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Dustforce, recensione

Tutti a spazzare per terra (e non solo) con Dustforce: arriva la prima perla indie del 2012!

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   18/01/2012

La scena degli sviluppatori indipendenti, ormai, non è più una sorpresa: sono sempre più infatti i giochi provenienti dal panorama indie in grado di trovare un posto speciale nei cuori delle persone, anche a discapito di produzioni ben più costose e pubblicizzate. Uno degli esempi lampanti è stato in passato Super Meat Boy, platform uscito nel 2010 e acclamato a gran voce sia dalla critica che dal pubblico: proprio alla fatica di Team Meat è ispirato in modo evidente Dustforce, progetto ad opera di Hitbox Team sul quale si sono spostati i riflettori durante gli ultimi mesi, da quando è stato individuato come uno dei progetti più interessanti di questo 2012 anche grazie ai riconoscimenti ottenuti sin dalla fase di sviluppo. La similitudine con Super Meat Boy però,

Dustforce, recensione

è stata spesso vista per la fatica di Hitbox Team come un'arma a doppio taglio: se da un lato i fan più agguerriti del primo potrebbero trovare in Dustforce una valida alternativa al loro pezzo di carne preferito, il rovescio della medaglia è costituito dal rischio di mettere in campo una copia carbone e poco più. Per sapere come stanno le cose, non dovete fare altro che proseguire nella lettura, impugnando scopa e paletta... o al massimo un aspirapolvere!

La pulizia prima di tutto

Dustforce si presenta come un platform a due dimensioni completamente improntato all'azione e alla frenesia dei movimenti, che come stiamo per vedere ne costituiscono croce (poco) e delizia (molto). L'obiettivo è quello di ripulire tutta l'area che compone il livello, passando con il personaggio sulla sporcizia che vi è presente: facile a dirsi e un po' meno a farsi, visto che con movenze degne del miglior parkour è necessario camminare sia su pareti verticali che a testa in giù. Come se non bastasse, oltre a insidie di ogni tipo intrinseche nel design folle dei livelli, sono presenti anche nemici "posseduti" dalla sporcizia, e intenzionati quindi a mettere i bastoni tra le ruote al nostro alter-ego pulitore, obbligato dal canto suo a impugnare la scopa anche per liberare tali personaggi dalla loro sudicia prigionia. L'inizio del gioco ci vede catapultati in un hub un po' particolare, a metà tra il livello e il menu, all'interno del quale è già possibile iniziare a respirare l'ottima aria di cui è fatto Dustforce: naturalmente, è possibile accedere a un tutorial più che esaustivo, all'interno del quale vengono spiegate tutte le meccaniche del gioco in modo chiaro e immediato. Così come per il tutorial, per accedere ai vari livelli occorre andare in giro per l'hub entrando nelle porte che si trovano in giro. Alcune di esse sono accessibili sin da subito, mentre altre sono sbloccabili ottenendo punteggi meritevoli nei livelli affrontati in precedenza.

È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo

Ai più smaliziati, probabilmente, quanto descritto nel paragrafo precedente avrà già suggerito dove stiamo andando a parare: l'aspetto competitivo è una delle principali componenti di Dustforce, sia nei confronti di sé stessi che verso gli altri giocatori. Ogni livello contiene infatti una serie di parametri a cui corrispondono dei punteggi, confrontabili tramite le apposite leaderboard: particolarmente interessante è anche la possibilità di vedere i video relativi agli highscore totalizzati nei vari livelli, utili soprattutto per capire come migliorarsi guardando le prestazioni degli altri.

Dustforce, recensione

L'attenzione di Hitbox Team non è stata quindi rivolta solo alla progressione del gioco intesa in termini di novità nelle ambientazioni (i livelli a disposizione sono comunque in buon numero e ben differenti tra loro), ma soprattutto alla necessità di migliorare costantemente sé stessi, ottenendo punteggi migliori da sfoggiare online. Per fare ciò, è stato introdotto anche un parametro definito Finesse, incrementato dal punteggio combo ottenuto durante lo svolgimento del gioco: maggiore sarà la nostra abilità svolgendo diverse azioni in modo concatenato, maggiore il punteggio. Immediato capire quindi come sia frequente ripetere un determinato livello anche a causa di un singolo errore, ma per fortuna gli sviluppatori ci vengono incontro con alcune decisioni di design. Il protagonista ad esempio può essere colpito o "morire" un numero di volte illimitato, ottenendo la penalità di perdere i punti combo accumulati fino a quel momento ma potendo comunque proseguire nell'azione senza dover ricominciare lo schema. Da notare come non ci si ritrovi mai a fare i conti con problemi tecnici, lasciando quindi tutto saldamente nelle mani della sola abilità del giocatore. Una curva d'apprendimento per acquisire una certa fluidità nei movimenti è necessaria, ovvio, ma una volta presa confidenza con Dustforce sarà alto il livello di soddisfazione nel concludere con successo un livello. Il sistema di combattimento offre due tipi di attacchi, uno più leggero e uno più pesante, che anch'essi concorrono ad aumentare il punteggio. C'è inoltre la possibilità di ricorrere a un attacco speciale quando la relativa barra è al massimo, e grazie al quale battere tutti i nemici presenti su schermo in un colpo solo.

