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Spider-Man: Edge of Time, recensione

Gli sviluppatori di Beenox si cimentano nuovamente con il più famoso supereroe Marvel e con i paradossi temporali. Solo che stavolta gli Spider-Man a nostra disposizione saranno soltanto due

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   14/10/2011

Versione testata: Wii

La morte è un concetto relativo nell'Universo Marvel, e non a caso è lo stesso Spider-Man a scherzarci su, durante uno dei numerosi dialoghi con la sua controparte del 2099. I due supereroi sono entrati in contatto in passato e questo legame li ha uniti al di là delle barriere spaziali e temporali, tanto da permettergli di comunicare "telepaticamente" nonostante si trovino su differenti piani della realtà: da un lato Peter Parker, fotoreporter freelance per il Daily Bugle che, morso da un ragno radioattivo, acquista i poteri proporzionali di un ragno e decide di utilizzarli per combattere il crimine; dall'altro Miguel O'Hara, genetista della New York dell'anno 2099, che ottiene capacità simili a quelle del suo predecessore per via di un incidente di laboratorio che modifica il suo DNA.

Spider-Man: Edge of Time, recensione

L'incipit di Spider-Man: Edge of Time è senz'altro di grande impatto: lo Spider-Man che tutti conosciamo viene ucciso da una versione potenziata di Anti-Venom mentre si trova nei pressi di un misterioso portale, ma la versione del 2099 riesce a intervenire in extremis per sventare l'accaduto. Peter Parker, proiettato indietro nel tempo ma in una realtà che non gli appartiene, è dunque salvo, ma non per molto: se vuole modificare il proprio destino e quello dell'intera città, trasformatasi in una sorta di succursale per una malvagia corporazione, deve interagire con lo Spider-Man del futuro e innescare una serie di eventi in grado di ripristinare lo stato delle cose; e magari di evitargli la morte. La trama del gioco a una prima occhiata sembra ricalcare quella del precedente lavoro di Beenox, Shattered Dimensions, dove l'Arrampicamuri era presente in ben quattro varianti anziché due. Tuttavia la storia scritta da Peter David (uno dei migliori autori in forza alla Marvel) dopo qualche minuto ingrana e ci porta su binari differenti, capaci anche di qualche interessante colpo di scena.

Gemelli diversi

L'azione di Spider-Man: Edge of Time si svolge tutta all'interno della sconfinata (ma davvero!) sede della Alchemax, la società che nel "presente alternativo" creato dal paradosso temporale ha acquisito il totale controllo di New York e di chissà quante altre città, grazie a una serie di brevetti che hanno cambiato la società così come la conosciamo. Il passaggio dallo Spider-Man classico alla controparte del 2099 non avviene per scelta del giocatore, bensì si verifica a seconda degli eventi narrati, con soluzioni anche piuttosto originali, specie verso la fine dell'avventura (che abbiamo completato in circa otto ore), quando le interazioni si fanno più serrate e i due eroi si trovano quasi fianco a fianco per affrontare una minaccia comune. La visione dell'Uomo Ragno che ci viene proposta da Beenox ci è sembrata a metà strada fra l'estetica del popolare ciclo narrativo disegnato da John Romita Jr. e quella dei film diretti da Sam Raimi, con i quali Edge of Time ha in comune la quasi completa distruzione del costume rosso e blu, che si riduce letteralmente in brandelli sotto i colpi di alcuni potenti nemici, nonché il dinamismo delle sequenze di "web swinging", reso molto bene nel gioco ma sfruttato meno di quanto ci saremmo aspettati per via della mancanza di scenari prettamente urbani.

