Mi consenta
Superato il simpatico filmato iniziale (che ci fa capire discretamente in che posto siamo finiti) la nostra scelta dovrà cadere su uno dei 5 scenari predisposti dagli sviluppatori per la versione single-player; certamente non molti, ma ammetterete che si differenziano piacevolmente tra di loro, partendo da Guerra Alimentare (unico scenario in cui è presente l'Italia), passando da Corsa agli Armamenti e Crisi Petrolifera, per chiudere con Telecomunicazioni e Donazioni d'Organi.
Come vedete ce n'è per tutti i gusti e a questi 5 vanno aggiunti i 3 scenari di rete, tali Psicosi, Cafè Culture e nientemeno che Post- epidemia.
Una volta scelta la situazione da affrontare, non avrete bisogno di molto tempo per capire cosa fare, e COME farlo. La curva d'apprendimento di Economic War è tra le più veloci che abbia mai visto, anche a causa di un'interfaccia molto intuitiva e, diciamolo, di una complessità del gioco non eccelsa.
In ogni caso l'obiettivo di ogni scenario sarà grossomodo sempre lo stesso; costruire più infrastrutture possibili, che siano allevamenti piuttosto che fabbriche di telefonini o centri di ricerca scientifica, intrattenere rapporti più o meno pacifici con gli altri paesi del lotto e arruffianarsi l'opinione pubblica, fattore indispensabile per sopravvivere a lungo come leader.
Mi consenta
Le infrastrutture non sono moltissime, anche se sono abbastanza varie e rendono bene al loro scopo, almeno per quanto riguarda fabbrica e centri di produzione vari. Una fantasia maggiore sarebbe stata più gradita per quanto riguarda gli edifici 'speciali', ovvero le varie ambasciate, prigione, palazzo dei Media e dell'Opposizione e via dicendo, che aumentano di molto il coinvolgimento del gioco e che brillano per pochezza numerica.
Importantissimo, come è facile intuire, sarà il commercio e l'abilità di piazzare ovunque prodotti in eccedenza in contemporanea all'acquisto di beni difficilmente producibili in loco da paesi in difficoltà economica o, perchè no, sotto la vostra minaccia di attacco missilistico.
Sì, perchè è possibile anche attaccare gli altri stati in EW, con un sistema mezzo arcade un po' pacchiano ma piuttosto semplice e gradevole (almeno per quanto riguarda le prime ore di gioco). Questa sezione è stata realizzata piuttosto approssimativamente, ma si capisce che non era lo scopo primario degli sviluppatori, e ci possiamo accontentare.
Esattamente come in Civilization dovete sforzarvi di sorridere a mascella spalancata mentre in realtà preparate l'arsenale in gran segreto; molto carina la possibilità di aprire ambasciate all'estero con possibilità di mandarvi diplomatici, che trasformerete da gran furboni in spie, con l'ovvio rischio di essere sgamati in pieno con conseguenze generalmente poco piacevoli per l'assetto mondiale.
Mmm..convincimi a comprarlo..
Inanzitutto l'interfaccia grafica è decisamente piacevole, anche se non molto particolareggiata. Le mappe delle nazioni sono tutte molto carine e quasi piacevoli da 'girare' in lungo e in largo, per scegliere il posto adatto per una fabbrica o un centro di ricerca.
Il sistema di gioco in generale è molto immediato e sicuramente accattivante. Difficilmente il gioco vi annoierà, perchè sarete troppo presi a sventare un complotto tedesco ordito ai vostri danni mentre vendete formaggio ai francesi e sparate missili ai Cinesi.
Come già detto prima, l'immediatezza è uno dei sicuri punti di forza di EW, che vi prenderà da subito. Difficilmente avrete bisogno dei vari tutorial, molto chiari e precisi quanto semplici e scarni.
La caratteristica generale che ha allietato maggiormente il sottoscritto è indubbiamente la possibilità di proporre all'attenzione internazionale varie mozioni, che vanno dal proporre (o proporsi) aiuti internazionali all'intraprendere azioni militari contro un paese, piuttosto che proporne un embargo.
La comunità si esprimerà con una semplice votazione; non è però possibile proporre più di una mozione al mese, e una volta votato un tipo di mozione questo non potrà più essere proposto per 3 mesi.
Esilaranti poi i modelli dei vari capi di stato, realizzati molto bene (magari un po' più di animazione sarebbe stato gradita). Curata molto bene anche la parte più puramente 'gestionale', ovvero l'insieme di dati vari che vi aiuteranno a prendere le varie decisioni, soprattutto quelle di carattere economico.