Imbrattare in compagnia

La modalità multigiocatore di Dustforce riguarda, almeno per il momento, solo il gioco in locale. Il fiore all'occhiello è la tipologia King of the Hill, all'interno della quale fino a quattro giocatori in contemporanea se le danno di santa ragione facendo leva sul design estremo degli ambienti: l'obiettivo è quello di conquistare il livello divisi in due squadre, delle quali la prima deve pulire le varie superfici, mentre la seconda imbrattarle. I progetti di Hitbox Team per il multiplayer di Dustforce sono comunque solo all'inizio, visto che già si è parlato di modalità online: dato l'impegno aggiuntivo richiesto da tale componente, gli sviluppatori si sono prefissati di completare prima la modalità singola e quella multigiocatore locale, rimandando quella via rete a un secondo tempo che si spera possa concretizzarsi a breve.

Anche sporco è bello

Dustforce si muove su scenari 2D in parallasse, richiamando anche col proprio stile grafico Super Meat Boy.

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Definire una copia il lavoro di Hitbox Team sarebbe di sicuro ingeneroso per chi ha lavorato su questo gioco, riponendo una cura per i dettagli quasi maniacale: dal design di personaggi e nemici fino alle animazioni, tutto quanto è apprezzabile soprattutto grazie all'ottimo stile pastello fresco e gradevole, in grado di essere uno dei segni distintivi di Dustforce.

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Gradita anche la possibilità di scegliere quale impersonare tra i diversi protagonisti messi a nostra disposizione, sebbene si tratti più di una scelta estetica più che di un cambio effettivo nello stile di gioco. Assolutamente non da meno è il sonoro, all'interno del quale ancora una volta gli

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sviluppatori non hanno trascurato nulla: ogni livello ha i suoi effetti e rumori particolari legati alla sua tipologia, al di là dell'ovvia "spazzata" effettuata dal personaggio principale. Non manca una colonna sonora di buono spessore, in grado di coadiuvare in modo valido l'azione, infondendo cioè quel mix di adrenalina e concentrazione necessario a superare le fasi più concitate del gioco.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.8
Lettori (15)
7.1
Il tuo voto

Come dicevamo a inizio recensione, appare inevitabile per Dustforce il paragone con Super Meat Boy, dal quale il primo trae evidente ispirazione. Tuttavia, il merito di Hitbox Team è stato quello di tanti altri sviluppatori indie: riuscire a prendere un concetto originale e bizzarro come quello della pulizia, e metterlo in campo in modo ottimo, sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda il gameplay. Alla luce di questo, Dustforce è un titolo godibile, in grado di offrire ore di divertimento e soddisfazione a patto di accettare una curva di apprendimento che poi così ripida non è, e di entrare nell'ottica di dover ripetere più volte i passaggi più difficili. Elemento quest'ultimo che come al solito potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Per tutti gli altri e in particolare per gli amanti dei platform adrenalinici, Dustforce resta caldamente consigliato, che abbiate già avuto modo di godere del lavoro di Team Meat o meno. E poi, venduto a meno di sette euro su Steam in versione Windows ma con in arrivo anche quella Mac OSX , è quasi un regalo...

PRO

  • Stile grafico ispirato
  • Attenzione per i dettagli
  • Controlli ben studiati
  • Prezzo stracciato

CONTRO

  • Non per tutti
  • Assenza di multiplayer online (per ora)

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema Operativo: Windows 7
  • RAM: 6 GB
  • CPU: Intel i7 920
  • Scheda video: GeForce GTX 470

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows 7 / Vista / XP
  • RAM: 1GB
  • CPU: Core 2 Duo 2.0 GHz
  • Spazio su disco: 350MB
  • Scheda video: supporto Shader Model 2.0 con 400MB di memoria
  • DirectX 9.0c