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A Plague Tale: Requiem, la recensione della nuova avventura di Asobo Studio

La recensione di A Plague Tale: Requiem parte dopo gli sconvolgenti eventi del primo capitolo, con Amicia e Hugo alle prese con un viaggio della speranza.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   17/10/2022

Ferro, fuoco, pietra e fango sono i primi elementi che vengono in mente quando si parla di medioevo; elementi che il talentuoso team francese Asobo Studio ha fatto propri e utilizzato come solidi mattoni per la costruzione di un mondo, quello di A Plague Tale, tanto affascinante quanto inquietante, che torna ora con un secondo capitolo su PC, PS5, Xbox Series X|S e Nintendo Switch via cloud.

La serie ha fatto il proprio esordio nel 2019 con un'avventura a base stealth di cui si è parlato molto, soprattutto per via della storia raccontata e dei suoi protagonisti: una coppia di ragazzini aristocratici che sopravvivono per miracolo all'improvviso massacro della loro famiglia e vengono costretti a fuggire dalle feroci truppe della Santa Inquisizione, inviate per catturare il più piccolo dei due.

Nei panni della sorella maggiore, Amicia, abbiamo portato a termine quel percorso giurando di proteggere a ogni costo il nostro fratellino, Hugo: nelle sue vene scorre un sangue maledetto, che si dice attiri i ratti della peste. Non decine o centinaia: milioni di topi che affollano le strade, sbucando dal sottosuolo come una marea e azzannando voracemente qualsiasi cosa sul loro cammino, poco importa si tratti di oggetti o esseri viventi. Riunitisi con la madre e con l'apprendista alchimista Lucas, fratello e sorella decidono di intraprendere un nuovo viaggio alla disperata ricerca di una cura per la Macula, la maledizione che rischia di uccidere il suo giovanissimo portatore e di distruggere il mondo intero. La risposta, comparsa in sogno a Hugo, sembra risiedere su di una misteriosa isola dominata da una montagna con due picchi: vi ci condurremo nella recensione di A Plague Tale: Requiem.

Storia: un'avventura drammatica e maestosa

A Plague Tale: Requiem, Amicia e Hugo passeggiano nei pressi di un castello
A Plague Tale: Requiem, Amicia e Hugo passeggiano nei pressi di un castello

Se la storia di A Plague Tale: Innocence ruotava attorno alla perdita dell'innocenza, al brusco passaggio dall'infanzia all'età adulta che ha dovuto affrontare Amicia, il concetto alla base di Requiem è la maniera in cui questo improvviso cambiamento viene gestito dalla ragazza, ormai consapevole del proprio ruolo di protettrice nei confronti di Hugo. Ci sono momenti di leggerezza come quelli che ritroviamo nei primi minuti della campagna, quando i due giocano a nascondino con Lucas, che però vengono subito rimpiazzati dall'orrore e dall'angoscia legati alla crudeltà del mondo che li circonda.

Come detto c'è un viaggio all'orizzonte dei protagonisti, alla disperata ricerca di una cura per la Macula. Ogni luogo che i due raggiungono viene inevitabilmente condannato dalla piaga e devastato, migliaia di persone finiscono orribilmente divorate dai ratti e così a un certo punto si arriva all'inevitabile distacco quando Amicia deve prendere un'importante decisione nell'interesse di Hugo. Uno snodo che porterà i fratelli a incontrare comprimari memorabili come Arnaud e Sophia, per poi finalmente salpare verso la loro isola dei sogni; il tutto nell'ambito di una campagna composta da diciassette capitoli, per una durata di circa diciassette ore.

A Plague Tale: Requiem, Amicia con Lucas e sua madre
A Plague Tale: Requiem, Amicia con Lucas e sua madre

Narrazione e meccaniche stealth si miscelano in A Plague Tale: Requiem in maniera ancora più disinvolta che in passato, dimostrando come i ragazzi di Asobo abbiano imparato dai migliori rappresentanti del genere action adventure e siano riusciti a portare sullo schermo una trama che cresce in maniera molto progressiva, introduce man mano nuovi luoghi e nuovi personaggi, arrivando nelle fasi finali ad assumere connotati epici e maestosi, che rimangono impressi per la potenza visiva delle soluzioni messe in campo e per la loro terribile drammaticità.

Il doppiaggio in inglese, sottotitolato in italiano, svolge un ruolo centrale nella costruzione di queste sequenze (e il tema è importante, visto quanto accaduto di recente a Hellena Taylor con Bayonetta 3) grazie soprattutto alla splendida prestazione di Charlotte McBurney, l'attrice che ha donato ad Amicia quel carattere forte e impavido. È un peccato che nelle prime ore la sua interpretazione risulti esuberante rispetto alle animazioni: in questo caso la tecnologia che non è stata al passo dell'arte, ma si tratta di una delle poche incertezze per una produzione che sembra in tutto e per tutto tripla A, pur probabilmente non avvicinandosi a quei budget.

