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Enemy Territory: Quake Wars - Recensione

Lo shooter multiplayer che tutti stavamo aspettando è finalmente arrivato sul mercato con il preciso obiettivo di rivoluzionare il genere. Per scoprire se Splash Damage e id Software sono riusciti nell'intento, leggete la nostra recensione.

RECENSIONE di Stefano Brighenti   —   01/10/2007
Enemy Territory: Quake Wars - Recensione
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Enemy Territory: Quake Wars - Recensione

Tattica & Adrenalina

Nel caso non abbiate letto le tonnellate di coverage che abbiamo dedicato a Quake Wars (e questo NON è una cosa da fare, c’è gente che ci perde il sonno e la sanità mentale per quegli articoli), l’ultima opera di Splash Damage è essenzialmente un titolo multigiocatore a squadre, nel quale si vedono contrapposte due fazioni dedite a darsele di santa ragione.
Potrebbe suonarvi come la solita minestra scaldata al sapore di Counter-Strike o Battlefield, ma in realtà Quake Wars aggiunge alcuni elementi decisamente gustosi che giustificano il voto a fine articolo: in primo luogo, subentra violentemente l’aspetto tattico, dove più che mai si renderà necessario la collaborazione con gli altri membri della vostra squadra.

Enemy Territory: Quake Wars - Recensione

Per far questo, gli sviluppatori hanno previsto delle mappe con una serie di obiettivi da completare in ordine prestabilito e solo da una determinata classe: questo vi obbligherà ad adattarvi alla esigenze della mappa e della squadra, sacrificando la vostra vena egoistica al fine del completamento della missione: se, ad esempio, l’obiettivo consiste nella costruzione del ponte, potrebbe essere una buona cosa rivestire il ruolo del Geniere (o controparte Strogg, ovviamente) per sbloccare l’obiettivo successivo.
Non si tratta, ovviamente, di una scelta forzata, e sarete quindi liberi di scegliere la classe che più vi aggrada: questo perché, comunque, verrete chiamati a fornire una collaborazione più indiretta, dovendo difendere il sopracitato ingegnere che, durante la costruzione, si troverà generalmente piuttosto esposto al fuoco nemico e impossibilitato a difendersi.
Ogni classe, indipendentemente da quella che sceglierete, vi obbligherà comunque a collaborare con il resto della squadra: Quake Wars si presta quindi benissimo al gioco in clan, anche se nulla vi vieta di restare dei freelancer e godervi pienamente questo splendido titolo, grazie alla creazione automatica di squadre che raggruppano tutti i giocatori che rivestono uno stesso ruolo.

Enemy Territory: Quake Wars - Recensione
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Alla scoperta della specie

