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I colori degli anni '80

L'ultimo titolo di Q-Games abbraccia il genere degli sparatutto a scorrimento orizzontale, mettendo da parte lo spessore di PixelJunk Shooter per attuare un'indovinata e affascinante operazione nostalgia

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   07/12/2011

Cimentarsi con un classico degli anni '80 utilizzando un emulatore costituisce un'esperienza profondamente diversa rispetto all'originale; quella delle sale giochi buie, illuminate unicamente dai monitor a tubo catodico, spesso e volentieri "magnificati" tramite espedienti anche pacchiani. I pixel che componevano la grafica di sparatutto come Galaxian o Space Invaders generavano un particolare alone e un "effetto scia" che, pur dovuti alle limitazioni tecniche dei monitor, contribuivano a caratterizzarne l'estetica, creando quasi un effetto ipnotico. Tutti elementi che Q-Games ha cercato di recuperare e riproporre in PixelJunk SideScroller, disponibile da alcune settimane in esclusiva su PlayStation Network. Il sodalizio fra il team fondato da Dylan Cuthbert e Sony prosegue, dunque, e sembra destinato a durare ancora a lungo.

I colori degli anni '80

Nel caso specifico di questa produzione, l'idea nasce dal bonus stage a cui è possibile accedere una volta completato PixelJunk Shooter 2, anche se è dura considerare SideScroller un mero spin-off. Il gioco presenta infatti una personalità ben definita, ben diversa dal livello extra su cui si basa, in cui ognuno dei dodici (sedici, in realtà) stage sposa una determinata filosofia e ci mette di fronte a minacce che vanno affrontate utilizzando una delle tre armi di cui la nostra navicella è dotata: la raffica, che una volta potenziata si moltiplica e ci consente di eliminare nemici posti in ogni direzione; il raggio laser, un fascio estremamente potente che si rivela ideale per la demolizione delle unità più resistenti; le bombe, sfere esplosive che "rimbalzano" sulle pareti dello scenario alla ricerca di obiettivi da disintegrare. L'intenzione degli sviluppatori era quella di fornire al giocatore questi strumenti di modo che si potesse passare dall'uno all'altro in modo rapido e intuitivo, da qui l'assegnazione ai pulsanti Quadrato e Cerchio sul Dual Shock della funzione di "scorrere" le armi, operazione eseguibile anche tramite i dorsali secondari ma in modo meno "elegante". Per aprire il fuoco con l'arma equipaggiata basta premere e tenere premuto il dorsale R1, mentre il dorsale L1 attiva un'ulteriore manovra offensiva, nella fattispecie una "carica" che la navicella esegue verso un bersaglio e che si rivela particolarmente utile contro i piccoli gruppi di nemici, anche se durante i test non l'abbiamo mai vista di buon occhio, preferendo approcci più tradizionali.

Imperturbabilmente scorre

Se siete reduci dall'esperienza con PixelJunk Shooter 2, il primo impatto con PixelJunk SideScroller potrebbe essere traumatico. Si passa infatti da un gameplay dinamico ma fondamentalmente riflessivo, in cui l'azione sparatutto si alterna e talvolta si fonde con la risoluzione di enigmi basati sullo scenario, a un approccio "vecchia maniera" in cui lo scorrimento orizzontale progressivo non lascia spazio a nulla che non sia la distruzione delle unità nemiche; il maggior numero possibile, magari, per raggiungere l'high score e piazzarsi nelle leaderboard online.

