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Bum Simulator, la recensione di un gioco che punta tutto sulle situazioni estreme

La recensione di Bum Simulator, un gioco borderline che punta tutto sulle situazioni estreme e le battute volgari, creando molta confusione.

Bum Simulator, la recensione di un gioco che punta tutto sulle situazioni estreme
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   21/05/2023

Alcune idee sono ottime sulla carta. Magari fanno colpo quando le incontri la prima volta e ti fanno pensare che abbiano un grande potenziale. Spesso però, l'entusiasmo viene vanificato da un'esecuzione deficitaria, in cui il progetto dimostra infine tutta la sua inconsistenza e aleatorietà, diventando una specie di fantasma di ciò che poteva essere. Insomma, alla trovata a effetto dovrebbe seguire la capacità di tradurla in un'esperienza valida.

La recensione di Bum Simulator è qui per dimostrare che spesso avviene l'esatto contrario.

I piccioni sono armi letali
I piccioni sono armi letali

Una delle prime missioni di Bum Simulator richiede di urinare contro dieci passanti ben vestiti che affollano la piccola città in cui è ambientato il gioco, chiamata Bumsville, per conto di un ricco individuo che vuole dimostrare la sua opulenza, sfruttando i poveri per divertimento. La missione ci viene assegnata all'angolo di una strada non si sa bene per quale motivo. Dopo un dialogo mal scritto parte un timer e il giocatore deve andare in giro alla ricerca di persone in giacca per bagnarle come richiesto. Naturalmente farlo attira l'attenzione della polizia, che cerca di fermarci in modo invero decisamente goffo.

La missione si conclude con noi in fuga in cerca di un nascondiglio che faccia perdere le nostre tracce, con le forze dell'ordine che dimostrano la loro pessima intelligenza artificiale finendo per ignorarci nel giro di pochi secondi e con la strana sensazione di aver fatto qualcosa che il gioco avrebbe voluto farci sentire come disdicevole e meritevole di una risata sotto ai baffi, ma che in ultima istanza è stato semplicemente uno showcase di ciò che non funziona nel titolo di Ragged Games, che vive di queste trovate senza riuscire a renderle organiche a un'esperienza coesa e interessante.

Come vivono i senzatetto?

Chiedere la carità è un'attività che viene subito a noia
Chiedere la carità è un'attività che viene subito a noia

In Bum Simulator ci si ubriaca, si costruisce una base che può arrivare a sembrare un castello, si incontrano personaggi fuori di testa come un clown con un uncino al posto della mano, una donna piccione o un uomo ratto, si parla tantissimo con un carrello della spesa pieno di spazzatura che ci segue ovunque andiamo e che possiamo anche guidare investendo i passanti, si scrivono cartelli per chiedere la carità, si gettano persone nei cassonetti, si fruga negli stessi in cerca di viveri e si usano i piccioni come armi da lancio. Lì per lì ognuna di queste azioni strappa un mezzo sorriso, in memoria di un'epoca spensierata in cui i videogiochi erano anche eccessi del genere, ormai relegati alla scena indipendente, ma a ben vedere non si va molto oltre, ossia il gameplay appare frammentato in questi sketch che finiscono per diventare molto presto fini a se stessi, oltre che cozzare con l'idea di simulare qualcosa.

Certo, un fondo di simulazione c'è, con il giocatore che è obbligato a vedersela spesso con la fame e la sete, ma invece di essere di fronte a una parodia della vita di un clochard, con una forte critica sociale, come pensavamo e speravamo, ci siamo ritrovati a giocare a un open world dei poveri, in cui tutta la storia ruota intorno a una guerra tra bande che vogliono prendere il controllo della città. Noi siamo nientemeno che il capo di una delle bande e dobbiamo andare in giro a recuperare piccioni (leggasi armi extra), a salvare affiliati, che potranno essere usati per difendere la nostra base dai raid nemici, a recuperare materiali e progetti per costruire la base e a svolgere missioni che sembrano scritte a caso, per arrivare infine a distruggere una multinazionale cattiva che non si capisce bene come s'inserisca nelle altre dinamiche raccontate.