Spider-Man: Edge of Time, recensione

Il personaggio che controlliamo può librarsi nell'aria e saltare da una ragnatela all'altra tenendo premuto e rilasciando il grilletto B del Wii-mote, oppure premere il medesimo tasto una sola volta per raggiungere le zone evidenziate da marker gialli. Il pulsante A viene utilizzato per il normale salto, mentre il modulo Nunchuk è deputato al movimento (stick analogico) alla gestione della visuale (pulsante Z) e all'attivazione della capacità speciale (pulsante C), che nel caso dello Spider-Man classico si traduce in una sorta di "super reazione", con il celebre senso di ragno che consente all'eroe di muoversi molto più velocemente dei propri avversari, mentre per lo Spider-Man del 2099 consiste nel rilascio di una "copia" molto utile quando siamo sotto il puntamento di missili e torrette, e che con i dovuti upgrade può assumere anche una valenza offensiva. Fa un (bel) po' storcere il naso l'uso delle quattro direzioni del d-pad per l'esecuzione delle manovre offensive (combo normale, combo pesante, lancio dei proiettili di ragnatela e varie altre combinazioni), anche perché lo stesso d-pad, in combinazione con il pulsante Z, serve per muovere la visuale. Tale situazione, purtroppo non modificabile in alcun modo (sarebbe stato carino supportare il Classic Controller, ad esempio), dà vita talvolta a momenti di puro caos, anche e soprattutto per via di una gestione della telecamera virtuale che fa acqua da tutte le parti e che in alcuni momenti impazzisce letteralmente (vedi quando si aderisce a una parete), rendendoci la vita molto difficile.

Spider-Man, tu sei l'Uomo Ragno...

Se si riesce a scendere a patti con il sistema di controllo macchinoso, con la mediocre gestione della visuale e con una serie di difetti più o meno evidenti della grafica (compenetrazioni poligonali, soprattutto), Spider-Man: Edge of Time riesce a esprimere il proprio potenziale e fornisce ai fan del supereroe Marvel un'esperienza più che discreta, sorretta da una trama convincente, da dialoghi molto ben scritti e finanche da un livello di sfida non indifferente, specie nelle fasi più avanzate, quando i nemici si faranno davvero duri e ci saranno sezioni che richiederanno ben più di un tentativo per essere superate con successo.

Spider-Man: Edge of Time, recensione

Il sistema di potenziamento, che funziona tramite le sfere di luce e i "ragni d'oro" che possiamo raccogliere all'interno degli scenari, non arriva mai a "svendersi"; anzi, anche a gioco completato difficilmente riuscirete ad acquistare tutti i possibili upgrade, il che promuove un certo grado di rigiocabilità del titolo Beenox, insieme alla possibilità di affrontare nuovamente determinate sezioni in una sorta di time attack con in palio quindici differenti costumi alternativi per l'Uomo Ragno. Gli sviluppatori hanno lavorato molto bene in termini di progressione: i poteri e le capacità dei due Spider-Man si arricchiscono in modo graduale e dunque non vengono mai banalizzati, ma anzi svolgono un ruolo centrale nell'economia del gameplay. Passando al comparto tecnico, al di là dei difetti già evidenziati si può parlare certamente di ambientazioni poco ispirate, abbastanza simili fra loro e molto piatte, quantomeno nella versione Wii, contrapposte però a un'ottima cura del personaggio principale in termini di dettaglio e animazioni. Bene anche il sonoro, con effetti nella norma e musiche che in alcuni casi riescono ad emergere e a tirare fuori un po' di epicità di stampo cinematografico. Peccato per i lunghi dialoghi in inglese: una localizzazione completa avrebbe reso l'avventura più godibile.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (29)
7.8
Il tuo voto

Spider-Man: Edge of Time per Wii ci propone un curioso mix di pregi e difetti: da un lato una trama ben scritta, un ottimo sistema di potenziamento che valorizza i singoli upgrade, un'eccellente resa dei poteri di Spider-Man e un livello di sfida che saprà tenervi impegnati; dall'altro un sistema di controllo caotico e macchinoso, una gestione della visuale spesso problematica e un gran numero di glitch più o meno evidenti. Si può certamente scendere a patti con i secondi e godersi i primi, ma è chiaro che il risultato finale ci lascerà un retrogusto amaro, oltre alla consapevolezza che i ragazzi di Beenox avrebbero potuto dedicare più tempo al testing onde evitare le magagne più grosse, o magari fornire agli utenti la possibilità di scegliere fra diverse configurazioni per quanto concerne i controlli. Consigliamo il gioco solo ai fan dell'Uomo Ragno, dunque.

PRO

  • Campagna di discreta durata e con un buon livello di sfida
  • Ottima gestione e valorizzazione dei potenziamenti
  • Buona resa del personaggio e dei suoi poteri

CONTRO

  • Scenari bruttini, vuoti, piatti e spesso simili fra loro
  • Sistema di controllo inevitabilmente macchinoso
  • Gestione della visuale problematica