Ambientazione post-apocalittica e un po' steampunk, l'immancabile testa della Statua della Libertà distrutta, scenari aridi e pericolosi: su questo sfondo non originalissimo ma comunque sempre affascinante si staglia Race After 1977, ennesimo titolo di corse arcade decisamente al limite disponibile per i dispositivi iOS compatibili.
Localizzato in un passato alternativo, dove a quanto pare la Guerra Fredda ha cessato di essere tale e le superpotenze mondiali hanno contribuito a distruggere il mondo conosciuto grazie ad un olocausto nucleare, il lavoro di Xpect Games vede protagonisti alcuni piloti coraggiosi che, per motivi non meglio precisati (e dei quali probabilmente a nessuno importa nulla), decidono di sfidarsi in gare all'ultimo sangue, facendosi beffe delle micidiali radiazioni presenti inevitabilmente in tutte le aree di gioco.
Rimbalzi atipici
In pieno stile Motorstorm dunque, Race After 1977 ripropone una serie di sfide su circuiti sterrati (ma anche innevati o di asfalto) al limite della praticabilità, dove per proseguire lungo la campagna è necessario raggiungere almeno il podio in ogni gara, accumulando punti; niente biglietti per il festival quindi, ma ogni serie di competizioni diventa disponibile solo dopo aver raggiunto almeno il terzo posto totale in quella precedente, considerando il punteggio ottenuto alla fine del campionato. Una classica struttura ad incremento progressivo dunque, che oltre a sbloccare nuovi circuiti (ce ne sono 10 in totale, inclusi quelli al contrario) e nuove vetture, fa da cornice ad un gioco che non propone in effetti nessuna novità degna di nota, sia in termini di gameplay che di innovazioni tecniche. Pur non considerando la mancanza di idee nuove di per sé necessariamente un male (molti sequel infatti superano in qualità i titoli originali), in questa occasione l'assenza di freschezza di contenuti pesa in maniera incisiva, anche perché quelli "classici" non sono certo stati implementati in maniera perfetta. La sensazione che si ha provando una qualunque delle auto di gioco (abbastanza diversificate come aspetto ma non come guida) è quella di trovarsi di fronte ad una fisica approssimativa, capace di alternare momenti spettacolari ad altri apparentemente inspiegabili; si ha così ad esempio l'opportunità di affrontare in uno stesso giro una rampa in grado di far eseguire salti improponibili al mezzo e una parete che al contrario se urtata lo ferma istantaneamente senza nessuna conseguenza. Anche i rimbalzi delle vetture sul terreno soffrono dello stesso comportamento ambiguo, con movimenti ben ricreati alternati ad altri assolutamente inverosimili. Vista poi la totale assenza di danni fisici o meccanici (pecca di non poco conto, considerato il genere che fa degli incidenti spettacolari uno dei suoi pezzi forti), sarebbe stata auspicabile almeno un'animazione di distruzione totale a seguito di frontali terrificanti; invece, proprio le collisioni vanno a riempire prepotentemente la casella dei contro. Qualche piccolo appunto da segnalare anche sui controlli: disponibili sia tramite accelerometri che mediante touch screen (o con due frecce ai bordi dello schermo o riproponendo un volante sul lato preferito del display), per risposta ed immediatezza è da preferire nettamente la configurazione con gli accelerometri, che restituiscono un feeling più credibile.
Tuttavia, è facile notare come anche in questo caso le vetture assumano atteggiamenti di difficile interpretazione, costringendo a continui aggiustamenti di traiettoria anche in presenza di curve semplici da affrontare e faticando non poco a rientrare in corsa; un marcato "effetto pendolo" contribuisce infine a rendere ancora più ostica la manovrabilità. L'accelerazione è automatica (ma non è presente nessun turbo) mentre il freno rimane manuale, non brillando per reattività ed intensità (e soprattutto il suo utilizzo a ruote sterzate purtroppo non facilita l'ingresso in curva mediante una derapata controllata, se non dopo una prolungata pressione). Dal punto di vista tecnico viene se possibile ancora più confermato il totale dualismo di Race After 1977. Se a prima vista il colpo d'occhio appare infatti sopra la media, man mano che si affrontano le varie piste cominciano a mostrarsi tutta una serie di limitazioni poco carine, specialmente su un titolo che concorre contro numerosi altri "pezzi da 90". Ecco dunque texture sgranate o di cattiva qualità, rocce spigolose, pop up, cali di frame rate e scenari molto simili tra loro intervallati tuttavia da buoni effetti luce e da una discreta realizzazione delle auto; ad aggravare la già controversa situazione ci pensa però un comparto audio nettamente inadeguato in termini di effetti sonori (i rombi dei motori somigliano più a ronzii senza senso) e appena sufficiente riguardo alle musiche di accompagnamento. Buone notizie invece dal fronte social: pur non avendo al momento nessuna modalità multiplayer infatti, il titolo supporta pienamente Game Center e dispone di ben 50 obiettivi sbloccabili, fattore che spingerà i fanatici del punteggio a rigiocarlo per molto tempo.
La versione testata è la 1.1.0
Prezzo: 0,79€
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Conclusioni
Nonostante le premesse ricche di buone intenzioni, Race After 1977 può tranquillamente definirsi un esperimento riuscito solo a metà: troppe sono infatti le contraddizioni presenti in questo titolo tanto che le cose negative sembrano superare, seppur di poco, i punti di forza espressi. Non si tratta ovviamente di un gioco da dimenticare, vista anche l'intenzione espressa dai programmatori di supportarlo continuamente ma, pur considerando il prezzo simbolico, conviene valutarne con attenzione l'acquisto, a causa delle molte promesse che, iPhone alla mano, vengono poi alla resa dei conti disattese.
PRO
- Molte gare e oggetti sbloccabili disponibili
- Livello tecnico con qualche alto...
CONTRO
- ...ma altrettanti bassi
- Fisica da rivedere
- Controlli poco intuitivi
- Comparto audio al limite della sopportazione