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Kaze and the Wild Masks, la recensione

La nostra recensione di Kaze and the Wild Masks, un platform ispirato ai classici degli anni '90 che ci vedrà padroneggiare gli elementi per salvare le Crystal Islands

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   19/03/2021

Non fatevi ingannare dai toni accesi, dai caricaturali disegni di verdure tanto grosse quanto arrabbiate e in generale dall'innocenza che sembra far trasparire: Kaze and the Wild Masks è un platform capace di essere spietato quando vuole, pronto a consumare la vostra pazienza e obbligarvi ad affinare i riflessi in un ottimo richiamo a quell'era 16 bit propria di Mega Drive e SNES. Un gioco che balza all'occhio, come spesso accade per gli esponenti del genere, grazie alla cura delle ambientazioni e soprattutto alle animazioni della protagonista, la titolare Kaze. Nelle quattordici ore richieste per completare il gioco al 100% abbiamo fatto un vero e proprio tuffo negli anni '90, sorridendo di fronte alla bizzarria sia dei nemici semplici sia dei boss, salvo digrignare i denti snervati quando ci siamo resi ben presto conto che di simpatico avevano giusto l'aspetto: per il resto, pur non essendo particolarmente impegnativa se giocata con il solo scopo di arrivare alla fine (le cose invece si complicano se siete dei perfezionisti), è stata un'avventura estremamente piacevole. Ve la raccontiamo nella nostra recensione di Kaze and the Wild Masks.

Un omaggio agli anni '90

La storia dietro le avventure di Kaze è piuttosto semplice e rientra nello spettro narrativo di buona parte, per non dire tutta, dei platform in circolazione: l'impavida coniglietta deve liberare le Crystal Islands dalla maledizione che le affligge... e che lei stessa ha contribuito a scatenare. Insomma, deve fare ammenda per aver permesso alla sua curiosità di avere la meglio sulla prudenza, quando si è addentrata in un tempio attirata dalla leggenda di una misteriosa e potente reliquia. Toccarla non ha solo portato miseria ovunque ma è anche costata, in un certo senso, la vita del suo miglior amico Hogo, tramutato in uno spirito e costretto all'interno di un anello che Kaze porta all'orecchio. Con queste premesse, attraverseremo ventisette livelli (più alcuni bonus) per riparare ai danni causati, avvalendoci del potere dei saggi racchiusi in quelle maschere che sono il perno principale del gioco.

Possiamo farlo in modalità casual, con maggiori vite e checkpoint a disposizione, o in modalità originale, consigliata dagli sviluppatori per godersi l'esperienza per come è stata pensata: l'abbiamo scritto, quest'ultima difficoltà ha qualche occasionale picco di complessità e solo se vi ostinate a completare ogni livello alla perfezione; se giocate per il gusto di arrivare semplicemente alla fine, senza approfondire la storia o raccogliere gli elementi che arricchiranno finale, l'avventura non è soltanto più breve ma anche molto più facile nonostante tutto.

Kaze and the Wild Masks: Kaze e Hogo trovano la misteriosa reliquia
Kaze and the Wild Masks: Kaze e Hogo trovano la misteriosa reliquia


Se all'inizio Kaze and the Wild Masks può sembrare un platform qualunque, uno di quelli che al di là di una gradevolissima direzione artistica passa un po' in sordina, scoprirete presto che è un gioco in continuo crescendo. Superati i livelli iniziali utili per sgranchirvi le dita e imparare a familiarizzare con gli obiettivi aggiuntivi, entrerete lentamente in contatto con le famigerate maschere: ciascuna di queste raffigura uno specifico animale e permette a Kaze di ereditarne le capacità per un breve periodo di tempo. Similmente alle Maschere Quantiche di Crash Bandicoot 4: It's About Time, queste saranno tendenzialmente disponibili in specifiche situazioni all'interno dei livelli ma è anche possibile, in casi più rari, sfruttarle dall'inizio alla fine: indossarle apre a nuovi approcci e ci costringe ad adattare il nostro stile di gioco per ottenere il massimo dalle rispettive capacità.