Si viene così a parlare delle classi, altro punto di forza del gioco. In totale sono previsti cinque diversi ruoli per ogni fazione, sostanzialmente speculari tra loro: troverete il classico Soldato/Aggressor, spina dorsale di qualsiasi partita e adatto alle missioni di demolizione, grazie alle sue potenti cariche; se preferite restare distanti dal combattimento, o strisciare alle spalle del nemico per uccisioni meschine, potrete impersonare il Covert Ops/Infiltrator, sfruttando la sua abilità di camuffarsi come un nemico ed infiltrarsi dietro le linee nemiche, magari sabotando le torrette difensive; se invece la vostra passione è la medicina, fa per voi la classe del Medico/Technician, in grado di curare i compagni feriti e rianimare quelli che si sono fatti sopraffare.
Termina il quadro la classe del Field Ops/Oppressor, una sorta di comandante sul campo incaricato di distribuire munizioni (solo per la fazione del GDF) o di richiedere attacchi aerei ed, infine, quella dell’Engineer/Constructor, in grado di paracadutare letali torrette difensive e riparare i veicoli nemici, oltre ovviamente costruire obiettivi sensibili come ponti e torri.
Un’elencazione così schematica, tuttavia, non rende giustizia alle microdistinzioni che rendono ciascuna classe unica: mentre, ad esempio, il Covert Ops del GDF può sparare un colpo singolo col suo fucile da cecchino e poi aspettare di ricaricare il fucile, al contrario l’Infiltrator Strogg, facendo affidamento sulla sua Railgun, può sparare un primo colpo e poi anche non attendere il caricamento completo dell’arma, così da poter sparare due colpi in rapida successione, magari finendo velocemente l’avversario preso di mira.
L’assenza di munizioni farebbe pensare, ad uno sguardo superficiale, che l’ago della bilancia penda per la fazione aliena: al contrario, per mantenere le due fazioni piuttosto bilanciate, gli sviluppatori hanno previsto un complicato sistema di gestione del danno. Se, per tornare all’esempio sopra indicato, l’Infiltrator Strogg spara il secondo colpo quando l’arma è carica solo al 10%, non infliggerà il massimo danno possibile (come invece accade per la controparte GDF), ma solamente un decimo.
Allo stesso modo, la classica iron sight (la vista attraverso il mirino del fucile), vi permetterà di eliminare il malus che affligge ciascun colpo sparato della metà, aumentando così il danno causato; allo stesso modo dovrete considerare che ogni arma ha una certa portata ottimale, oltre la quale perde una certa percentuale di danno man mano che il bersaglio si fa più distante: a questo valore di danno, così calcolato, dovrete aggiungere eventuali bonus/malus attribuibili alla parte del modello che avete colpito (calcolate un incremento del 250% del danno se colpite la testa, 150% per il petto, 100% per il resto del busto e 50% per le gambe).
Avete le idee confuse? Può sembrare inutile fare dei calcoli del genere per un gioco, ma è poi quello a fare la differenza tra un giocatore occasionale e il vero hardcore gamer.

Enemy Territory: Quake Wars - Recensione
Enemy Territory: Quake Wars - Recensione
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A cosa vuoi giocare oggi?

In Quake Wars sono previste tre diverse modalità di gioco. Quella denominata Campaign vi vedrà impegnati ad affrontare tre mappe distinte in successione (tutte raggruppate per continente), tecnicamente collegate da una sottile parvenza di intreccio narrativo.
La più semplice Mission, al contrario, prevede lo scontro su una singola mappa scelta, a rotazione, tra quelle caricate sul server: a differenza di quanto accade nella modalità Campagna, avrete più tempo per lo scontro.
L'ultimo tipo di gioco, battezzato StopWatch, vi obbligherà a compiere gli obiettivi della mappa prima dello scadere del tempo: semplicemente frenetico.

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Millepunti Agip

Gran calcoli dietro a questo capitolo del brand Enemy Territory, ma nascosti così bene che vi sembrerà di giocare al più classico degli sparatutto: e quanti sparatutto conoscete che non permettano di guidare dei veicoli?
Avrete quindi la possibilità di mettervi alla guida non solo di veicoli, ma anche di qualche velivolo per intraprendere dei pericolosi e letali (nel senso che i primi voli vi porteranno sempre al suicidio, tanto sono difficili da padroneggiare) duelli aerei: il GDF, come prevedibile, schiera un parco macchine piuttosto classico, prevedendo veloci Quad da ricognizione, mezzi da trasporto anfibi e non, un carro armato pesante e il colossale MPC, un bunker mobile disponibile solo in alcune missioni e che dovrete guidare per completare determinati obiettivi.

picco d'eccellenza che, vista la reputazione di id Software e dei suoi annunci stampa, ci aspettavamo di raggiungere

