Una breve sequenza introduttiva tutta disegni, ma sostenuta da una colonna sonora di discreta potenza, ci introduce ai piaceri della vita medievale, quella in cui d'improvviso puoi perdere tutto quello che hai per ritrovarti nel mezzo di un bosco, disperato. Un incipit brusco che tra l'altro richiama lo smarrimento iniziale di mille altri survival.
Nei dintorni non ci sono solo rami, pietre e tronchi con cui costruire i primi utensili. Proprio lì vicino c'è la casa di zio Iordan, il villaggio di Gostovia, una fiorente comunità che si affaccia su un lungo fiume e ci accoglie all'inizio di un'esperienza che mescola meccaniche di sopravvivenza abbastanza complesse da comprendere la disidratazione, un pizzico di gioco di ruolo e una complessa dimensione gestionale. Purtroppo non tutto gode della stessa cura, ma la carne al fuoco è comunque tanta, come abbiamo avuto modo di verificare con la recensione di Medieval Dynasty.
Un'esperienza poliedrica
La combinazione tra survival e medioevo non è nuova, ma assume una dimensione diversa nel titolo Render Cube che si propone come un vero e proprio simulatore di vita medievale con meccaniche di sopravvivenza articolate, interazioni con i personaggi non giocanti, una storia, una regione open world con diversi insediamenti, un regnante, costruzione, commercio e una dimensione gestionale che sfocia nel city builder. Dalla raccolta dei primi rami per costruire un primo rifugio di legno e cannicci, si arriva infatti all'edificazione di un'intera città, con lavoratori a cui affidare produzione, campi, bestiame e via dicendo.
Qui, tra l'altro, troviamo una valanga di abilità in cui spendere i punti esperienza guadagnati. In gran parte si parla dell'efficacia nella raccolta delle risorse, al combattimento e alla robustezza degli strumenti che costruiamo, ma vi sono anche capacità diplomatiche e speciali come la possibilità di richiamare il cavallo con un fischio e il furto, scorciatoia potenzialmente utile nelle prime fasi di gioco. Non manca inoltre una lunga lista di note che spiegano come affrontare un gioco che nelle battute iniziali sembra piuttosto elementare, comprese le missioni introduttive che ci guidano alla raccolta risorse e alla costruzione di un primo rifugio, ma si fa sempre più impegnativo pretendendo molto tempo e una buona dose pazienza.
Detto questo, la difficoltà non è punitiva, a partire dalle dinamiche survival per arrivare a quelle gestionali. Aggirare l'economia del titolo non è particolarmente complicato e le risorse sono abbondanti. Anche per questo consigliamo di prestare parecchia attenzione alle variabili personalizzabili della partita che consentono di aggiungere un po' di pepe all'esperienza. D'altronde si tratta di un titolo esclusivamente single player che rischia di perdere mordente, complice un comparto narrativo esile, sacrificando dimensione survival e difficoltà generale.
Le opzioni di creazione della partita consentono di disattivare incursioni, eventi imprevisti, sete, fame, limite di peso e diverse altre opzioni. Ci sono inoltre selettori a scorrimento che permettono di aumentare o diminuire parametri come durata delle stagioni, risorse richieste dai nostri popolani, salute dei nemici, tasse da pagare per ogni edificio, esperienza guadagnata, punti dinastia e punti tecnologia, necessari per costruire nuovi edifici e sbloccare progetti.
Gameplay
Il lungo percorso per creare vera e propria dinastia parte dalla benevolenza dei cittadini della fiorente Gostovia dove ci vengono concessi il permesso di costruire una prima casa, sulla quale dovremo pagare le tasse, e dove inizia la nostra ricerca nel passato di zio Iordan mentre ci destreggiamo nella raccolta risorse, nella caccia e nella sopravvivenza a branchi di lupi, briganti e intemperie. Nel frattempo, però, accumuliamo livelli che ci permettono di specializzare il nostro personaggio.
Ogni attività garantisce punti esperienza che permettono non solo di rafforzare il nostro alter ego ma di espandere le conoscenze tecnologiche che includono ben 68 strumenti tra armi e utensili oltre a segherie, mercati, fabbri, campi e abitazioni che sono necessarie per mantenere in salute la popolazione e accrescere la manodopera. D'altronde per quanto l'azione in prima persona resti sempre importante, si incastra sempre più nelle dinamiche gestionali che arrivano a permetterci di gestire singolarmente diverse decine di individui, tutti elencati in un'apposita sezione del menù che ci informa anche di caratteristiche come età, umore, professione e, cosa più importante di tutte, abilità specifiche. Ci sono poi sezioni dedicate agli edifici, ai campi, al bestiame e al fabbisogno degli abitanti, riassunto anche in breve tra le statistiche generali che ricapitolano reputazione dinastica, tasse complessive affiancate da eventuali debiti, numero di lavoratori e fase di sviluppo del nostro insediamento.
