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Dino Path Trail, la recensione di un videogioco italiano che mette i cowboy contro i dinosauri

Lucy, una giovane pistolera, deve salvare sua sorella Liz da un gruppo di banditi e per farlo dovrà attraversare una frontiera abitata da dinosauri.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   23/05/2025
Dino Path Trail è un roguelike con forti elementi da survival

L'idea di Dino Path Trail è semplice e geniale: inserire i dinosauri all'interno della selvaggia frontiera americana. Sergio Leone incontra Michael Crichton in questa ambientazione che in realtà nasce dall'ispirazione a un altro autore americano: James Gurney, l'inventore dell'universo narrativo di Dinotopia. Nei lavori di Gurney, esseri umani e dinosauri convivono in pace, anzi collaborano in questa utopia dove l'uomo è ancora in perfetta armonia con la natura. È singolare che Dinotopia sia una fonte d'ispirazione dichiarata, perché in Dino Path Trail esseri umani e dinosauri sono invece perennemente in lotta tra loro per le motivazioni più disparate: territorio, fame, caccia e bracconaggio. Le uova di dinosauro, infatti, danno accesso a certe capacità sovrannaturali molto ambite dai pistoleri. In particolare molto ambite da Lucy, la nostra protagonista.

Quella immaginata da Void Pointer, studio di sviluppo romano alla prima opera, è un'ambientazione curiosa, molto originale. In questo mondo alternativo in cui i dinosauri non si sono mai estinti sembra non esserci spazio per nessun'altra forma di vita che non sia quella umana o quella dei giganteschi rettili. Perfino i nativi americani hanno plasmato la loro spiritualità animista attorno alle figure di questi antichi e terribili predatori, per cui nutrono rispetto e timore. Per esempio i loro nomi, a differenza di come la Storia ci ha insegnato, non riguardano bovini accomodati o equini scatenati, ma raptor e pterodattili.

Le tracce di sangue che lasciamo al nostro passaggio ci suggeriscono quali zone abbiamo già visitato
Le tracce di sangue che lasciamo al nostro passaggio ci suggeriscono quali zone abbiamo già visitato

Parte da qui, Dino Path Trail, e dall'immortale The Oregon Trail (citato già nel titolo), per narrare una storia che ha al suo interno due anime: quella sabbiosa e ruvida del racconto di frontiera, e quella colorata del fumetto o, per l'appunto, del libro illustrato. Un'avventura roguelike non perfetta, ma con parecchi colpi in canna.

Lucy, piccola raptor

Per prima, quindi, la storia di sabbia e vendetta: Lucy e Liz sono sorelle gemelle. Lucy è una pistolera, giovane e inesperta, e non può nulla quando un gruppo di banditi le attacca e rapisce Liz, commettendo però un errore madornale: lasciarla in vita. Da quel momento la nostra cowgirl attraverserà deserti, paludi e ghiacciai per inseguire i malviventi e liberare la sorella. Poi, la nota fantastica: Lucy è vittima di una maledizione che la riporta all'inizio del percorso ogni volta che il sole, il caldo, la fame, un proiettile o un morso hanno la meglio su di lei. Non sa chi o cosa le abbia donato questo potere, ma le sarà utile dal momento che quello in cui si muove è un mondo dove la lotta tra gli esseri umani e la natura non si è mai risolta in favore dei primi.

Dino Path Trail getta sin dalle sue premesse narrative le basi del suo gameplay: un mondo in cui sopravvivere e un ciclo che ci vede ripetere e ripetere le nostre azioni fino a che l'esperienza o la fortuna non faranno la differenza. Il videogioco è infatti un roguelike con forti elementi da survival. Abbiamo quindi una generazione procedurale delle mappe, un'assegnazione casuale di poteri ed equipaggiamenti e una crescita orizzontale del personaggio tra una partita e l'altra prossima allo zero. Inoltre è molto importante la raccolta di risorse e la costruzione di utensili di ogni tipo, dal piccone allo zaino, ogni volta che si perde una partita. È una trovata che rende Dino Path Trail originale, seppur sulla carta possa dar noia ripetere così spesso le stesse operazioni nelle prime fasi di ogni partita.

Vero è che, superata qualche sconfitta, questo processo vien quasi da sé. Raccogliere sassi e rami e rientrare in possesso degli strumenti basilari è una formalità che si assolve in pochi minuti. Anzi, ci permette di prendere familiarità con la mappa iniziale e di studiare meglio il suo bioma.

A ogni partita, bisogna ricostruire il nostro equipaggiamento base per ottenere le risorse dell'ambiente
A ogni partita, bisogna ricostruire il nostro equipaggiamento base per ottenere le risorse dell'ambiente

Esistono infatti diverse tipologie di ambienti che il videogioco propone e alcuni materiali - come minerali o piante ben specifiche - si trovano solo in contesti particolarmente caldi, paludosi, o in prossimità di ghiacciai e vulcani. Raccogliere queste risorse al momento giusto ci permette di investire su ciò che potremo costruire in futuro, ma è anche importante tenere a mente che lo spazio a nostra disposizione è limitato e a volte saremo costretti a operare una scelta su cosa trasportare fino alla mappa successiva. È possibile trovare (o costruire) degli zaini più capienti, oppure affidarsi al deposito itinerante che si sposta insieme al nostro accampamento, ma lo spazio non è mai abbastanza.

