Tecnologia ed Esoterismo
Una volta installato il gioco e i componenti richiesti (shockwave player 9 e Quicktime 6, compresi nel CD di installazione) e dato il via all’avventura, ci verrà chiesta una registrazione, attraverso email e password. Questa operazione, insieme al costante accesso alla Rete del nostro gioco, ci permetterà di ricevere indizi e comunicazioni in modo coerente con i nostri progressi. Molto interessante l’utilizzo della posta elettronica: ci verranno recapitati messaggi e indizi da parte delle diverse persone che contribuiscono all’indagine, ma solo durante le sessioni di gioco e in pochissime altre occasioni. Un buon compromesso fra immersione e invasione, che permette di godere l’esperienza di gioco senza temere di essere soverchiati di messaggi o di riceverli in momenti non adeguati.
La Fenice ci metterà fin da subito di fronte a una serie di enigmi a difficoltà crescente, quasi tutti a sfondo esoterico. Il risolvimento di ogni enigma comporterà una ricompensa in termini di indizi e filmati, che ci aiuteranno a risolvere il mistero. Questi enigmi saranno del tipo più disparato, dall'indovinello al gioco di abilità, passando per i quesiti la cui risposta deve essere ricercata in Internet.
Risorse e ricerche
Il cuore di In Memoriam, la sua meccanica principale, è quella di essere una sorta di ‘non – gioco’. Buona parte del gioco si risolve grazie agli indizi forniti dalla Fenice stessa ed a una massiccia dose di ricerche su Internet e studio sui dati raccolti. I nostri colleghi digitali, veri e propri personaggi non giocanti, ci verranno in aiuto soprattutto quando tarderemo nella risoluzione di qualche enigma, e comunque raramente le loro indicazioni si limiteranno al singolo episodio: spesso rileggendo i messaggi si trovano fra le righe indicazioni anche per enigmi successivi.
Per quello che riguarda Internet, il gioco è riuscito in un obbiettivo non da poco: attraverso un’accurata documentazione e la creazione di siti ad hoc quando necessario (30 in tutto), permette al giocatore di effettuare le ricerche in modo complesso ma non frustrante. Indovinando le parole chieve giuste per le ricerche e utilizzando Google come suggerito dal sito della SKL Network, televisone che commissiona le ricerche, i siti utili saranno sempre fra i primi risultati, a parte qualche caso davvero sporadico. Questo risultato è ottenuto nel modo più semplice del mondo: utilizzando meta tag adeguati (ebbene si, un’occhiata al codice HTML delle pagine era d’obbligo), quasi una lezione per tanti webmasters alla ricerca di rank più elevati.
Apparenza
Valutare In Memoriam dal punto di vista audivisivo è decisamente complicato: giudicarlo con i canoni videoludici più classici sarebbe penalizzante, e probabilmente lo snaturerebbe, vista la sua realizzazione. Giudicato con vedute un po’ più ampie, ha un sapore artistico, quasi avanguardista, che a prescindere dall’apprezamento personale denota uno studio stilistico approfondito e dettagliato. Stessa cosa per le musiche di sottofondo, molto spesso ridotte a loop ambient quasi ipnotici. Per la prima volta in assoluto è evidente che il commento sonoro di un videogame è ripetitivo per precisa scelta artistica e non per mancanza di fantasia. Ricordiamoci che il Cd-Rom è prodotto direttamente dalla Fenice, un serial killer dalla mente ovviamente deviata, la cui follia traspare in ogni dettaglio del CD.
Un discorso a parte lo meritano i filmati che ci verranno di volta in volta forniti come indizi: appositamente girati in diverse location in tutta Europa, hanno la qualità di una buona produzione cinematografica indipendente, e offrono un ottimo racconto delle vicende che hanno coinvolto i due scomparsi. Tutto il gioco è ottimamente localizzato in italiano, così come le mail inviateci. Un altra parentesi per i siti creati per il gioco, che molto spesso offrono solo versioni in lingua straniera. Anche qui però Lexis ci offre un piccolo tocco di classe: I siti italiani (o che si suppongono realizzati da italiani) sono nella nostra madrelingua, quelli francesi in francese, etc. Normalmente se le informazioni sono insite nel testo si trova anche quantomeno una versione inglese; se sono immagini o altro non ci sarà dato di sapere cosà c’è scritto, a meno di essere poliglotti: scelta indubbiamente valida per realismo, ma leggermente frustrante per la curiosità, vero è anche che però questa scelta non affligge mai il potenziale di gioco.
Stare al gioco
Come abbiamo detto in più di una circostanza, In Memoriam è quasi da considerare un esperimento di esperienza interattiva più che un videogame.
Per questo motivo lo si apprezza molto di più se si decide di stare al gioco, lasciarsi immedesimare nonostante alcune ingenuità palesi, che a dire il vero si affiancano però a guizzi di vero genio.
