I giochi in cui bisogna combattere contro gli zombie ormai non si contano più! A quanto pare, il fascino esercitato da queste raccapriccianti creature è ancora alto, nonostante siano passati quarant'anni dalla loro grande introduzione nell'immaginario collettivo, avvenuta a opera del regista John Romero. A dire la verità, in Minigore non avremo a che fare con veri e propri zombie, bensì con creature nere e pelose, che con i non-morti condividono però i gusti in fatto di cibo:
se riescono ad afferrarvi, si ciberanno della vostra carne e sarà game over. Letteralmente "game over", vista la natura del nuovo titolo sviluppato da Mountain Sheep: il giocatore ha a disposizione un'unica modalità survival in cui deve appunto sopravvivere il più possibile all'attacco di centinaia di mostri famelici. L'unica variazione sul tema è rappresentata dalla presenza di tre livelli di difficoltà sbloccabili, che però non fanno altro che rendere le cose più difficili, senza introdurre alcuna progressione. Il nostro personaggio, John Gore, come accennato ha l'aspetto di un omino LEGO: corpo piccolo, grossa testa quadrata, occhietti "disegnati". La differenza con i simpatici pupazzetti di plastica sta nel fatto che John impugna un mitra grosso e cattivo, e non ha alcuna paura di usarlo per smembrare i propri avversari.
Spara che ti passa
L'elemento di spicco di Minigore è certamente rappresentato dalla sua grafica, che vanta uno stile fumettoso e colorato sia per quanto concerne il protagonista della storia sia per gli innumerevoli nemici con cui avrà a che fare. I riferimenti visivi ai recenti videogame della serie LEGO appaiono palesi, e vengono confermati da un sistema di controllo che fa dell'immediatezza e della fluidità il suo punto di forza. Gli sviluppatori hanno messo a punto un doppio d-pad virtuale che ci permette di controllare
con i due pollici il movimento di John e la direzione del suo fuoco. Le conseguenze delle nostre raffiche sugli avversari sono evidenti, a giudicare dai litri di sangue che ben presto cominciano a inondare lo schermo dell'iPhone. È interessante notare che anche in presenza di centinaia di avversari il motore grafico non fa una piega e non cede a cali o rallentamenti: tutto rimane estremamente fluido. Purtroppo si nota anche la presenza puramente "accessoria" degli elementi di sfondo: il nostro personaggio si muove all'interno dello scenario come farebbe su di un piano perfettamente sgombro, ovvero non si blocca vicino a eventuali ostacoli (massi, alberi, ecc.). La cosa dal punto di vista ludico esclude eventuali episodi di frustrazione, ma alla fine dei conti non convince e si aggiunge alla generale mancanza di progressione: lo stage unico, la modalità unica, i nemici sempre uguali, l'unico scopo di sopravvivere il più possibile. Il gioco costa solo 79 centesimi, ma allo stesso prezzo si trovano diversi titoli senza dubbio più "corposi".
Chi ha paura dell'uomo nero?
John Gore, dicevamo, deve difendersi dall'assalto di numerosi mostri che arrivano da tutte le direzioni. Per farlo può contare sulla mitragliatrice in dotazione, dai colpi infiniti, e tenersi sempre in movimento quando le orde di
nemici si fanno più consistenti. Fra le poche varianti, c'è la possibilità di raccogliere un fucile molto potente ma dalle munizioni limitate, oppure scegliere di colpire la cassa che lo contiene per ottenere un effetto simile a una "smart bomb" sullo schermo. Ai mostri "normali" talvolta se ne affiancano altri "infuocati", decisamente più veloci, o le loro versioni più grosse, che una volta colpite si dividono in tante copie più piccole. La nostra energia è rappresentata visivamente dalle condizioni fisiche di John, e in pratica possiamo resistere a due attacchi prima di morire: quando arriva il terzo, è game over. Ogni tanto i mostri uccisi lasciano sulla mappa un quadrifoglio che possiamo raccogliere. Quando ne abbiamo tre, il nostro personaggio si trasforma in una sorta di "minotauro infuocato" e per alcuni secondi può far piazza pulita dei suoi avversari semplicemente toccandoli. L'accompagnamento sonoro è costituito da una bella musica coinvolgente (sostituibile da una nostra playlist) e da qualche simpatica frase campionata: non molto, ma funziona.
La versione testata è la 1.1
Conclusioni
Con un'unica modalità di gioco priva di qualsiasi progressione, tre livelli di difficoltà e poche varianti all'azione di base, Minigore si pone come il classico titolo capace di intrattenere solo per qualche minuto, magari nei momenti critici (quando viaggiamo su un mezzo pubblico, quando aspettiamo in sala dal dentista, quando la nostra ragazza ci porta a un concerto di musica ska). Il sistema di controllo funziona piuttosto bene, anche se la presenza delle dita sullo schermo porta inevitabilmente qualche problema (per fortuna è stato inserito un "radar" che ci indica la direzione da cui stanno per arrivare i prossimi nemici), e la realizzazione tecnica è di prim'ordine. Lo stile, in particolare, colpisce fin da subito... peccato per la varietà, che davvero manca. In definitiva, per 79 centesimi Minigore andrebbe sicuramente acquistato, senza però aspettarsi più di uno "scacciapensieri" a cui ricorrere di tanto in tanto.
PRO
- Stile grafico accattivante
- Semplice e immediato
- Ottimo rapporto qualità / prezzo
CONTRO
- Privo di qualsiasi progressione
- Chiaramente ripetitivo
- Una sola modalità