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Verso la nuova Camelot

Dal tradimento di Ebaracum fino alla conquista dell'intera Inghilterra

RECENSIONE di Mattia Armani   —   07/02/2012

King Arthur II ci riporta tra le foreste e le verdi colline di un'Albione popolata da personaggi storici e leggendari, da mostri d'ogni sorta e da soldati reietti. Adriano è un mago, un Pendragon è ancora protagonista, ma c'è anche Septimus Sulla, un eroe romano che non conosce la resa. Tra alleanze, tesori e battaglie, in gioco c'è il destino dell'Inghilterra, una terra sempre più oscura, priva del suo condottiero rimasto ferito, e invasa da forze che sono state capaci di superare persino l'immenso Vallo di Adriano.

L'Inghilterra delle leggende

Disegni suggestivi e brani coinvolgenti ci trascinano da subito nell'atmosfera magica di King Arthur II. Dal punto di vista del design il titolo ci cattura già dal menu principale per poi colpire dritto nel segno una volta scesi sul campo di battaglia. Centinaia di unità di fanteria dettagliate si scagliano contro giganti e squadroni di Pitti mentre gli arcieri bersagliano stormi di mostruose creature volanti al soldo degli avversari.

Verso la nuova Camelot

Nonostante l'engine non sia cambiato molto, il livello di dettaglio è aumentato dal capitolo precedente e la distanza tecnica da Total War, con cui il titolo convidide diversi aspetti, si accorcia ulteriormente ma lo fa seguendo un percorso differente con le battaglie che in certi frangenti ricordano quelle del signore degli anelli tra mostri tianici e palle di fuoco capaci di incendiare e sbalzare decine di uomini. Buona parte della struttura è quella del primo capitolo, con le quest di stampo ruolistico a rivestire un ruolo ancora più importante, ma la vegetazione è più rigogliosa, gli effetti sono più curati e la nuova mappa regala tutt'altro colpo d'occhio incrementando, grazie ai dettagli, l'alone di magia che abbraccia le terre britanniche. Non mancano comunque svariate novità dal punto di vista del gameplay con rifiniture alle battaglie, incantesimi, resistenze, una diversa gestione delle strutture chiave e un netto incremento della profondità gestionale. Il tutto però senza sacrificare l'anima avventurosa della serie e senza costringere il giocatore a navigare tra statistiche e menù incomprensibili. La diplomazia, come la ricerca, è gestita attraverso chiare e semplici icone, tutto è contestuale, ogni elemento viene portato all'attenzione in modo evidente e con interfacce semplici e chiare. Il risultato è un'esperienza complessa, con tanto di matrimonio e relative conseguenze, ma sempre accessibile e non distrae dalla trama regalando comunque al titolo un'invidiabile ricchezza di possibilità.

Eroe, condottiero e diplomatico

Il titolo mescola componente avventurosa, gestionale e ruolistica attraverso la mappa principale con gli eventi importanti che ci vengono indicati da icone evidenti e ineludibili. Il banner delle quest, che vanno dalla diplomazia alle semplici scommesse sui combattimenti, chiarisce da subito se sarà possibile incappare in una battaglia per evitare che il giocatore si trovi impreparato e magari costretto a perdere per aver intrapreso la missione con un numero esiguo di soldati. Le quest sono sempre strutturate a bivi ma sono caratterizzate con cura e non più mere riduzioni di un librogame. Il complesso sistema di morale e reputazione con le fazioni garantisce poi effetti importanti per ogni scelta, con dialoghi ben doppiati e scelte contestuali ad arricchire il tutto.

