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Okabu, recensione

Dopo il successo di Rolando sui dispositivi iOS, HandCircus prova a sdoganare anche su PlayStation 3 il mix di grafica fumettosa e di gameplay immediato che caratterizza i propri titoli

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   09/02/2012

Il meraviglioso regno di Okabu è minacciato dall'inquinamento portato dalla razza dei Doza, e in particolare la specie delle balenuvole (nuvole a forma di balena, appunto) soffre per via dei fumi che avvelenano l'aria.

Okabu, recensione

Due fratelli, Nimbe e Kumulo, decidono dunque di dirigersi verso l'origine del problema, ma finiscono per essere sopraffatti dai pericolosi effluvi e precipitano al suolo. Si risvegliano nel villaggio Tenori, circondati da simpatici Yorubu, che scoprono soffrire per i medesimi motivi: i Doza hanno distrutto le loro case e ridotto in schiavitù tanti loro compagni. Viene dunque sancita una naturale alleanza, che porta le due balenuvole e alcuni Yorubu ad avanzare insieme con l'obiettivo di cacciare i Doza dal regno una volta per tutte.

Okabu, recensione

È questo l'incipit di Okabu, il titolo di debutto per HandCircus su PlayStation 3, disponibile esclusivamente in formato digitale via PlayStation Store. Si tratta fondamentalmente di un action game con elementi puzzle, in cui man mano si guadagnano nuove abilità e bisogna utilizzarle per risolvere l'enigma di turno, attraverso una serie di scenari sempre più ampi e complessi. I primi minuti di gioco sono talmente semplici da far temere il peggio, ovvero che l'intera esperienza sia stata pensata per un pubblico di giovanissimi e che dunque non sia in grado di offrire un minimo di sfida per i videogiocatori più navigati. Le due balenuvole si muovono fluidamente fra orticelli e casette, salutando gli Yorubo e interagendo con essi per portare a termine quest di una banalità disarmante.

Okabu, recensione

Nimbe e Kumulo possono infatti caricarsi d'acqua bagnandosi in un laghetto, quindi rilasciarla sulle piantagioni che necessitano di un po' di pioggia, oppure spruzzarla contro un particolare bersaglio (ad esempio i Dozabot, androidi costruiti dai Doza) per metterlo fuori gioco. Si può passare da una balenuvola all'altra tramite la semplice pressione del tasto Triangolo, oppure giocare insieme a un amico in modalità cooperativa (solo in locale, però), sempre in modo estremamente intuitivo. Come detto, la prima impressione è quella di un titolo eccessivamente facile e privo di mordente, ma per fortuna le cose cambiano dopo pochi stage e vengono introdotti gli elementi che caratterizzano davvero il prodotto di HandCircus.

Trofei PlayStation 3

I quarantadue Trofei di Okabu sono abbastanza semplici da sbloccare. La maggior parte di essi, infatti, si ottiene completando i livelli ed eliminando un certo numero di dozabot. Più complicati da prendere sono i Trofei segreti, che implicano il completamento di missioni particolari (distruggere cento statue, eliminare altrettanti dozabot con un cannone, ecc.).

Mi fa male Okabu

Benché Nimbe e Kumulo siano dotati di capacità straordinarie, sarebbe stata dura basare l'intero gameplay di Okabu sulle loro scorribande da una parte all'altra dello scenario. Per questo nel corso dell'avventura incontreremo quattro personaggi da portare sul dorso delle balenuvole, ognuno dotato di abilità peculiari che andranno utilizzate alternativamente per risolvere enigmi sempre più complessi. Il primo personaggio è Capitan Monkfish, un buffo Yorubo armato di una ventosa che può lanciare verso qualsiasi tipo di oggetto per agganciarlo e trascinarlo: porte, forzieri, cariche esplosive e quant'altro. A lui si aggiunge poi Picolo, un fattore in grado di "ipnotizzare" animali e persone grazie al proprio flauto magico: suonandolo possiamo spronare bufali e pecore a muoversi nella direzione che desideriamo, sfasciando gli ostacoli sul proprio cammino, spronare i polli a mangiare l'erba che ostruisce un passaggio oppure far sì che degli Yorubo si posizionino sopra degli interruttori.

Okabu, recensione

Più avanti arriveranno, infine, Roki e Kat: il primo è un Doza "pentito", che può controllare un gran numero di dispositivi elettronici in base alle necessità, il secondo viene accompagnato da un uccello capace di trasportare oggetti e attivare determinati meccanismi. Tutte queste possibilità si mescolano seguendo una certa progressione, anche se all'inizio si nota il passaggio, quasi traumatico, dalle sezioni più banali a quelle in cui bisogna risolvere enigmi anche abbastanza elaborati, composti da più elementi in successione. Alla fine dei conti, però, l'esperienza rimane divertente e leggera: i puzzle non sono mai eccessivamente oscuri e dunque si riesce a risolverli con un minimo di ragionamento, mentre le balenuvole non possono essere uccise e l'unico scotto da pagare, nel caso in cui si venga colpiti dal nemico, è quello di recuperare il proprio personaggio nei pressi di un albero della rigenerazione. Decisamente più problematici altri aspetti del prodotto HandCircus, come la gestione spesso non ottimale dei personaggi "controllati in remoto" e qualche fastidioso rallentamento che si verifica durante le situazioni più affollate (non molte, per fortuna). La grafica fumettosa dice ancora una volta la sua, grazie anche a una buona scelta dei colori, e rende Okabu un gioco quasi unico nel suo genere, con le balenuvole che "scivolano" sullo schermo e concorrono alla creazione di un'esperienza estremamente immediata. Il comparto sonoro e composto da "voci" molto buffe, in stile Zelda, e da un accompagnamento musicale sulle prime irresistibile, ma che man mano diventa un po' monotono e, soprattutto, non si ferma neppure nei momenti in cui bisognerebbe sottolineare l'azione in modo differente (vedi quando viene raccontata la storia dei Doza), dimostrando purtroppo poca attenzione per i dettagli.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
6.3
Il tuo voto

Okabu è foriero di un'esperienza fresca, divertente, immediata, per molti versi "colorata" tanto quanto la sua simpaticissima grafica in cel shading. Il gameplay si basa sulle abilità delle balenuvole e dei personaggi che possono cavalcarle, da utilizzare alternativamente per la risoluzione di puzzle ambientali sempre più complessi e sfaccettati. Il gioco non è difficile ma neppure banale come si è portati a pensare dopo i primissimi minuti, che vengono chiaramente sfruttati per introdurre la "filosofia" del titolo HandCircus. Ci sono sicuramente dei problemi, ad esempio il controllo dei personaggi tramite il flauto di Picolo è tutto fuorché preciso e talvolta si verificano degli evidenti rallentamenti, ma in linea di massima l'esperimento può dirsi riuscito e i possessori di PlayStation 3 possono dedicarsi a qualcosa di decisamente diverso rispetto ai soliti franchise.

PRO

  • Immediato, semplice, divertente
  • Gameplay discretamente vario e coinvolgente
  • Grafica e sonoro conquistano subito...

CONTRO

  • ...anche se il secondo dopo un po' diventa ripetitivo
  • Qualche fastidioso problema tecnico
  • Grado di sfida molto blando