Il panorama videoludico è sommerso da anni di giochi di carte. Certo, la varietà non manca, tra giochi di carte collezionabili, deckbuilding rogue-like e avventure GDR o strategiche dove ogni azione va compiuta con un proprio mazzo di carte.
In questo scenario, Devolver Digital sta proponendo una nuova avventura, che non è certo passata inosservata agli appassionati di indie: Card Shark, un gioco nel quale interpretiamo un baro che gioca d'azzardo a carte.
Considerando quanto il mercato ha da offrire in questo senso, possiamo affermare che Card Shark propone un nuovo tipo di gioco di carte? No, perché Card Shark non è un gioco di carte (e nemmeno di squali, a dirla tutta). Sappiamo che potrebbe sembrare strano considerando il nome e che, tra un trailer e l'altro, tutto quello che si è visto è un insieme di partite a carte.
Le carte, però, sono solo un tema, uno strumento per raccontare una storia, dandoci qualcosa da fare con il controller nel frattempo. Non anticipiamo però i tempi e andiamo con ordine, in questa nostra recensione di Card Shark.
Muti e senza nome
Facciamo un passo indietro e collochiamo Card Shark nel proprio periodo storico, che è parte fondamentale del fascino esercitato dal gioco.
Siamo nel diciottesimo secolo, nella Francia di Luigi XV. La rivoluzione francese non è ancora arrivata e il regno è gonfio di nobili ricchi e pronti a sperperare tutto al gioco d'azzardo. Noi vestiamo i panni di un ragazzo senza nome e muto, un semplice sguattero in una locanda nella campagna francese.
Tutto cambia quando il Conte di Saint-Germain si siede a uno dei tavoli e ci coinvolge in una partita truccata. Da qui parte un'avventura che ci porta in giro per la Francia (e fuori), tra una partita a carte e la successiva. Lo scopo del Conte, che si pone come una sorta di guida per il nostro protagonista, non è però solo quello di racimolare soldi, ma di sfruttare i tavoli da gioco per carpire segreti legati a un intrigo della corte di Versailles.
L'intera trama ruota attorno a questi eventi del passato che, come scopriremo presto, coinvolgono anche Luigi XV in persona. Si tratta di un intreccio semplice, che si svela pian piano nelle prime fasi e acquisisce velocità in quelle finali. Risulta sempre interessante, ma soprattutto mette in campo molteplici personaggi storici, rivelandosi quindi ancora più piacevole per chi è appassionato di questo periodo. A partire dal Conte di Saint-Germain e arrivando anche a John Law e a Caliostro, ci sono molteplici nomi famosi che vengono rivisitati e inseriti per adattarsi alla trama di Card Shark.
A sostenere il tutto è però soprattutto il comparto artistico. La colonna sonora di Andrea Boccadoro è perfetta in ogni istante e la grafica di Nicolai Troshinsky non ha un singolo sbavo. Gli ambienti, i personaggi, i dettagli delle carte e dei tavoli da gioco, tutto è un piacere per gli occhi.
Carte vincenti
Card Shark, come detto, non è un gioco di carte, ma è un gioco sulle carte. Questo perché le fasi di gioco si svolgono quasi tutte al tavolo da gioco e l'obiettivo è vincere in modo disonesto, ma le carte sono solo un tema, una scelta estetica. Ludicamente, non vi è alcun deckbulding o gestione strategica delle partite.
Ogni missione ci vedrà alle prese con un trucco, che non è altro se non un più o meno elaborato minigioco mnemonico in stile QTE. Dovremo inserire una serie di input, alle volte con un suggerimento visivo alle volte puramente a memoria, rispetto a quanto abbiamo imparato nella fase di tutorial che precede ogni missione. Le missioni sono tendenzialmente molto rapide, pochi minuti alla volta, e di fase in fase si imparano nuovi stratagemmi.
I più avanzati sono varianti e fusioni di precedenti, ma di volta in volta saranno affrontati come qualcosa di nuovo, anche perché difficilmente il giocatore riuscirà a ricordare ogni singolo trucco della lista in modo perfetto, se non dedicando al gioco più tempo di quanto effettivamente duri.
La nostra partita è durata poco più di sette ore, incontrando tutti i personaggi del gioco e completando anche le missioni non obbligatorie. Abbiamo anche visto tutti i finali, che possono essere completati semplicemente ricaricando più volte il salvataggio automatico finale. Non c'è quindi particolare motivo per rigiocare, se non la volontà di ottenere tutti gli Obiettivi di Steam.
Ciò che conta, però, è che ludicamente Card Shark è piacevole. Il tema è molto originale e i QTE riescono a essere interessanti da completare per il grosso della partita. Nel mezzo di tutto vi sono anche altri piccoli minigiochi, come un lancio di una moneta, il lancio delle carte e duelli a fil di spada, che possono anche portarci di fronte alla Morte (letteralmente, parliamo del Tristo Mietore) che ci grazierà se non giochiamo alla difficoltà massima.
Purtroppo queste varianti sono solo una parte minore dell'avventura. I trucchi delle carte sono piacevoli da apprendere e completare, ma strutturalmente non cambiano nel corso del gioco. Trattandosi pur sempre di QTE mnemonici, giocare un match nelle prime fasi e uno nelle ultime non è molto diverso, se non che alla fine sarà un po' più difficile ricordare tutti i passaggi (c'è una modalità che permette di saltare completamente i QTE, per chi dovesse bloccarsi). C'è quindi poca varietà interna e siamo certi che alcuni giocatori potrebbero iniziare a stufarsi arrivati alla fine.
Il nostro consiglio è di giocare la demo, disponibile sia su PC che su Nintendo Switch, prima di procedere all'acquisto, così da capire in prima persona se l'originale tema di Card Shark riesce ad ammagliare oppure se la struttura limitata risulta rapidamente noiosa.
Noi possiamo in tutta tranquillità affermare di essere rimasti affascinati e consigliamo questo viaggio nella Francia del XVIII secolo a chi ama esperienze un po' diverse dal solito.
Conclusioni
Card Shark è un'avventura unica, sia dal punto di vista visivo che dal punto di vista ludico. Questo gioco di inganni ci ha stregato per tutte le ore necessarie ad arrivare al finale. Il gameplay è focalizzato su poche e specifiche idee, forse alle volte anche troppo poche. Per alcuni giocatori, la mancanza di varietà potrebbe essere un problema e suggeriamo quindi di provare prima la demo, per farsi un'idea dello stile.
PRO
- Visivamente perfetto
- Ottima colonna sonora
- Originale
CONTRO
- Poco vario
- Troppo originale per alcuni palati