girando il mondo cercando di scoprire il segreto di Agon rinvenendo dodici rarissimi giochi da tavolo. Questa volta la sua missione lo ha portato a Toledo, storica cittadina che ha ospitato, tra gli altri, il pittore El Greco, i cui dipinti saranno parte attiva della trama basata su un amore difficile, dei delitti e una società segreta i cui scopi verranno rivelati nel corso del gioco.

Grosso guaio a Toledo

La scelta di creare un'avventura singola più lunga, quindi non più divisa in capitoli, ha permesso agli sviluppatori (Private Moon Studios) di realizzare un titolo più complesso e articolato rispetto al precedente. Chi in questi ultimi anni si era abituato a titoli semplici con enigmi telefonati e dalla risoluzione quasi immediata, qui troverà qualcosa di inedito, ovvero la pressante necessità di ragionare in modo più approfondito sugli indizi sparsi per i diversi ambienti.

La scelta di creare un'avventura singola più lunga, quindi non più divisa in capitoli, ha permesso agli sviluppatori (Private Moon Studios) di realizzare un titolo più complesso e articolato rispetto al precedente

Il professor Hunt, infatti, pur dotato d'intelligenza sopraffina, è decisamente parco di consigli e suggerimenti verso il giocatore, così come gli altri personaggi. Ad esempio, per trovare le combinazioni che servono ad aprire completamente un carillon lasciato in eredità da un pittore morto alla figlia, bisogna ragionare moltissimo sui diversi indizi rinvenibili qua e là, mentre la risoluzione di un enigma presente in una delle fasi avanzate richiede che si tengano in considerazione delle indicazioni fornite in diversi punti del gioco e la cui funzione non viene mai chiarificata del tutto. Sadismo? Forse, ma è anche vero che Agon, grazie alla sua cervelloticità, è uno dei pochi titoli in cui ci si sente veramente come un investigatore che sta cercando di decifrare un mistero vero e di difficile risoluzione.

Troppo difficile?

Se siete preoccupati dall'eccessiva difficoltà di The Lost Sword of Toledo, sappiate che ne avete ben donde, visto che ci troviamo davanti a quella che è da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria scelta programmatica che non lascia spazio a compromessi. Comunque, sappiate che i rompicapo sono sempre molto logici e che spesso si rimane bloccati più per la propria superficialità che per come vengono presentati gli indizi, i quali sono tutti accessibili senza sforzi e mai troppo nascosti se non per onor di trama. Certo, non si tratta di un titolo accessibile a tutti e lo sconsigliamo ai neofiti del genere, ma è indubbio che ci troviamo davanti a un prodotto affascinante, con un eroe insolito che ricorda moltissimo gli investigatori della letteratura gialla d'inizio novecento e che non stonerebbe affianco a uno Sherlock Holmes o come protagonista di un giallo di Agatha Christie.

Grosso guaio a Toledo

Curiosità

Agon: The Lost Sword of Toledo è un gioco colmo di riferimenti culturali provenienti da tutte le arti. Tra questi è fondamentale l'opera pittorica di El Greco, pittore vissuto nel sedicesimo secolo e morto all'inizio del diciassettesimo (1614), famoso per i ritratti a sfondo religioso caratterizzati da figure sproporzionate rispetto ai canoni rinascimentali e da un uso del colore originale e ancora oggi molto discusso. Tra i suoi più profondi ammiratori, va annoverato Picasso, che ne ha ripreso più volte le opere per rileggerle con il suo stile.

Sembra una rapa con gli occhi

Come ben visibile dalle immagini a corredo dell'articolo, la rappresentazione grafica della Toledo di Agon non fa strappare i capelli. Anzi, possiamo affermare che l'ambientazione è stata sotto sfruttata e che si poteva fare decisamente di più in termini di cura dei dettagli e di composizione delle ambientazioni, cercando di dare al tutto uno stile meno anonimo e meno asettico. In fondo le avventure grafiche consentono molta libertà in tal senso ed è un peccato vedere una simile mancanza di creatività lì dove sarebbe stato possibile fare molto di più. Anche i personaggi non sono bellissimi da vedere e a volte risultano completamente inadeguati allo loro descrizione. Prendiamo ad esempio Carmen, definita bellissima da tutti gli altri esseri senzienti con cui si avrà modo di parlare durante il corso dell'avventura, ma dotata di un modello tridimensionale brutto, poco definito(guardatele le mani). Altri personaggi sono realizzati meglio, come il poliziotto o il maggiordomo, ma è difficile eccitarsi troppo per un lavoro generalmente scarso. È anche vero che le avventure grafiche non attirano più gli appassionati per virtù tecniche, ma qui siamo ben sotto lo standard del genere.

Taci, ti prego!

Grosso guaio a Toledo

Il difetto più grande però, è rappresentato da un'infelice scelta di design, ovvero dall'impossibilità di saltare i dialoghi. Ora, poco male se parlassimo di una manciata di righe di testo indispensabile per risolvere qualche enigma; purtroppo Agon: The Lost Sword of Toledo soffre di una logorrea incontrollabile che si traduce in diverse ore di conversazione. Ogni personaggio con cui bisogna necessariamente dialogare porta via molti minuti, perdendosi spesso in discorsi superflui per la risoluzione del gioco. Non stiamo dicendo che i dialoghi siano brutti o poco interessanti, semplicemente che sarebbe stato meglio dare al giocatore la possibilità di saltare quelli non necessari. Costretti a sentire ogni singola parola, molti finiranno per esserne tediati, nonostante la buona qualità del doppiaggio inglese (solo i sottotitoli sono stati tradotti in italiano) e del testo in generale. Cosa costava aggiungere un tasto per saltarli? Soluzione tra l'altro adottata dalla maggior parte delle avventure grafiche, quindi non giustificabile facendo appello alle caratteristiche del genere o alla tradizione.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.7
Lettori (9)
7.4
Il tuo voto

Agon: The Lost Sword of Toledo è una buona avventura grafica che poteva essere meravigliosa curando maggiormente lo stile e permettendo di saltare i molti dialoghi. Gli appassionati, comunque, troveranno pane per i loro denti grazie ad enigmi impegnativi basati in larga parte sulla deduzione e sull'osservazione di particolari apparentemente insignificanti.

PRO

  • Enigmi complessi ma logici
  • Trama appassionante sviluppata con intelligenza
  • Alcuni enigmi sono risolvibili in più modi

CONTRO

  • Tecnicamente obsoleto
  • Alcuni modelli umani sono da denuncia penale
  • Impossibile saltare i moltissimi dialoghi

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 250 GTS
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP/Vista
  • Processore: Pentium III 800 Mhz o equivalente
  • RAM: 256 MB
  • Scheda video: Scheda video con 32 MB di memoria e compatibile con le DirectX