Quando la vera trama del gioco emerge dalle ombre, praticamente quasi subito, ci si inizia a chiedere perché da una parte alcune missioni chiedano di andare in giro a raccattare qualche spicciolo dai passanti tutti uguali, mentre altre ci mettano nei panni di una specie di super boss che deve gestire territori e persone, il tutto condito da diti medi alzati, rutti, peti e, naturalmente, urina a fiumi. È come se durante lo sviluppo il focus di Bum Simulator sia cambiato, ma si sia deciso di far convivere le idee iniziali con quelle aggiunte in corsa, creando un miscuglio francamente indigesto, in cui, per dire, a un certo punto pare di essere in un survival tanto è il tempo che si passa a costruire e riciclare materiali. A conti fatti le cose da fare sono poche e molto ripetitive. Fortuna che non dura molto, visto che si arriva alla fine in circa otto ore.

Funziona poco e male

Perché ci siamo ritrovati in un survival?
Perché ci siamo ritrovati in un survival?

E il sistema di combattimento? Sì, il nostro senzatetto può anche combattere, partecipando a scazzottate e usando i piccioni come armi da lancio. Purtroppo farlo non dà alcuna soddisfazione: i nemici sono stupidi e per sconfiggerli nella maggior parte dei casi basta indietreggiare e tirare pugni, o lanciare piccioni quando tentano di colpirci dalla distanza. Gli unici casi in cui siamo stati messi in difficoltà sono stati quelli in cui ci siamo ritrovati accerchiati per virtù del design, ma non è stato difficile imparare come tirarsi fuori d'impaccio, vista la scarsa intelligenza degli avversari. Con il proseguo del gioco si sviluppano anche delle tecniche speciali, che però fanno effetto solo le prime volte che si usano e che in breve diventano routine, anche perché non dotate di alcuni livello di profondità. Si preme un tasto e le cose accadono sullo schermo. Tutto qui.

Purtroppo Bum Simulator è molto deficitario anche dal punto di vista meramente tecnico stilistico, dove in qualche modo avrebbe potuto e dovuto osare di più. Nonostante gli intenti satirici, lo stile scelto è quel realismo povero tipico delle produzioni videoludiche che raccolgono risorse un po' ovunque, cercando di mettere insieme qualcosa di decente.

Almeno abbiamo un carrello parlante con cui discutere
Almeno abbiamo un carrello parlante con cui discutere

Bumsville è brutta, fatta com'è di edifici anonimi, di una popolazione tutta uguale, di un traffico senza regole e di spiagge dove ci sono solo uomini a prendere il sole. Le strade sono insignificanti e costruite come un'accozzaglia disorganizzata, gli ambienti sono incoerenti, con zone degradate sotto a ricchi palazzi e altre che sembrano essere state costruite senza alcun senso dell'architettura. La città è piena di movimento, ma vuota di vita, tanto che presto ci si stanca di andare in giro alla ricerca di qualche attività da svolgere o di qualche luogo da vedere e si seguono le missioni per inerzia. Ci sono dei negozi da visitare per comprare cibo e bevande, ma è davvero tutto qui, tanto che alla fine del gioco ci si chiede davvero perché qualcuno abbia voluto farci perdere tanto tempo.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
4.0
Lettori (7)
7.3
Il tuo voto

Bum Simulator è un gioco poco riuscito e molto ripetitivo, che non sa che cosa vuole essere. Sembra un accumulo di elementi diversi aggiunti tanto per fare numero a una formula che disperde quasi subito tutto il suo potenziale, sfociando nel banale rincorrere modelli cui non si può permettere di guardare. Si corre molto avanti e indietro, si compiono azioni poco interessanti e si finisce senza provare alcuna vera soddisfazione. Lasciatelo perdere.

PRO

  • L'idea non era male
  • Il prezzo

CONTRO

  • Poche cose da fare e mal fatte
  • Il sistema di combattimento
  • Non sa cosa vuole essere