Ma per quanto il passare del tempo e la crescita di personaggio e insediamento siano il cuore dell'esperienza, non è il caso di trascurare gli elementi secondari come imprevisti, attacchi e difficoltà, rilevanti per mantenere elevata la sfida e dare credibilità al contesto medievale. Ci costringono però a mandare giù qualche boccone amaro. Le scorribande dei briganti, tanto per cominciare, sono fondamentali per dare quel pizzico di pathos all'esperienza, ma sono davvero difficili da apprezzare, a causa di un sistema di combattimento decisamente rozzo. Inoltre la dimensione RPG, come anticipato, è in buona parte apparenza, escludendo l'evoluzione delle caratteristiche del personaggio. Gli spunti ci sono, comprese un sacco di opzioni di testo, abilità di furto e un filone narrativo che sulle prime ha anche qualche spunto interessante e arriva a includere missioni per il re per accrescere la reputazione. Ma tra ripetitività e scarsa profondità diventa presto chiaro come non si tratti di aspetti portanti dell'esperienza.
L'obiettivo è quello di creare una dinastia, ma tutto è diluito nella dimensione gestionale che si fa dominante e può risultare piuttosto faticosa da gestire. Benché gli abitanti si aggirino per le strade, lavorino nei campi e in alcuni casi si ricordino anche di accendere una lanterna per girare di notte, il giocatore si trova a dover gestire quasi ogni aspetto della vita e del lavoro di una manovalanza dall'autonomia decisamente più limitata rispetto quella a cui siamo abituati nei gestionali moderni di buon livello. Tra l'altro i cittadini non sono solo scarsamente autonomi e reattivi, ma sono anche poco credibili e vanno a minare le aspirazioni simulative del titolo. Manca infatti quella scintilla fondamentale per dare spessore e realismo al mondo, una volta scemata la suggestione iniziale garantita da un'atmosfera efficace. Una dimensione che si infrange sul grugno privo di espressione di popolani che oltre a dover essere guidati per mano, rendendo un po' troppo macchinosa la componente micro-gestionale, sono ben poco credibili nelle reazioni e nelle animazioni.
Comparto tecnico
Medieval Dynasty può regalare un sacco di ore di svago a chi invece apprezza proprio la gestione minuziosa, il lento ciclo delle stagioni e l'esplorazione alla ricerca dei materiali, in questo caso valorizzata da uno scopo che corrisponde al riempire i magazzini per mantenere in salute popolazione e finanze di una comunità. Ma anche apprezzando alla follia questi aspetti, è necessario armarsi di pazienza di fronte a ingenuità e problemi di vario genere che comprendono glitch, traduzioni in italiano improbabili e tutte le incertezze tipiche di giochi che escono ancora in corso d'opera.
Da notare, tra l'altro, la rigidità del sistema di costruzioni che ci impone design prefissati, ma ci costringe comunque a martellare per diversi minuti per mettere su quattro mura e un tetto. Vista l'impostazione sarebbe stato meglio sveltire la procedura, lasciando spazio al resto. Inoltre spiccano, come note negative, la rigidità delle animazioni dei personaggi umani, una fisica approssimativa, qualche rallentamento di troppo anche su sistemi di fascia decisamente alta e la mancanza di una distruttibilità dinamica. Le strutture, tanto per fare un esempio, spariscono quando smantellate, o si declassano scegliendo la relativa opzione dal menù del martello, e non subiscono danni dai colpi inferti.
Ma nel computo vanno anche messi buoni campionamenti audio, una colonna sonora suggestiva, buoni riflessi, acqua credibile, texture definite, luci efficaci, colori azzeccati, vegetazione rigogliosa, animazioni degli animali convincenti e aspetti particolarmente curati come il pelo dei conigli, quasi disturbante per realismo quando ci troviamo a doverli scuoiare per sopravvivere. Abbastanza per un colpo d'occhio niente male che assieme all'atmosfera convincente può rilevarsi determinante per aiutarci a mettere in secondo piano gli elementi meno riusciti del titolo di Render Cube.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 11
- Processore: AMD Ryzen 9 3700X
- Memoria: 16 GB DDR4
- Scheda video: Nvidia GeForce RTX 3080 Ti
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7
- Processore: Quad Core 3 GHz
- Memoria: 8 GB DDR4
- Scheda video: Nvidia GeForce GTX 970 o AMD Radeon RX 480 (DX11 con 4GB minimo)
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: Quad Core 4 GHz
- Memoria: 16 GB DDR4
- Scheda video: Nvidia GeForce GTX 1060 o AMD Radeon RX 580 (DX11 con 6GB minimo)
Conclusioni
Medieval Dynasty è un simulatore medioevale che si affida alla combinazione di survival, elementi RPG e articolate meccaniche gestionali per regalare al giocatore un'appagante sensazione di crescita. Ed è questo il perno di un'esperienza che non manca di atmosfera e di fascino, ma che come molti altri titoli inciampa sulle proprie ambizioni. Alla complessità non corrispondono infatti in egual misura bilanciamento, qualità dei combattimenti e varietà delle situazioni, mancanze di un titolo che sulle prime appaga, ma rischia di annoiare presto.
PRO
- Un'esperienza poliedrica e longeva
- Survival ed elementi RPG al servizio di una dimensione gestionale molto articolata
- Personalizzazione elevata dell'esperienza, dalle opzioni all'approccio al gioco
- Atmosfera suggestiva e colpo d'occhio niente male
CONTRO
- L'intelligenza artificiale limitata limita credibilità e rende macchinosa la componente gestionale
- Bilanciamento traballante e sistema di costruzioni limitato
- Fisica approssimativa e animazioni altalenanti
- Serve lavoro sull'ottimizzazione e sulla pessima traduzione in italiano