Millepunti Agip

La varietà arriva con i mezzi degli Strogg, molti dei quali prevedono una modalità alternativa: tra tutti emerge l’Icarus, un comodo jetpack per raggiungere zone inarrivabili della mappa, oppure il simpatico Hog, in grado di effettuare un attacco kamikaze e distruggere, istantaneamente, la maggior parte dei veicoli nemici.
Un premio speciale va al gigantesco Cyclops (il nome completo è Cyclops Heavy Walker), un mech di rilevanti dimensioni che può ancorarsi a terra, in una modalità battezzata Siege, rendendo più ridotto il suo profilo (e quindi meno facile da agganciare come bersaglio) e contemporaneamente incrementando il suo devastante rateo di fuoco.
Per fugare ogni dubbio va detto che qualsiasi classe può salire alla guida di un veicolo e, a riprova del fatto che si incentiva la cooperazione in Quake Wars, molti veicoli prevedono un posto o più per altri giocatori, che per l’occasione rivestiranno il ruolo del cannoniere o del tiratore, incrementando così la potenza di fuoco del vostro mezzo.
Anche in questo caso, ogni veicolo (comprese le ruote!) ha un proprio determinato valore di resistenza, un fattore di danno derivante dalle armi da fuoco montate, diverso a seconda che il bersaglio sia un giocatore, un altro veicolo o anche solo un oggetto: per bontà nostra vi tralasciamo tutti i complessi calcoli matematici e le articolate equazioni elaborate dagli sviluppatori per integrare nel gioco un sistema di danno quanto più bilanciato possibile.

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Design da favola

Possiamo, tuttavia, assicurarvi che durante le sessioni online non vi capiterà di soffermarvi troppo a lungo su un dettaglio estetico o a criticare una texture non propriamente allineata, tanto sarete coinvolti dall’adrenalina dell’azione.
Gli scontri in Quake Wars, siano essi a piedi, nei veicoli o nel cielo, saranno sempre frenetici e vi lasceranno poco spazio per pianificare accuratamente una strategia offensiva o difensiva: sotto questo aspetto, il titolo di Splash Damage attinge a piene mani da quella pietra miliare che è Quake 3: Arena, vero e unico Re degli sparatutto online; tuttavia, la necessità di coordinarsi con il resto della vostra squadra spezza il ritmo convulso a favore di alcune brevi pause di pianificazione.

Enemy Territory: Quake Wars - Recensione

Si introduce così il dovuto plauso ai designer delle mappe: mentre alcune sono riprese fedelmente dal precedente capitolo della serie Enemy Territory, come nel caso di Volcano, altre si mostrano particolarmente varie all’azione, mostrando sia ampi spazi aperti, vero e proprio paradiso per i camper o per chi predilige uccidere da lontano, sia angusti corridoi, con la necessità, per completare gli obiettivi, di affrontare il nemico in claustrofobici conflitti al chiuso. Questo significa, sostanzialmente, che non troverete in nessuna mappa una classe che predomina sulle altre, e talvolta vi vedrete costretti ad abbandonare il vostro personaggio preferito per selezionare qualcosa di più idoneo ai luoghi dello scontro: trovarsi armati di un fucile da cecchino, all’interno di un corridoio, per combattere una selva di Strogg irritati non è, propriamente, la soluzione migliore.
Tra tutte le mappe ci sentiamo di nominarvi alcune realmente divertenti: senza ombra di dubbio, quella denominata Pacific Canyon ottiene il primo premio, data la sua vastità assolutamente immensa e che vedrà impegnati i fanti a combattere tra le montagne mentre i veicoli se ne suoneranno di santa ragione sulle strade asfaltate, generando degli scontri che, su alcuni server, raggiungono proporzioni epiche, con suoni, esplosioni, via vai di comunicazioni radio e veloci raid di velivoli.
Eccellente anche Slipgate, dove per la prima volta vengono presentate due micro mappe all’interno di un’unica, grossa missione: dopo che il GDF avrà liberato una cittadella dell’Africa, il loro MPC (una sorta di base mobile), controllato da un giocatore, dovrà attraversare un Portale Dimensionale accedendo ad una mappa completamente diversa, con l’obiettivo di sconfiggere gli Strogg direttamente sul loro territorio. Vince il premio speciale della critica la mappa Refinery, assolutamente ardua nell’ultimo obiettivo, che vede gli Strogg barricati in un edificio, intenti a respingere i continui assalti suicidi del GDF: la particolarità sta nel fatto che la struttura, all’interno, si presenta come una serie di piccoli continui corridoi, che più di una volta vi porteranno a trovarvi davanti alla faccia un vostro avversario.