Verso la nuova Camelot

I bivi in sostanza sono più che rilevanti. Le missioni, la mappa e le trame principali consentono tutti più strade regalando al giocatore la sensazione di avere il controllo sul proprio destino. Un destino fatto di favori, di appoggio politico e di battaglie che richiedono soldati e fondi. Risorse che possono essere ottenute influenzando i vari concili che i nostri eroi si troverrano ad affrontare. Ad esempio tenere un comportamento eroico infastidirà i politicanti ma ci consentirà di ottenere il favore dei guerrieri. Alcuni dialoghi sono insomma fondamentali e non è consigliabile prenderli sottogamba visto che l'obiettivo è quello di avere un esercito numeroso e ben equipaggiato. Una risorsa che diventa fondamentale nel caso in cui desideriate lasciare alcune battaglie in mano all'intelligenza artificiale, magari perchè poco interessanti o troppo semplici. Un'armata corposa e ben strutturata subisce infatti meno perdite in modalità automatica, ma nel caso di una battaglia disperata conviene sempre controllare il tutto di persona sfruttando gli incantesimi per ingannare le probabilità. Tra le novità troviamo la possibilità di acquistare gli artefatti, ovviamente reperibili anche come loot, che tra l'altro sono recuperabili un po' ovunque grazie alle stazioni commerciali. Una sorta di steamcloud degli oggetti magici insomma, che elimina la necessità di tornare alla base per acquistare e cambiare l'equipaggiamento e al contempo non ci costringe a portare tutto in saccoccia in modo poco credibile. Lo stesso vale per le truppe già addestrate che sono sempre disponibili in qualsivoglia roccaforte. Un sistema non troppo realistico a dire il vero, ma è senza dubbio meglio una soluzione di questo tipo piuttosto che costringere il giocatore a compiere maratone infinite con decine di truppe da spostare sulla mappa. D'altronde King Arthur II non ha bisogno di stratagemmi per ampliare la longevità. Il numero di quest, sotto quest, battaglie e trame è più che generoso e la presenza di bivi e missioni dinamiche garantisce al titolo una buona rigiocabilità. Inoltre ad arricchire il tutto ci pensa il background narrativo che è composto da migliaia di righe di testo. Non mancano infatti informazioni su personaggi importanti, creature e famiglie influenti. Informazioni che garantiscono vantaggi rilevanti sia in battaglia sia durante le quest diplomatiche dove conoscere l'avversario aiuta a prendere decisioni ben ponderate. Da non sottovalutare poi la personalità dell'eroe che viene plasmata con un sistema morale attraverso le decisioni compiute. Il nostro personaggio può essere infatti un comandante generoso o tiranno e seguire l'antica fede oppure il cristianesimo. Tutti fattori che hanno conseguenze dirette regalandoci talenti estra e influendo sulle reazioni di alleati, sudditi e avversari a seconda del loro credo e delle loro idee.

Quando a cantare è il metallo delle spade

Sin dalla prima schermaglia King Arthur II mette in chiaro che la strada per la vittoria sarà in salita. Per fortuna gli ostacoli insuperabili del primo capitolo sembrano un ricordo ma il campo di battaglia può diventare un vero inferno tra incantesimi capaci di decimare un'intera unità e nemici nascosti in ogni dove. Ovviamente un elemento fondamentale per dominare una mappa è la strategia di combattimento che nel titolo Neocore è basilare e semplice con gli arcieri che vanno difesi e devono prendersi cura delle creature volanti, la cavalleria che è fondamentale per spazzare via i tiratori avversari e le unità corazzate che sono indispensabili per arginare la carica delle truppe speciali avversarie composte spesso da temibili giganti. Difficile valutare il bilanciamento nel suo insieme. Le meccaniche di combattimento funzionano bene ma talvolta gli incantesimi, nonostante il titolo consenta di alzare la resistenza magica del proprio esercito, sembrano sbilanciare fin troppo gli scontri. Comunque, seppure nei panni di un fattore destabilizzante, la magia è anche il maggior elemento distintivo del titolo assieme ai titanici boss fight che cambiano completamente le regole del campo di battaglia.

Verso la nuova Camelot

King Arthur II infatti non spinge sulla strategia estrema ma acquista una propria identità strategica, dopo aver già confermato e migliorato la peculiare componente ruolistica, proprio grazie ai mostri giganteschi, alle catene di fulmini e alle nebbie velenose che schiacciano, spazzano via e terrorizzano interi eserciti. Sul campo di battaglia il giocatore, con un massimo di 18 plotoni da gestire, deve cavarsela in situazioni di ogni genere tra agguati, mostri titanici e incantesimi devastanti. Trionfare significa evitare l'impatto diretto con giganti e creature titaniche e significa anche utilizzare al meglio gli incantesimi e le shrine, ovvero i luoghi sacri che garantiscono bonus e poteri di ogni genere. Alcuni di questi edifici aumentano la difesa. Altri l'attacco. Altri ancora garantiscono poteri aggiuntivi. Tutti sono fondamentali per ottenere vittorie schiaccianti. Non sarà sempre possibile ottenere tutti i bonus disponibili su una mappa e dovremo quindi decidere quali accaparrarci a seconda della situazione. Talvolta infatti ci troveremo ad attaccare, talvolta a difendere e spesso potremo scegliere direttamente l'approccio alla battaglia se il contesto lo permette. Il titolo include anche un menu specificamente dedicato alle opzioni strategiche con la possibilità di decidere il comportamento generale delle truppe. Tra le peculiarità dello strategico spicca anche la possibilità di selezionare manualmente gli incrementi nelle caratteristiche delle unità che salgono di livello vincendo sul campo di battaglia. Ma gli upgrade passano anche per la ricerca che consente di armare al meglio le truppe incrementando i lavoratori specializzati negli insediamenti. Infine le unità possono ovviamente recuperare le perdite pagando un prezzo commisurato al numero di uomini perduti. Il tutto funziona piuttosto bene e nonostante la preponderanza degli incantesimi, resa ancora maggiore dalla lentezza delle truppe, la componente strategica rimane importante per quanto semplice visto il numero relativamente ridotto di tipi di unità disponibile.