La diversità che le distingue le une dalle altre va a favore del gameplay, aggiungendo ulteriore dinamismo a quello che passo dopo passo Kaze dimostra anche senza l'uso di particolari poteri. Certo, diventare tutt'uno con gli elementi ha il suo indubbio fascino ma gli sviluppatori hanno curato anche le fasi in cui Kaze deve fare affidamento solo su sé stessa e che, nel complesso, costituiscono la maggior parte del gioco. Al di là del salto e della giravolta, possiamo planare sfruttando le sue lunghe orecchie, che fungono anche da appiglio lungo le corde tese, schiantarci al suolo per colpire i nemici o aumentare la portata del rimbalzo, afferrare i pochissimi oggetti presenti (sempre grazie alle orecchie) e lanciarli per eliminare frutta o verdura moleste; il tutto sempre più concatenato a mano a mano che procediamo fino a raggiungere quel tempio dal quale siamo stati scagliati via dopo aver liberato chi avrebbe dovuto restare prigioniero.

Kaze and the Wild Masks: indossare la maschera del drago significa abbandonarsi alla sua furia
Kaze and the Wild Masks: indossare la maschera del drago significa abbandonarsi alla sua furia


Come ogni platform che si rispetti, non mancano segreti ed elementi aggiuntivi che saranno croce e delizia dei perfezionisti: se raccogliere le lettere dorate che compongono il nome di Kaze o le gemme richiede un po' di elasticità mentale nel leggere i singoli livelli e la loro struttura, vi sono per ciascuno due prove bonus da trovare e affrontare per ottenere le metà di gemme che nella giusta quantità sbloccheranno un livello bonus più impegnativo rispetto a quelli della storia principale. Queste sfide, tutte a tempo, sono il secondo elemento di spicco dopo le maschere perché, pur nella loro ripetitività di fondo (uccidi i nemici, raccogli le gemme o arriva alla fine) riescono di volta in volta a rielaborare gli elementi dei livelli comuni per complicarvi la vita. Già solo trovarle richiede a volte di pensare fuori dagli schemi ed esplorare lì dove non verrebbe in mente di guardare, una volta al loro interno dovrete mettere a frutto tutto quanto imparato fino a quel momento. C'è della genuina soddisfazione nel raccogliere i vari elementi o completare le prove ed è quel tocco in più che ha reso l'intera avventura di Kaze piacevole dall'inizio alla fine.

Per ciascuna isola che visiteremo con l'obiettivo di liberarla dal giogo della verdura capo di turno, gli sviluppatori si sono impegnati a creare biomi e situazioni molto differenti tra loro e questo concorre ad alleggerire la sensazione di ripetitività che si fa strada a un certo punto della seconda metà di gioco. Pur trovandoci in situazioni visivamente differenti, alcune meccaniche vengono riutilizzate soprattutto per quanto riguarda gli inseguimenti ma nel complesso c'è comunque lo sforzo di variare la struttura dei livelli in questione per non pesare troppo. Non è un vero e proprio difetto quanto piuttosto una sbavatura perché, persino nel suo essere piuttosto semplice per i veterani del genere, Kaze and the Wild Masks è un piccolo eppure assolutamente gradevole platform che parte in sordina per crescere sempre di più. Può non essere la sfida che i più navigati cercano ma questo non ci impedisce di consigliarvelo: l'estetica 16 bit, infine, è valorizzata sia sul piccolo schermo di Switch sia sul televisore, mentre i disegni fanno un ottimo lavoro nel raccontare la storia senza parole.

Kaze and the Wild Masks: nell'album potete tenere traccia della storia e di altri progressi
Kaze and the Wild Masks: nell'album potete tenere traccia della storia e di altri progressi

Conclusioni

Multiplayer.it
8.3
Lettori (5)
8.7
Il tuo voto

Kaze and the Wild Masks è un riuscito omaggio ai platform degli anni '90, forte di un'estetica 16 bit molto bella a vedersi e di animazioni molto fluide soprattutto per quanto riguarda la protagonista. Le maschere sono l'elemento di maggior spicco e unite a un level design dove ogni pezzo si incastra alla perfezione conferiscono dinamismo a un gameplay che di suo si presenta in continuo crescendo. Gli unici difetti, se così vogliamo chiamarli, risiedono in una certa ripetitività di fondo e in una difficoltà medio-bassa che potrebbe non soddisfare appieno i veterani del genere. Nonostante tutto, è un gioco confezionato ad arte e che, a maggior ragione se siete appassionati, dovreste aggiungere alla libreria.

PRO

  • Estetica 16 bit accattivante
  • Ambientazioni e livelli variegati
  • Le maschere conferiscono dinamismo al gameplay
  • I disegni raccontano benissimo senza l'uso delle parole

CONTRO

  • Una certa ripetitività di fondo
  • Non è troppo impegnativo neppure in modalità originale