Affrontare la frontiera selvaggia

Una volta ottenuto l'equipaggiamento base, esplorare i dintorni ci permette di individuare caverne, avamposti e piccoli accampamenti nemici alla ricerca di forzieri e potenziamenti. In questa fase bisogna prendere confidenza con quel vecchio revolver che pende dalla cintura di Lucy. Anche perché con il passare del tempo, la taglia sulla testa della giovane pistolera aumenta, così come il numero di avversari da affrontare. Uno degli aspetti più interessanti del gioco è il ritmo che intende imporre al videogiocatore: sparare, ricaricare, schivare gli attacchi, cercare risorse, la buona riuscita di ogni azione è definita da tempistiche ben precise, che spesso hanno a che fare con il premere o lasciare andare il tasto al momento giusto. Entrare in sintonia con queste finestre d'azione è fondamentale per colpire con precisione gli avversari, ma anche per riuscire a cavare più risorse da ogni fonte che la natura ci mette a disposizione.

A volte capita di incontrare questi mini dungeon pieni di trappole, alla fine del percorso c'è sempre un fantastico forziere da aprire
A volte capita di incontrare questi mini dungeon pieni di trappole, alla fine del percorso c'è sempre un fantastico forziere da aprire

Colpire con il giusto tempismo è importante anche per un'altra ragione: nella mappa, Lucy può trovare dei potenziamenti per le sue armi, oppure delle benedizioni spirituali che si ottengono depositando uova di dinosauro (che vanno rubate in maniera un po' vile dai nidi giurassici) su degli altari sacri. Questi bonus agiscono spesso in risposta agli input perfetti del videogiocatore. La giusta cadenza di fuoco di fucili e revolver ci permette perfino di evocare spiriti di dinosauri che aggrediscono il nemico, o applicare loro malus di ogni tipo, dall'avvelenamento alla paralisi. Tutta la costruzione delle build di Dino Path Trail si gioca qui: nel mescolare efficacemente il corpo (le modifiche fisiche alle armi, dai caricatori, alle canne e ai tamburi) e lo spirito. Purtroppo questo equilibrio così ben ricercato, si scontra con un'interfaccia non proprio allo stato dell'arte, che rende poco intuitive operazioni che sulla carta dovrebbero essere ben più semplici. A volte risulta perfino difficile capire gli effetti dei potenziamenti o degli oggetti, che sono affidati a icone non molto chiare, anche in virtù di una traduzione che spesso è vittima di errori o di stringhe che sono state lasciate in inglese.

Dino Path Trail è un survival roguelike italiano pieno di dinosauri e pistole fumanti Dino Path Trail è un survival roguelike italiano pieno di dinosauri e pistole fumanti

Le avventure di Lucy hanno comunque un ritmo ipnotizzante. Ci si sposta di bioma in bioma all'inseguimento dei rapitori di Liz, passando attraverso diverse mappe e tracciando un percorso unico in ogni partita. Bisogna ammettere che a volte le run sono decisamente troppo lunghe, con tentativi che durano anche abbondantemente più di un'ora e che terminano senza un reale impatto sulle successive iterazioni. È possibile però reclutare degli alleati che ci aspetteranno all'accampamento e che, prima di ogni partita, possono agire su alcuni modificatori oppure venderci dell'equipaggiamento di partenza migliore. Non si tratta di un grande aiuto, a dire la verità, ma per scelta consapevole degli sviluppatori: sarà l'esperienza di chi gioca a rendere Lucy la pistola più letale del west.

Disclaimer

Per trasparenza coi nostri lettori segnaliamo che una delle persone coinvolte nello sviluppo di Dino Path Trail, Alessandro Romanella, lavora attualmente per Netaddiction, la società dietro Multiplayer.it. Ci teniamo a precisare che questa informazione non ha in alcun modo influenzato la pubblicazione o la valutazione della presente recensione, che è stata redatta in totale autonomia e obiettività dalla redazione.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 14,79 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (3)
7.0
Il tuo voto

Dino Path Trail è un interessante mix tra un roguelike e un survival, con un'ambientazione originale e tutta la grinta della selvaggia frontiera americana abitata dai dinosauri. Forte di un ritmo ben riuscito basato su tempistiche di sparo, schivata, ricarica e raccolta molto intriganti, il videogioco di Void Pointer soffre per l'eccessiva lunghezza delle singole run e per un'interfaccia che a volte è inutilmente complessa anche per le operazioni più semplici. Alla lunga alcune meccaniche tipiche del survival diventano tediose, ma quando si imbrocca la partita giusta la sensazione di essere imbattibili è molto appagante.

PRO

  • Originale l'idea di mescolare roguelike e survival
  • I dinosauri sono sempre affascinanti
  • Ogni meccanica ha un suo ritmo da rispettare

CONTRO

  • L'eccessiva lunghezza delle partite è scoraggiante
  • L'interfaccia ci è sembrata non sempre funzionale
  • Poca varietà nelle armi a disposizione