Oscure nubi all'orizzonte

Pur non arrivando alle vette di Total War, King Arthur II mette in campo centinaia di unità dettagliate con animazioni asincrone e credibili. L'engine è il medesimo del primo capitolo e non mancano difetti tipici del genere come compenetrazioni e vistosi glitch grafici, ma il combattimento è convincente ed è immerso in mappe piuttosto dettagliate che sfoggiano alture marcate e valli capaci di influenzare pesantemente movimento e giocabilità. La vegetazione sul campo come nella mappa principale, è credibile, cupa e dannatamente verde. Non mancano villaggi e dense cittadine e gli edifici speciali sono ben modellati anche se quelle enormi strutture sproporzionate che spiccano in mezzo al campo di battaglia non sono uno dei punti di forza del gioco, almeno sotto il profilo visivo. Gli effetti grafici invece sono altalenanti. Pessima la deformazione dell'aria generata dai colpi di creature potenti mentre è spettacolare l'impatto degli incantesimi, con la palla di fuoco che sbalza e infiamma i nemici trasformando un'intera unità in un ammasso di carne bruciata.

Verso la nuova Camelot

L'interfaccia, come abbiamo anticipato, è piuttosto intuitiva con effetti di luce che segnalano gli elementi importanti, le armate nemiche e i messaggi. Purtroppo dal punto di vista dell'ottimizzazione il lavoro da fare è ancora molto. Le performance sono lievemente migliorate dopo la prima patch ma il titolo continua a faticare anche su un hardware discretamente potente come il nostro, con un input lag evidente che inficia la reattività delle unità sia in battaglia sia sulla mappa strategica. Ovviamente con qualche tweak è possibile raggiungere una fluidità accettabile ma è un peccato rinunciare agli effetti che, tra luccichii e nebbie suggestive, sono fondamentali per contribuire all'atmosfera magica di King Arthur II. Tra i difetti abbiamo già citato i vari glitch, capaci di deformare le unità e di deteriorare vistosamente la resa estetica, e l'ottimizzazione, ma quello potenzialmente più pesante, soprattutto per chi non ha un PC di ultima generazione, riguarda l'eccessivo deterioramente della resa dell'immagine alle risoluzioni intermedie. Alla risoluzione 1280x720 il titolo risulta quasi irriconoscibile con l'immagine mostrata sullo schemo che spesso diventa un incomprensibile impasto di pixel e colori. Inoltre dobbiamo sottolineare un piccolo errore di design ovvero il poco spazio grafico concesso alle quest RPG che sono relegate in una piccola pergamena in cui ci troviamo spesso a scorrere svariati sottomenù con un effetto d'insieme macchinoso e poco immersivo. Meno problematico il comparto audio che tra sinfonie evocative e dialoghi narrati splendidamente è uno degli elementi portanti del titolo. Da rifinire i volumi, nell'apposito menù, vista l'eccessiva preponderanza degli effetti sonori. Sfortunatamente tutto il titolo è in inglese ma nel caso di King Arthur II si può dire che la lingua britannica sia senza dubbio adatta per godere a pieno delle atmosfere del titolo.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (19)
7.5
Il tuo voto

Nonostante i gravi problemi tecnici, e nonostante i dubbi legati al bilanciamento, King Arthur II è un titolo ricco e caratterizzato da un'atmosfera dark fantasy coinvolgente. Tra missioni diplomatiche, quest e magia non c'è mai tempo per annoiarsi nè vagando per la mappa strategica nè sul campo di battaglia. Il livello di simulazione non è certo quello di Total War, con battaglie decisamente più semplici e probabilmente noiose per chi mastica eserciti a colazione, ma il titolo si fa perdonare con una trama che intreccia epici destini in un dedalo di accordi, alleanze, battaglie e avventure. Il tutto è poi supportato da dialoghi ben scritti e ben doppiati che delineano una trama articolata e corposa. Inutile dire che se vi è piaciuto il primo capitolo, l'acquisto è caldamente consigliato.

PRO

  • Ricco, divertente ed ispirato
  • Creature titaniche e strutture sacre particolareggiano il gameplay
  • Narrativa ed elementi RPG hanno compiuto un balzo notevole
  • Un must per gli appassionati di Artù e del dark fantasy

CONTRO

  • L'engine soffre di problemi vistosi, glitch, bug e problemi di ottimizzazione
  • Qualche dubbio sul bilanciamento effettivo
  • La componente strategica è ancora piuttosto semplice

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 7
  • Processore: Intel Core i7 920
  • RAM: 6 GB
  • Scheda video: GeForce GTX 570 GLH

Requisiti minimi

  • OS: Windows XP SP3/ Windows Vista SP2/ Windows 7
  • Processore: Intel Core 2 Duo a 2GHz o equivalente AMD
  • RAM: 1.5 GB
  • Scheda video: ATI 3850 512MB/ Nvidia 8800GT 512MB
  • Spazio su disco: 16GB

Requisiti consigliati

  • OS: Windows Vista SP2/ Windows 7
  • Processore: Intel Core 2 Quad a 2.4GHz o equivalente AMD
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: ATI 5850/ Nvidia 460
  • Spazio su disco: 16 GB