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Mortal Shell, la recensione

La recensione di Mortal Shell, l'action RPG di stampo soulslike sviluppato da Cold Symmetry che ci porta nelle profondità di un mondo perduto.

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   17/08/2020
Mortal Shell
Mortal Shell
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Fantasy medievale, lore particolarmente criptico, "anime" da consumare attorno a un "falò". Nei suoi aspetti più superficiali, Mortal Shell guarda molto da vicino a Dark Souls, con qualche leggera differenza: le anime diventano Tar, uno strano nettare che rappresenta tanto la valuta in game quanto i punti esperienza, e al calore rassicurante di un falò si sostituisce una misteriosa figura mascherata nota come Sorella Genessa, che sembra aver vissuto in questo mondo dimenticato ben prima di noi. A dispetto dell'innegabile somiglianza, se spogliamo il gioco di Cold Symmetry di quegli aspetti che riscontriamo in ogni titolo sviluppato successivamente ai capisaldi From Software, troviamo un action RPG che vira più verso un modello alla Sekiro: Shadows Die Twice e mutua ben pochi aspetti della sua componente ruolistica.

Mortal Shell vive di alti e bassi e forse, nel suo tentativo di avvicinarsi troppo alle opere di Miyazaki, dimentica che non basta mutuarne le caratteristiche: serve anche avere la stessa visione, un errore nel quale sono caduti già in molti. Ciononostante, al netto di un prezzo contenuto e delle ore che offre, è un gioco che pur con i suoi difetti potrebbe meritare il vostro tempo, nell'attesa di un irrintracciabile Elden Ring. Vediamo perché in questa recensione di Mortal Shell.

Le vite degli altri

Uno degli aspetti più interessanti di Mortal Shell riguarda senza dubbio il suo protagonista (Foundling) e l'abilità che lo contraddistingue: poter abitare le spoglie di guerrieri caduti, portandole di nuovo a una non vita affinché lo aiutino nella sua missione. Ha un retrogusto dolceamaro vivere le vite degli altri, scoprendone il passato pezzo dopo pezzo attraverso una voce - la loro - che gli anni hanno consumato come quei corpi morti e risvegliare una coscienza perduta tra le pieghe del tempo. Scopriamo così un livello di caratterizzazione un filo più profondo rispetto al classico protagonista vuoto dei soulslike, tanto che spesso dimentichiamo di aver soltanto preso in prestito qualcuno e ci abituiamo alla sua presenza come se non fossimo mai stati altro. Al di là dell'aspetto puramente narrativo (parte del lore passa anche attraverso i ricordi di questi uomini), gli sviluppatori hanno costruito su di loro delle build specifiche, da potenziare di volta in volta consumando Tar e Visioni: troviamo dunque il Soldato, lo Studioso, il Ladro e il Crociato - nomi fittizi per non rovinarvi il piacere di scoprirli - ciascuno diverso non solo in termini di punti ferita e stamina ma persino di abilità.

Si è cercato, e riuscito a nostro avviso, un bilanciamento tra le classi che potesse andare incontro alle preferenze dei giocatori; soprattutto si è voluto renderli tutti indispensabili a modo loro, offrendo la possibilità di passare in tempo reale da un involucro all'altro (non senza rischio) per diversificare il proprio stile persino nel bel mezzo di un combattimento e, sviluppando il personaggio in maniera corretta, trarre vantaggio da queste proiezioni astrali. L'unica pecca in questo sistema di sviluppo è aver reso il Crociato una macchina da guerra, con il rischio che si trasformi nella scelta preferita a discapito degli altri, ma ci sono comunque aspetti come la lentezza e un basso livello di stamina che potrebbero far optare per un altro involucro.

Mortal Shell 01

Il sistema di combattimento

Dopo esserci dimenticati di livelli, statistiche e personalizzazione in senso estetico, scordiamoci anche del loot: Mortal Shell offre un limitato numero di armi, sostanzialmente una per guerriero, e su quelle dovremo fare affidamento potenziandole a mano a mano con gli oggetti che troveremo sparsi per il mondo di gioco. Ancora una volta dunque il gioco devia dalla formula Dark Souls per avvicinarsi un po' di più a quella di Sekiro, mettendo nelle nostre mani pochi ma essenziali strumenti di morte. Non ne siamo rimasti pienamente soddisfatti, avendone trovati un paio eccessivamente lenti e ingombranti, tuttavia è possibile limitare in parte questo handicap e trasformarli in compagni più o meno efficienti una battaglia dopo l'altra.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, Mortal Shell è un ibrido tra i due titoli From citati poco sopra: fa molto affidamento sulle parate per creare un'apertura nella guardia del nemico e sfruttarla a nostro favore utilizzando le potenzialità del Sigillo Ossidato (lo stesso che ci permette di parare e contrattaccare) ma, diversamente da Sekiro, ruota attorno alla stamina e all'azzerare tutti i punti ferita dei nemici. I potenziamenti del Sigillo si ottengono progredendo con la storia e possono essere sia difensivi, come la possibilità di recuperare parte della salute, sia offensivi come un'esplosione a tempo di notevole potenza in grado di spazzare via i nemici minori e addirittura stordire i boss.

L'uso di questo Sigillo, unito all'inedita meccanica della pietrificazione per assorbire i danni derivanti da qualsiasi tipo di offensiva, rende gli scontri interessanti, soprattutto perché è da dosare con attenzione: gli attacchi speciali consumano determinazione, che si accumula colpendo i nemici ma si svuota col tempo se non riusciamo a riempire un segmento prima di aver fatto piazza pulita. C'è dunque una certa urgenza nei combattimenti che ci spinge a volte ad abbandonare la prudenza in favore di qualche colpo a segno in più, ma in nostro soccorso arrivano anche gli oggetti che possono ripristinare o favorire l'accumulo di determinazione. Va detto che i nemici non mancano, anzi a volte sono persino eccessivi, quasi a compensare una certa piattezza nel level design.