I colori degli anni '80

C'è però un disegno preciso dietro le dinamiche di gioco, con gli stage che presentano una struttura graduale, iniziano con la solita doppia fila di navicelle e ci esortano a puntare soprattutto su quelle fra di esse che brillano, in quanto la loro eliminazione rilascia sullo sfondo un potenziamento o uno scudo. I potenziamenti influiscono sulla capacità della sola arma equipaggiata, dunque bisogna imparare a capire (spesso con una serie di prove ed errori, visto che la memorizzazione di determinate sequenze è praticamente d'obbligo se si vogliono superare le fasi più complesse) quale dei nostri tre strumenti di distruzione è il caso di migliorare perché, come già detto, ci sono stage disegnati espressamente intorno a una tipologia d'arma. Alcuni livelli presentano minacce sulle pareti inferiori e superiori, prestandosi dunque agli assalti delle bombe; altri ci attaccano frontalmente con postazioni molto resistenti, da abbattere utilizzando il laser. La raffica di default risulta insomma il classico "all-rounder", in grado di supportarci un po' in tutte le situazioni ma senza vantare l'efficacia degli strumenti specifici. Gli appassionati di sparatutto, quelli che magari si sono fatti le ossa con Thunderforce IV su Mega Drive, riconosceranno il valore di taluni momenti, il gusto della citazione ma al contempo la voglia di proporre qualcosa di nuovo; di spingere, se possibile, un filone già ampiamente spremuto verso nuove vette. Rientrano in quest'ottica le fasi conclusive di ogni livello, in cui veniamo messi alla prova in vari modi e ci viene chiesto di ragionare velocemente per sopravvivere.

Trofei PlayStation 3

Sono quindici i trofei messi a disposizione da PixelJunk SideScroller. Ottenerli è generalmente un'operazione semplice, ovvero basta completare i singoli stage, le "zone" e il gioco nei vari livelli di difficoltà. Non mancano, tuttavia, le imprese un pochino più particolari: eliminare cinquanta nemici utilizzando l'attacco caricato, eliminarne dieci con il laser, raccogliere le corone nascoste e così via.

La solita routine

Il genere degli shoot'em-up a scorrimento si basa più che altro sulle routine, ovvero sulle operazioni che le unità nemiche eseguono ogni volta che si presentano sullo schermo. Ci troveremo ad affrontare navicelle che volano in formazione e sparano qualche proiettile a tradimento, quando meno ce lo aspettiamo, oppure torrette che ci lanciano contro scariche di missili a una determinata angolazione, o ancora postazioni in grado di effettuare attacchi diversi, con numerose diramazioni, molto difficili da evitare.

I colori degli anni '80

La chiave per il superamento degli stage sta nel memorizzare questi comportamenti, a maggior ragione quando si tratta dei boss, che incontreremo al termine di ognuna delle tre (quattro) zone e che nel loro movimento e nei loro pattern offensivi richiameranno alla memoria esperienze passate con i migliori titoli del genere, che magari pensavamo di aver dimenticato. Il fatto che il gameplay si accompagni a una grafica fondamentalmente in wireframe, che riesce nel suo piccolo a essere stilosa (a cominciare dai bordi tondeggianti dello schermo, che richiamano quelli dei coin-op anni '80) e talvolta ci abbaglia con le sue tonalità acide, non rappresenta che un valore aggiunto per l'esperienza, la dimostrazione che è possibile realizzare qualcosa di significativo anche attingendo a un budget ben diverso da quello delle produzioni tripla A. Il contrasto della colonna sonora, che sottolinea le nostre scorribande con ritmi e melodie di stampo "ambient", elettroniche ma neanche troppo, non centra l'obiettivo di piazzarci in testa un particolare motivetto ma di sicuro contribuisce all'atmosfera generale.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (4)
7.2
Il tuo voto

Q-Games voleva realizzare un'ode agli shooter anni '80, e con PixelJunk SideScroller c'è senza dubbio riuscita. Il gioco si rivolge ai puristi del genere, è chiaro, e nelle sue dinamiche nasconde infinite citazioni relative a pattern, boss fight, situazioni che hanno scritto buona parte della storia dei videogame, sia prima che dopo l'avvento delle console. Una volta memorizzati determinati percorsi, non è poi così difficile portare a termine i dodici (sedici) stage che compongono l'avventura al livello normale, ma a quel punto si sbloccano due ulteriori gradi di difficoltà che moltiplicano la durata dell'esperienza, e che peraltro portano con sé una rivisitazione della grafica ancora più particolare e affascinante. Uno splendido esercizio di stile in salsa sparatutto, in definitiva.

PRO

  • Gameplay solido e ben bilanciato
  • Stile grafico molto particolare
  • Quattro livelli di difficoltà da affrontare...

CONTRO

  • ...ma gli stage non sono tantissimi
  • Sa essere piuttosto frustrante