Le email dei protagonisti, per esempio, sono realizzate davvero bene, e riescono addirittura a farci trasparire la personalità dei nostri collaboratori: non speriate però di ricevere risposte circostanziate alle vostre domande... addirittura in un caso l'indirizzo di posta di un comprimario restituiva un "delivery error", nonostante uno dei nostri collaboratoti sostenesse di averlo contattato proprio attraverso email. Ciononostante è divertente tentare, e giocare di fantasia sulle possibili risposte, così come è divertente leggere i blog, gli articoli e i contenuti dei diversi siti, pur avendo ben presente che si tratta di una finzione. Comunque un grande plauso va fatto a Lexis per la quantità e la qualità del materiale prodotto, e tutto in maniera molto plausibile. Si sono costruiti una sorta di mini-Internet privata, a loro uso e consumo, e anche con occhio esperto la sensazione è molto spesso quella di trovarsi davanti a un sito autentico, anzichè uno preparato ad hoc.
Stare al gioco
Insomma Eric Viennot, ideatore di questo progetto, fornisce un ottimo terreno perchè l'immaginazione attecchisca e dia buoni frutti. Basta lasciare a casa, per ua volta, un po' di scetticismo e recuperare la voglia di giocare il ruolo che ci viene richiesto. Non passerà molto che vi troverete a prendere appunti come un vero detective...
In nostro compito
Come è facile intuire, il nostro lavoro in questo gioco è quello di indagare, con mezzi poco convenzionali per il videogame ma comuni nella vita di tutti i giorni. Il gioco ci viene in aiuto con una barra degli strumenti minimale ma efficace, dalla quale sarà possibile richiamare direttamente i nostri strumenti (browser e client di posta), avere un riepilogo dei filmati già ottenuti e utilizzare gli altri strumenti a disposizione, non rivelabili perchè facenti parte del gioco stesso. Da notare come la natura del gioco viene rispettata fino dalle prime battute: nessun tutorial, niente livello introduttivo, nè intro, a parte una brevissima composizione. In Memoriam spiazza molto spesso il giocatore, con scelte che hanno poco di videoludico: arrugginiti sui binari del game ‘classico’ si rischia di rimanere istupiditi a fissare il loop di animazione iniziale in attesa della comparsa di un menù, fino a quando la Fenice stessa interviene con un messaggio a video: “ti facevo più intelligente”... benvenuti nel modo di In Memoriam.
Se lo si vuole ricondurre a uno schema noto, In Memoriam si presenta con il noto meccanismo enigma/incentivo parzialmente lineare: gli enigmi sono divisi a gruppi, all’interno dei quali ciascuno è relativamente indipendente. Per passare al gruppo successivo è però necessario avere risolto tutti gli enigmi del precedente. Solitamente ogni singolo enigma ha una soluzione propria indipendente, che si inserisce nel contesto degli altri del suo gruppo, ma questa non è una regola fissa: le regole in questo gioco possono saltare praticamente sempre... ricordate, è prodotto da un folle...
Conclusione
In Memoriam è senza dubbio un titolo di grande impatto: basato su fatti plausibili, ambientato nella realtà contemporanea, documentato con fonti esoteriche storiche reali, già così avrebbe tutte le carte in regola per stupire. Se aggiungiamo una cura quasi maniacale del dettaglio e una realizzazione assolutamente originale, anche se non strettamente videoludica, abbiamo una sicura killer application, almeno fra le avventure. Purtroppo la stessa originalità è anche debolezza: per giocare è necessario essere connessi a Internet, visto il massiccio uso che se ne fa, disporre di un programma di posta, di un browser e In Memoriam , che a sua volta evoca i due player proposti: non è raro dover ‘saltare’ fra i tre diversi applicativi (ed eventualmente il Notepad per gli appunti, consigliato), con numerosi salti fra task. Non trascurabile, inoltre, il fatto che richiede una buona dimestichezza con i motori di ricerca. Forse qualche richiesta di troppo per un ‘semplice’ videogioco. Gli amanti delle avventure, degli enigmi, delle sfide e della sperimentazione difficilmente potranno farne a meno. I più tradizionalisti troveranno molto da ridire. Ma il problema è loro, non di In Memoriam... Il voto assegnatoli tiene conto soprattutto del livello di sfida e di rischio preso dal Lexis Numerique nella creazione di un prodotto così particolare, della carica innovativa e dell’originalità.
Doti non da poco che, soprattutto in questo periodo dove pochi osano rischiare e meno ci riescono con successo, tutti dovrebbero rispettare.
- Pro:
- Originale e innovativo
- Curato maniacalmente nei dettagli
- Storia plausibile e immersiva
- Contro:
- Realizzazione tecnica "non videoludica"
- Richiede molte competenze extra
- Alcuni enigmi sono davvero troppo cervellotici
Per Cominciare
Prima di parlare di In Memoriam è doveroso fare una premessa: il gioco si discosta molto dai canoni classici del videogame, pertanto richiede al giocatore il desiderio di provare un’esperienza per molti versi nuova e interessante. Io stesso inizialmente ero molto scettico, per tutta una serie di motivi (dall’utilizzo di tool Macromedia per la realizzazione all’aspetto da film interattivo che inizialmente trae in inganno), per poi scoprire diversi punti di forza interessanti.
In Memoriam è un prodotto della francese Lexis Numerique, specializzata in produzioni multimediali, ed è stato realizzato con criteri particolari ed interessanti, che lo avvicinano quasi più all’arte digitale che non al prodotto videoludico classico.