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Agatha Christie - Hercule Poirot The London Case, la recensione di un passo indietro

Ecco la nostra recensione di Agatha Christie - Hercule Poirot The London Case, un'avventura investigativa che fa alcuni passi indietro.

Agatha Christie - Hercule Poirot The London Case, la recensione di un passo indietro
RECENSIONE di Nicola Armondi   —   28/08/2023

La fine del 2023 sarà un periodo denso di grandi uscite, ma nel mezzo dei giochi che stanno attirando tutta l'attenzione del grande pubblico vi sarà anche un po' di spazio per Hercule Poirot: il detective belga sarà infatti protagonista di ben due giochi di Microids. L'editore francese pubblicherà Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case e Agatha Christie - Assassinio sull'Orient Express. Due opere molto diverse, ma entrambe dedicate all'amato personaggio dei romanzi, sebbene in entrambi i casi riprodotto in modo inedito.

Se per scoprire chi è l'assassinio sul treno che collega Parigi con Constantinopoli vi è ancora tempo, è invece arrivato il momento di vedere nel dettaglio se lo sviluppatore Blazing Griffin è stato in grado di proporre ancora una volta un'avventura intrigante con protagonista il celebre detective.

Affermiamo "ancora" perché, nel caso non lo sappiate, Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case è il secondo gioco della "saga", iniziata con The First Cases. Il primo capitolo era una piacevole avventura narrativa a tema investigativo: sarà lo stesso con questo seguito? Scopritelo nella nostra recensione di Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case.

La nascita di un grande duo

I quadri sono un elemento fondamentale nelle investigazioni di Poirot
I quadri sono un elemento fondamentale nelle investigazioni di Poirot

La saga di Blazing Media rappresenta un nuovo punto d'accesso all'immaginario di Poirot. Se nei romanzi il nostro detective è già più che famoso a livello internazionale, in questo capitoli si trova solo all'inizio della sua curva ascendente. In The First Cases abbiamo visto la nascita professionale di Poirot, mentre in Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case vediamo sorgere la coppia Poirot - Hastings.

Hastings è il famoso aiutante di Poirot e, in Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case, è un agente di contatto per un lavoro commissionato al nostro belga preferito: portare il dipinto della Maddalena Penitente al sicuro dal continente a Londra, dove sarà esposto. La coppia si incontra nel viaggio in nave verso l'Inghilterra dove si trova subito coinvolta in un piccolo caso di un oggetto scomparso, che funge da tutorial e da introduzione narrativa.

L'aiutante non è l'unica novità di questa avventura, ma è per certo quella più controversa. Sebbene la sua figura non sia spiacevole a livello narrativo soprattutto nelle fasi finali, dove assume un po' più di spessore e si contrappone alla rigidità di Poirot, Hastings per buona parte del gioco pare più un fantoccio vuoto che il nostro detective utilizza per esporre i propri ragionamenti che un vero aiutante.

All'atto ludico, infatti, Hastings spesso è solo un menù di interazione "formato personaggio" e piazzato in un punto a caso di ogni ambientazione. Una volta raccolti abbastanza indizi dovremo andare da lui per esporre i ragionamenti finali legati alla fase dell'investigazione che stiamo portando avanti. Al tempo stesso il grosso dell'indagine avviene comunque nella mente di Poirot e questo fa sì che non sia sempre chiaro quando è arrivato il momento di interpellare Hastings e quando invece si deve ancora cercare qualche indizio nell'ambiente per proseguire, con la conseguenza che ci si ritrova più volte a provare a parlargli solo per vedere se è arrivato il suo momento oppure no, rendendo l'avanzamento più macchinoso rispetto a The First Cases dove la fase investigativa era meglio organizzata.

È un peccato che Blazing Media non abbia trovato modi per sfruttare il personaggio in modo più interessante, inserendo ad esempio fasi a lui dedicate o dandogli un ruolo più centrale negli interrogatori, che sono inoltre stati depotenziati rispetto al precedente capitolo dove bisognava convincere gli indiziati ad aprirsi presentando loro i giusti indizi.

