Le piattaforme mobile hanno trovato il modo di piegare certi generi classici verso nuove declinazioni, in modo da sfruttare al meglio le caratteristiche tipiche di questi dispositivi: la portabilità, la connessione costante e il collegamento diretto agli elementi social, oltre ovviamente alla possibilità di applicare modelli di business alternativi e spesso basati sulle micro-transazioni. Da alcuni anni a questa parte sono dunque nati dei veri e propri nuovi generi, che mantengono alcuni legami evidenti con altre tipologie videoludiche standard ma se ne distanziano sotto molto aspetti, configurandosi come giochi "nuovi", che godono già di un vasto pubblico di appassionati ma necessitano di essere un po' metabolizzati da parte dei videogiocatori di vecchio stampo. Il genere definito SLG rientra abbastanza precisamente in questa categoria di titoli, come il qui presente Mobile Raid: derivata in gran parte dai giochi strategici emersi in ambito social, all'interno di Facebook o presso i vari portali che offrono titoli free-to-play, questa tipologia afferisce in buona parte allo strategico classico, ma vi aggiunge una grande quantità di elementi gestionali e manageriali, che spesso sfociano nelle ben note micro-transazioni, anche se il loro utilizzo è ovviamente lasciato alla decisione del giocatore.
SLG starebbe per "simulation game", o qualcosa del genere, e la definizione stessa lo allontana alquanto dallo strategico classico, anche se la base è indubbiamente comune. Mobile Raid, ad esempio, riprende chiaramente alcune caratteristiche tipiche della serie Command & Conquer, come l'ambientazione futuristica e anche il design di varie unità da combattimento, ma inserisce il tutto all'interno di un quadro più stratificato e complesso, maggiormente incentrato sulla gestione delle risorse della base più che sul controllo diretto delle unità nel corso degli scontri col nemico. Il senso del gioco, insomma, è essenzialmente far funzionare la propria città-base: renderla più grande, più efficiente, più forte nei confronti degli attacchi dall'esterno e più potente nella politica espansionistica. In tutto questo, lo scontro vero e proprio risulta essere una minima parte della quantità di cose da tenere d'occhio e gestire costantemente.
Comandante tuttofare
La storia racconta di un mondo sull'orlo di una gigantesca guerra fra tre fazioni, all'interno del quale si trova un piccolo lembo di terra dove un giovane comandante si mette alla prova nella gestione di una città fortificata. Con la tipica visuale dall'alto, ci troviamo dunque a gestire essenzialmente due fasi: la costruzione e l'evoluzione delle strutture interne alla base e il campo di battaglia esterno, dove avvengono gli scontri con i boss e la conquista di nuovi territori da annettere alla nostra sfera di controllo. Durante le prime fasi della storia la progressione è nettamente scandita da alcuni passaggi obbligati a cui il gioco ci costringe, lasciando ben poca libertà di scelta, ma con l'avanzare del tempo e l'aumentare delle risorse il grado di libertà si amplia, sebbene sia necessaria una discreta pratica prima di padroneggiare tutte le caratteristiche del gioco. Si tratta infatti di un gestionale estremamente stratificato, dove ogni singola struttura apre numerose opzioni e sotto-sezioni, per cui è facile perdersi fra i menù e la fase di apprendimento risulta piuttosto lunga. A fronte di questa possente struttura gestionale, il sistema di combattimento appare alquanto semplificato, richiedendo semplicemente di scegliere i comandanti da schierare e la quantità di unità per ogni categoria da mandare in battaglia, con l'esito dello scontro che viene calcolato in base al livello dei contendenti.
La partita si gioca dunque tutta a monte, nella complessa preparazione dell'esercito e dei comandanti, l'uno e gli altri soggetti sempre a evoluzioni e upgrade continui di concerto con l'evoluzione dell'intera base. All'interno di tutto questo si inserisce anche l'immancabile dinamica "gacha" degli eroi da sbloccare e conquistare, ognuno caratterizzato da proprie statistiche e abilità speciali che possono essere impiegate in diverse situazioni: dalla guida dell'avanguardia strategica alla gestione delle truppe d'assalto, fino a specializzazioni più complesse e fini come lo spionaggio e la diplomazia. Insomma, la base strategico-gestionale di Mobile Raid è convincente e, dopo un primo periodo di adattamento, anche coinvolgente, il problema - nemmeno a dirlo - risiede nella struttura free-to-play, come spesso capita con questa tipologia di giochi. Non esiste una vera e propria costrizione verso le micro-transazioni, così come la dinamica non può essere definita "pay to win", tuttavia il continuo gioco delle attese alla lunga diventa stressante, quando la richiesta continua di diamanti (la valuta in-game principale che può essere acquistata anche con denaro reale) comincia a diventare pressante e sbilanciata rispetto alla quantità di risorse che possono essere conquistate giocando. Giunti a questo punto diventa necessario, per non incappare nell'acquisto forzoso, bilanciare un po' il tempo di gioco in modo da rendere più sostenibili le frequenti (e in certi casi anche lunghe) pause forzate.
Conclusioni
È stata infusa una certa cura nello sviluppo di Mobile Raid, questo risulta chiaro dalla realizzazione grafica e dal character e mecha design del gioco, cose che arricchiscono la sua ottima base gestionale. Ci sono davvero molti aspetti da seguire in questa struttura profonda e stratificata, che immerge il giocatore richiedendo anche un certo periodo di studio delle varie caratteristiche, come succede nei titoli strategici di un certo livello. Per un po', il ritmo prosegue abbastanza serrato, poi subentra la meccanica delle attese che spinge verso le micro-transazioni e qui diventa necessario bilanciare eventualmente le pause, ma inevitabilmente la fruizione ne risulta inficiata, dopo un ottimo avvio.
PRO
- Gestionale profondo e stratificato
- Ottima caratterizzazione grafica
- Buon ritmo nella prima fase
CONTRO
- Interfaccia caotica sulle prime
- Attese e micro-transazioni emergono sulla distanza