Mortal Shell 02

Un mondo vuoto e ingarbugliato

Se sotto il profilo artistico Mortal Shell spicca soprattutto nella rappresentazione degli involucri e in alcune sezioni particolarmente ispirate, il mondo nel quale muoviamo i nostri passi non coinvolge a sufficienza da spingere all'esplorazione. A partire da Fallgrim, l'hub centrale del gioco nel quale fare pratica con le armi, potenziarsi e acquistare qualcosa dal mercante, la struttura si sviluppa a raggiera ma le poche scorciatoie presenti non sono appaganti e si limitano spesso a essere cunicoli che legano fra loro le diverse aree di Fallgrim in modo piuttosto pigro. Manca, insomma, quel senso di scoperta che From Software ha saputo regalarci, fatta eccezione per rarissimi casi. Le aree esterne a Fallgrim, nelle quali dovremo introdurci per recuperare le Sacre Ghiandole su ordine di una misteriosa creature, sono divise dall'hub per mezzo di caricamenti e a dispetto di qualche guizzo interessante soffrono del medesimo problema. Una in particolare è davvero evocativa a vedersi ma sviluppata in maniera eccessivamente confusionaria e intricata, rendendo difficile trovare un punto di riferimento per capire dove procedere senza ritrovarsi a girare in tondo e finire preda nei numerosi nemici. Come se non bastasse, appena sconfitto il boss di turno ed estratta la Ghiandola, è come se tutto attorno a noi "marcisse": calano le tenebre, illuminate solo dalla tenue luce del nostro trofeo, e la morfologia del livello a volte cambia mentre lo ripercorriamo a ritroso cercando di sopravvivere alle creature che, in alcuni casi, sono andate a rimpiazzare le minacce precedenti.

A dispetto di queste parziali modifiche, la noia dovuta al backtracking si fa sentire più di quanto dovrebbe e soltanto una Sorella Genessa sullo sfondo ci motiva, illuminando il nostro cammino di speranza. Proprio in virtù della sua esperienza più compatta, sia in termini di ampiezza del mondo di gioco sia di ore necessarie al completamento, Mortal Shell avrebbe potuto sviluppare un level design più solido, con i piedi per terra come si suol dire, e marcare la differenza fra complicato e confusionario: invece, complice anche un lore altrettanto difficile da mettere insieme, risulta un'esperienza che vive di alti e bassi, coinvolgente a fasi alterne ma mai abbastanza da motivare nell'esplorazione. Il gioco cade dunque così in un errore comune a chiunque abbia cercato di seguire le orme di Dark Souls: il problema non è nell'ambientazione o nel sistema di combattimento, che peraltro in Mortal Shell risulta gradevole al netto di qualche sbavatura, ma nel fatto di voler imbastire a tutti i costi una trama criptica senza avere, come detto, la visione di From Software.

Mortal Shell 03

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD Ryzen 7 3750H
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1660 Ti
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5-4590 o AMD FX 8350
  • Scheda video: NVIDIA GTX 970 o AMD Radeon R9 290
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 40 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 o AMD Ryzen 7
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1070 o AMD Radeon RX Vega 56
  • Memoria: 16 GB di RAM

Sbavature tecniche

Abbiamo riscontrato qualche piccolo bug nel corso della nostra partita e mezzo (come in ogni soulslike, c'è il Nuovo Gioco+), tra comandi come la schivata o a volte l'attacco stesso che non venivano più presi portandoci a una frustrante dipartita, o colpi nemici che facevano della compenetrazione poligonale la loro alleata più fedele. Da segnalare anche qualche problema con la telecamera e il targeting, nulla di nuovo sotto il sole dei soulslike ma ugualmente fastidioso scendervi a patti ogni volta. Mancano inoltre quasi del tutto le collisioni con l'ambiente circostante e se da un lato questa limitazione risulta comoda perché ci permette di ruotare uno spadone di due metri all'interno di un cunicolo strettissimo, dall'altro priva di profondità il combattimento consentendo di sfruttare vantaggi che altrimenti non sarebbero stati possibili, sia per noi sia per i nemici. A parte questo e l'annoso problema della telecamera, gli altri impedimenti si sono verificati molto raramente, ma è lo stesso opportuno segnalarli in attesa della patch.

Mortal Shell 04

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
6.8
Lettori (56)
7.5
Il tuo voto

Mortal Shell è un gioco più compatto e contenuto rispetto ai titoli From Software da cui prende ispirazione, capace di offrire un'esperienza onesta in rapporto con il prezzo. Il sistema di combattimento, unito alla meccanica degli Shell e a una deriva più action che RPG avrebbe potuto renderlo in grado di svincolarsi dallo spettro dei Souls, tutta l'insistenza a volerne imitare i passi in termini di level design e lore, senza per questo avere lo stesso guizzo, lo porta a essere un lavoro riuscito solo in parte. Troppo concentrato a seguire chi l'ha preceduto, dimentica una strada che aveva iniziato a tracciare e si mostrava promettente: a mano a mano che si procede con la storia sembra esserci un impoverimento per quanto riguarda il level design e gli stessi boss, che si fanno poco ispirati e non sempre visivamente accattivanti. A dispetto dei punti di forza, dopo quindici ore di gioco resta una sensazione di incompletezza, di un'occasione non colta fino in fondo.

PRO

  • L'utilizzo dei Mortal Shell e il loro sviluppo
  • Il sistema di combattimento ha degli elementi interessanti

CONTRO

  • Il lore è fin troppo criptico
  • Boss fight poco memorabili
  • Level design spesso confusionario