Ok..mi fiondo a comprarlo..
D'altro canto, EW non vive di soli aspetti positivi. Come detto prima, non brilla per numero la categoria delle infrastrutture costruibili. Inoltre, poco chiaro appaiono a volte le multe che ci vengono propinate, generalmente per mancanza di beni nei nostri magazzini quando qualche paese estero ce ne fa richiesta. D'accordo, possiamo sempre rifiutare di concludere (l'intero affare), ma la cosa convince davvero poco.
Tutto il gioco vive poi su situazioni piuttosto ripetitive, anche troppo.
L'inserimento di qualche evento in più avrebbe sicurato stimolato maggiormente il giocatore, che dopo qualche ora comincia a non stupirsi più di niente.
Gli effetti sonori sono ultraripetitivi e dopo qualche ora di gioco possono cominciare a dare seriamente alla testa, provocando allucinazioni uditive e visive..si poteva fare meglio, o diversamente.
Un fattore preso da Civilization è la assoluta Caotica delle alleanze, che cambiano di giorno in giorno (o quasi) e dopo un po' si corre il rischio di non capirci più molto. Ma questo può essere visto anche come fattore positivo, decisamente.
Abbastanza incomprensibile il meccanismo che tiene conto della percentuale di gradimento dell'opinione pubblica, capace di restare su percentuali bulgare per mesi e crollare sotto il 50% proprio in periodo di elezioni e di ricerca di conferme.
Tutto il sistema di Ricerca è piuttosto semplice e fin troppo lineare; anche qui si poteva fare molto meglio.
Il gioco inoltre brilla per scarsa possibilità di configurazione, sia per quanto riguarda le poche opzioni che per le scelte iniziali. Per ogni scenario si potrà infatti scegliere soltanto 3 su 8 dei paesi presenti, e la cosa, seppur non così importante, mi ha abbastanza deluso. Piuttosto stucchevole la musica in generale, che mi trovavo a disabilitare perennemente. Infine, non sarebbe stata sgradita una gestione più particolareggiata di ogni singola fabbrica (o edificio) che invece, è piuttosto approssimativa.
Insomma, deciditi!
In conclusione, EW è quello che promette. Ore di sicuro divertimento, soprattutto se amate i gestionali. Capacità di prendervi per quello che è, ovvero un buon titolo che non ha pretese eccezionali.
Forse pecca soprattutto in originalità e ripetitività delle situazioni; ma se siete tipi che non si lasciano spaventare da questi dettagli, e i giochi immediati rientrano nelle vostre preferenze, potete andare sul sicuro..EW non resterà nella storia videoludica, ma vi regalarà ore di sano divertimento, magari non troppo prolungato.
Se invece cercate qualcosa con più spessore, e siete Fan di Civilization o altri titoloni del genere, lasciarlo sugli scaffali dei negozi potrebbe essere la scelta giusta.
Introduzione
Avete sempre ammirato Luciano Moggi? Sognate fin da bambini di gestire uno stato e di sentirvi a capo del mondo? Siete sempre stati capaci di barcamenarvi alla meglio con astuzia ed esperienza? Se la risposta è sì, soprattutto alla prima domanda, forse fareste meglio a farvi visitare da un medico..appena usciti dalla clinica dove senza dubbio vi manderà, scoprirete che finalmente c'è un gioco con cui potrete soddisfare le vostre più squallide ambizioni...
Economic War si presenta infatti come la possibilità di farvi vivere le stesse emozioni di uno Chirac (o Le Pen, se preferite), Berlusconi o di un qualsiasi leader di vostro gradimento; in pratica, il sogno nascosto (e per fortuna) di quasi tutti noi.
Alla MonteCristo hanno ben pensato di confezionare un titolo molto diretto, che non si perde in molti sottilismi ma va sicuramente dritto al punto..se avrete pazienza di leggervi tutta la recensione, saprete se ne è valsa la pena..
Prendete un pizzico di Civilization, impastate bene con Sim City e aggiungete un tocco di crudeltà spicciola..questo è Economic War, il titolo fatto apposta, si direbbe, a chi è abituato ad avere le mani in pasta dappertutto e, come recita il manuale, a chi è disgustato dagli smidollati pacifisti che lottano per la giustizia e l'occupazione anzichè ambire al potere.