Gameplay: molto più ricco del primo episodio

A Plague Tale: Requiem, uno dei quartieri della prima città che visiteremo
A Plague Tale: Requiem, uno dei quartieri della prima città che visiteremo

La progressione utilizzata da Asobo per il comparto narrativo di Requiem si estende anche al gameplay che, pur introducendo fin da subito alcune novità per quanto concerne le capacità offensive di Amicia (nello specifico la possibilità di creare una serie di misture alchemiche che le permettono di accendere o spegnere fuochi, lanciare pece o una polvere che attira i ratti), durante il primo terzo della campagna rimane legato a meccaniche molto simili a quelle del capitolo originale.

Successivamente la situazione cambia, ma rimane valido il concetto dei compartimenti stagni applicato alle meccaniche stealth: ogni scenario, per quanto ampio e sfaccettato (ma occhio, il gioco non è un open world), viene presentato come un problema da risolvere con le sue guardie di ronda che potremo aggirare, confondere oppure attaccare. Quale che sia il nostro approccio, ad ogni modo, l'importante è che una volta raggiunta l'immancabile porta di uscita potremo chiuderci alle spalle i pericoli appena corsi e passare senza problemi alla fase successiva: una semplificazione a volte palese, ma necessaria.

A Plague Tale: Requiem, Amicia affronta un soldato in armatura
A Plague Tale: Requiem, Amicia affronta un soldato in armatura

L'attitudine offensiva è chiaramente inedita, visto che in Innocence veniva gestita solo nell'ambito di determinati scontri, ma gli sviluppatori l'hanno resa sufficientemente rognosa perché non rappresenti quasi mai una corsia preferenziale, anzi. La fionda permette ad Amicia di uccidere i soldati privi di elmetto, mentre quelli corazzati richiedono un impegno extra in termini di risorse che non sempre il gioco ritiene giusto accordare, rendendo piuttosto rari oggetti come i vasi, che si possono trasformare in piccole bombe incendiarie. È inoltre un peccato che i banchi da lavoro per il miglioramento delle armi ci trovino spesso privi di materiali per utilizzarli.

Si gioca più che altro sulla strategia, sullo stare nascosti nell'erba alta o dietro un riparo, lasciando che il soldato di turno ci dia le spalle per poi magari colpire la sua torcia con la mistura che spegne il fuoco e facendo così in modo che lo sciame di ratti che lo circonda si lanci rapidamente a divorarlo. Naturalmente le fiamme ci torneranno utili per attraversare detto sciame, all'interno di sequenze caratterizzate da una grande tensione e in un paio di casi da soluzioni poco leggibili, che danno irrimediabilmente vita a una serie di frustranti tentativi casuali.

A Plague Tale: Requiem include sezioni in cui bisogna camminare con una torcia in mezzo allo sciame di ratti
A Plague Tale: Requiem include sezioni in cui bisogna camminare con una torcia in mezzo allo sciame di ratti

C'è poi la grande novità rappresentata dai poteri di Hugo, già rivelata in alcuni trailer: il bambino comincia a percepire la piaga, il che gli permette di attivare una sorta di visione termica in cui rientrano anche i nemici presenti nello scenario, e a controllare piccoli gruppi di ratti, che pur muovendosi in maniera un po' scivolosa nella mappa, e per un tempo limitato, risultano tremendamente efficaci contro i soldati che magari abbiamo appena privato delle torce.

Come detto, più si va avanti e più si moltiplicano le possibilità a nostra disposizione, così come le ambientazioni che ci troveremo a visitare (con qualche occasione persa in termini di arricchimento dell'esplorazione), e pur senza voler anticipare nulla possiamo dire che in alcuni momenti benediremo il fatto che ci sia qualcuno a guardarci le spalle in vari modi, mentre ci cimentiamo con enigmi ambientali e meccanismi che strizzano un po' l'occhio al classico Uncharted: un interessante tentativo di condurre l'esperienza confezionata da Asobo verso nuove mete, fra ponti che crollano e corse frenetiche inquadrate al rovescio.

Realizzazione tecnica: tanta bellezza ma a 30 fps

A Plague Tale: Requiem, Lucas e Amicia in una sequenza di intermezzo
A Plague Tale: Requiem, Lucas e Amicia in una sequenza di intermezzo

È il caso di affrontare subito il proverbiale elefante nella stanza, perché A Plague Tale: Requiem gira a 30 fps su PS5 e Xbox Series X, neanche solidissimi, senza una modalità prestazioni che consenta al gioco di scalare la risoluzione al fine di raddoppiare il frame rate: una caratteristica che ormai i possessori di console di nuova generazione davano praticamente per scontata, ma che di recente è stata messa tristemente in discussione.