Enemy Territory: Quake Wars - Recensione
Enemy Territory: Quake Wars - Recensione
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Commento

Il momento del giudizio finale è arrivato e, senza dubbio, Quake Wars farà la gioia di moltissimi giocatori fanatici della serie e non.
Grazie a una giocabilità collaudata e a un design delle mappa particolarmente riuscito, questo nuovo capitolo del brand Enemy Territory rappresenta uno dei migliori sparatutto online del 2007, complice anche l’immenso carisma dell’ambientazione e l’esaltazione che si prova a vestire i panni di un sanguinario Strogg.
Gli sviluppatori di Splash Damage hanno fugato qualsiasi dubbio circa l’eventuale pesantezza del titolo e della loro tecnologia Megatexture, forse arrivando a sacrificare eccessivamente l’aspetto estetico, unico vero e grosso neo del titolo: aspetto tuttavia trascurabile vista l’esperienza di gioco che, in complesso, ci viene offerta.
Un titolo assolutamente eccellente che ci aiuterà a superare questo duro inverno, anche se, a dirla tutta, rimaniamo purtroppo lontani dalla rivoluzione che qualcuno si aspettava.

Pro

  • Un condensato al 100% di Quake
  • Adrenalico e con molti elementi di tattica
  • Sistema di danno perfetto
  • Una libido per i clan
Contro
  • Graficamente non all’altezza delle aspettative
  • Qualche piccolo problema di bilanciamento
  • Alto tasso di rosicamento

Enemy Territory: Quake Wars è disponibile per PC e sarà disponibile per 360 e PS3.
La versione testata per questo articolo è quella PC.

Requisiti di Sistema


Requisiti Minimi

  • Processore: Pentium 4 2.8 GHz o AMD 2800+
  • RAM: 512 MB
  • Scheda Video: Geforce 5700 o ATI Radeon 9700 con 128 MB
  • Spazio su disco: 5.0 GB
Requisiti Consigliati
  • Processore: Intel Dual Core
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: Geforce Serie 8x00 o Radeon Serie 2X00
  • Spazio su disco: 8.0 GB
Configurazione di Prova
  • Processore: Intel Core Duo E6700 a 2.7 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: NVIDIA BFG 8800 GTX
  • Sistema Operativo: Windows Vista Ultimate
Il gioco si è mostrato, sul nostro sistema di prova, assolutamente fluido con tutti i dettagli e filtri attivati, alla risoluzione di 1680x1050: la media del framerate è stata intorno ai 50-55 FPS, rendendo l'esperienza di gioco assolutamente fluida in qualsiasi circostanza.

Era inevitabile che, prima o poi, quel genio di Carmack sfornasse un prodotto completamente orientato al multiplayer sul mondo di Quake: quale poteva essere la summa più gloriosa per un brand, se non quella di vedere le due fazioni antagoniste affrontarsi impersonate da individui in carne ed ossa, anziché limitarsi ai duelli tra giocatore e processore?
Salvo il piccolo cameo in Quake 4, nel quale il giocatore si vedeva trasformato in uno Strogg dopo un cruento processo “integrativo”, non ci era mai stata data la possibilità di impersonare questi essere biomeccanici tanto crudeli quanto affascinanti: come poter quindi resistere al fascino di non stare, per una volta, dalla parte dei retti e giusti umani, ma rivestire gli scomodi e meccanici panni di un alieno conquistatore e sanguinario?
E specialmente, come resistere alla tentazione di sopraffare l’ennesimo newbie approdato dalle lande del suo noioso World of WarCraft (e qua ci siamo tirati addosso l’ira del Pierpaolo)?