Non solo dialoghi

Il museo d'arte è il primo luogo delle indagini di Poirot in The London Case
Il museo d'arte è il primo luogo delle indagini di Poirot in The London Case

Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case non è un troppo diverso dal precedente capitolo, ma introduce qualche novità di gameplay. Se The First Cases era profondamente basato su dialoghi e semplici sezioni di raccolta degli indizi, nel nuovo gioco l'interazione ambientale è stata ampliata, anche se purtroppo in modo poco originale e poco interessante.

Durante la fase di ricerca degli indizi dovremo spesso interagire con elementi come oggetti o piccole aree di interesse che vedremo con una visuale in prima persona (rispetto alla visuale dall'alto del resto del gioco). Si tratterà banalmente di muovere lo sguardo su ogni dettaglio rilevante, evidenziato dal cambino di dimensione del puntatore. Infine, di tanto in tanto vi sono delle casseforti da aprire (il cui codice è sempre abbastanza ovvio) e dei piccoli puzzle che richiedono di trovare il giusto oggetto per proseguire.

I luoghi possono essere visualizzati da quattro angolazioni: in The First Cases la visuale era invece fissa
I luoghi possono essere visualizzati da quattro angolazioni: in The First Cases la visuale era invece fissa

Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case cerca di scostarsi dalla sua struttura di pura avventura narrativa di The First Cases proponendo qualcosa di più "adventure", ma il risultato finale è un abbassamento di ritmo e qualche noia aggiuntiva. Il precedente gioco era molto snello e per questo fluido e piacevole, mentre The London Case fin troppe volte ci fa andare avanti e indietro da un luogo all'altro per trovare oggetti o completare dialoghi che sono stati sbloccati man mano che proseguiamo le indagini nei vari luoghi dell'avventura, che rivisiteremo ancora e ancora. La maggior parte delle volte si poteva ottenere lo stesso risultato senza farci camminare avanti e indietro dagli stessi luoghi continuamente.

Facciamo un esempio che non contiene spoiler per presentare la situazione che alle volte ci si ritrova davanti. In una scena dovevamo attirare un gatto fuori dal suo nascondiglio in una chiesa. Abbiamo capito di dover trovare un oggetto per completare il compito, ma siamo stati costretti a girare a caso in varie aree per trovare un bricco di crema nell'ufficio dedicato alle restaurazioni del museo. Non vi è alcun motivo logico per il quale dovremmo aspettarci di trovare qualcosa del genere in tale luogo: il risultato è un'intera sezione di gioco che annoia e frustra. Parliamo solo di pochi casi estremi, ma che causano alcuni "bassi" in mezzo a pochissimi "alti".

Se si utilizza il controller o la tastiera, The London Case evidenzia gli indizi nelle vicinanze
Se si utilizza il controller o la tastiera, The London Case evidenzia gli indizi nelle vicinanze

Per il resto, se avete giocato il primo capitolo, sapete cosa aspettarvi. Ogni indizio rilevante diventa un'idea nella mappa mentale di Poirot e dovremo collegarle tra loro per giungere ad alcune conclusioni. Ci sono tentativi infiniti e viene sempre indicato quanti collegamenti sono ancora a disposizione, quindi non ci si deve preoccupare di essere veri detective per avanzare.

Il problema in questo caso è che le mappe mentali sono piccole e focalizzate sul singolo evento/luogo/personaggio sotto indagine in un certo momento. In The First Cases quasi ogni situazione coinvolgeva più personaggi e si creavano delle ampie e intriganti mappe mentali che rendevano sempre molto chiaro chi era coinvolto e come, mentre qui si procede a piccoli blocchi. In termini di puro intreccio non vi è alcuna differenza, ma a livello di presentazione è un passo indietro perché fa perdere più volte quel senso di coralità che è alla base del racconto.

I crimini di Londra

L'area di restauro del museo sarà rivisitata molte volte in The London Case
L'area di restauro del museo sarà rivisitata molte volte in The London Case

Coralità, dicevamo, perché come in ogni buon romanzo giallo il colpevole è uno solo, ma un po' tutti sono coinvolti nel crimine. Il furto del dipinto è solo l'inizio dell'avventura e altri fatti saranno pian piano svelati. Più volte durante la vicenda abbiamo avuto l'impressione di aver capito cosa stava accadendo, ma per la maggior parte del tempo siamo stati smentiti da nuovi indizi e nuovi risvolti della trama.