C'è chiaramente qualche problema con l'ottimizzazione del titolo di Asobo Studio, specie considerando il sorprendente peso della versione PC, che abbiamo provato per un terzo di campagna e che con una RTX 3070 a 4K, con le regolazioni al massimo, non si spinge oltre i 24 frame al secondo, richiedendo l'uso del DLSS al fine di raggiungere quantomeno i 30 fotogrammi. I 60 fps sono possibili, ma a caro prezzo: con quella GPU bisogna scendere a 1440p e usare il DLSS con preset "balanced", il che porta la risoluzione effettiva a 1080p o probabilmente meno.

Uno dei meravigliosi panorami di A Plague Tale: Requiem
Uno dei meravigliosi panorami di A Plague Tale: Requiem

Tutta questa fatica viene giustificata dalla qualità visiva del gioco? In parte sì, in parte no. C'è stato di certo un sostanziale miglioramento degli asset rispetto a Innocence, le ambientazioni risultano molto più ampie e sono stati aumentati a dismisura i ratti, con sciami composti da qualcosa come trecentomila roditori contemporaneamente sullo schermo, che rendono possibili sequenze ad altissimo tasso di spettacolarità che si rivelano peraltro importanti ai fini della narrazione.

Diciamo che in generale la grafica di Requiem vanta una qualità molto simile a quella di Assassin's Creed Valhalla, titolo con cui peraltro questa avventura condivide l'ambientazione medievale, ed è davvero una bella gara con l'action RPG di Ubisoft per quanto concerne la bellezza degli scenari, utilizzati in maniera sapiente e messi al servizio di una direzione artistica che non delude mai, anzi propone alcuni paesaggi davvero mozzafiato che scorrono peraltro a un ritmo spesso controllato, impedendoci di correre e ignorare tanta bellezza. Il punto è che Valhalla i 60 fps li concede, Requiem no.

A Plague Tale: Requiem, il fuoco rimane un'ancora di salvezza contro i ratti
A Plague Tale: Requiem, il fuoco rimane un'ancora di salvezza contro i ratti

È un peccato ed è una delusione, inutile girarci intorno. Un aggiornamento in arrivo il giorno del lancio dovrebbe migliorare le prestazioni e sistemare dunque i momenti in cui il motore grafico viene messo alle corde al punto da perdere qualche fotogramma di troppo, ma nessuno parla di un'eventuale modalità a 60 fps. Intendiamoci: dopo il disappunto iniziale ci si abitua ai 30 fotogrammi e artisticamente il titolo di Asobo Studio riesce a farsi perdonare grazie alle sue straordinarie qualità, ma la questione rimane e siamo sicuri che nei prossimi mesi se ne parlerà parecchio.

Le ultime parole vogliamo spenderle per il meraviglioso comparto audio del gioco, che come detto può contare su di un doppiaggio molto sentito e intenso, che arricchisce parecchio la narrazione, e su di una colonna sonora portentosa firmata da Olivier Deriviere, che dai canti gregoriani del tema principale ai brani di contorno riesce sempre a supportare in maniera solidissima ciò che accade sullo schermo, aggiungendo spessore e coinvolgimento all'esperienza.

Conclusioni

Versione testata Xbox Series X
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
8.8
Lettori (97)
8.1
Il tuo voto

A Plague Tale: Requiem è un sequel magnifico, coinvolgente, a tratti straziante. Un'esperienza caratterizzata da una direzione artistica incredibile, capace di dar vita a sequenze dal grandissimo impatto visivo che alternano ritmi più pacati a corse frenetiche, tratteggiando molto bene i vari personaggi e restituendo un senso di viaggio e di scoperta tipico delle migliori avventure. Il gameplay stealth è ancora una volta centrale, ma risulta arricchito sotto ogni punto di vista, e al netto di qualche sfumatura è davvero difficile muovergli qualche critica. Ecco, quelle è il caso di destinarle tutte all'ottimizzazione tecnica, perché rimanere ancorati ai 30 fps su PS5 e Xbox Series X ci sembra un passo indietro di cui gli utenti avrebbero volentieri fatto a meno.

PRO

  • Un'avventura epica e maestosa, artisticamente magnifica
  • Gameplay stealth molto più sfaccettato, scenari ampi
  • Grafica e sonoro di straordinaria qualità

CONTRO

  • Gira solo a 30 fps su PS5 e Xbox Series X, pesantissimo su PC
  • Alcune sezioni diventano inevitabilmente trial & error
  • Qualche idea solo abbozzata sul fronte dell'esplorazione