In ogni istante tutti i personaggi sembrano colpevoli eppure al tempo stesso completamente innocenti, col risultato finale che l'intreccio è interessante. Peccato che alcune scelte ludiche rallentino come detto il ritmo in alcuni frangenti, rendendo l'esperienza un poco più noiosa rispetto a The First Cases.

I dialoghi non hanno più gli sprite animati dei personaggi e si focalizzano sui migliorabili modelli poligonali
I dialoghi non hanno più gli sprite animati dei personaggi e si focalizzano sui migliorabili modelli poligonali

Ciò che invece non ci ha convinto è l'ambientazione o per meglio dire il suo utilizzo. Il luogo scelto per il caso è Londra, ma nulla di iconico della città è stato sfruttato. Gli ambienti sono perlopiù generici e poco interessanti, come una strada, una banale chiesa e qualche interno che potrebbe trovarsi ovunque.

Come già detto, inoltre, si deve spesso riesplorare gli stessi ambienti sia perché la storia ci riporta in tali aree, ma anche perché si è costretti ad andare avanti e indietro per capire dove si è lasciato qualcosa indietro. Inoltre, alcuni personaggi hanno una propria zona (ad esempio un'attrice ha il proprio camerino) dove ha senso trovarli, ma altri non hanno un proprio spazio dedicato e vengono piazzati in modo che pare forzato unicamente dalle necessità ludiche ma che risulta poco logico in termini narrativi: trovare tutti seduti sempre allo stesso tavolino di un bar o, peggio ancora, trovare una sospettata da sola a un passo dalla scena del crimine crea una certa dissonanza. In The First Cases la storia era raccontata dentro una villa bloccata dalla neve e gli spostamenti dei personaggi erano sempre giustificati.

I protagonisti di Agatha Christie - Hercule Poirot The London Case si confrontano su di un caso
I protagonisti di Agatha Christie - Hercule Poirot The London Case si confrontano su di un caso

Infine, alcuni veloci commenti. Il doppiaggio è sempre molto buono e la traduzione italiana ha qualche difetto (come rare frasi non tradotte), ma si tratta di imprecisioni minori che potrebbero essere corrette in tempo per la pubblicazione. Graficamente siamo sullo stesso livello di The First Cases, quindi nulla di particolarmente d'impatto, ma in questo caso Blazing Griffin ha scelto di avvicinare ancora di più la telecamera ai volti durante i dialoghi: un'arma a doppio taglio, dato che adesso sono più evidenti le animazioni limitate dei personaggi. In The First Cases si era optato per sprite animati e box di testo visivamente piacevoli: in The London Case invece è un semplice blocco nero con testo bianco e nessuno sprite. Considerando i limiti della grafica 3D, il risultato finale è peggiore. Aggiungiamo poi che la versione da noi testata ha alcuni problemi nelle transizioni da un'area all'altra e nel posizionamento dei personaggi che si teletrasportano da un punto in alcune istanze: speriamo che per il lancio questi piccoli bug vengano risolti.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (3)
8.1
Il tuo voto

Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case è un gioco narrativo e adventure piacevole, ma migliorabile. Il più grande peccato è che sotto vari punti di vista è un passo indietro rispetto al precedente capitolo, perlopiù per scelte di design e presentazione non sempre azzeccate. La storia è densa di svolte e si è sempre in dubbio sull'innocenza o sulla colpevolezza di tutti i personaggi, ma il ritmo in alcune fasi cala un po' troppo e l'ambientazione non convince appieno. Se il precedente capitolo vi è piaciuto non sarete delusi da The London Case, ma le novità saranno la parte meno interessante. Se invece The First Cases non faceva per voi, difficile che cambierete idea con questo gioco.

PRO

  • Trama piacevole

CONTRO

  • Aggiunte adventure derivative
  • Hastings poteva essere sfruttato meglio
  • I limiti grafici e tecnici si notano di più rispetto a The First Cases